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    UN INDIGENO EUROPEO VALE MENO DI UN'AMEBA
    Enclave. Rivista libertaria, n. 40, giugno 2008
    di Fjordman


    Un mio amico americano ha proposto agli europei di creare un movimento dei popoli indigeni d’Europa. Io ho esitato a dargli il mio sostegno, perché mi sembrava una decisione un po’ troppo estrema. Comunque è vero che in molte città europee l’arrivo di bande di immigrati sta espellendo la popolazione originaria dai quartieri in cui vive. Gli europei che subiscono la violenza degli immigrati non ricevono nessuno aiuto dalle autorità, che anzi gli sono spesso apertamente ostili. In un’epoca in cui la popolazione globale aumenta di miliardi di persone in qualche decennio, è del tutto plausibile, anzi probabile, che l’Occidente venga ben presto sopraffatto demograficamente. Questa prospettiva sembra provocare un intenso piacere a molti dei nostri intellettuali.

    Bat Ye’or nel suo libro Eurabia ha documentato come l’Unione Europea stia attivamente permettendo ai musulmani di colonizzare i paesi europei. La prossima volta che i leader dell’Unione Europea si lamentano del modo in cui la Cina tratta le proprie minoranze, suggerisco ai cinesi di rispondere in questo modo: “Sì, noi rappresentiamo un’organizzazione antidemocratica impegnata a sottomettere le popolazioni indigene del Tibet, ma voi rappresentate un’organizzazione antidemocratica impegnata a soppiantare le popolazioni indigene di un intero continente”. Non amo assolutamente il Partito Comunista Cinese, un’organizzazione responsabile della morte di decine di milioni dei propri cittadini, ma almeno le autorità cinesi non cercano attivamente di sostituire la propria popolazione con dei musulmani violenti. Le autorità europee invece lo fanno.

    Nelle società decadenti del passato le autorità non spalancavano le porte alle nazioni ostili, e non incriminavano come intolleranti o “barbarofobi” coloro che si opponevano all’invasione delle orde straniere. Ciò che sta avvenendo nell’Occidente moderno non è solo decadenza; è uno dei più grandi tradimenti della storia. Le leggi approvate dai nostri cosiddetti leader puniscono per “razzismo e incitazione all’odio” chi si oppone all’espropriazione della propria terra. Stando a quanto dicono i media e i nostri capi politici, è come se noi nativi europei non esistessimo, come se per loro fosse normale mettere gli interessi delle altre nazioni davanti ai nostri. Anche se abbiamo dei governi “democratici”, le autorità politiche di molti paesi occidentali sono più ostili verso il proprio popolo di molti dittatori del terzo mondo. Perché?

    Sul Daily Telegraph Simon Heffner avanza l’idea che l’immigrazione di massa incoraggiata particolarmente dai governi laburisti di Blair e Brown in Gran Bretagna non sia avvenuta per incompetenza, ma perché “il governo era ideologicamente determinato a distruggere la nostra identità nazionale e a promuovere il multiculturalismo”. Io concordo con questa analisi, ma questa politica di rimpiazzo della popolazione sponsorizzato dallo Stato non si limita affatto alla Gran Bretagna.

    I dati discussi nel 2008 dimostrano chiaramente che l’immigrazione di massa non ha avuto alcun effetto positivo sull’economia britannica, e ho visto calcoli simili in Francia, Danimarca, Norvegia e altri paesi. Al contrario, rappresenta un drenaggio continuo di denaro dalle tasche della popolazione nativa, anche se non mettiamo in conto l’ondata di terrorismo, insicurezza e violenza nelle strade che sta dilagando in tutta l’Europa occidentale, dalla Svezia alla Germania all’Olanda. A tutto questo si devono aggiungere i costi incalcolabili legati alla distruzione della nostra coesione nazionale e all’indebolimento delle nostre eredità culturali. L’immigrazione di massa tuttavia procede come se niente fosse. Secondo un rapporto dell’aprile 2008 la Spagna necessiterebbe di oltre due milioni di lavoratori stranieri fino al 2020, molti dei quali dovrebbero probabilmente arrivare dal Nord Africa musulmano. Gli autori del rapporto esortano il governo spagnolo ad adottare una nuova legge sull’immigrazione “per facilitare l’entrata legale, avvantaggiarsi dei nuovi arrivi e incoraggiare l’integrazione”.

    Gli europei: una specie da proteggere?

    In precedenza avevo giocherellato con l’idea di attribuire ai nativi norvegesi lo status legale di popolazione indigena della Norvegia (analogamente agli aborigeni australiani, agli indiani d’America o agli indios dell’Amazzonia). Una larga proporzione dei miei antenati ha vissuto qui dalla fine dell’ultima era glaciale, quando il paese divenne abitabile per l’uomo. Ai coloni originari provenienti dall’Europa centrale (attuali Germania e Repubblica Ceca) si sono aggiunti altri europei. Le tracce genetiche delle popolazioni del Vicino Oriente che diffusero l’agricoltura in Europa sono ancora rintracciabili, ma fino ai tempi recenti la grande maggioranza degli europei erano discendenti di uomini e donne che avevano vissuto nella stessa regione per decine di migliaia di anni.

    Da un punto di vista genetico i nativi europei hanno vissuto sul proprio continente da più tempo dei nativi americani. Molti abitanti del sudest asiatico sono discendenti di coloni provenienti dalla Cina meridionale che hanno soppiantato o sradicato gli originari abitanti dalla pelle scura, così come molte nazioni dell’Africa sub-sahariana discendono dai Bantù invasori che hanno soppiantato o sradicato le popolazioni indigene Koi-San. I giapponesi moderni vivono in Giappone da meno tempo di quanto gli europei vivano in Europa. Tuttavia un consigliere scozzese, Sandy Aitchinson, è stato punito per aver usato il termine “indigeni” in riferimento ai nativi britannici. Perché è considerato ridicolo o malvagio il fatto che noi europei riaffermiamo i nostri diritti? Perché siamo bianchi? A tutti è permesso difendere la propria cultura, eccetto che alle popolazioni di origine europea? È così? Perché il colonialismo è cattivo, salvo nel caso in cui il mio paese, la Norvegia, che non ha mai avuto una storia coloniale, viene colonizzato dalle popolazioni del terzo mondo?

    Negli anni recenti gli europei occidentali hanno accettato più immigrazione in un breve periodo di tempo di quanto ogni altra società abbia mai fatto pacificamente nella storia umana. Se vogliamo darci un taglio, abbiamo tutto il diritto di farlo. Ciò con cui abbiamo a che fare non è “immigrazione” ma colonizzazione, e nel caso dei musulmani siamo in presenza di veri e propri tentativi organizzati a livello internazionale di conquistare i nostri paesi. Se i non europei hanno il diritto di resistere alla colonizzazione, allora ce l’hanno anche gli europei. La Svizzera, la Svezia, la Finlandia e la Norvegia non hanno mai avuto una storia coloniale. I tedeschi hanno avuto solo una colonia in Namibia. Perché dovrebbero accettare milioni di musulmani turchi, che hanno a loro attivo migliaia di anni di brutale storia coloniale? Oggi non ci sono inglesi che vivono in Pakistan, perché allora i britannici dovrebbero permettere a un numero enorme di pachistani di stabilirsi nel Regno Unito? E se l’Algeria aveva il diritto di chiedere l’indipendenza dalla Francia, perché i francesi non hanno il diritto di chiedere l’indipendenza dagli algerini?

    A me piace la diversità culturale, e per questo non voglio che scompaia la mia cultura e quella delle altre nazioni d’Europa. Ho l’impressione però che il multiculturalismo non sia altro che un’ideologia dell’odio, che ha l’obiettivo di smantellare unilateralmente la cultura europea e i popoli che l’hanno creata. Se i popoli del Camerun e della Cambogia hanno il sacrosanto diritto di conservare la loro cultura, perché non possono farlo i popoli che hanno prodotto Beethoven, Newton, Copernico, Michelangelo e Pasteur? Come sottolinea il rabbino Aryeh Spero, le elite europee “affermano la superiorità delle culture e delle religioni indigene quando parlano di regioni lontane, ma ritengono sia un atto d’arroganza dire la stessa cosa a proposito della cultura indigena della propria terra”.

    È vero che un’immigrazione limitata proveniente da culture compatibili con la nostra può essere assorbita, e può essere in certa misura benefica. Noi però non stiamo parlando di culture compatibili, né di immigrazione limitata. La mia nazione corre il serio rischio di essere spazzata via demograficamente entro la fine del secolo, così come tutti i paesi nordici. Facciamo parte delle società di maggior successo della storia umana, ma saremo sradicati nello spazio di poche generazioni se continuano gli attuali livelli di immigrazione di massa. Ho il diritto di preoccuparmi di questo, o sono “razzista”?

    Lo scrittore Gore Vidal scrisse una volta: “La Norvegia è abbastanza grande e vuota da ospitare 40 o 50 milioni di bengalesi. Se i norvegesi dicono che, tutto considerato, preferirebbero non prenderseli in casa, questo va considerato razzismo? Penso di no. È semplice auto-preservazione, la prima legge delle specie”. Thomas Jefferson disse che “la legge di auto-conservazione è la più alta legge non scritta”, e aveva ragione.

    Secondo ogni possibile standard noi occidentali apparteniamo a una delle culture di maggior successo del mondo, ma il nostro difetto maggiore, che potrebbe alla fine seppellirci, è probabilmente la nostra ingenuità. Perché mai dovremmo assistere senza battere ciglio alla sottomissione del nostro paese da parte delle culture di minor successo del mondo? L’istinto più radicato di ogni essere vivente, perfino a livello batterico, è l’auto-conservazione. Nel 2008 ti viene riconosciuto il diritto all’auto-conservazione se sei un ameba, ma non se sei uno scandinavo. Forse potremmo salvarci sostenendo che gli scandinavi sono una specie di ameba, e che abbiamo bisogno di una protezione speciale da parte del WWF. Per dimostrare questa tesi potremmo mostrare alcuni dei nostri migliori esemplari di intellettuali e giornalisti di sinistra. Non dovrebbe essere un’impresa troppo difficile.

    Solo perché ho detto di non essere contento di diventare una minoranza perseguitata nel mio paese, sono stato accusato di essere un “nazionalista bianco”: un’accusa che rivela fino a che punto è arrivata la demonizzazione delle persone con antenati europei. Che dire dei coreani e dei giapponesi? Se avessero qualcosa da obiettare al fatto di venire gradualmente soppiantati dai nigeriani o dai pachistani, e fossero molestati nelle loro città da persone che si sono stabilite lì contro la loro volontà, sarebbero denunciati come “nazionalisti gialli”? Perché non esistono i termini “nazionalista giallo”, “nazionalista marrone” o “nazionalista nero”, mentre esiste il termine “nazionalista bianco”?

