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    Predefinito La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    L'IMPERO DELLA DROGA IN MANO ALLA CIA?



    IL RETROTERRA DEL COINVOLGIMENTO STATUNITENSE NEL TRAFFICO DI STUPEFACENTI

    La storia di come gli Stati Uniti siano rimasti coinvolti nel traffico di narcotici risale a più di 150 anni. Prominenti famiglie dalla grande ricchezza - spesso membri di società segrete come quella esclusiva di Yale, l’Ordine del Teschio e delle Ossa - si buttarono sul commercio dell’oppio per produrre benessere e influenza. Una delle famiglie che fondarono Teschio e Ossa fu quella dei Russell. Sino ad oggi, il Trust dei Russell è l’entità legale dell’Order of the Skull and Bones.
    Nel 1823, Samuel Russell fondò la Russell and Company. Acquisì le sue forniture d’oppio in Turchia e le contrabbandò in Cina a bordo di veloci velieri. Nel 1830, Russell rilevò il cartello dell’oppio di Perkins a Boston e fondò la più grande impresa per il contrabbando d’oppio del Connecticut. Il suo uomo a Canton era Warren Delano, Jr - nonno di Franklin Roosevelt che fu Presidente degli Stati Uniti negli anni prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli altri partner di Russell comprendevano le famiglie dei Coolidge, dei Perkins, degli Sturgi, dei Forbes e dei Low.
    Nel 1832 il cugino di Samuel Russell, William Huntington, formò il primo circolo statunitense dell’Ordine del Teschio e delle Ossa. Vi fece affluire membri dalle più potenti ed influenti famiglie d’America. La lista di appartenenza è quella di chi conta negli Stati Uniti: Lord, Whitney, Taft, Jay, Bundy, Harriman, Weyerhauser, Pinchot, Rockefeller, Goodyear, Sloane, Simpson, Phelps, Pillsbury, Perkins, Kellogg, Vanderbilt, Bush e Lovett, per citare alcuni dei più importanti.
    É significativo come gli uomini del Skull and Bones abbiano sempre avuto un legame molto stretto e duraturo con la comunità dell’intelligence statunitense. L’ex Presidente degli Stati Uniti e membro dell’ordine George Bush fu direttore della CIA nel 1975-76. Non sorprende che il collegamento con l’intelligence risalga al College di Yale, dove quattro diplomati formarono parte del “Culper Ring”, una delle prime operazioni dell’intelligence statunitense, organizzata in gran segreto da George Washington onde raccogliere informazioni vitali sui britannici durante la Guerra d’Indipendenza.
    Nel 1903, la Divinity School di Yale aveva allestito in tutta la Cina diverse scuole ed ospedali. Mao Tze Tung era un membro dello staff. Negli anni ‘30, l’influenza del collegamento cinese con Yale era tale che i servizi segreti statunitensi si appellarono alla “Yale in Cina” per ottenerne l’aiuto in operazioni di intelligence.1
    É interessante come il sottoprodotto dell’oppio, l’eroina, fosse un nome commerciale della compagnia Bayer la quale nel 1898 lanciò il suo prodotto, che da’ forte dipendenza, ed è ancora leader mondiale dell’industria farmaceutica. Eroina e cocaina erano legalmente disponibili per l’acquisto sino a che vennero messe fuori legge dalla Società delle Nazioni - l’antesignana delle Nazioni Unite - e dagli USA negli anni ‘20. In seguito al proibizionismo, il consumo di queste droghe cominciò ad aumentare vertiginosamente. Anche così, il periodo di guerra 1939-46 vide l’assuefazione virtualmente sradicata in Europa e in America del Nord - un felice stato di cose che non sarebbe durato a lungo.




    POI VENNE LA GUERRA IN VIETNAM

    L’Indocina, gran parte della quale era sotto controllo o influenza francese dalla metà del 19mo secolo, venne catturata dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Alla fine delle ostilità, la Francia riguadagnò autorità su Vietnam, Cambogia, Laos e Tailandia. Ma i movimenti di indipendenza avevano iniziato a combattere per sfrattarla. Alla fine questo sfociò, nel 1954, nella battaglia di Dien Bien Phu, orchestrata dai Viet Minh, che risultò in una sconfitta della Francia e nel suo conseguente ritiro dall’Indocina, nonché nella sua immediata sostituzione con gli Stati Uniti.
    Nel frattempo, la Francia aveva sviluppato nella regione un apparato di intelligence ad ampio raggio, finanziato dall’oppio. Maurice Belleux, ex capo del SDECE, l’equivalente francese della CIA, ne confermò l’esistenza durante un’intervista notevolmente schietta con il professor Alfred McCoy, storico. Belleux raccontò a McCoy che “l’intelligence militare francese finanziava tutte le sue operazioni clandestine grazie al controllo del commercio di droga in Indocina”. Quest’ultimo servì a sostenere la Guerra Coloniale francese dal 1946 sino al 1954.
    Belleux rivelò come funzionava. Paracadutisti francesi che combattevano con le tribù sparse nella regione raccoglievano l’oppio grezzo e lo trasportavano, a bordo di aerei militari francesi, a Saigon, dove passava alla mafia sino-vietnamita per la distribuzione. Pesantemente coinvolte nel traffico d’oppio erano anche le organizzazioni criminali corse, che lo spedivano a Marsiglia, in Francia, per raffinarlo in eroina. Da lì veniva distribuita in Europa e Stati Uniti: tale rete iniziò ad essere conosciuta come “the French Connection”. Si trattava della malavita che lavorava culo e camicia col governo francese - con entrambi a beneficiare finanziariamente dall’accordo. I profitti ricavati venivano incanalati in conti della banca centrale, sotto il controllo dei servizi segreti militari francesi. La grande spia del SDECE chiuse la sua intervista affermando di ritenere che la CIA “aveva rilevato tutte le attività francesi e stava perseguendo qualcosa della stessa politica”.2
    Il termine “Guerra del Vietnam” è un termine improprio. Più esattamente, il coinvolgimento statunitense nell’intera regione andrebbe chiamato la “Guerra del Sud-est asiatico”. Mentre i combattimenti in Vietnam raggiungevano i media giornalmente, la guerra segreta in Cambogia, Laos e Tailandia rimase tale e continuò sino agli anni ‘80. Questa era la piccola guerra privata della CIA, combattuta con l’assistenza di tribù locali e soldati e aviatori americani ‘fuori dai libri paga’ - i quali, una volta catturati, venivano abbandonati da un agghiacciante governo segreto, cinico e ingrato.3
    La strategia militare statunitense in Vietnam era singolare. Sebbene gli americani possedessero la superiorità militare, con la capacità di vincere la guerra approssimativamente in un anno, era loro espressamente proibito di farlo dagli artefici della politica estera statunitense. Questa dottrina venne espressa nel National Security Council Memorandum 68, che era l’architrave per la Guerra Fredda. Era la stessa politica che proibì la vittoria alleata in Corea - come spiegato dal colonnello Philip Corso, ex Capo Settore Progetti Speciali, Divisione Intelligence, Comando dell’Estremo Oriente, in una testimonianza al Congresso nel 1996. Di ritorno dalla Corea, Corso fu assegnato al Comitato Coordinamento Operazioni del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, dove scoprì la politica del “non vincere”. Ne rimase sgomento.4
    Ma se la vittoria militare non era un obiettivo statunitense, assicurarsi il controllo della produzione di oppio della regione sicuramente lo era. Passò poco tempo prima che la CIA avesse un controllo totale sul commercio di oppio. Ne risultò un massiccio incremento della produzione seguito da un’ondata di assuefazioni da eroina in Nord America ed Europa occidentale. Parallelamente a questo ci fu un enorme aumento di tossicodipendenti fra le truppe statunitensi che combattevano in Vietnam. Non meno di un terzo di tutte le forze combattenti vennero assuefatte alla “China white” - cortese concessione degli uomini di Spionville, Virginia.5
    Il traffico di droga dilagava presso i comandanti militari sudvietnamiti. Uno dei personaggi principali era il generale Dang Van Quang, Assistente Militare e alla Sicurezza del Presidente Nguyen Van Thieu. Quang allestì una rete di traffici di stupefacenti tramite Forze Speciali vietnamite operanti in Laos.
    Il Laos, un feudo della CIA, era uno dei principali produttori di oppio sotto il controllo nominale del generale Vang Pao, capo tribù dei Meo che combattevano la guerra segreta della CIA. Vang Pao raccoglieva l’oppio grezzo coltivato in tutto il Laos settentrionale e lo trasportava a Long Thien a bordo di elicotteri della compagnia della CIA, la “Air America”. Un enorme complesso costruito disordinatamente dagli Stati Uniti, Long Thien da alcuni era conosciuto come il “Paradiso della Spia” e da altri come “Alternato 20”. Era qui che l’oppio grezzo del generale Pao veniva raffinato in eroina bianca di tipo China No.4 purissima. A questo punto, il coinvolgimento diretto della CIA nel ‘prodotto’ terminava.
    Nel frattempo, la CIA fornì a Vang Pao una propria linea aerea - conosciuta da quelli addentro alla questione come “Air Opium” - che avrebbe trasportato la droga a Saigon, atterrando presso la gigantesca base aerea statunitense di Ton Sohn Nut. In seguito, parte del carico veniva suddiviso tra l’organizzazione di Quang per lo spaccio ai militari statunitensi tossicodipendenti; il resto veniva spedito alla malavita corsa di Marsiglia per la spedizione a Cuba - un punto di passaggio controllato da Santos Trafficante, boss della mafia in Florida - e da lì agli Stati Uniti. Una normale variazione del percorso di consegna avvenne quando sacchetti sigillati di eroina vennero cuciti all’interno dei cadaveri di militari statunitensi che tornavano a casa per la sepoltura.
    Tornati a casa, ai politici statunitensi non importava un fico secco del problema della droga in aumento tra i militari di truppa. Questo disprezzo fu espresso al meglio dal Segretario di Stato Henry Kissinger che disse ai giornalisti Woodward e Bernstein del Washington Post che “i militari sono stupidi ed ottusi animali da usarsi come pedine per la politica estera”.6
    A questo riguardo potremmo anche seguire un ragionamento collegato. Se i militari sono “stupidi ed ottusi animali” da usare e di cui abusare come “pedine per la politica estera”, i normali cittadini contribuenti sono forse visti in maniera diversa quando si arriva alla fornitura di eroina in gran quantità alle città americane? Senz’altro una popolazione tossicodipendente provvede più che adeguatamente ad uno dei requisiti del NSC 68: stabilire la “tranquillità nazionale”.7
    In ogni caso, i proventi dalle vendite di stupefacenti venivano riciclati tramite la Nugan Hand Bank in Australia ed utilizzati per finanziare la guerra segreta della CIA in tutta la regione.
    In seguito all’invasione della Cambogia, appoggiata dagli Stati Uniti nel maggio 1970, fu allestito un altro canale per il traffico di eroina. Regioni della Cambogia, ideali per la coltivazione dell’oppio e in precedenza inaccessibili, vennero immediatamente messe in produzione. La rete di contrabbando era gestita dalla marina vietnamita che disponeva di basi a Phnom Penh e lungo tutto il fiume Mekong. Entro una settimana dall’incursione cambogiana una flotta di 140 navi da guerra della marina vietnamita e di quella statunitense, al comando del capitano Nyugen Thaanh Chau, penetrò in Cambogia. Questa fu “acclamata come una ‘brillante mossa tattica’ ed una grande ‘flotta militare umanitaria’”. La flotta si mise immediatamente al lavoro contrabbandando “grandi quantità di oppio ed eroina nel Vietnam del sud”.8
    Dopo il ritiro statunitense dal Vietnam del sud, il generale Quang, del quale si dice fosse il più grande spacciatore nel paese, si trasferì tranquillamente a Montreal, in Canada, passando per la base dell’esercito di Fort Chaffee, in Arkansas. Si dice che l’entrata in Canada di Quang fosse dovuta a gentili ma intense pressioni dal governo degli Stati Uniti.


