Approvata una vergognosa direttiva, 40 eurodeputati abbandonano l'aula
Vivisezione: Il si' dell'Ue ai randagi come cavie
Cani e gatti, e grandi primati potranno essere usati per la sperimentazione
Roma - Cittadini d'Europa correte a comprare il collarino a Fido e Fuffy. Una nuova vergognosa direttiva è stata approvata ieri dal Parlamento Europeoollarino sulla sperimentazione animale. I randagi del Vecchio Continente rischiano di finire sotto il bisturi, dato il nuovo articolo 11 che prevede che possano essere usati come cavie in caso non sia possibile raggiungere altrimenti lo "scopo della procedura" di ricerca.
La deroga, assie a quella sulla vivisezione delle grandi scimmie come lo scimpanzé che condivide con la specie umana oltre il 98 per cento del Dna, ha suscitato proteste accorate, spingendo 40 eurodeputati ad alzarsi abbandonando l'aula.
Dopo oltre due anni di dibattito e continue modifiche della nuova normativa europea che avrebbe dovuto rafforzare i metodi di ricerca alternativi alla sperimentazione sugli animali nulla è rimasto se non una legge vergognosa che delle sciapite dichiarazioni di principio( che a nulla servono, ndr) sulla necessità di ridurre la sofferenza delle cavie e un rafforzamento dei controlli ridicolo al confronto della scappatoie concesse.
Un biennio di dibattito, la portato i cervelli d'Europ a partore una direttiva in cui in maniera volonterosa quanto inutile si afferma la volontà di applicare solo le procedure di sperimentazione farmacologica e didattica che provocano il minimo di dolore, sofferenza e angoscia, dall'altra, come fa notare Michela Kuan, della Lega antivivisezione, "si lascia la porta aperta all'uso di animali in via di estinzione, alla cattura di scimmie allo stato selvatico, alla possibilità di effettuare in deroga procedure che comportino alti e prolungati livelli di dolore, all'uso di cani e gatti randagi, all'utilizzo delle cavie per più esperimenti".
La decisione dell'Eur avrebbe dovuto bilanciare le leggi dei paesi europei con normative poco rigorose e ad aumentare il livello di trasparenza delle procedure. Ma guardiano per un momento a casa nostra. Che succederà qui da noi, dove due leggi vietano l'uso di cani e gatti randagi per la sperimentazione? Continueremo a seguire le leggi italiane o ci adegueremo a quelle più comode europee? La risposta sembra triste quanto scontata.
Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini rassicura: "Credo che l'Europa potrà dichiararsi un luogo civile quando saremo riusciti ad evitare la sofferenza di animali senzienti nei laboratori di ricerca. E da questo punto di vista la direttiva è assai poco incisiva. In Italia comunque siamo un passo avanti e non intendiamo certo tornare indietro: non consentiremo la sperimentazione su cani e gatti".
Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano, invece dice la sua mettendo sul piatto un pesante contrappeso, e commenta osservando che in mancanza di test sugli animali, ancora oggi tutti i bambini colpiti da leucemia non avrebbero più di sei mesi di vita.
Senza voler tener conto delle ricerche per nuovi cosmetici e delle cavie non censite (i non vertebrati), nell'Ue ogni anno vengono usati per le sperimentazioni 12 milioni di animali. Cosa succederà ora? Ovviamente presidente di Farmindustria Sergio Dompè sostiene la strada della riduzione del numero, leggendo la nuova direttiva in direzione dell'uso di sistemi alternativi. La deputata Pdl Gabriella Giammanco, non le vede nello stesso modo, "la direttiva va a favore degli interessi delle industrie farmaceutiche e amplia la soglia di dolore per gli animali, in particolare cani, gatti e primati. Mi auguro che il nostro Paese recepisca in modo restrittivo quest'assurda direttiva".
Anna Belardi
9/9/2010
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