    Quando ho cominciato a scrivere dei saggi parlavo quasi esclusivamente dell’islam, e continuo in linea di massima a farlo. Mi sono tuttavia accorto gradualmente che prima di poter affrontare l’islam dobbiamo rimuovere un intero regime di censure. Continuerò a sostenere la lotta dei buddisti, degli indù, dei sikh dai baha’i, degli ebrei, dei cristiani africani e dei taoisti cinesi contro la jihad islamica, che è uno scontro globale. L’ho sempre fatto e sempre lo farò. L’unica cosa che non farò è quella di cedere arrendevolmente la mia terra. Non vedo nessun altro popolo che accetti tranquillamente di essere trasformato in minoranza nel paese in cui i propri antenati hanno vissuto dalla fine dell’era glaciale, e non vedo perché dovrei farlo io. Non mi interessa se gli occidentali bianchi hanno “paura di essere chiamati razzisti”. Non lascerò ai miei discendenti un paese in rovina solo per paura di essere chiamato con qualche brutto nome. Se tu pensi che gli europei che vogliono preservare la propria eredità e proteggere i propri figli dalle aggressioni siano “razzisti”, allora non sono io il fanatico. Sei tu.

    Difendere la nostra cultura

    Propongo quindi che gli europei nativi creino un movimento di popoli indigeni europei, a vantaggio delle tradizionali popolazioni maggioritarie della Gran Bretagna, della Germania, della Francia, dell’Italia, della Spagna, della Svezia, dell’Austria, del Belgio, dell’Olanda, della Danimarca e così via, ispirata alla Dichiarazione dei Diritti delle Popolazioni Indigene. Il Movimento dei Popoli Indigeni Europei dovrebbe sostenere il diritto dei popoli indigeni europei a conservare la propria auto-determinazione, le proprie tradizioni, la propria sovranità e la propria cultura in quanto popoli maggioritari sulle proprie terre.

    La lista degli obiettivi dovrebbe comprendere:

    1) Il diritto a rimanere maggioritari nelle nostre terre, e a mantenere il controllo della nostra sovranità e della nostra auto-conservazione. Non vogliamo danneggiare o maltrattare nessun altro popolo della terra, ma affermiamo il diritto a rimanere maggioranza nelle nostre terre senza essere accusati di “razzismo”. Respingiamo le tendenze attuali secondo cui non avremmo nessun diritto di opporci, controllare o ridurre l’immigrazione illimitata proveniente da culture non indigene.

    2) Il diritto di insegnare ai nostri figli le nostre culture, lingue, interpretazioni storiche, celebrazioni e tradizioni, senza impedimenti. Rifiutiamo le tendenze educative che incoraggiano i nostri figli a dimenticare o a disprezzare le loro culture, tradizioni, pratiche religiose e la loro storia, per non offendere i cittadini o i residenti di origine non europea.

    3) Il diritto a mantenere, amare e praticare le nostre festività e celebrazioni religiose. Rifiutiamo le attuali tendenze ideologiche, secondo cui le tradizionali celebrazioni religiose o culturali indigene europee come il Natale sarebbero in qualche modo “razziste” o “non inclusive”, e dovrebbero perciò essere “abbassate di grado”, “rinominate” o altrimenti retrocesse o eliminate per non offendere i cittadini o i residenti di origine non europea. Respingiamo le politiche correnti basate sull’idea che le nostre culture indigene siano manchevoli e incomplete se non “arricchite” da altre culture non indigene.

    4) Il diritto a mantenere, amare ed esporre i nostri simboli religiosi, nazionali, etnici e culturali. Respingiamo le politiche correnti basate sull’idea che le nostre bandiere nazionali o i nostri simboli etnici siano “razzisti” o “non inclusivi”, perché offendono i cittadini o i residenti di origine non europea.

    5) Il diritto a mantenere, amare, proteggere ed esporre le nostre espressioni culturali indigene come la musica, le opere d’arte e i monumenti. Respingiamo le tendenze e le politiche correnti, quando affermano che le espressioni culturali indigene come le statue di cinghiali, i racconti folcloristici con maiali o cani, i dipinti con temi cristiani o della classicità pagana, i memoriali di guerra con un tema cristiano, ecc. dovrebbero essere rimosse dalla vista pubblica, bandite, distrutte, modificate o minacciate, per evitare di offendere i cittadini o i residenti di origine non europea.

    6) Il diritto a mantenere, amare, proteggere i nostri cimiteri, edifici, chiese, musei e altre opere pubbliche dalla distruzione, modificazione o altri cambiamenti. Respingiamo le tendenze e le politiche correnti, quando stabiliscono che le opere pubbliche e le strutture indigene devono essere cambiate o modificate per evitare di offendere i cittadini o i residenti di origine non europea, o che devono “fare posto” a opere che beneficiano i cittadini o i residenti di origine non europea (ad esempio quando si dissotterrano delle tombe vecchie di secoli per “fare spazio” ai cimiteri non indigeni, o quando si rimuovono i simboli cristiani o le statue dalle chiese, e così via).

    Il tradimento dell’Unione Europea

    Franco Frattini della Commissione Europea, il governo non eletto e irresponsabile di quasi mezzo miliardo di persone, ha dichiarato che gli europei dovrebbero accettare altre decine di milioni di immigrati entro una generazione. Il ministro degli esteri britannico Milliband ha dichiarato alla fine del 2007 che l’Unione Europea dovrebbe espandersi per includere le nazioni musulmane del Nord Africa e del Medio Oriente. Il presidente francese Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno confermato questo progetto all’inizio del 2008. Tutto questo fa parte di un tentativo organizzato di far capitolare l’Europa all’islamizzazione in corso da decenni. Poiché l’Unione Europea prevede la libertà di movimento tra i confini, i leader europei stanno aprendo le porte all’alluvione di decine di milioni di musulmani e di altre popolazioni non indigene, in un’epoca in cui i nativi europei temono per la sopravvivenza della propria civiltà e si sentono stranieri nelle proprie città. Nel frattempo Ernst Uhrlau, capo dei servizi segreti tedeschi, avverte che nel Nord Africa le organizzazioni dedite al jihad violento si fanno sempre più minacciose.

    Tutto questo prova che l’Unione Europea è sostanzialmente un’organizzazione criminale dedita all’espropriazione demografica e alla marginalizzazione culturale delle popolazioni indigene del vecchio continente. Di conseguenza, andrebbe immediatamente e totalmente sciolta. I nativi europei dovrebbero chiedere un periodo provvisorio di de-eurabificazione, per rimuovere dai libri di storia le menzogne propagandate dai multiculturalisti filo-islamici, e per restaurare il giusto rispetto vero le tradizioni culturali europee. I funzionari e i dirigenti che hanno partecipato alla creazione dell’Eurabia dovrebbero essere processati per crimini contro la civiltà.

    (Traduzione di Guglielmo Piombini)

    Libreria del Ponte


    carlomartello

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    Predefinito Riferimento: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    La Guerra contro gli Svedesi

    di Fjordman


    L'anno scorso ho scritto un'articolo riguardo a come la società Svedese si stia disintegrando e corresse il rischio di collassare, almeno in alcune regioni. Il paese che ci ha dato Bergman, ABBA e la Volvo potrebbe presto diventare la Bosnia d'Europa. Il "modello Svedese" non sarebbe più celebre come stato stabile, pacifico e con un'economia avanzata, ma come una storia dell'orrore d'Eurabia piena di utopistico Multiculturalismo, cattiva gestione Socialista e immigrazione senza confini. C'è chi mi ha detto che stavo esagerando, e che il parlare di una futura possibilità di guerra civile in Svezia fosse pura paranoia. Lo era?

    In un recente sondaggio sociologico (pdf in Svedese, con una breve introduzione in Inglese) intitolato "Vi krigar mot svenskana" ("Stiamo conducendo una guerra contro gli Svedesi"), giovani immigrati nella agitata città di Malmà sono stati intervistati riguardo al perché si dedicano al crimine. Anche se lo studio non lo rivela, la maggior parte degli immigrati in esame sono Musulmani. In uno dei rari casi in cui i media Svedesi hanno detto la verità, il giornale Aftonbladet ha riportato alcuni anni fa che 9 su 10 dei più criminali gruppi etnici in Svezia vengono da paesi Musulmani. Tenetelo a mente durante la lettura di questo articolo:

    Gli immigrati stanno "muovendo guerra" contro gli Svedesi attraverso il furto


    • L'ondata di furti che la città di Malmà ha visto nell'ultimo anno fa parte di una "guerra contro gli Svedesi." Questa è la spiegazione data da giovani borseggiatori con background di immigrazione sul perché tendano a derubare nativi Svedesi, in un intervista con Petra àkesson per la sua tesi in Sociologia. "Ho letto un rapporto su giovani ladri in Stoccolma e Malmà e volevo capire perché derubavano gli altri giovani. Normalmente questa attività non frutta molto denaro," ha detto. Ha intervistato ragazzi dai 15 ai 17 anni, sia singolarmente che in gruppo.

      Quasi il 90% di tutti i furti che sono stati riportati alla polizia sono stati commessi da bande, non da individui. "Quando siamo in città e rubiamo, facciamo una guerra, una guerra contro gli Svedesi." Questo movente è stato ripetuto diverse volte. "Il potere per me significa che uno Svedese mi deve guardare in faccia, gettarsi a terra e baciarmi i piedi." I ragazzi spiegano, ridendo, che "Provi un senso di eccitazione quando stai rubando, ti senti soddisfatto e felice, senti che stai avendo successo; ti senti semplicemente bene." "E' cosi facile derubare gli Svedesi, così facile." "Rubiamo ogni singolo giorno, quanto ci pare, quando ci pare." Notate quanto i giovani immigrati vedano gli Svedesi come stupidi e codardi: "Gli Svedesi non fanno niente, semplicemente ci danno le loro cose. Sono così impauriti." I giovani ladri non pianificano i loro crimini: "No, semplicemente vediamo qualche Svedese che sembra ricco o che ha un bel cellulare e lo derubiamo."

      Perché odiano così tanto gli Svedesi? "Beh, sono loro che ci odiano" è la loro risposta, secondno Petra àkesson. "Quando uno Svedese va a fare shopping, la cassiera gli da il resto in mano, lo guarda negli occhi e sorride. Quando noi andiamo a comprare, la stessa cassiera mette i soldi sul bancone e guarda da un'altra parte." àkesson, che è una ragazza adottata dello Sri Lanka e quindi non ha l'aspetto di una nativa Svedese, ha detto che non è stato difficile convincere i ragazzi a parlare dei loro crimini. Piuttosto avevano piacere a vantarsi su chi avesse commesso più furti. Malin àkerstràm, docente di Sociologia, riesce a vedere una sola soluzione al problema: "Lavoro per tutti. Se questo causa una deregolazione del mercato del lavoro nel creare più lavori, dovremmo comunque farlo."