    COSTRUIRE MERCATI: SRADICARE LA CONCORRENZA

    L’apparente dicotomia di facciata tra il commercio di stupefacenti pluridecennale della CIA e la “Guerra alla Droga” da parte della Drug Enforcement Administration (DEA) è illusoria. Durante un’intervista alla radio nel 1991, il prof. Alfred McCoy spiegò quello che lui definiva “il rapporto istituzionale tra la DEA e la CIA”. Negli anni ‘30 venne fondato il Federal Bureau of Narcotics (FBN), precursore della DEA, per ridurre l’uso e la vendita di narcotici. L’FBN era la sola agenzia statunitense ad avere agenti operanti in clandestinità prima della Seconda Guerra Mondiale. Con l’arrivo di quest’ultima, agenti chiave dell’FBN furono trasferiti all’appena istituito Office of Strategic Services (OSS), precursore della CIA, onde insegnarne al personale le “arti clandestine”. McCoy dichiara che questa relazione continua a tutt’oggi. Il risultato è che in quelle parti del mondo dove la CIA sta conducendo traffici di droga, ufficialmente la DEA va a dormire.9
    Questo ha portato a comprendere che il principale incarico della DEA è quello di impedire l’afflusso di droghe da fonti diverse da quelle “approvate dalla CIA”, e che i successivi programmi statunitensi di “Guerra alla Droga” sono, di fatto, intrapresi per distruggere la concorrenza. Che questa sia una politica finalizzata o meno, il risultato è chiaramente lo stesso. Portato alla sua logica conclusione, è che i trafficanti approvati e protetti dalla CIA continueranno incessantemente a guadagnare un controllo sempre maggiore sul commercio globale di stupefacenti, facendo del governo statunitense il più grande spacciatore di droga al mondo. Nel frattempo, qualcuno ritiene che questo sia già accaduto e fosse da sempre parte dei piani a lungo termine concertati da oscuri politicanti, da quando gettarono il loro avido sguardo verso le materie prime del pianeta - essendo i narcotici una delle più remunerative.
    L’eroina in entrata negli Stati Uniti veniva prodotta da due principali monopoli dell’oppio: quello controllato dalla CIA nel sud-est asiatico, e quello dalla Turchia, uno stretto alleato degli Stati Uniti. Quando il Presidente Richard Nixon dichiarò la sua “Guerra alla Droga” nel 1973, questo chiuse la connessione turca che fluiva attraverso Marsiglia sotto il controllo del crimine organizzato corso. Ciò creò una sempre maggiore domanda di eroina prodotta nel Triangolo D’oro del sud-est asiatico, specialmente in Birmania.
    In precedenza, nel 1949, questa regione era diventata una ridotta armata per le forze nazionaliste cinesi in fuga al comando di Chiang Kai-shek, inseguite dall’Armata Rossa di Mao. La CIA organizzò una massiccia operazione di supporto che utilizzò queste forze cinesi per raccogliere informazioni all’interno della Cina, ingaggiare battaglie campali con le forze comuniste e fare da “allarme” per una temuta invasione comunista del sud-est asiatico. Per finanziare questa piccola guerra segreta, la CIA necessitava del tipo di fondi neri che provengono da una vendita di narcotici su vasta scala. Fu lì che le vecchie “mani cinesi” dell’OSS fecero il loro dovere trasformando la regione nel maggior singolo produttore di oppio del mondo, con quasi 1.000 tonnellate nel 1961. Oggi, i “campi coltivati” birmani rimangono sotto l’attento controllo di Khun Sa, il signorotto locale appoggiato dalla CIA.


    LA VIA DELL’EROINA DI KHUN SA

    É qui che si chiude il cerchio della nostra storia. Nella prima parte abbiamo rivelato il contenuto di un affidavit firmato dal colonnello Edward P. Cutolo in merito al suo coinvolgimento in un traffico di cocaina, sanzionato da militari statunitensi, da Bogotà in Colombia a Panama. All’epoca l’ufficiale comandante anziano delle Forze Speciali statunitensi dell’intera regione del Comando Meridionale era il tenente colonnello James “Bo” Gritz.
    Bo Gritz fu uno di quelli che si buttarono discretamente ad indagare sulla morte di Cutolo e quella di altri ufficiali, ed è anche stato per lungo tempo un promotore a favore dei Dispersi in Azione/Prigionieri di Guerra statunitensi (MIA/POWs) dall’epoca del Vietnam.
    Gritz venne informato da Ross Perot che tre prigionieri di guerra americani erano detenuti da Khun Sa e che il signorotto aveva acconsentito a consegnarli. Tramite contatti ad alto livello col governo cinese, Perot prese accordi per ottenere accesso al quartier generale di Khun Sa, sulle sperdute colline di Shanland. Ma Gritz, sapendo di poter entrare ed uscire molto più velocemente utilizzando la sua rete di contatti nella regione, partì nel novembre del 1986 con alcuni sceltissimi ex-componenti delle Forze Speciali.
    Per Gritz e compagni ci vollero tre giorni di negoziati per accedere al remoto e selvaggio territorio di Shanland. Alla fine Gritz si incontrò con un perplesso Khun Sa il quale gli disse che non c’era mai stato alcun prigioniero di guerra statunitense. Comunque, nel corso della loro conversazione Gritz chiese perché Khun Sa fosse così pesantemente coinvolto con l’oppio, sottolineando quanti problemi questo avesse causato in America. La risposta fu sconvolgente.
    Khun Sa affermò che l’intera fornitura di oppio - circa 900 tonnellate l’anno, all’epoca - veniva acquistata dal governo statunitense. Il signorotto affermò poi di voler cambiare la produzione in quanto lui odiava l’oppio, e se Gritz avesse ottenuto che gli Stati Uniti fornissero appena un decimo di quello che spendevano per la Guerra alla Droga nella regione, lui avrebbe cambiato la produzione in altre coltivazioni.
    Uno sbigottito Gritz riportò il suggerimento al governo statunitense e rimase ancor più stupefatto nel sapere che l’offerta venne rifiutata. L’ex colonnello dei Berretti Verdi venne inoltre avvertito che sarebbe stato oggetto di sporchi trucchi se non avesse abbandonato l’argomento dell’oppio. Ignorando queste minacce, cinque mesi dopo Gritz ritornò in Birmania, nel maggio 1987, per un secondo incontro con Khun Sa. Stavolta si portò una telecamera e chiese a Khun Sa di fare i nomi dei responsabili di fronte ad essa.
    Khun Sa diede istruzioni al suo segretario di leggere i nomi dal suo diario, ma si accordò affinché i nomi che rivelava fossero quelli vecchi, e non quelli di coloro con i quali era in affari in quel momento. L’ufficiale governativo statunitense responsabile dell’acquisto dell’oppio era Richard Armitage, un ufficiale dell’amministrazione ben conosciuto e di alto livello. Armitage stava lavorando, lesse il segretario, con un individuo di nome Santos Trafficante che agiva in qualità di “gestore del traffico” di Armitage. Gritz era ben consapevole di chi fosse Trafficante: il leggendario “Boss” della mafia della Florida.
    Nel corso di una conferenza nel 1991, Gritz illustrò l’aspetto economico del movimento di eroina di Khun Sa verso gli Stati Uniti. Al signorotto venivano pagati 300.000 dollari a tonnellata dal governo statunitense, ma il prodotto veniva venduto sulla strada per un milione di dollari a libbra (circa mezzo chilo, ndt). “Nessuno lo vuole lontano dagli affari”, osservò ironicamente Gritz.
    Gritz disse che al suo ritorno in America nel 1987 cercò di far prendere nota a qualcuno nell’amministrazione, compreso il vicepresidente George Bush, delle sue informazioni. I suoi approcci vennero nuovamente energicamente respinti.
    Come gesto di buona volontà verso il governo degli Stati Uniti, Khun Sa scrisse a George Bush una lettera, datata 15 marzo 1988, nella quale gli offriva, assolutamente gratis, una tonnellata di “eroina asiatica No.4 purissima”. Questo era il sistema del signorotto di offrire un incentivo affinché gli Stati Uniti giungessero ad un accordo volto a convertire la produzione da oppio ad un’altra coltivazione. Bush non rispose alla lettera, e la risposta del Dipartimento di Stato fu “non interessa”.
    Disgustato, Gritz iniziò attivamente a partecipare ad una campagna per avvertire gli americani di cosa stesse facendo il loro governo a loro nome. Questo alla fine sfociò nella sua chiamata in giudizio con l’accusa di aver usato un passaporto falso durante una delle sue visite in Birmania. Dichiarandosi colpevole dell’accusa, ma spiegando che si trattava della normale procedura nel mondo delle “operazioni nere”, venne riconosciuto innocente dalla giuria.
    Da allora, Gritz è diventato un esplicito critico dei successivi governi e le loro finzioni politiche segrete, e di conseguenza ha sofferto nelle mani dei media disgraziatamente prevenuti.
    Malgrado ciò, la storia principale di Gritz non è stata abbandonata. Da dietro le quinte altri hanno raccolto l’appello. Sono iniziate discrete e scrupolose indagini sulle attività nascoste di Richard Armitage.


    LA DRUG-MEISTER DELLA SPIA

    Un “insider” immensamente potente, Armitage aveva fatto in modo che il colonnello Dave Brown finisse accanto al Presidente Reagan come ufficiale di collegamento su base giornaliera. Lo scopo di questa mossa era, nelle parole di un individuo in familiarità con questi eventi, “influenzare giornalmente in modo sottile il suo modo di pensare”. In aggiunta, “altre azioni di questo tipo erano state istituite in agenzie e dipartimenti chiave”.10
    Col Presidente Reagan efficacemente imbavagliato, Armitage e la sua cricca di fautori e agitatori di Washington
    credettero di essere intoccabili. In larga misura lo erano.
    Già Assistente Segretario alla Difesa, in seguito alla vittoria alle elezioni presidenziali di Bush, Armitage fu nominato nel febbraio 1989 per divenire Assistente Segretario di Stato per le Questioni in Estremo Oriente. Questa mossa venne bloccata e, invece, Armitage fu nominato al posto di Segretario dell’Esercito.
    Dietro le quinte, era in corso una guerra virtuale in quanto il Dipartimento della Giustizia e l’FBI combattevano per incriminare Armitage per i narcotici ed altre sue attività criminali. A queste misure opponeva una potente resistenza il Procuratore Generale Thornburg, una persona nominata politicamente dal Presidente Bush.
    Comunque, è significativo che Armitage fosse sotto indagine anche da parte di investigatori federali al lavoro per conto della Commissione sul Crimine Organizzato voluta dal Presidente, che si era concentrata sull’attività criminale di organizzazione straniera nel gioco d’azzardo e nel traffico di droga. Questa risultò dallo stretto rapporto di Armitage con una donna vietnamita, Ngdyet Tui (Nanette) O’Rourke.
    La O’Rourke era al centro di un circolo di gioco d’azzardo su vastissima scala gestito da vietnamiti residenti negli Stati Uniti. Le era stata concessa la cittadinanza statunitense - secondo una fonte, in “circostanze estremamente sospette”. Era anche sospettata di essere una prostituta. Nel corso delle indagini, gli investigatori arrivarono a ritenere che l’associazione di Armitage con la O’Rourke risaliva al suo servizio in Vietnam, quando si pensa abbia gestito con lei un equivoco locale a Saigon. C’erano anche sospetti che la O’Rourke abbia agito come “corriere” di Armitage.
    Un’altra fonte implicata in queste indagini notò che “quasi ogni donna vietnamita coinvolta in importanti operazioni di gioco d’azzardo sulla costa orientale [USA] è sposata ad un americano che o è della CIA o ha collegamenti con l’agenzia” - compreso il marito della O’Rourke.
    Nel frattempo, un altro investigatore che riteneva che Armitage fosse “sporco” veniva frustrato nelle sue indagini dal Segretario alla Difesa Frank Carlucci, e da altri potenti protettori. Nel 1975, durante il turno in Vietnam presso la CIA di Armitage, Carlucci era l’uomo No.2 della CIA.
    A causa di numerosi ostruzionismi ad alto livello, le indagini sulle attività criminali di Armitage vennero ridotte, ma non prima che fossero state raccolte alcune dannose informazioni. Non ultima era la speciale relazione di Armitage con O’Rourke. Gli investigatori scoprirono una foto, che si riteneva fosse stata scattata professionalmente, la quale mostrava una O’Rourke nuda in posa nella sua camera da letto con un Armitage parzialmente svestito. Questo, ed altri fattori, portò gli investigatori e, in effetti, alcuni influenti politici, a concludere che O’Rourke stava in realtà lavorando per l’intelligence nordvietnamita, e che la foto fosse stata usata per ricattare Armitage e farlo diventare una spia.11
    La forza delle informazioni raccolte su Armitage era tale che egli fu obbligato a rinunciare alla sua nomina a Segretario dell’Esercito e, in realtà, a tutti gli altri posti ufficiali nel governo statunitense. Successivamente, ufficiali della Difesa dichiararono privatamente che ad Armitage non sarebbe mai più stato permesso di fare visita al Dipartimento della Difesa.
    Conosciuto presso la comunità vietnamita come “Mr Phu” (che significa letteralmente “signor Ricco”), Armitage, malgrado le sue disgrazie, era ancora in grado di far conto sull’enorme potere dei suoi protettori politici e riuscire ad evitare l’incriminazione. Il conoscere di gran lunga troppo delle “porcherie” del governo statunitense durante le tre decadi precedenti lo forniva di un’istantanea carta “non va in galera”.
    Si stima che nella stagione 1991-92 il raccolto annuale di oppio della regione di Khun Sa nel Triangolo d’Oro aveva raggiunto la cifra sbalorditiva di 3.000 tonnellate. Laddove era sempre stato difficile trasportare le merci a causa del terreno montagnoso, venne costruita una agevole strada in asfalto, consentendo ai camion di trasportare velocemente la droga agli aeroporti gestiti dal governo in Tailandia. da lì, l’eroina raffinata veniva indirizzata verso gli Stati Uniti ed altre destinazioni occidentali.
    Se Frank Carlucci, ex No.2 nella gerarchia della CIA, era uno dei principali “protettori” di Armitage durante i suoi anni “difficili”, possiamo legittimamente chiederci chi altro potrebbe aver protetto quello che fu un ufficiale della CIA ed era ora in disgrazia. Forse non è sorprendente che George Bush abbia regnato come No.1 della CIA a seguire la sua nomina a Direttore della Central Intelligence nel 1975 da parte del Presidente Gerald Ford. Ciò potrebbe fare il mondo piccolo ma, chiaramente, anche molto sporco.
    In ultima analisi, le attività della CIA in corso per conto di una piccola cerchia di potenti individui chiaramente conferma l’esistenza di un governo segreto che utilizza le strutture democratiche poco più che come un’utile facciata dietro la quale nascondersi. La droga, un prodotto straordinariamente remunerativo, ha finanziato molte delle attività clandestine di tale governo segreto. Anche le armi sono un altro strumento utile e molto remunerativo, finanziato col denaro pubblico. Apparentemente, la opprimente ma clandestina politica è quella di continuare a creare sporche guerre oltremare e allo stesso tempo tenere drogata fino agli occhi la gente a casa, o meglio, quelle sezioni della società viste come seccanti subordinati dell’elite dei padroni autoproclamati che governano dall’ombra.
    Lo svantaggio nascosto nell’intera faccenda non è semplicemente che viene fatto in vostro nome e nel nome della libertà e della democrazia, con slogan accattivanti che significano meno di niente per coloro che li proferiscono, ma è il vostro denaro, i vostri dollari di tasse che continuano a finanziare l’intero complotto. Forse questo è un motivo per cui il termine popolare di “droga” è “dope” (che significa anche vernice per ritocchi, ndt). &Mac176;