    E' interessante notare come questi immigrati Musulmani affermano piuttosto naturalmente di essere coinvolti in una "guerra", e vedono la partecipazione al crimine e nel colpire la popolazione locale in quest'ottica. Questo è perfettamente in linea con le affermazioni che ho fatto in passato. Il numero di casi di stupro in Svezia è quadruplicato in appena venti anni. Gli stupri che coinvolgono bambini sotto i 15 anni sono sei volte più comuni oggi rispetto a com'erano soltanto una generazione fa. Anche la maggior parte degli altri crimini violenti è aumentata rapidamente. L'instabilità di sta espandendo alle aree urbane e suburbane. I residenti stranieri dall'Algeria, dalla Libia, dal Marocco e dalla Tunisia dominano i gruppi dei sospetti di stupro. L'avvocato Ann Christine Hjelm ha scoperto che l'85 percento dei criminali imprigionati per stupro sono nati su suolo straniero o da genitori stranieri. E non stiamo parlando solo della Svezia. Il numero di stupri commessi da Musulmani immigrati nelle nazioni Occidentali è così alto che è difficile vedere questi stupri solo come atti sporadici di individui. Assomigliano ad atti di guerra. Questo succede oggi nella maggior parte dei paesi Europei Occidentali, così come in altri paesi infedeli come l'India. Le prigioni Europee si stanno riempiendo di Musulmani imprigionati per furti ed altri crimini violenti, e altrove altri Musulmani si fanno esplodere assieme a civili Europei. Si nota come i principali media cerchino senza successo di capire il motivo per cui stia accadendo tutto questo. Questo perché non riescono a vedere, o non vogliono vedere, l'ovvietà: questo è esattamente quello che un'armata di invasori farebbe. Stuprare, saccheggiare e bombardare. Se molti degli immigrati Musulmani vedono se stessi come conquistatori coinvolti in una guerra, tutto quello che sta succedendo ha perfettamente senso.

    Malmà, in Svezia, la prima città Scandinava che entro uno o due decenni sarà a maggioranza Musulmana, ha un numero di furti pro-capite 9 volte superiori a Copenaghen, in Danimarca. Ciononostante la priorità numero uno della classe politica in Svezia durante la campagna elettorale di quest'anno sembra essere quella di demonizzare la vicina Danimarca per "xenofobia" e un "brutale" dibattito sull'immigrazione Islamica. Durante le recenti rivolte jihadiste in Francia, il Primo Ministro Gàran Persson del Partito SocialDemocratico ha criticato il modo in cui il Governo Francese ha gestito la situazione di animosità nel paese. "Sembra un approccio molto duro e volto allo scontro". Persson ha anche rifiutato l'idea di una quantità maggiore di polizia locale come un "primo passo" da compiere in Svezia. "Non credo che questa sia la strada che sceglieremmo in Svezia. Cominciare a mandare segnali sul rafforzamento della polizia significherebbe rompere con la linea politica che abbiamo deciso di seguire," ha detto. Nel frattempo, dopo che le autorità hanno ampiamente abbandonato la terza città più grande del paese all'anarchia strisciante, vi è un aperto discutere tra i nativi Svedesi rimasti a Malmà sul formare gruppi di vigilantes, armati di mazze da baseball e di preoccupazione per la sicurezza dei loro bambini. Come ho proposto in un altro testo: se Arnold Schwarzenegger non riuscirà a farsi rieleggere come Governatore della California potrebbe considerare di girare un sequel a "Conan il Barbaro." Potrebbe girarlo a Malmà. Avrebbe le comparse gratis.

    Cosa dite? Vi chiedete cosa sia successo al famoso stato-balia Svedese? Non è forse vero che gli Svedesi pagano le tasse più alte del mondo? Si, lo fanno. Ma decine di miliardi di kroner, alcuni dicono diverse centinaia, stanno venendo spesi ogni anno per aiutare comunità di immigrati Musulmani in rapida crescita. La Svezia è diventata l'ufficio di welfare del mondo intero, perché le elite politiche hanno deciso che una massiccia immigrazione Musulmana è "buona per l'economia." Molto presto, la Svezia potrebbe vedere il proprio esercito ridotto ad appena 5000 uomini. Sono cinque migliaia di truppe per difendere una nazione che geograficamente occupa più di tre volte le dimensioni dell'Inghilterra. E potrebbe volerci fino a un anno per metterli tutti insieme, ammesso che non siano in giro per il mondo in missioni di pace. Il fatto che la Svezia possa aver bisogno a breve termine di qualche piccola spedizione di pace in casa propria sembra sfuggire a questa gente. Nel 2006, l'osannato stato di welfare Svedese è diventato il più grande schema piramidale del mondo, una Enron di dimensioni nazionali.

    Nonostante la Svezia sia un caso estremo, storie simili si potrebbero raccontare in buona parte dell'Europa Occidentale. Come afferma Mark Steyn, le varie Jihad per le strade di Parigi assomigliano alle prime schermaglie di una incombente guerra civile Eurabica, causata da una massiccia immigrazione Musulmana e stupidità Multiculturale. La legge e l'ordine stanno disgregandosi lentamente nelle città maggiori e minori del continente Europeo, e le strade sono governate da aggressive bande di giovinastri Musulmani. Contemporaneamente, gli Europei pagano tasse tra i livelli più alti del mondo. Dovremmo ricordare alle nostre autorità che il compito più importante dello Stato - qualcuno addirittura afferma che dovrebbe essere l'unico compito dello Stato - è quello di far rispettare la legge in cambio delle tasse. Dal momento che sta diventando piuttosto ovvio che questo non è più il caso dell'Eurabia, dobbiamo chiedersci se queste tasse siano ancora legittime, o se sono semplicemente una sorta di Jizya cammuffata in forma di welfare pagata ai Musulmani e alla nostra nuova aristocrazia Eurocratica. Anche se non siamo esattamente il Party del Tè di Boston, è forse arrivato il momento per una rivolta delle tasse pan-Europea: non pagheremo le tasse fino a quando le nostre autorità non faranno rispettare la legge e l'ordine e chiuderanno le frontiere all'immigrazione Musulmana.

    Sta diventando una questione urgente. Quando un numero sufficiente di persone sentono che il sistema non funziona più, l'intero tessuto della società democratica può sfilacciarsi. Cosa succede quando il sistema di welfare statale collassa, e non ci sono più soldi per "oliare" la tensione montante tra gli immigrati e i nativi Europei? E cosa succede quando le persone scoprono che i loro stessi leader, attraverso la rete dell'Unione Europea e il Dialogo Euro-Arabo descritto da Bat Ye'or nel suo libro "Eurabia", hanno per primi incoraggiato i Musulmani a stabilirsi da noi? Oltre a questo ci sarà una massiccia disoccupazione, e decine di migliaia di persone saranno adirate, arrabbiate ed umiliate, tradite dal sistema, dalla società e dai loro stessi leader democratici. Questa è una situazione simile a quella della Grande Depressione che ha portato all'ascesa dei Nazisti nel 1930. Ci stiamo forse dirigendo ancora una volta in questa direzione, con la paura, la crescita del fascismo e dell'omicidio politico? La differenza è che la "minaccia Ebrea" nel 1930 era interamente fittizia, mentre la "minaccia Islamica" oggi è terribilmente reale. Ciononostante, il trauma causato dagli eventi di 70 anni fa sta annebbiando il nostro giudizio di oggi, dal momento che qualsiasi discorso riguardo alla minaccia causata dall'immigrazione Musulmana o riguardo al preservare la nostra cultura è congedata come "la retorica usata contro gli Ebrei dai Nazisti." Agli Europei è stato insegnato a spaventarsi così tanto della propria ombra al punto di non essere in grado di vedere che le tenebre possono anche venire dall'esterno. Forse l'Europa brucierà ancora, in parte come eccesso di reazione agli orrori di Auschwitz.


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    Predefinito Riferimento: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    Una programmata Epidemia di Stupri si verifica in Svezia e Norvegia

    Articolo n. 2 di FrontPageMagazine, Fjordman, del 15 dicembre 2005

    FrontPage magazine


    Il Giornalista scrive che un nuovo Studio da parte del Crime Prevention Council di Svezia dimostra che gli Stupri commessi da persone di Origine straniera sono il quadruplo rispetto a quelli commessi da svedesi. Immigrati da Algeria, Libia, Marocco e Tunisia dominano queste Cifre. Anche in Norvegia e Danimarca la Cifra degli islamici è preponderante. Nel 2001 i Casi di questo tipo erano 2 su 3, e a Copenhagen addirittura 3 su 4. In queste Statistiche non vengono tenuti in considerazione i Discendenti degli Immigrati.
    L’Avvocatessa Ann Christin Hjelm ha evidenziato che l’85% dei Casi di Stupro sono stati commessi da Immigrati o dai loro Discendenti, e che essi sono stati perpetrati a danno delle svedesi. La Cifra degli Immigrati islamici che hanno commesso gli Stupri è così alta che Fjordman fa veramente fatica a potere considerare questi Casi come Casi individuali.
    È veramente come un Tipo di Guerra, in cui i Dominatori islamici considerano Ragazze e Donne come Bottino di Guerra, che sta lì a loro Disposizione.
    Ci si può immaginare che, nel XXI. secolo, un Gruppo di Adolescenti abbia progettato un Tipo di Cintura di Castità che permetta loro di presentarsi in Pubblico senza Problemi? Le Ragazze intendono così persuadere eventuali Aggressori a lasciarle stare. Dicono di voler produrre la Cintura in larga scala e non per fare soldi ma per evitare ad altre Ragazze di passare attraverso l’orribile Esperienza dello Stupro.
    Il Problema degli Stupri commessi da uomini islamici dovrebbe essere trattato con l’Urgenza richiesta e che merita, dice Sharon Lapkin. Ma invece i Politici, gli Accademici e i Media ignorano il Problema: in Australia, il Giornalista Paul Sheehan è stato accusato di Razzismo e Istigazione all’Odio razziale perché ha riportato degli Stupri di Gruppo e dell’alta Criminalità a Sydney, perpetrati da persone che vengono dai Quartieri islamici libanesi.
    Il suo Collega David Marr ha definito il suo Articolo danneggiante.
    Il Vice-presidente dell’Associazione islamico-libanese ha definito l’Articolo ‘piuttosto scorretto’, per il Fatto che ha reso pubblica l’Origine etnica degli Stupratori.
    Nel 2004 la BBC ha mandato in onda un Documentario sugli Abusi sessuali a danno di Ragazze bianche inglesi, per opera di pakistani ed altri uomini islamici – anche se la Polizia aveva avvertito l’Emittente del Rischio di Ritorsioni da parte di Gruppi etnici.
    L’Emittente ha mandato in onda il Documentario dicendo di essere consapevole della sua Responsabilità.
    Un altro Sguardo poco rassicurante sul Futuro ci viene da Unni Wikan, una Professoressa di Antropologia dell’Università di Oslo.
    Avverte le sue Compagne di Genere che gli uomini islamici trovano il loro Modo di vestirsi provocante.
    E finché gli uomini credono che le Donne stuprate sono esse stesse responsabili di ciò, esse dovranno fare i Conti con gli Effetti di questa Società multiculturale.
    Casi di questo Genere di Stupro si accumulano anche in Austria. Soprattutto a Vienna, quando avviene uno Stupro si sa già dell’alta Probabilità che lo Stupratore sia una persona con Base di Fede maomettana.

    Nei paesi scandinavi BOOM stupri da arabo-islamici
    Nei paesi scandinavi è crollata la censura, che ancora tiene in Italia... l'integrazione in moltissimi casi non funziona: il rapporto tra immigrazioni da paesi musulmani e stupri è diretto. La maggioranza degli stupri nei civili paesi nordici ha una matrice arabo-islamica

    A chi giova la censura mediatica? E' forse giusto mandare al macello giovani ragazze e donne inconsapevoli della reale pericolosità sociale di individui provenienti da sottoculture misogine?

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    carlomartello

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    Predefinito Riferimento: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    GRAN BRETAGNA: UNA NAZIONE CONDANNATA MORTE
    The Brussels Journal, 5 giugno 2008
    di Fjordman


    Io difendo tutti i paesi occidentali e infedeli minacciati dalla jihad islamica, ma ammetto di sentirmi particolarmente vicino alla Gran Bretagna, non solo per i suoi prolungati legami culturali e storici con la mia terra, la Scandinavia, ma anche perché apprezzo i tanti beni che sono germogliati dalla cultura britannica. Mi rende molto triste vedere quanto sia umiliata oggi questa straordinaria nazione, e quanti inglesi si sentano costretti ad abbandonare quello che un tempo era il loro paese (ben due milioni sono emigrati all’estero dal 1997 al 2006).

    Nel maggio 2008 il diciottenne Ben Smith è stato fermato per un controllo di routine. Il funzionario di polizia gli ha contestato la presenza della bandiera nazionale sul bauletto della moto, e gli ha ordinato di rimuoverla perché era “razzista verso gli immigrati”. Una delle prime cose che una potenza straniera fa quando invade un paese è di mettere al bando i simboli nazionali. Il fatto che non si possa più esporre la bandiera nazionale in certe parti del Regno Unito (così come dell’Olanda, della Svezia o della Francia) dimostra che il paese è di fatto sotto occupazione, non tanto dei musulmani quanto dei multiculturalisti e dei mondialisti di ogni sorta.

    La pianificazione dell'Eurabia

    Il ministro degli esteri britannico Milliband affermò alla fine del 2007 che l’Unione Europea dovrebbe espandersi per includere le nazioni musulmane del Nord Africa e del Medio Oriente. Il presidente francese Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno confermato la medesima intenzione all’inizio del 2008. Poiché l’Unione Europea prevede la libera circolazione delle persone attraverso i confini, i leader europei stanno quindi aprendo le porte all’alluvione di decine di milioni di musulmani, mentre i nativi europei si sentono già stranieri nelle proprie città. È il più grande tradimento della storia della civiltà occidentale, per di più pianificato da molti anni, come sanno bene coloro che hanno letto gli scritti sull’Eurabia di Bat Ye’or.

    Credo che gli europei autoctoni dovrebbero seriamente prendere in considerazione la creazione di un movimento dei popoli indigeni europei per proteggere i propri interessi. Oggi le nostre autorità ricompensano coloro che usano la violenza e puniscono coloro che non la usano. I nativi europei sono ignorati se protestano pacificamente contro l’immigrazione di massa o l’espansione del superstato pan-europeo. I musulmani ottengono continue concessioni, mentre noi siamo trattati con crescente ostilità da quelli che dovrebbero essere i nostri leader.

    In Giordania, un paese che prende parte del processo di “cooperazione Euro-Mediterranea” di Barcellona e che quindi potrebbe diventare un futuro membro dell’Unione Europea, i musulmani hanno recentemente fatto causa contro i vignettisti danesi che hanno disegnato Maometto per “blasfemia” contro l’islam, un “crimine” che potenzialmente può portare alla pena di morte secondo la legge della sharia. Fra non molti anni potremo trovarci in una situazione in cui i cittadini di un paese europeo, mettiamo la Danimarca, potranno essere arrestati dalle proprie autorità e consegnati a un paese arabo partner dell’Unione Europea, perché sia processato per “crimine contro l’islam”. Se questo vi sembra impensabile, sappiate che di recente un disegnatore olandese è stato arrestato da una dozzina di agenti di polizia per il crimine di aver pubblicato delle vignette considerate insultanti per gli immigrati islamici.

    Il primo ministro Tony Blair espresse “profondo sollievo” per la fine della crisi degli ostaggi del 2007, quando i soldati britannici furono rapiti dall’Iran, e disse ai mullah che “non porteremo rancore nei vostri confronti”. Blair sarà ricordato come uno dei peggiori leader della storia inglese. Perfino Chamberlain non spalancò le porte del suo paese ai nemici, e non li presentò mai in maniera positiva. L’immigrazione di massa era già iniziata qualche decennio prima, ma ha avuto un aumento spettacolare sotto il regime di Tony Blair e di Gordon Brown. Il picco è stato così intenso che viene la tentazione di chiedersi se le autorità non abbiano il deliberato proposito di smantellare la loro nazione.

    Una guerra del governo contro il proprio popolo

    Secondo il commentatore giornalistico Leo McKinstry, gli inglesi sono stati ridotti a cittadini di seconda classe nel proprio paese: “L’Inghilterra si trova nel mezzo di un esperimento sociale estremamente preoccupante. Per la prima volta nella storia di una democrazia matura, il governo sta conducendo una campagna di aggressiva discriminazione nei confronti della propria popolazione autoctona”.

    Vicende simile stanno accadendo in tutto il mondo occidentale, non solo nel Regno Unito, ma quest’ultimo è certamente un caso di scuola. Ho discusso con diverse persone su qual’è il paese che ha più probabilità di precipitare nella prima guerra civile eurabica provocata dall’immigrazione di massa. Ci sono molti possibili candidati, ma personalmente sono pronto a scommettere i miei soldi sulla Gran Bretagna, perché la rabbia dei suoi comuni cittadini è rivaleggiata ormai solo dalle brutali tattiche di repressione del governo.

    In un saggio pubblicato nell’aprile 2008, un medico britannico su tre ha affermato che ai pazienti anziani non dovrebbero essere concesse cure gratuite, se è improbabile che possano vivere a lungo. Nello stesso tempo agli uomini musulmani poligami è stato dato il via libera per la richiesta di extra-benefici assistenziali. Il “welfare state” oggi significa questo: che gli autoctoni devono lasciar crepare i propri nonni perché tanto morirebbero lo stesso, dato che il denaro risparmiato serve a pagare i musulmani con numerose mogli e figli, in modo che si sentano a loro agio mentre colonizzano il paese.

    Nell’aprile 2008 David T. e il suo bambino rimasero senza parole quando vennero respinti all’entrata della piscina di un popolare centro sportivo pubblico situato nella parte est di Londra, perché in quel periodo l’accesso era riservato solo agli uomini musulmani. Inoltre nella stessa area di Londra numerosi preti cristiani sono stati attaccati fisicamente dai musulmani, e un vescovo anglicano si è detto preoccupato per la nascita di “no-go areas” in alcune parti del paese in cui i cristiani non possono più entrare. All’inizio di giugno un poliziotto musulmano ha ordinato a due predicatori evangelici di smettere di diffondere opuscoli religiosi e vangeli in un’area di Birmingham a prevalenza musulmana. Sono stati minacciati di arresto per il crimine di incitazione all’odio, e gli è stato detto che rischiavano di essere malmenati se si fossero rifatti vedere. Nel marzo 2008 due terroristi islamici sono stati accontentati nella richiesta di cambiare prigione, perché gli altri carcerati nella loro cella erano “troppo bianchi”. Il primo, Dhiren Barot, aveva progettato di far esplodere una bomba radioattiva sistemata all’interno di una limousine; il secondo, Omar Khyam, aveva partecipato a un complotto per far esplodere il centro commerciale di Bluewater nel Kent.

    Come reagiscono gli inglesi a tutto questo? Beh, alcuni si arrabbiano come dovrebbero. Il quarantanovenne Bryan Cork si è fatto sei mesi di galera a seguito di una condanna per “offese razziste”. Cork aveva urlato insulti ai musulmani in preghiera all’esterno della moschea di Cumbria, tra cui “sono orgoglioso di essere inglese” e “tornatevene da dove siete venuti”. Questo fatto era avvenuto dopo l’attentato jihadista di Londra del 2005. Il giudice Paul Batty gli ha detto che nessuna forma di razzismo può essere tollerata. Di questi tempi si sente molto parlare di “suicidio nazionale”, ma a quanto pare il signor Cork non aveva alcun desiderio di parteciparvi, e per aver rifiutato di accettare la distruzione organizzata della propria nazione è stato messo in carcere dall’autorità. Quello a cui stiamo assistendo in realtà non è un suicidio; è la condanna a morte organizzata di un’intera nazione, forse di un’intera civiltà, la più grande mai creata dall’uomo.

    Perfino i bambini subiscono queste forme d’intimidazione. Codie Stott, una scolara adolescente, è stata costretta a passare alcune ore in una cella di polizia dopo essere stata accusata dalla sua insegnate di “razzismo”. La sua colpa? Aveva obiettato in termini cortesi il fatto di essere stata inserita in un gruppo di immigrati del sud-est asiatico che parlavano tra loro in una lingua che non capiva. Per questo è stata condotta alla locale stazione di polizia, dove gli sono state prese le foto segnaletiche e le impronte digitali. In un altro episodio la diciottenne Jamie, che ha l’età mentale di cinque anni perché affetta dalla sindrome di Down, è stata incriminata per “razzismo” dopo una sua discussione con un immigrato. Nel frattempo la Gran Bretagna è messa in ginocchio per da un’esplosione di crimini violenti, mentre il numero delle donne inglesi stuprate dagli immigrati ha raggiunto vette spettacolari, come in tutta l’Europa occidentale.

    A volte mi chiedo perché la gente accetti tutto questo. Forse si sono convinti che il loro voto non conti, e si sono rassegnati in uno stato di tranquilla apatia. Poiché molti dipendono dal sostegno statale, ed essere accusati di “bigottismo” può far perdere il sussidio, la gente ritiene di aver troppo da perdere ad opporsi apertamente a queste politiche. Questo sottile ricatto può sopprimere il dissenso in maniera molto efficace, ma le cose potrebbero cambiare rapidamente in caso di grave crisi economica. Un altro elemento cruciale è la confusione. La gente viene deliberatamente mantenuta all’oscuro dai media e dalle autorità sulle esatte dimensioni del fenomeno. Se a ciò si aggiunge la combinazione di violenza musulmana e di intimidazione degli intellettuali, il risultato è un clima di paura e confusione. La gente impaurita e confusa può essere facilmente controllata.

    La morte di una civiltà

    Ho riletto di recente i libri di un biologo evoluzionista americano, Jared Diamond, in particolare Armi, acciaio e malattie. Questo studio presenta alcuni punti interessanti, ma fallisce completamente nello spiegare come il Medio Oriente, da centro globale di civilizzazione che era nell’antichità, sia diventato un centro globale di anti-civilizzazione: non certo a causa di qualche epidemia o perché le zebre sono più difficili da addomesticare dei bufali, come spiega Diamond. La causa è l’islam. Diamond, con la sua enfasi sul materialismo storico, non riesce a spiegare l’ascesa dell’Occidente e specialmente perché l’inglese, e non l’arabo, il cinese o il maya, sia diventata la lingua franca globale. Cos’hanno di così speciale quelle isole piovose e nebbiose?