    DROGA E MEDIA: SEGRETI INNOMINABILI

    Quando Gary Webb, un intraprendente e coraggioso giornalista investigativo del Mercury News di San Jose, pubblicò la sua storia nell’agosto del 1996, potenti onde d’urto rimbombarono attraversando gli Stati Uniti verso est per buona parte dell’anno. Webb aveva speso un anno a scoprire lo sporco segreto del crack di cocaina e di come si fosse diffuso a Los Angeles.
    L’articolo in tre parti era intitolato “L’Oscura Alleanza” e faceva nomi - specialmente di ex personaggi di rilievo del movimento Contra appoggiato dalla CIA. Webb si aspettava e ricevette il sentito appoggio del suo direttore e dei compagni giornalisti del Mercury News. Il giornale dedicò anche un sito web alla serie di articoli e pubblicò copie elettroniche di importanti documenti di conferma. Nel frattempo, le onde d’urto raggiunsero Washington, DC.
    Inarrestabili, fluirono oltre in direzione di Langley, Virginia - sede della Central Intelligence Agency.
    Col tempo, una contro-onda d’urto ancora più turbante da Washington, DC, rotolò indietro in direzione ovest raccogliendo impulso da Langley. Gary Webb aveva divulgato l’indivulgabile. Aveva espresso una semplice verità - una verità, per di più, già ben risaputa da molti giornalisti, politici, accademici, ufficiali militari, personale dell’intelligence ed altre persone addentro da decenni. La verità espressa era che la CIA era impegnata nella distribuzione di enormi quantità di droghe illegali.
    Entro un anno, i colleghi di Webb al Mercury News capovolsero il loro iniziale appoggio ed iniziarono a denunciarlo.
    Tale fu il potere del segnale di ritorno dalla costa orientale che molti altri giornalisti del Mercury News iniziarono a temere che la loro promozione - specialmente alle più prestigiose corporazioni giornalistiche d’America - avrebbe potuto essere rovinata. Era il classico caso di colpevolezza per associazione. Peggio ancora, anche il direttore precedentemente coraggioso di Webb lo denunciò e pubblicò un editoriale sul Mercury News, dicendo che la qualità della documentazione d’appoggio di Webb nella serie “L’Oscura Alleanza” era scarsa. Il chiaro messaggio era che la verità pronunciata in realtà non era stata pronunciata. Orwell chiamava questo “doppio discorso”.
    Per aver osato dire la verità, Webb venne punito col trasferimento in una cittadina, in una redazione del Mercury News in una zona depressa, ben lontano dalla notorietà della redazione centrale. Webb mantenne il lavoro, o almeno una specie di raffazzonata morte vivente alla voodoo come lavoro. Nessuno può biasimare Webb per aver accettato il posto: aveva una famiglia da mantenere, e date le circostanze le sue possibilità di assicurarsi un altro lavoro altrove nei media erano sicuramente compromesse. Anche il direttore chiaramente mantenne il posto, ma possiamo e dobbiamo biasimarlo per rendere a Cesare la sua integrità giornalistica. Nel frattempo alcuni dei colleghi di Webb si sono trasferiti in posizioni più elevate ed importanti in quelle anche troppo ambite corporazioni giornalistiche nazionali. Qui possono scrivere tutto il giorno, sull’argomento che desiderano - purché non si tratti di argomenti innominabili. Senza un Quarto Potere indipendente e coraggioso, non c’é protezione dalla sottile e consistente campagna per distruggere la democrazia in tutto tranne il nome.
    Quando Webb intraprese quell’indagine che gli avrebbe cambiato l’esistenza, era beatamente inconsapevole dell’enorme minaccia che presto avrebbe costituito per la sicurezza nazionale e l’establishment politico degli Stati Uniti.
    La sua storia ha svelato una sinistra politica che risale alla Seconda Guerra Mondiale: il controllo clandestino statunitense sull’industria globale delle droghe illegali, durato quattro decenni. Questo era solo uno della gran quantità di sgradevoli segreti che il governo segreto non voleva fossero raccontati. Ce ne sono molti altri.12


    Note:

    1. Il materiale su Yale è stato liberamente tratto dall’eccellente saggio di Kris Millegan, “Everything you wanted to know about Skull and Bones but were afraid to ask”. Altro materiale di prima classe è disponibile nell’opera di Paul Goldstein e Jeffrey Steinberg, George Bush, Skull and Bones and the New World Order. Per quanto ne so, entrambi sono disponibili solo su Internet.
    2. Prof. Alfred McCoy, citando un colloquio privato con Maurice Belleux, in un’intervista col conduttore radiofonico Paul DiRienzo il 9 novembre 1991.
    3. Per una dettagliata analisi della connessione tra droga e MIA/POWs, vedere Kiss the Boys Goodbye, di Jensen-Stevenson & Stevenson (Bloomsbury, UK, 1990; Futura, 1992).
    4. Vedere la testimonianza resa da Corso il 17 settembre 1996 di fronte alla Sottocommissione della Camera sul Personale Militare. “La politica del ‘non vincere’ era contenuta nel NSC 68, NSC 68/2 e NSC 135/3,” disse Corso ai membri del Congresso, aggiungendo che “le basi di questa politica erano nelle direttive ORE 750, NIE 2, 2/1, 2/2, 10 e 11. Noi la chiamavamo la ‘politica della foglia di fico’.”
    5. Cifre menzionate dal prof. Alfred McCoy durante la sua intervista alla radio con Paul DiRienzo il 9 novembre 1991.
    6. Vedere Kiss the Boys Goodbye di Jensen-Stevenson & Stevenson (Futura, 1992, p. 97).
    7. Memorandum 68 del National Security Council, 14 aprile 1950. Questo documento sottolineava le necessità degli Stati Uniti in seguito alla Guerra Fredda.
    8. Documenti confidenziali in possesso dell’autore.
    9. Intervista radio di Paul DiRienzo col prof. Alfred McCoy, 9 novembre 1991.
    10. Estratto da una lettera indirizzata al Senatore Paul Laxalt, datata 27 aprile 1987.
    11. Sono stato informato da fonti affidabili che Ross Perot era uno di coloro che credevano che Armitage fosse una spia nord vietnamita.
    12. La morale della storia di Webb è di non aspettarsi che i principali media vi informino di quanto sta realmente accadendo nel mondo - non lo faranno. Per parafrasare la battuta di Walter Matthau, espressa alla perfezione nel film JFK, “Questi cani non cacciano” - perlomeno, non più. Oggi, il vecchio giornalista ‘segugio’ è rannicchiato su un tappetino di fronte al fuoco del salario. I suoi muscoli sono logori, la pancia è piena, il suo naso ha scordato come si punta, e i suoi sogni di sgambettare sono quelli di tanto tempo fa.

    (Nexus n.17)




    L'impero della droga in mano alla CIA?

  2. #2
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -














  3. #3
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    INCROCIO DI GUERRA E BIODIVERSITA'


    a cura di Eco-Solidarity Working Group


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    tratto da Covert Action Quarterly #68 (autunno-inverno 1999)
    tradotto da Tactical Media Crew


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    Quaranta milioni di persone, e il più biologicamente diverso, compromesso ecosistema nel mondo, sono sotto attacco da parte della CIA e dei merceneari pagati dalle compagnie petrolifere.
    Questa guerra è combattuta con le bombe e i proiettili, così come con gli erbicidi e i media della misinformazione.
    La causa della guerra è sia la diversità di territorio della regione che della sua diversità etnica.
    La rapace avidità delle multinazionali come le compagnie petrolifere occidentali, Shell, BP, Texaco e le loro controparti nell'elite colombiana sono il principale problema, ma l'uso della cocaina negli Stati Uniti è il carburante che fa bruciare questo inferno. L'esportazione di droga paga le armi delle squadre della morte che hanno alle spalle la destra al governo e dall'altra parte la guerriglia rivoluzionaria.

    Per anni la Cololmbia fu bandita dal ricevere aiuti militari e soldi per la lotta alla droga dagli USA, sia per il suo operato disastroso sul piano dei diritti umani, che per la sua fallita cooperazione nella guerra alla droga.
    Nel 1998 ricevettero 89 milioni di dollari, e quest'anno il totale raggiunto è stato di 289 milioni di dollari. Nonostante i continui abusi dei diritti umani la Colombia è ora il 3° più grande beneficiario, dopo Israele ed Egitto, di aiuti militari USA.

    Un diretto intervento americano, appare ora sull'orizzonte di questa regione che esporta più petrolio agli USA che l'intero Medio Oriente.
    Il Presidente Clinton sta dando l'assenso all'offensiva delle squadre della morte.
    Queste squadre lavorano strettamente con i militari colombiani e insieme a questi sono responsabili della morte di 25.000 persone solo quest'anno, e di 300.000 vittime dal 1945.
    Negli ultimi tre anni, a causa delle violenze, 1.200.000 persone sono disperse, (la maggior parte donne e bambini).

    Le squadre della morte stanno a guardia delle infrastrutture petrolifere e controllano la spedizione della cocaina.
    Il leader di queste squadre, Carlos Castano, è il personaggio chiave nel cartello della droga di Calì. Secondo la DEA (Drug Enforcement Administration) Castano è subentrato alla direzione delle squadre della morte da un altra copertura della CIA, l'Esercito Generale Colombiano Van Martinez.
    Il coinvolgimento della CIA in Colombia ebbe inizio nel 1950 e crebbe con il commercio di droga. Nel 1991 la CIA costituisce un gruppo dei servizi segreti della marina colombiana che diventa una parte importante delle squadre della morte, continuando le campagne di terrore contro la guerriglia e chiunque parli di cambiamenti o di pace. (Z Magazine, Mar. 1999)

    Molti leaders delle squadre della morte sono stati formati dalla School of the Americas di Fort Benning, Georgia, dove migliaia di soldati latino americani, sono stati addestrati alla controinsurrezione e alla tortura (dall'esercito USA).
    Castano ha orgogliosamente preso la responsabilità dei suoi massacri. Ha sequestrato senatori colombiani, e ha rilasciato interviste radiofoniche sulla necessità di aumentare le condanne a morte.
    I mandati di arresto per Castano, ufficiali e altri leaders delle squadre della morte, rimangono fermi sulla scrivania del Procuratore Generale, segno evidente della grande collaborazione tra i militari e le squadre della morte. (Progressive, Sett. 1999)
    In luglio, il maggior gruppo della guerriglia colombiana,(Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane) FARC, hanno lanciato un attacco contro il quartier generale di Castano, ma sono stati respinti dall'esercito colombiano con l'assistenza dei servizi di intelligence americani. (Stratfor Global Intelligence Update, 29 luglio 1999)

    Centinaia di militari americani sono sul territorio coinvolti nell'addestramento di unità di elite dell'esercito colombiano. Sofisticati aerei di spionaggio americano, come il U.S. RC-7B, informano e dirigono operazioni di combattimento. DynaCorp e East Inc. hanno una forza aerea privata che opera per sradicare le piante di papaveri e di coca, bruciando con diserbanti centinaia di chilometri quadrati di campagna.
    Il Monsanto Roundup è il diserbante scelto, ma gli USA hanno fatto pressione sulla Colombia affinchè usasse un prodotto chimico più letale prodotto da Dow Chemical (tebuthiuron).
    Nome commerciale Spike, viene usato in forma granulare ed è più facile da utilizzare. La Colombia è l'unico paese al mondo dove i raccolti di droga raccolte sono irrorati dall'aria. Nell'arsenale di questa "Guerra alla Droga" sono anche stati sviluppati dei virus in ingegneria genetica. Nonostante questa pioggia tossica, la produzione di coca è drammaticamente aumentata. In luglio, due impiegati del DynaCorp furono uccisi insieme a 5 militari americani quando un velivolo dei servizi di intelligence colpì una montagna o fu colpito da un missile delle FARC nel sud della Colombia.