    Lo scrittore australiano Keith Windschuttle disse a un pubblico neozelandese: “I concetti di libertà di ricerca e di espressione, e il diritto di criticare anche le credenze più radicate, sono cose che diamo così per scontate, che sono quasi diventate parte dell’aria che respiriamo. Dobbiamo invece riconoscerle come fenomeni distintamente occidentali”. Avvertì quindi che la sopravvivenza di queste grandi realizzazioni oggi dipende interamente “dal fatto di avere o meno l’intelligenza di capire il loro vero valore, e la volontà di sconfiggere i loro nemici”.

    Nessuna altra civiltà della terra ha mai creato un sistema equivalente a quello delle università europee. Una delle più importanti ragioni del perché l’Europa abbia sorpassato la Cina all’inizio dell’età moderna è che godeva di maggior libertà politica e di espressione. Il motivo per cui l’inglese sia diventato la lingua dominante è che la Gran Bretagna è le sue ramificazioni godevano di maggior libertà politica anche secondo gli standard occidentali, e quindi di un corrispondente maggior dinamismo economico.

    Probabilmente nessun impero della storia è stato più benevolo di quello britannico, tuttavia un rapporto ministeriale del febbraio 2008 raccomanda di evitare ogni forma di patriottismo nelle lezioni scolastiche perché la storia inglese è “moralmente ambigua”. Devo supporre che la storia islamica, con i suoi quasi 1400 anni di brutale guerra jihadista in numerosi continenti, non lo sia?

    Sono sicuro che agli inglesi venga detto che la continua immigrazione di massa sia il risultato della loro “storia coloniale”. Io vivo in un paese, la Norvegia, senza storia coloniale, e tuttavia subiamo la stessa alluvione immigratoria. Ci dicono anche che dovremmo permettere ai pachistani e ai nigeriani di celebrare con le loro bandiere nazionali il nostro Giorno della Costituzione, perché “fa bene all’integrazione”. Tutto questo non c’entra niente con il colonialismo. Con cosa ha a che fare, allora? Sto cominciando a chiedermi se invece non abbia qualcosa a che fare con l’amore degli occidentali per la libertà d’espressione e la libertà politica. Coloro che desiderano un mondo in cui la società è irreggimentata e tutti fanno quello ordinano le autorità teme questa preferenza occidentale per l’autodeterminazione.

    Per proteggere la nostra libertà, difendiamo la cultura dalla quale è germogliata

    Se guardiamo agli ultimi millenni di storia dell’Occidente, abbiamo in genere goduto di un inusuale alto grado di libertà e di frammentazione del potere. Questa situazione si è verificata maggiormente in certi paesi e in certi periodi che in altri, ma lo schema complessivo rimane vero. Tuttavia, sebbene questo sistema abbia avvantaggiato la nostra civiltà nel suo complesso, parte delle nostre elite sembrano invidiare i tratti più autoritari delle altre culture. Costoro vorrebbero trasformare l’Occidente in una civiltà più “normale”, ossia più corrotta e meno libera, facendo leva sulle forze della mondializzazione. Stiamo assistendo a un nepotismo crescente, e forse coloro che stanno al comando desiderano proprio questo.

    Le elite politiche non credono più a cose “stupide” come i confini, le culture e la sovranità nazionale. L’islam ha sconvolto la loro visione del mondo, e così lo ignorano e procedono come niente fosse con il loro progetto di mondializzazione politica. La sinistra più radicale parteggia attivamente con l’islam a causa del suo odio per l’Occidente, e perché il concetto di umma globale coincide con la loro visione mondialista. Sì, lo so che Socrate affermò di non essere ateniese o greco, ma cittadino del mondo, ma non credo che intendesse le sue parole alla lettera, come fanno oggi le elite occidentali. Socrate non si ritrovò con un intero villaggio musulmano trapiantato sotto casa sua nell’arco di una singola generazione, e non assisteva nel proprio paese agli stupri delle figlie o delle donne della sua famiglia commessi quotidianamente dai musulmani.

    Le nostre libertà tradizionali sono il risultato di una specifica cultura, sviluppata in secoli di dure lotte. Forse le altre culture devono passare attraverso lotte simili per raggiungere gli stessi risultati, e forse alcune non ce la faranno mai. Dovremmo difendere le nostre libertà a casa nostra prima di cercare di esportarle altrove, e per proteggerle dobbiamo preservare la cultura di derivazione europea che le ha create.

    I nostri nemici, esterni ed interni, vogliono distruggere il mondo occidentale perché rappresenta la libertà, e in particolare vogliono distruggere la Gran Bretagna perché tra tutti i paesi di tradizione occidentale ha dato origine alla cultura più favorevole alla libertà. Spero che i britannici riescano a ritrovare la loro forza e a sbarazzarsi della loro classe traditrice, ma devono fare in fretta. Non possiamo permettere che la più grande nazione della storia venga distrutta dalle più barbariche culture del pianeta. Gli inglesi, così come gli olandesi, i tedeschi, gli italiani, gli spagnoli e i danesi hanno ogni diritto di desiderare la propria autodeterminazione e autoconservazione, e di limitare o perfino bloccare completamente l’immigrazione se ritengono di essere in grado di farlo. Coloro che dicono il contrario vanno considerati come dei nemici. Il mondo occidentale è sotto l’attacco della jihad islamica globale, e in questa situazione il continuo sostegno all’immigrazione islamica di massa dovrebbe essere considerato alto tradimento, e come tale punito.

    (The Brussels Journal, 5 giugno 2008; traduzione di Guglielmo Piombini)

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    Predefinito Riferimento: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    LA FRANCIA: UNA NAZIONE FERITA
    The Brussels Journal, 9 agosto 2008
    di Fjordman

    Nel 2006, prima di diventare presidente della Francia, Sarkozy pronunciò queste parole: «La sicurezza è responsabilità dello Stato. Io sono contro le milizie, sono contro il possesso privato delle armi da fuoco, e vorrei farvi riflettere su questo punto. Uno scassinatore armato è capace di usare l’arma meglio di voi. Se l’affrontate mettete quindi a rischio la vostra vita. Se il criminale non è armato e voi lo siete, e gli sparate, la vostra vita sarà rovinata, perché uccidere qualcuno per un furto non è in linea con i valori repubblicani in cui credo anch’io. Il possesso privato delle armi da fuoco è pericoloso. Capisco la vostra esasperazione dopo essere stati svaligiati due volte, capisco la paura che possono aver avuto le vostre mogli e le vostre figlie, ma la risposta è l’efficienza della polizia e del processo giudiziario, non tenere delle armi in casa».

    Sarà così, ma che succede quando lo Stato non è in grado né vuole proteggere i suoi cittadini, come avviene chiaramente oggi in Francia e in molti altri paesi occidentali? Ecco un’altra citazione dello stesso uomo, questa volta da presidente, quando nel luglio 2008 ha annunciato la creazione di una nuova “Unione Mediterranea” nel corso di un affollato incontro tra leader europei e arabi: «Lo scopo di questo summit per il Mediterraneo, di questa Unione per il Mediterraneo, è quello di imparare a amarci l’un l’altro invece di continuare a odiarci e a combatterci». Nello stesso mese Sarkozy ha dichiarato che l’Irlanda dovrà tenere un secondo referendum dopo che gli elettori irlandesi hanno respinto la Costituzione Europea, la stessa costituzione che gli elettori francesi e olandesi avevano respinto in precedenza ma che è stata riproposta sotto un altro nome, il Trattato di Lisbona. In epoche più sane questo si sarebbe chiamato colpo di Stato, commesso non in un solo paese ma in molti paesi simultaneamente.

    L’Unione Europea è un’organizzazione di parassiti corrotti e di traditori in cerca di potere, mischiati ad alcuni ingenui folli. I leader dell’Unione Europea hanno l’intenzione di inondare i loro paesi con ancor più musulmani, malgrado stiano aumentando a dismisura gli atti di violenza degli immigrati contro gli europei. Il più grande tradimento organizzato della storia viene celebrato come una vittoria della pace e della tolleranza. I nostri cosiddetti leader aprono le dighe a popolazioni che sono sempre state, sono e sempre saranno ostili a tutto ciò che noi abbiamo di più caro, e ci dicono che dobbiamo amarli. Sfortunatamente, gli altri hanno piani diversi nei nostri confronti.

    Lo scrittore iraniano Amir Taheri spiega che il principale teorico di al-Qaida, lo sceicco Abu-Bakar Naji, suggerisce nel suo nuovo libro Governance in the Wilderness (“Governare nel caos”) che occorre estendere la guerra a bassa intensità in ogni luogo del mondo in cui vi sia una significativa presenza musulmana, creando delle società parallele analoghe alle “zone liberate” create dalla guerriglia marxista in alcune parti dell’America Latina. I jihadisti devono delimitare delle aree in cui i musulmani vivono esteriormente in maniera islamica, imponendo speciali stili d’abbigliamento per le donne e la barba per gli uomini. Successivamente cominceranno a imporre la legge islamica. Nella fase finale dovranno creare un sistema parallelo di tassazione e di applicazione della legge. Questo programma è già in via d’attuazione in molte aree urbane europee.

    Lo sceicco Abu-Bakar Naji raccomanda che la jihad islamica sia dappertutto, e agisca mediante “innumerevoli piccole operazioni” che rendano insopportabile la vita quotidiana degli infedeli, i quali, quando escono di casa alla mattina non dovranno avere la sicurezza di ritornarvi sani e salvi la sera. Naji raccomanda rapimenti, esibizioni di omicidi per terrorizzare il nemico, bombe fatte esplodere da attentatori suicidi e un’infinità di altri comportamenti che rendano la vita impossibile. Una volta che le società parallele sono stabilite in tutto il mondo, eserciteranno pressioni sui non musulmani affinché si sottomettano. Naji crede che, soggetti a costante intimidazione e per paura della morte, la maggioranza dei non musulmani si sottometterà perché “l’Occidente non ha lo stomaco per combattere una lunga lotta”.

    Mentre i teorici islamici stanno impostando i piani a lungo termine su come terrorizzare i nostri figli e distruggere le nostre società, l’Unione Europea sta spalancando sempre più le porte all’immigrazione musulmana e mettendone fuori legge l’opposizione in quanto “razzista”. L’unica conclusione possibile che gli europei possono trarre da tutto questo è che i nostri cosiddetti leader oggi sono dei nemici dichiarati, oppure sono dei burattini obbedienti ai voleri dei nostri nemici. Per questa ragione, signor Sarkozy, noi non ci aspettiamo affatto che lo Stato protegga la nostra sicurezza. Dobbiamo difenderci con le nostra mani. Come? Adottando in tutta Europa al più presto il secondo emendamento americano sulla libertà di portare armi, ma soprattutto armandoci intellettualmente di una reale conoscenza della nostra storia e delle grandi realizzazioni dei nostri antenati, invece di imparare ciò che la propaganda ostile del sistema informativo e scolastico passa per “verità”.

    Nel luglio 208 il presidente Nicolas Sarkozy, mentre posava la prima pietra delle nuove sale di arte islamica al Louvre di Parigi, ha affermato che «la Francia è amica dei paesi arabi. L’islam è portatore di una delle più antiche e prestigiose civiltà del mondo», e che la nuova esposizione offre «alla Fancia e a tutti i visitatori del Louvre un’opportunità per vedere che l’islam è progresso, scienza, raffinatezza, modernità». Il principe Alwalid Bin Talal dell’Arabia Saudita, nipote del re Abdullah, è un’importante sponsorizzatore del progetto. «La Francia vuole la pace, la Francia non vuole lo scontro di civiltà tra l’Est e l’Ovest», ha detto il presidente francese. «La Francia dice ai paesi arabi che li aiuterà ad acquisire l’energia del futuro, l’energia nucleare usata per pacifici scopi civili».

    E così la Francia vuole la pace, e poiché tutti sappiamo che l’islam è una religione di pace, questo significa che la Francia vuole l’islam? Probabilmente non tutti i francesi, ma le elite politiche sembrano desiderarlo, o quantomeno sembrano rassegnate a questa prospettiva.

    Io apprezzo molti aspetti della cultura francese, ma ammetto di disprezzare profondamente la moderna cultura politica francese. Almeno fin dalla fine del diciottesimo secolo la Francia ha conosciuto solo classi politiche incredibilmente elitarie, sollevazioni violente e utopie ideologiche. Francamente, una delle cose più disturbanti dell’Unione Europea è il fatto che esporta l’insana cultura politica e burocratica francese al resto del continente.

    Non c’è dubbio che la Francia sia sproporzionatamente responsabile per la situazione in cui si trova oggi buona parte dell’Europa. L’Unione Europea è un’idea francese, così come l’Eurabia. Entrambe sono state concepite come strumenti per promuovere la declinante influenza francese nell’arena internazionale. Ricordo distintamente che nel 2005 si chiedeva ai francesi di votare “sì” alla proposta di Costituzione Europea perché si trattava di votare a favore di una “Francia allargata”. Ma con decine di automobili incendiate ogni giorno nelle banlieus, centinaia di mini-stati islamici di fatto incastonati nel cuore della Francia e una elite politica notoriamente arrogante e decisissima a importare altri musulmani, per quale motivo gli altri europei dovrebbero desiderare di vivere in una Francia allargata? La verità è che questo è un paese che si sta incamminando sulla via del suicidio culturale e che ha un profilo demografico peggiore di ogni altra nazione europea, dato che i musulmani costituiscono già il 10 per cento della popolazione.

    Per l’Europa le cose hanno cominciato ad andare decisamente storto con lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, che radicalizzò il continente, preparò il terreno agli stati totalitari della Germania nazista e dell’Unione Sovietica, e alla lunga anche dell’Unione Europea. Si potrebbe però sostenere correttamente che alcune radici dei nostri problemi correnti furono seminate già nel 1789. La Rivoluzione francese è stata una delle peggiori catastrofi che si siano mai abbattute sul vecchio continente, e non riesco a capire come tante persone la possano celebrare come qualcosa di positivo. La Francia è una nazione ferita, una nazione che adora le sue ferite e vuole che anche tutti gli altri le condividano. Fino a quando non viene restaurata una sana e valida cultura francese, sempre che sia possibile, le altre nazione dovrebbero respingere con forza ogni pretesa francese a una leadership morale o intellettuale.

    Detto questo, ci sono ancora persone molto valide in Francia, ma sono costrette a lottare in condizioni di forte disparità. Il professore di storia medievale Sylvain Gouguenheim, ad esempio, ha pubblicato di recente un libro intitolato Aristote au Mont Saint-Michel. Les Racines Grecques de l’Europe (“Aristotele a Mont Saint-Michel. Le radici greche dell’Europa”). Gouguenheim ha dichiarato che “un tentativo di chiarimento si era ormai reso necessario”, soprattutto alla luce della raccomandazione dell’Unione Europea del 2002 secondo cui i libri scolastici dovrebbero offrire un’immagine più positiva del contributo islamico all’eredità europea. Egli sostiene la tesi che l’islam fosse impermeabile a gran parte del pensiero greco, che le traduzioni iniziali delle opere greche in latino non furono tanto opera dell’islam quanto dei cristiani medio-orientali, e che un’ondata di traduzioni di Aristotele ebbe inizio in Francia presso il monastero di Mont Saint-Michel 50 anni prima che le versioni arabe degli stessi testi apparissero nella Spagna occupata dagli islamici.

    Le opere di Aristotele sull’etica, la metafisica e la politica erano disprezzate dal mondo musulmano perché erano viste come incompatibili con il Corano. Gli europei, afferma, “scoprirono i testi greci perché li andarono a cercare, non perché qualcuno glieli portò”. Gouguenheim chiama il monastero di Mont Saint-Michel, dove i testi furono tradotti in latino, “l’anello mancante nel passaggio dal mondo greco a quello latino della filosofia aristotelica”. Salvo pochissimi pensatori, come Al-Farabi, Avicenna, Abu Ma’shar e Averroè, Gouguenheim ritiene che i “padroni del Medio Oriente” conservassero degli antichi greci solo ciò che consideravano compatibile con il Corano.

    La nozione criticata da Gouguenheim, che l’Occidente “debba” il suo progresso alle traduzioni medievali della “scienza islamica”, è l’ideologia che domina nell’Unione Europea. Non è casuale che la sua messa in discussione abbia suscitato una potente opposizione. Il ridicolo concetto che noi abbiamo una tradizione culturale “in comune” con i musulmani è stata propagata da tutti gli organi europei in stretta cooperazione con i paesi islamici. Il multiculturalismo filo-islamico è l’ideologia ufficiale dell’Unione Europea, proprio come il comunismo era l’ideologia ufficiale dell’Unione Sovietica e delle sue nazioni satelliti. Metterla in dubbio rappresenta un reato d’opinione.

    Alcuni libri recenti hanno cercato di dimostrare che la cultura europea non aveva nulla di speciale rispetto alle altre, almeno fino alla fine del Settecento o agli inizi dell’Ottocento. Lo studioso Kenneth Pomeranz sostiene, nel libro The Great Divergence: China, Europe, and the Making of the Modern World Economy, che molti paesi asiatici, particolarmente la Cina, ancora all’inizio del diciannovesimo secolo erano avanzati quanto l’Europa. Solo allora l’Europa distanziò seriamente l’Asia grazie alla rivoluzione industriale, ma questa ebbe inizio in Gran Bretagna in parte per un accidente geografico, il più facile accesso al carbone, e in parte grazie alle colonie e ai mercati d’oltremare, e non grazie alla superiore scienza o tecnologia.

    È vero che la Cina ha avuto per lungo tempo l’economia più vasta del mondo (e la cosa potrebbe ripetersi in questo secolo). L’ingegneria e la tecnologia applicata dei cinesi è sempre stata di buon livello, ma nelle scienze matematiche erano significativamente più deboli. Ancora nel diciassettesimo secolo il consenso fra gli studiosi cinesi era che la terra fosse piatta, e questa opinione non cambiò fino a quando non si confrontarono con le conoscenze astronomiche e geografiche dei missionari gesuiti. A quel tempo gli europei sapevano che la terra era sferica già da duemila anni. L’idea che gli europei istruiti del Medioevo credessero che la terra fosse piatta è infatti solo un mito.

    In un altro libro a mio avviso eccessivamente filo-mongolo, Genghis Khan and the Making of Modern World, Jack Weatherford sostiene che le conquiste mongole del tredicesimo secolo abbiano innescato il Rinascimento europeo aprendo il vecchio continente alle novità provenienti dall’Asia, come la polvere da sparo e la stampa. Scopriamo dunque che il progresso delle scienze europee avvenuto nel Rinascimento sarebbe stato innescato dai musulmani nel dodicesimo secolo o dai mongoli nel tredicesimo secolo. Nello stesso tempo leggiamo anche che l’Europa non avrebbe avuto nulla di speciale fino alla fine del diciottesimo o del diciannovesimo secolo.

    Un lettore intelligente si renderà facilmente conto che queste affermazioni differenti non possono essere vere allo stesso tempo, eppure c’è chi le sostiene tutte insieme. Non interessa tanto la loro correttezza, quanto la possibilità di svilire il senso d’orgoglio che le popolazioni di origine europea potrebbero avere per quanto hanno realizzato nella storia. È un po’ paradossale che la cultura europea venga costantemente derisa per essere razzista, oppressiva e malvagia, e tuttavia tutti rivendichino l’onore di averla creata. Se noi siamo dei razzisti oppressori che stuprano la terra e provocano il riscaldamento globale, perché i musulmani e gli altri sono così desiderosi di prendersi il merito di aver creato la nostra cultura? Non dovrebbero piuttosto vergognarsene?

    La verità è che la rivoluzione scientifica ha rappresentato la più grande realizzazione storica della mente umana, ed è stata fatta dagli europei, non da altri. Questa particolare forma di disinformazione ideologica ha luogo in tutto il mondo occidentale, e non c’è una ragione specifica per addebitarla ai francesi. Sospetto che i comuni cittadini francesi siano indottrinati con queste assurdità al pari di tutti gli altri, e gli auguro di riuscire a ristabilire la dignità della loro cultura. Vista la situazione attuale, ne hanno un gran bisogno.

    Perché allora non basare l’identità francese sulla battaglia di Tours del 10 ottobre 732, quando i franchi fermarono l’invasione islamica nel cuore del continente europeo? Con quella vittoria, infatti, gli antenati dei francesi salvarono non solo la loro nazione, ma anche la più grande civiltà che l’umanità abbia mai conosciuto. Questa sarebbe veramente una data da festeggiare, non gli anniversari del 1789, che diede il via a massacri di massa senza senso e a enormi guerre intra-europee. Se i francesi necessitano di una ispirazione storica, la prossima volta dovrebbero seguire l’esempio del Carlo giusto. Non De Gaulle, ma Carlo Martello.

    (Titolo originale: "France: Can a Wounded Nation Heal Itself?", The Brussels Journal, 9 agosto 2008; traduzione di Guglielmo Piombini)

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    carlomartello

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    Predefinito Riferimento: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    L'Eurabia è in marcia

    di Fjordman

    Tradotto dall'originale inglese, affiso sul sito "Islam Watch - Islam Under Scrutiny by ex-Muslims":
    Islam Watch - "Eurabia Marches Forward" by Fjordman

    Febbraio 2007


    La prima volta che ho letto la descrizione che fa Bat Ye'or delle reti euarabe, mi è sembrato difficile da credere che una cosa così enorme potesse essere in corso nonostante il fatto che non ne avevo mai saputo nulla. Ma poi ho cominciato a controllare da solo i documenti disponibili e ho scoperto che era tutto vero. Forse si tratta del più grande tradimento nella storia moderna dell'Occidente, eppure è quasi del tutto ignorato dai media occidentali.
    La Commissione europea e i più alti funzionari europei, spesso collocati in varie organizzazioni semi-ufficiali dal nome innocente, creano accordi con gli arabi e poi, senza dare nell'occhio, li fanno applicare come politica federale dell'Unione europea.
    Questo avviene perché decine di miliardi di euro versati dai contribuenti europei girano fluttuando nel sistema UE con pochissimi controlli. Così accade che gli europei stanno finanziando la fusione del loro continente con il mondo arabo e islamico, il che si concretizza in una colonizzazione, senza saperlo e senza che vi abbiano consentito. Se l'europeo medio capisse cosa comporta quello che sta avvenendo, ci sarebbero esplosioni di rabbia di decine di milioni di persone in tutta Europa e l'intera Unione europea si disintegrerebbe e crollerebbe immediatamente. Ma la maggior parte della gente non capisce ancora la portata di queste cose, perché i nostri giornalisti cosiddetti critici e indipendenti rimangono stranamente zitti al riguardo.