    I media hanno confuso [insabbiato] la questione e tenuta segreta la colpevolezza americana in questa sporca guerra. Hanno dato l'impressione che le FARC e Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) altro grosso gruppo di guerriglia colombiana, avessero controllato a lungo la maggior parte del commercio di droga, ma nei fatti, "l'ELN fino ad ora è stata un attore minore..." (dal New York Times 17 gen. 1999). Comunque i guerriglieri sono presentati come riluttanti a deporre le armi come parte del piano di pace.
    Nel 1980 la guerriglia depose le armi per fare le elezioni. Essi ricevettero il voto di molte persone e una grandine di proiettili da parte delle squadre della morte.
    Almeno 5.000 membri del partito di opposizione politica, Unione Patriottica, sono stati assassinati dall'estrema destra dal 1989.

    Le compagnie petrolifere e il governo devono essere considerati responsabili per le violenze e l'inquinamento che è il sottoprodotto delle loro operazioni petrolifere. Il petrolio è l'esportazione legale più importante della Colombia (il 27% dell'esportazione totale). Il caffe è il secondo (15%).
    Gli USA importano 260.000 barili di petrolio colombiano ogni giorno.
    Nella sola regione degli U'wa, una quantità corrispondente a 1.700.000 barili di petrolio sono stati dispersi sul suolo e nei fiumi negli ultimi 12 anni. La Colombia ha il peggior rapporto sui diritti umani in America, e l'area intorno alla regione dell'U'wa, ha il peggior record di tutta la Colombia.
    Robin Kirk, autore di "Guerra con la Colombia e la legge internazionale", sostiene che le squadre della morte fanno i loro massacri il più possibile brutali e macabri per assicurarsi che il messaggio sia capito chiaramente. Spesso preparano liste [di gente che deve essere uccisa] di sindacalisti, preti cattolici, osservatori dei diritti umani e sostenitori della guerriglia.

    Un paradiso biologico, la Colombia ha il numero maggiore di specie di uccelli (1.780) di ogni paese nel mondo. E' il secondo per piante e anfibi e il terzo per i rettili.
    Solo il Brasile, il quale è sette volte più grande, supera la Colombia nel numero totale di specie.
    La regione Macarena contiene la prima riserva biologica della Colombia, istituita nel 1942. Metà delle orchidee fioriscono qui, e spettacolari varietà di giaguari, delfini, primati, enormi lontre, orsi spettacolari e procioni del Messico, vivono qui... come le FARC.
    La Macarena è stata il loro quartier generale [delle FARC] per anni, e si sono guadagnate il rispetto da parte dei biologi per aver stabilito un ordine sugli agricoltori che sono una costante minaccia all'integrità biologica della regione.

    Oltre la guerra, l'inquinamento con il petrolio, le dighe e gli erbicidi, c'é l'usuale devastazione portata dal bestiame, costruzione di strade, taglio del legname, estrazioni minerarie - le abitudini sociali e ambientali che vengono con il modello di sviluppo economico americano. Ci sono lamantini, tapiri e macachi, ma sono pochi esemplari, perche sono in via di estinzione in Colombia. La maggior parte delle specie animali non sono state ancora classificate qui.

    In questo ecosistema minacciato, i guerriglieri stanno lottando per la loro vita e per le decine di migliaia di parenti che hanno perso a causa degli USA e dalle narco-squadre della morte. Migliaia di giovani si sono uniti alla proposta della guerriglia per mettere fine ai 40 anni di collusione dell'estrema destra con lo sfruttamento delle compagnie petrolifere e le violenze delle squadre della morte. Il loro obbiettivo è fermare questo folle neo-liberismo che devasta le popolazioni e l'ambiente a caccia di profitti.

    Eco-solidarity cerca la fine della falsa guerra alla droga che gli USA intraprendono contro la terra e la povera gente della Colombia. Il maggior ecosistema delle diversità biologiche nel mondo qui sono a rischio. Almeno 2 milioni di persone sono state spostate da una brutale guerra civile che è finanziata e diretta dagli USA e dalle sue operazioni coperte. Rifugiati, la maggior parte dei quali sono donne e bambini, sono affollati nei bassifondi o spinti più lontano nella foresta pluviale.


    Per maggiori informazioni, contattate: Jason Martin, Eco-Solidarity Colombia;
    tel. (520) 388-5514;
    e-mail: ecosolidarity@hotmail.com
    web: http://www.geocities.com/rainforest/andes/2185













    Cia, cocaina e squadre della morte

  4. #4
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    Chi comanda in Colombia?


    Carlos Castano è il leader dell'AUC - una squadra della morte colombiana forte di 5.000 uomini - e, anche secondo la DEA, è anche collegato ai più ricchi spacciatori di droga.
    Castano si vanta di come le sue atrocità siano funzionali e fondanti al programma del governo CIA/Colombia di quitarle agua al pez, o asciugare il mare (uccidendo gli innocenti) per prendere il pesce (i guerriglieri).
    Quando gli viene chiesto perchè uccide contadini e bambini, Castano risponde, "Beh non posso aspettare che i guerriglieri si mettano prima l'uniforme per ucciderli... Quando noi ne facciamo fuori uno [un simpatizzante] salviamo molti che potrebbero essere uccisi in futuro".

    Jason Martin



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    http://www.tmcrew.org/csa/l38/wwi/cia_coca/index.htm



    Ultima modifica di Avamposto; 27-08-10 alle 23:39

  5. #5
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    Dalla guerra dell’oppio all’affare della droga
    dal libro di Orio Nardi: “Mondialismo e Trilaterale”

    «Si ricorda quando l'Occidente ci impose le guerre dell'oppio? - chiese il primo ministro cinese Ciu EN-LAI al presidente egiziano Nasser nel giugno 1965. E proseguì: - Ci combatterono con l'oppio. Adesso noi li combatteremo con le stesse armi... L'effetto di questa demoralizzazione sugli Stati Uniti sarà molto più grande di quanto si possa immaginare».
    E così avvenne. La guerra nel Vietnam vide i soldati americani moralmente disfatti dalla droga, e la droga continua ad essere l'arma di distruzione dei giovani americani e di gran parte delle nazioni del mondo. L'affare della droga assume la portata di una operazione politica mondiale con cui i cinesi, gli inglesi e altri complici vanno seminando la morte e la rovina di molti popoli..
    Esaminando i punti nodali della diffusione della droga ci accorgiamo che essa segue le antiche strade della rivoluzione, spesso con gli stessi nomi, le stesse organizzazioni economiche, gli identici centri di potere politico.

    Le guerre dell'oppio contro la Cina
    Con l'istituzione della Compagnia delle Indie Orientali nel 1715 l 'Inghilterra dava l'avvio al commercio della droga dal Bengala alla Cina. Gli obiettivi erano due: ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti, incoraggiare il consumo della droga tra gli appartenenti alla classe dei Mandarini cinesi.
    L'agente segreto della Compagnia delle Indie Orientali, ADAM SMITH, metteva a punto la politica di saccheggio coloniale con il suo libro “La ricchezza delle nazioni”. Il denaro sporco ricavato dal traffico dell’oppio, costituì la grossa parte del fondo usato per pagare i mercenari asiatici inviati nell’America del Nord a schiacciare la ribellione contro gi inglesi dal 1775 al 1883. Il traffico dell’oppio nel frattempo si era moltiplicato di venti volte.

    1. Questo traffico provocò la reazione dell'Imperatore cinese contro la setta della TRIADE, che sotto la protezione inglese diffondeva la droga tra i popoli gialli. Gli inglesi reagirono violentemente con la prima guerra dell’oppio
    LORD PALMERSTON, il grande architetto della politica inglese alle dipendenze della Regina Vittoria, mandò la flotta ad assediare Canton (giugno 1840) e indusse l’Imperatore a un trattato che concedeva agli inglesi il libero commercio della droga in un gran numero di porti cinesi. Nel trattato di Nanchino (1842), oltre a una enorme somma di indennità, gli inglesi estorcevano alla Cina anche il controllo sul porto franco di Hong Kong, che rimane fino ad oggi la capitale del traffico della droga nel mondo.

    2. Nel 1859 Lord Palmerston, il gran maestro del Rito Scozzese della massoneria, era tornato a ricoprire la carica di primo ministro per lanciare la seconda guerra dell'oppio e portare a termine la politica della «Cina aperta», da lui stesso elaborata vent'anní prima. La spedizione navale incaricata di impossessarsi dei forti di Pechino era rimasta incagliata sui bassifondi fangosi, e centinaia di marinai che avevano cercato di raggiungere la riva tra il fango erano rimasti catturati o uccisi. Il Times di Londra scrisse allora che si doveva «impartire una lezione tale a queste orde perfide (cinesi), che d'ora in poi il nome dell'Europa sarà un passaporto di paura, se non potrà esserlo di amore, per tutto il paese». Nell'ottobre 1860 Pechino cadde sotto le truppe inglesi e francesi in un sol giorno. Templi ed edifici sacri furono saccheggiati e distrutti col fuoco in segno di disprezzo verso i cinesi.