    Eccovi un esempio dall'Italia. Romano Prodi, Primo Ministro e capo della coalizione di sinistra attualmente al governo in Italia, è stato Presidente della Commissione europea, ovvero del governo dell'Unione, ed è stato identificato da Bat Ye'or come un euarabo particolarmente convinto. Quando ha assunto la carica l'anno scorso, uno dei suoi primi annunci è stato che avrebbe accelerato la... concretizzazione dell'Eurabia. Beh, pare sia un uomo di parola, dato che la sua Ministra della Salute sta annunciando un trasferimento massiccio di conoscenze e tecnologie verso i paesi arabi.
    Giovedì il Ministro della Salute Livia Turco ha lanciato un'accordo di collaborazione fra i paesi del Mediterraneo e del Medio Orientali, che comprende la condivisione di strutture di ricerca e di banche dati informatiche e l'identificazione delle migliori pratiche ed eccellenze nel fornire i servizi. "Il piano è la diplomazia nelle cure sanitarie attraverso le quali l'Italia vuole contribuire alla pace e allo sviluppo nell'area mediterranea," ha detto la Turco, parlando a una conferenza internazionale a Roma per mettere in atto il progetto. Il progetto comprenderà anche la creazione di una "stanza di comando" che nell'area coordinerà le iniziative fra i governi nazionale e regionale, insieme a università e altre istituzioni di ricerca ed educative e al settore privato, ha detto la Turco.
    Il Super-Eurocrate Romano Prodi vuole maggiore collaborazione con i paesi arabi. Parla di una zona franca di commercio con il mondo arabo, ma questo significa che i paesi arabi avrebbero accesso alle quattro libertà del mercato interno dell'UE, che comprende la libera circolazione delle persone attraverso le frontiere nazionali. Nei media europei questo fatto, con le implicazioni potenzialmente massicce del voler stabilire un "mercato interno" con un mondo arabo in pieno boom demografico, non viene praticamente MAI dibattuto, e neppure minimamente menzionato. Eppure potrebbe significare la fine dell'Europa quale la conoscevamo.
    Nel giugno 2006, l'appena eletto Primo Ministro Romano Prodi ha detto che "E' ora di guardare al sud e di rilanciare una nuova politica di cooperazione per il Mediterraneo." P rodi stava illustrando un'iniziativa congiunta italo-spagnola che mirava a fornire i paesi che si affacciano sul Mediterraneo con delle soluzioni politiche "differenti" da quelle offerte nel partenariato Euro-Mediterraneo. Il Premier allora ha spiegato che il Processo di Barcelllona - il cui aspetto più noto è la creazione di una zona di libero scambio entro il 2010 - non è più sufficiente e occorre un nuovo e diverso approccio. "I paesi della sponda sud del Mediterraneo se lo aspettano," aggiunse.
    Da notare come Prodi, che Bat Ye' or ha identificato come un Euarabo particolarmente appassionato, si è riferito a quello che gli arabi si aspettano dai leader europei. Non ha detto se c'era grande entusiasmo fra gli europei all'ìdea di avere un flusso di immigrati ancora più libero dai paesi arabi e dalla Turchia. Perché è questo che risulterà da questa "zona di libero scambio Euro-Mediterranea"

    Fjordman fa base in Norvegia. Scrive per vari siti web, fra cui Brussels Journal, Gates of Vienna e Faith Freedom International. Il suo blog personale (al momento inattivo ) è : Fjordman

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    carlomartello

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    Predefinito Riferimento: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    IL CODICE EURABIA (saggio di Fjordman)

    Nel 2005 la Scrittrice Britannica di Origini Egiziane “Bat Ye’or” ha pubblicato un interessante Libro intitolato Eurabia: l’Asse Euro-Arabo (Eurabia: The Euro-Arab Axis).

    In esso viene messa in luce un’Alleanza Strategica tra i leader europei e il mondo Arabo-Musulmano che porterebbe al conseguimento di una nuova ed Artificiosa entità storica, l’Eurabia, ovvero l’Europa Islamizzata.

    Si tratta di un processo, portato avanti con Accurata Discrezionalità, che non riguarda soltanto la politica estera, ma che comporta una radicale trasformazione della società europea al suo interno, implicando temi cruciali quali l’immigrazione, l’integrazione degli immigrati e l’idea (campata in aria) che l’Islam sia parte costitutiva dell’Europa.

    Il Saggista norvegese Fjordman ha proposto una Sintesi di questo Libro, con l’aggiunta di citazioni da articoli e interviste di Bat Ye’or, nella quale verifica se la tesi “Eurabia” sia corretta o almeno plausibile.

    Il Titolo del saggio, Il Codice Eurabia (The Eurabia Code), è una chiara allusione al bestseller di Dan Brown Il Codice Da Vinci, nel quale si parla di una immaginaria congiura ordita dalla Chiesa per nascondere la verità su Gesù Cristo. Qualora a Dan Brown venisse in mente di scrivere un altro libro su occulte cospirazioni europee, farebbe bene a volgere lo sguardo verso Bruxelles, piuttosto che Roma:
    forse non ne ricaverebbe stessa fama e utili, ma di sicuro ne risulterebbe qualcosa di molto più interessante e aderente alla realtà.

    Le Origini di questo progetto Euro-Arabo, che, come già detto, prevede la fusione tra l’Europa e i Paesi Musulmani che si affacciano sul Mediterraneo, vengono individuate già dagli anni Sessanta del secolo scorso nella politica anti-americana di Charles de Gaulle, che propendeva per la formazione di una entità ostile a entrambi i blocchi, quello americano appunto e quello sovietico.

    Questa alleanza avrebbe consentito ai paesi europei di mantenere importanti sfere di influenza nelle ex colonie e di aprire nel Mondo Arabo enormi mercati per i prodotti europei, specialmente nei paesi ricchi di petrolio e gas naturale, in modo da assicurarne all’Europa gli approvvigionamenti.

    Gli stati arabi in cambio avrebbero chiesto all’Europa l’accesso alla tecnologia occidentale, una politica europea indipendente dagli Stati Uniti e la Demonizzazione di Israele come minaccia per la pace mondiale, nonché misure favorevoli all’Immigrazione Araba e la Disseminazione della Cultura Islamica in Europa.

    Il 27 novembre 1967, nel corso di una conferenza stampa, de Gaulle affermò che la cooperazione della Francia con il mondo arabo era diventata “la base fondamentale della nostra politica estera”.Nel luglio del 1974 a Parigi fu creata, sotto la voce Dialogo Euro-Arabo, l’Associazione Parlamentare Europea per la Cooperazione Euro-Araba. Sarebbe stata dunque la Francia la forza guida di questa unificazione.

    L’agenda politica proseguì con i Convegni sul Dialogo Euro-Arabo a Venezia (1977) e ad Amburgo (1983), nei quali furono delineate delle iniziative, incluso un deliberato e privilegiato flusso di immigrazione islamica in Europa: coordinamento degli sforzi per diffondere lingua e cultura araba in Europa; creazione di centri culturali euro-arabi nelle capitali europee; necessità di dotare istituzioni e università europee di insegnanti arabi specializzati nell’insegnamento dell’arabo agli Europei; necessità di una cooperazione tra specialisti europei ed arabi con il fine di presentare all’istruito pubblico d’Europa un’immagine positiva della civiltà arabo-islamica e delle contemporanee questioni arabe.

    Questi accordi, data la loro natura anti-democratica e socialmente sensibile, non potevano essere ufficializzati in documenti scritti, così i governanti europei scelsero di camuffare i loro progetti chiamandoli con l’innocua parola “Dialogo”.

    Rappresentanti della Comunità Europea e del Consiglio Europeo, insieme a membri di paesi musulmani e della Lega Araba, presero decisioni in sessioni “private”, non aperte alla stampa e non pubblicizzate. Non un solo minuto di quegli incontri fu registrato.

    Oltre alla già citata Associazione Parlamentare, che conta oggi più di 600 membri, attivi sia nei rispettivi parlamenti nazionali sia nel parlamento europeo, gli altri organi del Dialogo Euro-Arabo sono l’Istituto MEDEA e l’Istituto Europeo di Ricerca sul Mediterraneo e la Cooperazione Euro-Araba, fondati nel 1995 con il sostegno della Commissione Europea.

    Sul fronte culturale, a partire dagli anni Settanta iniziò una completa ri-scrittura della storia, dapprima intrapresa a livello accademico-universitario. Il processo, ratificato nell’incontro del Consiglio d’Europa dedicato al Contributo della Civiltà Islamica alla Cultura Europea (settembre 1991), fu poi rafforzato dall’Eurocrate Romano PRODI, allora presidente della Commissione Europea, attraverso la creazione di una “Fondazione sul Dialogo delle Culture e delle Civiltà”, il cui obiettivo sarebbe stato quello di controllare qualunque cosa in Europa venisse detta, scritta e insegnata sull’Islam.

    Negli ultimi 30 anni organizzazioni politiche e culturali della CEE e dell’UE si sono inventate una fantasiosa storia e civiltà islamica, ignorando o censurando ogni testimonianza di violazione dei diritti umani per tutti i non musulmani e le donne che sono vissuti e continuano a vivere sotto la sharìa.

    Vale la pena di ricordare che Bat Ye’or è un’esperta in storia delle comunità non islamiche del Medio Oriente, in particolare di quelle cristiane ed ebraiche presenti nel mondo Musulmano. La studiosa ritiene che i “nostri politici sono perfettamente informati sulla storia islamica e sulle attuali politiche dalle loro ambasciate, agenti e specialisti” (e come non crederle!?). Non c’è dunque nessuna innocenza, nessun abbaglio, fraintendimento o errore di valutazione nelle loro scelte, ma soltanto una “tremenda inflessibilità nella corruzione, nel cinismo e nella perversione dei valori”.

    La nuova civiltà europea nel suo farsi, o meglio disfarsi, può correttamente esser definita una “civiltà della dhimmitude”. Il termine dhimmitude è un neologismo francese, derivato dall’arabo dhimmi, il quale fa riferimento a quegli individui non Musulmani che Accettano una Subordinazione restrittiva e umiliante al Potere Islamico per evitare una forma di Schiavitù o la Morte. I dhimmi sono considerati esseri inferiori, costretti a sopportare passivamente, in silenzio, aggressioni e umiliazioni.

    Potenti Lobby governative posseggono componenti politiche, economiche, religiose, culturali e dei mezzi di informazione attraverso le quali impongono in maniera Subdola questa nuova entità dell’Eurabia.

    I dissidenti vengono messi a Tacere, o boicottati, o licenziati dal lavoro (si veda il recente caso dell’insegnante inglese Andrew McLuskey): sono vittime di una “correttezza” totalitaria imposta dai media, dai settori accademici e politici.

    L’intera propaganda Multiculturalista e Multietnicista è pianificata e orchestrata dai più alti livelli politici dell’Unione Europea, la quale si configura, con evidente forzatura storica, come un “Mostro” dotato di poteri e facoltà di intervento più ampi di una qualsiasi federazione sopranazionale.

    Richard North e Christopher Booker, autori del libro “Il grande inganno: può l'Unione europea sopravvivere?”(The Great Deception: Can The European Union Survive?),

    Definiscono l’UE “Colpo di Stato al Rallentatore: il colpo di stato più spettacolare nella storia”, teso a mettere gradualmente e accuratamente in secondo piano il processo democratico all’interno delle singole nazioni e a soggiogare i vecchi stati nazionali d’Europa senza destare l’attenzione dell’opinione pubblica.

    Nella Strategia Comune del Consiglio Europeo – Visione dell’UE per la Regione Mediterranea, documento datato al 19 giugno del 2000, si fa esplicito riferimento ad un “ulteriore sviluppo degli scambi umani fra l’UE e i partner del Mediterraneo” e ad una “particolare attenzione” prestata ai media e alle università.

    La Strategia inoltre si prefiggeva l’obiettivo di “continuare, allo scopo di combattere l’intolleranza, il razzismo e la xenofobia, il dialogo tra culture e civiltà”. Sono propositi che, nascosti dietro l’innocenza di un vocabolario che apparentemente prospetta buone intenzioni, mirano a preparare il terreno ad un’invasione già in fieri e dalla portata man mano più consistente.

    La lotta contro l’intolleranza, il razzismo e la xenofobia sembra più un pretesto per perseguitare o quanto meno ridurre al silenzio i “non allineati”.

    Fjordman fa giustamente notare come questo documento fosse anteriore agli attentati dell’11 settembre 2001, quando ancora non si parlava di Islamofobia. Non si tratta quindi di una risposta ad un eccezionale avvenimento internazionale che ha avuto comprensibilmente ripercussioni anche sul modo di considerare il mondo arabo, ma è parte di un processo in atto da tempo.

    Un altro punto è particolarmente interessante: l’UE voleva “promuovere l’identificazione di corrispondenze tra sistemi legali di differenti ispirazioni per risolvere problemi di diritto civile relativi agli individui: leggi di successione e diritto di famiglia, incluso il divorzio.” Cosa vuol dire esattamente? Che i paesi europei adegueranno le loro legislazioni laiche alle esigenze della sharìa per quel che riguarda le questioni familiari degli immigrati maomettani? Forse preannuncia un atteggiamento indulgente nei confronti di pratiche non proprio usuali in Europa?

    Se nella Strategia Comune si menzionavano generici “scambi umani” (notare come le persone siano trattate, anche sul piano terminologico, alla stregua di merci comuni), gli intenti si fanno molto più espliciti nella Sesta Conferenza Ministeriale Euro-Mediterranea, svoltasi a Bruxelles il 28 novembre 2003, in cui si afferma la necessità di fare del bacino mediterraneo un’area di libero scambio con il mondo arabo attraverso il conseguimento delle “quattro libertà fondamentali dell’UE: libero movimento di beni, di servizi, di capitali e di persone”.

    Nel giugno del 2005, a Rabat, in Marocco, si tenne una conferenza dal titolo Favorire il Dialogo fra le Culture e le Civiltà, congiuntamente organizzata dall’UNESCO, dall’Organizzazione Islamica dell’Istruzione, della Scienza e della Cultura (ISESCO), dall’Organizzazione della Conferenza Islamica (OIC), dall’Organizzazione della Lega Araba dell’Istruzione, della Cultura e della Scienza (ALECSO), dal Centro Danese per la Cultura e lo Sviluppo (DCCD) e dalla Fondazione Euro-Mediterranea Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture (Alessandria, Egitto).

    Fra le proposte avanzate da Olaf Gerlach Hansen, Direttore Generale del DCCD, spicca quella di una revisione degli attuali libri di testo (anche in questo caso, ciò avviene prima della pubblicazione delle caricature danesi di Maometto).

    N.B.: nel marzo 2006, la sessione plenaria di due giorni dell’Assemblea Parlamentare Euro-Mediterranea, riunita a Bruxelles, approvò una risoluzione che condannava l’offesa causata dalle vignette danesi su Maometto.

    Analoghe rappresentazioni caricaturali in passato sono state fatte anche sfruttando l’immagine del Cristo: si è mai sollevata un’ondata di sdegno e di condanna tra le autorità europee? Mi pare proprio di no. D’altronde che bisogno c’era se le strade non erano state occupate da folle invasate di cristiani che incendiavano e distruggevano ambasciate, banche, negozi ed edifici pubblici vari?

    Nella Dichiarazione di Algeri per una Visione Condivisa del Futuro, documento redatto dopo il congresso tenutosi in Algeria nel febbraio 2006, si afferma che “è essenziale creare una entità Euro-Mediterranea fondata su Valori Universali” (quali?). Per il raggiungimento di questa nuova entità vengono ancora una volta avanzate delle proposte, tra cui:

    • lo sviluppo di “un sistema di istruzione armonizzato” tra l’Europa e i paesi arabi, che in “burocratese” equivale a dire che i programmi scolastici saranno modificati in modo da far studiare soltanto quello che dicono loro e come dicono loro;


    • “Incoraggiare la circolazione degli individui” (ancora!)
    ;

    • Istituire degli osservatori anti-diffamazione per far fronte alle considerazioni razziste e alla diffusione dell’odio verso persone di diversa religione, nazionalità o etnia (sarei molto curioso di sapere cosa intendono per diffamazione, razzismo o odio, quale è secondo loro il confine che separa un’opinione legittimamente espressa da un’offesa propriamente detta).

    All’inizio del 2006, il commissario per i diritti umani dell’UE, Alvaro Gil-Robles, criticò il progetto di rilanciare il Cristianesimo come argomento di studio nelle scuole elementari della Danimarca, poiché sarebbe andato contro i valori europei (??!!). < La religione come materia scolastica dovrebbe essere un corso generale che cerca di dare agli studenti la capacità di capire le 3 Religioni monoteistiche > - disse. Le “tre religioni monoteistiche” sono Cristianesimo, Ebraismo e Islam.

    Una componente cruciale del pensiero e dell’atteggiamento euro-arabo è considerare l’Islam una Religione Tradizionalmente Europea, al pari del Cristianesimo (assurdo!) e dell’Ebraismo.

    ”Bat Ye’or” sottolinea come il regime del Politicamente Corretto abbia portato allo sviluppo in internet di una folta “stampa della resistenza”, quasi l’Europa fosse sotto “occupazione” dei suoi stessi governi eletti.
    Blog e siti internet avrebbero giocato un ruolo determinante nel rifiuto della Costituzione Europea da parte di Francia e Paesi Bassi, nel 2005, nonostante i leader politici di entrambi i paesi avessero condotto massicce campagne in suo favore.

    Non a caso, alcuni mesi più tardi le autorità dell’UE si schierarono a fianco di vari regimi autoritari, quali Iran, Arabia Saudita, Cuba e il Partito Comunista Cinese, per sostenere un “controllo più internazionale con” internet. L’espressione è molto ambigua, lasciando intendere piuttosto una vera e propria censura della rete.

    Infine è bene ricordare l’intervista rilasciata a Paul Belien e la trascrizione del discorso pronunciato a Bruxelles di Vladimir Bukovsky, l’ex dissidente sovietico che ha evidenziato inquietanti somiglianze tra l’UE e l’URSS.

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    carlomartello

  8. #8
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    Predefinito Riferimento: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    Questi sono ottimi articoli Carlomartello complimenti per averli postati

  9. #9
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    Predefinito Riferimento: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    Complimenti anche da parte mia, e aggiungo che questo forum merita davvero di essere conosciuto, pubblicizzato e valorizzato di più. Un'ottima fonte di notizie alternative e di dibattito controculturale antagonista al pensiero allineato al sistema.

  10. #10
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    Lightbulb Rif: Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi

    Daniel Wretström (1983-2000), patriota svedese e White Nationalist: ricordiamolo a 9 anni dal suo vile assassinio, onore a lui...R.I.P.
    Per non dimenticare...In Ricordo dei martiri e degli eroi bianchi caduti, in alto i cuori!!!



    http://img352.imageshack.us/img352/5871/daniel1ky1.jpg

    Daniel Wretström Sweden Swedish Patriot
    White American Revolution

    RICORDANDO DANIEL WRETSTROM IL PATRIOTA UCCISO IN SVEZIA NEL 2000
    http://forum.politicainrete.net/etno...el-2000-a.html

    UCCISO IL PATRIOTA 14 ENNE SVEDESE WAITE DA IMMIGRATI - Politica On The Net Forum dedicato alla Politica Italiana, Estera e non solo
    UCCISO IL PATRIOTA 14 ENNE SVEDESE WAITE DA IMMIGRATI - Politica On The Net Forum dedicato alla Politica Italiana, Estera e non solo

    Ricordare le vittime della violenza antirazzista! Holux
    Ricordare le vittime della violenza antirazzista! - Page 6 - Giovani.it - Forum


    Ho segnalato e riportato questo 3d di carlomartello su Stormfront:

    Rivolte di immigrati in Svezia - Page 2 - Stormfront

    Gli articoli di Fjordman sono sicuramente validi, però vanno fatte alcune precisazioni...
    In realtà NON é tanto una questione di "pericolo religioso islamico" (la maggior parte dei non-bianchi che colonizzano l'Europa non sono islamici oppure lo sono di origine ma se ne fregano di fatto) bensì di pericolo allogeno in senso razziale!! Inoltre, guarda caso, in questi articoli non si parla mai del ruolo del potere ebraico internazionale dietro l'imposizione della società multirazziale negli Usa ed in Europa...Per questo leggere gli articoli ed i libri di David Duke che l'ha ampiamente documentato.
    V. qui la mia lunga e precisa documentazione su chi davvero controlla i mass-media in occidente, la realtà del dominio ebraico-sionista mediatico:

    MASS-MEDIA ZOG-CONTROLLATI ovunque!!
    MASS-MEDIA ZOG-CONTROLLATI ovunque!! - Stormfront

    Tenerlo sempre bene a mente quando leggete...

    Fjordman, il blogger dei Fiordi norvegesi - Politica in Rete Forum
    http://forum.politicainrete.net/rivo...norvegesi.html

    P.S. Stesso avvertimento di prima che riporto...
    A parte l'ossessione con l'Islam e l'Eurabia, solitamente di matrice filo-ebraica oppure occidentalista non-razzista alla Oriana Fallaci, sono articoli molto interessanti...Va ribadito da parte mia/nostra che il problema NON sono solo gli immigrati di religione islamica (infatti non é che se si convertissero al cristianesimo o se si europeizzassero nei costumi i negri ed affini sarebbero per questo uguali a noi o graditi!!), bensì gli allogeni non-bianchi senza alcuna esclusione (anche se sono brave persone, e sicuramente ce ne sono, comunque noi dobbiamo pensare a difendere la nostra identità biologica), quindi é una questione etno-razziale in primis!! Bisogna difendere la razza bianca!!


    14 Words! - Holuxar
    Ultima modifica di Holuxar; 10-12-09 alle 22:48
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 
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