    3. Col trattato di Tientsin (25 ottobre 1860) la Gran Bretagna poté controllare più di tre quarti dell’ingente commercio cinese, con un nuovo incremento al traffico della droga. Le stesse di origine scozzese che controllavano il traffico dell’oppio in oriente, esercitavano il traffico degli schiavi e del cotone nel sud degli Stati Unti: erano le famiglie Sutherland, Jardine, Matheson, Baring. Nel frattempo la famiglia Rothschild, come pure i banchieri sionisti di New York, i Kuhn, Loeb Seligman, Lehman, fecero tutti il loro ingresso negli Stati Uniti grazie al commercio del cotone e degli schiavi nel periodo precedente la guerra civile.
    Un'idea dell'incremento del commercio dell'oppio verso la Cina si ha da alcuni dati ufficiali inglesi. Dal 1801 al 1820 l 'esportazione ammontava a 5.000 casse annue. L'istituzione di una rete di compagnie commerciali ausiliarie, capeggiate dalla Jardine Matheson, favorì un aumento vertiginoso del traffico della droga: nel 1830 le casse ammontarono a 18.956, nel 1836 a 30.000, nel 1860 a 58.681, nel 1880 a ben 105.508 casse (Kd 28).

    La droga e i cavalieri di Lord Palmerston
    1. L 'espansione del traffico della droga nel mondo è legata, più in generale, all'impulso dato dal ministro inglese LORD PALMERSTON al colonialismo inglese dell'Ottocento tramite l'organizzazione del Rito Scozzese di cui era il gran capo.
    Per rifarsi della crisi del commercio del cotone,gli oligarchi inglesi ricorsero al traffico dell'oppio negli Stati Uniti: nel 1864 fondarono allo scopo la Hong-Shang (Hong Kong and Shanghai Corporation), che rimane tuttora la banca centrale per il traffico della droga nel mondo; quasi simultaneamente la Matheson fondò la Rio Tinto per l'estrazione lo stagno in Spagna, che ben presto si servì del minerale per pagare, l’oppio.

    Il traffico della droga in USA trovò un terreno fertile nel sottofondo delle reti cospiratorie legate alla malavita, soprattutto quando la tratta dei gialli riversò negli Stati Uniti migliaia di consumatori d'oppio.
    Il traffico degli immigrati cinesi (che nel solo 1846 raggiunsero la cifra di 117 mila), gettò le basi per il commercio su larga scala della droga negli USA per via S. Francisco, Vancouver e altri porti della costa occidentale. I consumatori abituali americani di oppio arrivarono a 120.000.
    Il traffico di oppio costituì la fortuna delle famiglie Astor, Baring, Bingham, Girard, Forbes, Perkins, Russell, ecc. (famiglie chiamate dei Bramini di Boston), i cui interessi sul mercato della droga si aggiunsero a quelli della Jardine, Matheson, Sassoon, Japhet, Dent, Morgan.
    La Baring Broothers costituisce la principale banca di affari per il traffico dell’oppio in America dal 1873 ad oggi; grande importanza vi ha pure la Banca Morgan (che fondò l'università di Harvard). Gli affari di queste banche si intrecciano con quelli della Hong-Shang, sotto l’egida del Royal Institute of International Affaire (RIIA) di Londra e dell'Institute Pacific Relations (Istituto per le relazioni del Pacifico, IPR).

    2. Le proteste internazionali contro la politica inglese favorevole al commercio della droga non ebbero alcun effetto restrittivo. Così gli accordi del 1905 e del 1911 all'Aja andarono a vuoto, e le fumerie di oppio di Shanghai negli anni 1911-1914 salirono da 87 a 663, con grandi profitti da parte degli inglesi. Il commercio dell'oppio si estese anche al Giappone, si intensificò enormemente in India nonostante le proteste di Gandhi.
    Un rapporto del 1923 alla Società delle Nazioni denunziava il mercato dell’oppio come un grave problema internazionale, soprattutto per la massa dei drogati delle colonie inglesi: gli inviati cinesi e americani abbandonarono l’aula per protesta contro il delegato britannico che si oppose al piano di riduzione del traffico dell’oppio

    La creazione del ministero per la Guerra Economica nel 1939 costituì il punto di incontro per gli eredi delle vecchie famiglie britanniche che controllano tuttora il commercio della droga: Sir J.H. Keswick, architetto della Peking Connection; Sir Mark Turner, presidente attuale della vecchia ditta dei Matheson e Keswich, la Rio Tinto Zinc; Gerald Hyde Villiers; John Kidston Swire, ecc. Le anche famiglie Inchcape, Keswick, Pease, Japhet, Rothschild ecc. che esercitavano il controllo del mondo bancario londinese implicato nell'affare della droga costituiscono un fittissimo intreccio di matrimoni da apparire come un'unica entità familiare (Kd 166 s).
    A dare un ulteriore impulso al commercio dell'oppio intervennero i comunisti cinesi.

    3. Il patto tra il RIIA e CIU EN-LAI per il commercio della droga in Estremo Oriente risale al tempo in cui i comunisti cinesi si erano insediati nella roccaforte dello Yenan. Questo patto fu stipulato da J.H. KESWICK per la parte britannica e Ciu EN-LAI per la parte cinese. Keswíck rappresentava il RIIA e l'IPR, nonché la Jardine Matheson.
    L'IPR (Institute for Pacific Relations) costituiva la versione americana degli intenti del RIIA, Come il CIIA (Canadian Institute of International Affairs) ne costituiva la filiale canadese. In armonia con il RIIA agirono i centri di influsso filomaoista, rispettivamente in USA e Canada.

    Nel 1949, quando MAO entrò a Shanghai, i britannici conclusero un accordo per tenere Hong Kong sotto il controllo di Londra, e aprirono una linea di comunicazioni confidenziali tra la Cina continentale e Hong Kong. E i britannici cominciarono una campagna propagandistica ufficiale, filomaoista. Keswick aprì quella serie dì canali tra Pechino e Hong Kong che ha il nome di Peking Connection.
    Fin dagli inizi della Repubblica Popolare Cinese, Mao e il suo ministro Ciu En-lai intuirono l’importanza che avrebbe potuto avere il traffico della droga per la causa rivoluzionaria. Nel 1952, in un discorso pronunciato a Wuhan, Ciu En-Lai disse: «Noi stiamo cercando di appoggiare in ogni modo la coltivazione del papavero da oppio. Dal punto di vista della rivoluzione, l'oppio è uno dei mezzi per aiutare la causa rivoluzionaria, e dev'essere usato attivamente. Se affrontiamo la questione dal punto di vista di classe, vediamo che l'oppio costituisce una delle armi più potenti della rivoluzione proletaria... Per noi è della massima importanza esportare eroina e morfina in grandi quantità, usarle per indebolire la capacità di combattere dell'avversario e distruggere il nemico senza fargli guerra” (Isvestia, 17 febbraio 1978; in Kd 156).

    L'arrivo di Pechino a Hong Kong ha trasformato la Cina da semplice produttore di oppio nel socio internazionale della Gran Bretagna nella distribuzione e in seguito nel finanziamento e nel commercio della droga, che offre a Pechino un reddito di 80 miliardi di dollari all'anno.
    LA Repubblica Popolare Cinese è socio di minoranza al 40% dell'oligarchia britannica nel traffico dei narcotici nell'Estremo Oriente. Il traffico della droga, inoltre costituisce la rete di collegamento dello spionaggio cinese.

    Il più colossale affare del mondo
    Il traffico della droga comporta un giro di affari di circa 200 miliardi di dollari, cioè un quinto del commercio mondiale complessivo, valutato sui 1000 miliardi. Rappresenta il più grande affare del mondo, diciotto volte maggiore di quello dell'oro (11 miliardi), quaranta volte maggiore di quello dei diamanti (5 miliardi).
    Da un secolo e mezzo si svolge sotto il controllo dell'oligarchia bancaria, anglo-olandese soprattutto tramite le banche di Hong Kong (Hong-Shang, Jardine Matheson, Charterhouse Japhet).

    1. Coltivazione. L'oppio viene prodotto soprattutto nel Triangolo d'Oro, che si estende dallo Yunnan cinese alla Thailandia, Birmania e Laos. Dalle settecento tonnellate di oppio grezzo si possono ricavare 70 tonnellate di eroina (10%), che per la sua leggerezza offre condizioni di grande commerciabilità.
    Le piantagioni di marijuana sono nell'America Latina: Guyana, Giamaica, ecc. Altri centri di produzione della droga sono il Medio Oriente, gli Stati Uniti, ecc.

    2. Commercio. Il lattice d'oppio grezzo sul luogo di produzione nel Triangolo d'Oro viene pagato 220 dollari al kg. Portato sulle grosse concentrazioni di mercato viene venduto al doppio prezzo, 440 dollari. Quando attraverso altre mediazioni giunge ai grandi mercati di Hong Kong, Bangkok e Rangoon costa dieci volte di più, cioè 4400 dollari, e dallo spacciatore di strada viene veduto in occidente dieci volte tanto. Le successive mediazioni commerciali comprendono varie misure di conservazione e di sicurezza, come le bustarelle alla polizia che a Hong Kong costituiscono la cospicua cifra del 10% dell’incasso, cioè 1 miliardo di dollari su 10.

    E’ notevole il fatto che il prezzo della droga rimane presso che costante in tutti i centri di vendita mondiale: gran parte della sovrapproduzione viene immagazzinata o anche distrutta allo scopo di evitare variazioni di mercato che provocherebbero gravi danni finanziari.
    La corruzione degli organi pubblici a Hong Kong «è gestita da almeno 28 organizzazioni. Le bustarelle non vengono né richieste né offerte: ogni lunedì mattina vari corrieri fanno il giro di tutti gli uffici della polizia e di altri palazzi governativi, lasciando una busta che contiene da 100 a 500 dollari nel primo cassetto di ogni scrivania. Secondo alcuni funzionari di polizia, il poliziotto che rifiutasse di prendere la sua busta potrebbe trovarsi stecchito entro 48 ore» (Kd 137).

    Hong Kong primeggia per il numero più alto di drogati del mondo, cioè oltre un milione (20% della popolazione), il doppio di quelli di New York. Dal prezzo che il tossicodipendente deve spendere per la droga - circa 50 dollari al giorno - si può avere l'idea del giro d'affari della Hong-Shang. Dove prendono i denari tali drogati? Perlopiù dalla malavita: intorno alla droga si sviluppa il crimine organizzato con racket, furti d'auto, prostituzione, pornografia, occupazioni, sequestri, ecc. Hong Kong domina il mondo bancario dell'estremo oriente, e presenta il più alto tasso di liquidità del denaro.

    3. Rete organizzativa. Non è facile inoltrarsi nel dedalo delle istituzioni coinvolte nel traffico della droga e negli affari connessi a tale commercio (oro per pagare i contadini coltivatori, diamanti, bustarelle alla polizia, malavita, ecc.).
    Dalle complesse connessioni descritte con ricchezza di particolari dallo studio Droga SpA, possiamo sintetizzare alcune indicazioni fondamentali:

    - alla banca centrale di Hong Kong, la Hong-Shang , fanno capo gli interessi dell’oligarchia britannica tramite le principali banche inglesi e sioniste di Londra, Wall Street, Israele, Canada, ecc. che con alcune multinazionali fanno da filtro capace di nascondere il «regista al di sopra di ogni sospetto»;

    - alla stessa Hong-Shang fanno capo gli interessi della Repubblica Popolare Cinese (40% delle azioni) e delle banche degli espatriati cinesi Ciao Ciu, commercianti della droga in Estremo Oriente. Su 700 tonnellate di oppio, 400 vengono smerciate sul luogo, e 300 passano alle raffinerie che ne estraggono l'eroina per l'occidente. I grossisti Ciao Ciu attingono prestiti e depongono gli incassi in istituti bancari collegati con la Hong-Shang ;

    - le ingenti somme di denaro sporco accumulato dallo spaccio della droga vengono riciclate in un vasto sistema di banche offshore con trasferimenti bancari via telex in isole o entità esenti da controlli internazionali che non siano anglo-olandesi (Londra, Hong Kong, Svizzera, Liechtenstein, isole Cayman, Bahamas, Caraibi, ecc.).




    Dalla guerra dell'oppio all'affare della droga

  6. #6
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    La lotta contro (certe) droghe


    Da qualche tempo la minaccia posta dai trafficanti di droga dell'America Latina è diventata un surrogato del morente Impero del Male. All'inizio del settembre del 1989 il presidente degli Stati Uniti scatenò una massiccia campagna congiunta governo-mass media. In quel mese la rete dell'Ap trasmise più notizie dedicate alla droga che su America Latina, Asia, Medioriente ed Africa messi insieme. E passando alla televisione, ogni notiziario aveva una importante sezione dedicata al modo in cui la droga sta distruggendo la nostra società, è diventata la minaccia più grave alla nostra esistenza, eccetera.
    L'effetto sull'opinione pubblica fu immediato. Quando Bush vinse le elezioni del 1988, la gente diceva che il problema più grave di fronte al quale si trovava il paese era il deficit del bilancio. Solo il 3% circa citava la droga. Dopo l'attacco dei media, la preoccupazione per il bilancio dello stato era in calo, mentre le droghe erano balzate al 40-45%, il che è particolarmente insolito in quanto si tratta di una questione aperta (alla quale cioè non si sono ancora trovate risposte precise).

    Ora, quando qualche stato amico si lamenta perchè il governo Usa non manda abbastanza denaro, non si sente più rispondere "ci serve per fermare i russi", ma "ci serve per fermare i trafficanti di droga". Come la minaccia sovietica, anche questo nemico fornisce un'ottima scusa per una presenza militare degli Usa là dove sia stata rilevata un'attività di guerriglia o altri semi di ribellione.

    Perciò, dal punto di vista internazionale, la "guerra alla droga" costituisce una copertura per l'ingerenza negli affari di altri paesi. All'interno, non ha molto a che vedere con il problema della droga, ma serve a distrarre la popolazione, ad aumentare la repressione nelle città, a costruire il consenso per l'attacco da sferrare contro le libertà civili.

    Non voglio negare che "l'abuso di sostanze" sia un problema grave. All'epoca in cui venne lanciata la guerra alla droga, le morti causate dal tabacco ammontavano a circa 300.000 all'anno, a cui ne vanno aggiunte circa altre 100.000 provocate dall'alcool. Ma non sono queste le droghe che stavano nel mirino dell'amministrazione Bush. Il governo puntava contro le droghe illegali, che secondo le stime ufficiali facevano molte meno vittime - un po' più di 3.500 all'anno. Uno dei motivi per accanirsi contro queste droghe era che da alcuni anni la loro diffusione era in calo, e quindi l'amministrazione Bush poteva con una certa sicurezza predire che la guerra alla droga "avrebbe avuto successo", portando ad una diminuzione del consumo.

    L'amministrazione dichiarò guerra anche alla marijuana, che a quanto risulta non ha causato nessuna vittima tra i circa 60 milioni di persone che la usano. In realtà, questo giro di vite non ha fatto che esacerbare il problema: molti consumatori di marijuana sono passati da questa sostanza relativamente innocua a droghe più pericolose, come la cocaina, perchè più facili da nascondere.

    Nello stesso periodo in cui veniva annunciata a colpi di grancassa la guerra contro la droga, nel settembre del 1989, l'esecutivo della camera di Commercio americana tenne una riunione a Washington per esaminare una richiesta dell'industria del tabacco: in essa si chiedeva di imporre sanzioni alla Thailandia per rappresaglia contro i suoi tentativi di limitare le importazioni e la pubblicità del tabacco americano. Un'azione governativa già messa in atto in passato per cacciare giù per la gola dei consumatori in Giappone, Corea del Sud e Taiwan, questo narcotico letale che dà assuefazione, con i costi umani di cui abbiamo già parlato.

    Il direttore del Dipartimento della Sanità, Everett Koop, dichiarò di fronte ai rappresentanti della Camera di Commercio che <è il massimo dell'ipocrisia da parte americana chiedere ai governi stranieri di mettere fine al flusso di cocaina, mentre noi continuiamo ad esportare tabacco>. E aggiunse: <Tra alcuni anni la nostra nazione, ripensando a questa applicazione della politica del libero mercato, la giudicherà scandalosa>.

    Anche i rappresentanti thailandesi protestarono e predissero che le sanzioni americane averebbero avuto come conseguenza di bloccare la tendenza alla diminuzione del fumo, avvenuta grazie alle campagne che il loro governo aveva condotto contro l'uso del tabacco. In risposta alla pretesa delle industrie americane, secondo cui il loro tabacco è migliore del mondo, un testimone thailandese affermò: <Certamente nel Triangolo d'Oro abbiamo prodotti di ottima qualità, ma non pretendiamo che sia il principio del libero mercato a governarli, anzi, li abbiamo distrutti>. Alcuni critici ricordarono la guerra dell'oppio di 150 anni prima, quando il governo inglese costrinse la Cina ad aprire le porte all'oppio proveniente dall'India Britannica, patrocinando in modo untuoso e ipocrita le virtù del libero mercato mentre imponeva con la forza alla Cina la tossicodipendenza su larga scala.

    Questa è la più grossa storia di droga dei nostri tempi. Immaginate i titoloni a tutta pagina: "Il governo americano è il più grosso narcotrafficante del mondo". Farebbe certamente vendere i giornali. Eppure la vicenda che abbiamo raccontato è passata praticamente inosservata, senza accennare alle ovvie conclusioni che se ne possono trarre.

    Un altro aspetto del problema droga, anche questo molto sottovalutato, è il ruolo-guida del governo americano nella promozione del traffico di stupefacenti fin dalla II guerra mondiale. E' accaduto in parte nel dopoguerra, quando gli Usa iniziavano a indebolire la resistenza antifascista e il movimento dei lavoratori era divenuto uno dei loro bersagli.

    In Francia, la minaccia posta dal potere politico e dall'influenza del movimento operaio era aggravata dagli sforzi compiuti da quest'ultimo per bloccare le forniture di armi all'esercito francese che cercava, con l'aiuto americano, di riprendersi l'ex colonia del Vietnam. La Cia pertanto iniziò a indebolire ed a dividere il movimento operaio francese - con l'aiuto dei principali leader laburisti americani, i quali furono piuttosto orgogliosi del loro ruolo.

    Il compito della Cia richiedeva l'utilizzo di crumiri e di agenti provocatori. E chi li poteva procurare più facilmente se non la Mafia? Questa ovviamente non si accollò questa fatica solo per il gusto di farlo, ma volle un compenso per l'impegno profuso. E lo ottenne: fu autorizzata a ricostruire il racket dell'eroina, che era stato soppresso dai governi fascisti - ed ecco come nacque la famosa "French connection" che dominò il mercato della droga fino agli anni 60.

    Successivamente il centro del mercato della droga si spostò in Indocina, soprattutto in Laos e in Thailandia. Anche questo cambiamento fu un "effetto collaterale" di un'operazione della Cia: la "guerra segreta" combattuta in quei paesi durante la guerra del Vietnam da un esercito mercenario al soldo dell'intelligence americana. Anche costoro avevano preteso un compenso per il contributo prestato. Più tardi, quando la Cia spostò il proprio campo di attività in Pakistan e in Afghanistan, il racket della droga esplose anche lì.

    Allo stesso modo, la guerra clandestina contro il Nicaragua rappresentò l'asso nella manica per i narcotrafficanti della regione, quando i voli illegali allestiti dalla Cia per le forze mercenarie pagate dagli Usa offrirono una via facile e comoda, nel viaggio di ritorno, per spedire la droga in America: qualche volta addirittura, riferiscono i narcotrafficanti, istradata attraverso le basi dell'aviazione degli Stati Uniti.

    La stretta correlazione tra il racket della droga e il terrorismo internazionale (chiamato talora "contro-guerriglia", "conflitto a bassa intensità" o con qualche altro eufemismo) non sorprende. Le operazioni clandestine richiedono un'enorme quantità di denaro, alle cui origini è meglio che non si possa risalire. E richiedono anche manodopera criminale. Il resto viene da sè.

    tratto da "I cortili dello Zio Sam" di Noam Chomsky




    La lotta contro (certe) droghe

  7. #7
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    C.I.A. e droga: parla Noriega -

    A questo link:


    Cia e droga: parla Noriega

  8. #8
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    News: : DROGA E SERVIZI SEGRETI -


    Inviato da altrestorie

    Sunday 16 March 2008 -



    Io che ho partecipato a quegli anni ho visto un 'intera generazione fiaccata dall'eroina, che si diffuse come un veleno nell'ambito di quella che era la frangia "estremista" della gioventù di allora (fine anni '70). Una frangia carica di voglia di cambiamento, di rabbia verso il potere con cui era aspramente critica. Quella rabbia fu prima attenuata e poi spenta dagli oppiacei. Perchè quella carica poteva esser destabilizzante per il potere costituito, per l'establishment.


    Sto leggendo un libro da poco uscito sull'omicidio di Moro, scritto da De Lutiis, mi sono imbattuto nella conferma della ricostruzione storica operata da G. Blumir nel suo libro Eroina, circa la diffusione di droghe nell'ambito dei movimenti giovanile negli anni 60/70.


    Il libro stampato nel '78 racconta di strani fenomeni intorno alla diffusione delle droghe, soprattutto quelle pesanti, nell'Italia degli anni '70.
    In quegli anni si assiste ad una feroce repressione di hippies e freakettoni che si facevano gli spinelli, mentre viene lasciata prima mano libera a chi spacciava le pasticche di morfina che provenivano dalle scorte della guerra in Vietnam; poi a quelli che spacciavano eroina.
    Già allora Blumir punta il dito contro i servizi, che non sono deviati, ma operano secondo una precisa strategia politica,conosciuta dal potere politico di allora (cioè la DC).
    Nel libro di De Lutiis che ho citato, si trova conferma, documentata, del fatto che i servizi occidentali usavano la droga come strumento di controllo.
    E' accertato che c'erano operazioni coperte volte ad infiltrare i "movimenti" giovanili per controllarli ed usarli. Ma anche per fiaccarli attraverso la diffusione di droga, impedendo che le frange della protesta si allargassero.
    Io che ho partecipato a quegli anni ho visto un 'intera generazione fiaccata dall'eroina, che si diffuse come un veleno nell'ambito di quella che era la frangia "estremista" della gioventù di allora (fine anni '70). Una frangia carica di voglia di cambiamento, di rabbia verso il potere con cui era aspramente critica. Quella rabbia fu prima attenuata e poi spenta dagli oppiacei. Perchè quella carica poteva esser destabilizzante per il potere costituito, per l'establishment.
    Le droghe in genere erano allora viste come un altro strumento di contestazione e rifiuto, ma se la marijuana non provocava danni, l'eroina era devastante per la volontà dei ragazzi. Cosi anche a Napoli avvenne che accanto alla scomparsa dal mercato delle droghe leggere, ci fu una diffusione massiccia delle droghe pesanti, anfetamina ed lsd prima, eroina dopo. Siamo nella seconda metà degli anni '70. Giovani impegnati, anche se in maniera confusa, nei movimenti di quegli anni, divennero dei junkers, dei drogati, che non avevano altre interesse che la droga. Deboli fisicamente e mentalmente, ricattabili, passibili di arresti come e quando si voleva. Disposti a "collaborare" per una dose che alleviasse la loro astinenza.
    Da allora in poi l'eroina fu usata come efficace strumento di controllo. Non solo attraverso lo spaccio nelle strade, ma anche attraverso i SERT (servizio territoriale tossicodipendenze). Questi all'inizio distribuivano metadone (vedi) a litri, facendo danni soprattutto ai ragazzi che rimanevano inebetiti dalle dosi massicce. Perchè il metadone era usato impropriamente.
    Perchè lo scopo non era aiutare, "guarire", era controllare.
    Bisognava assicurarsi di spegnere la carica di rabbia di quella frangia di gioventù, chiamata deviante, potenzialmente pericolosa, in quanto non organica al potere, portatrice di una cultura che tendeva a disconoscere quel potere. Gli oppiacei erano uno strumento adattissimo di controllo. Perchè inducevano un 'astinenza fortissima che metteva i consumatori abituali in una situazione di estrema vulnerabilità, in quanto facilmente ricattabili. Inoltre gli effetti degli oppiacei sono un torpore permanente, passata la breve fase euforizzante e fanno perdere interesse per tutto ciò che non è la droga ed i mezzi per procurarsela. Furono vittime i giovani più fragili, ma anche numerose intelligenze vivaci che, avrebbero potuto comunque dare fastidio. La merce droga ha interessato da sempre i servizi, Cia in testa. Questa è cosa accertata, tranne per quelli che si rifiutano di vedere. Sia perchè potente strumento di controllo, sia perchè fonte di profitti enormi impiegati poi per finanziare operazioni oscure e traffici di armi destinate a movimenti controllati dalla Cia stessa per destabilizzare governi non amici (Nicaragua).
    In sudamerica il traffico di cocaina si svolge ormai da sempre sotto l'occhio interessato della Cia, o almeno di una parte di essa.
    Cosi avveniva nel sud-est asiatico con l'eroina.
    Queste cose bisognerebbe farle leggere agli idioti proibizionisti, alcuni in buona fede, che non riescono a capire quanto queste sostanze diventino pericoloso se proibite.
    Consiglio la lettura sia dei brani sotto che dell'estratto riguardante la diffusione dell'eroina in Italia. Sono un po' lunghi, ma illuminanti e chiave di lettura di molti altri avvenimenti.



    Giuseppe Galluccio 16/3/08



    www.altrestorie.org: DROGA E SERVIZI SEGRETI

  9. #9
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    Il MI6 domina il commercio mondiale della droga

    Di James Casbolt – traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILMARI



    Potrà essere una rivelazione per molte persone il fatto che il commercio globale della droga è controllato e gestito dalle agenzie di spionaggio. In questo traffico mondiale di droga, l’intelligence britannica regna sovrana. Come sanno bene le persone informate su questo argomento, MI5 e MI6 controllano molte delle altre agenzie di spionaggio al mondo (CIA, MOSSAD, ecc..) in un’ampia rete di intrighi e corruzione che ha la sua base di potere globale nel “miglio quadrato” della City di Londra. Il mio nome è James Casbolt ed ho lavorato per il MI6 in “operazioni occulte” di traffico di cocaina con l’IRA ed il MOSSAD a Londra e Brighton fra il 1995 e il 1999.

    Anche mio padre Peter Casbolt era nel MI6 e lavorò con la CIA e la Mafia a Roma, trafficando cocaina in Gran Bretagna. Dalla mia esperienza ho ricavato la consapevolezza che le distinzioni di tutti questi gruppi sono sfumate a tal punto che alla fine eravamo un unico gruppo internazionale che lavorava assieme per gli stessi obiettivi. Eravamo marionette le cui corde erano tirate da burattinai globali con sede nella City di Londra. La maggior parte dei livelli delle agenzie di spionaggio non sono leali verso i cittadini del paese in cui risiedono e si vedono come “al di sopra della nazione”.

    E’ stato dimostrato oltre ogni ombra di dubbio che la CIA ha importato la maggior parte della droga in America negli ultimi cinquanta anni (andate a vedere il sito web “From the wilderness” dell’ex-ufficiale della LAPD Michael Rupert come prova). La CIA opera agli ordini dello spionaggio britannico ed è stata creata proprio da questo nel 1947. La CIA ancor oggi è leale ai banchieri internazionali con base nella City di Londra ed alle famiglie aristocratiche dell'elite globale come Rothschild e Windsor. Da quando è stato attivo, il MI6 ha sempre introdotto droga in Gran Bretagna.

    Non è che introducano 'della' droga in Gran Bretagna, io stimerei che il MI6 vi introduca circa il novanta per cento della droga complessiva. Lo fanno tramite il controllo di molti gruppi terroristici e criminali organizzati, e gruppi come l’IRA sono pieni di agenti MI6. Il MI6 importa eroina dal Medio Oriente, cocaina dal Sudamerica e cannabis dal Marocco, come da altri luoghi. L'intelligence britannica ha inoltre progettato e creato l’LSD negli anni ‘50 in luoghi come il Tavistock Institute di Londra. Negli anni ‘60 il MI5, il MI6 e la CIA usavano l’LSD come arma contro i manifestanti arrabbiati per trasformarli in 'figli dei fiori' troppo sballati per organizzare una rivoluzione.

    Il Dott. Timothy Leary, il guru dell’LSD degli anni Sessanta era un burattino nelle mani della CIA. I fondi monetari e la droga per la ricerca di Leary provenivano dalla CIA e Leary afferma che Cord Meyer, l'agente CIA incaricato di finanziare la contro-cultura dell’LSD degli anni Sessanta "mi ha aiutato a capire più chiaramente il mio ruolo culturale politico". Nel 1998, mi furono inviate dal MI5 3000 dosi di LSD su carta assorbente con l’immagine della bandiera europea stampata sopra. L'uomo del MI5 che li spedì disse a mio padre che era una “firma” del governo e che questo LSD era chiamato “Europa”.

    Il traffico mondiale della droga controllato dallo spionaggio britannico vale almeno 500 miliardi di sterline all’anno. E’ più del commercio mondiale del petrolio e le economie di Gran Bretagna ed America dipendono totalmente dal denaro della droga. Il boss della mafia John Gotti espose questa situazione in tribunale quando gli venne chiesto se fosse coinvolto nel traffico di droga. Rispose "No, noi non possiamo competere con il governo". Credo che sia stata soltanto una mezza verità perché la mafia e la CIA ai livelli più elevati sono lo stesso gruppo. In Gran Bretagna, i soldi della droga del MI6 sono riciclati attraverso la Banca d'Inghilterra, la Banca Barclays e altre aziende di note famiglie. I soldi della droga passano da conto a conto fino a disperdere le loro origini in un’enorme rete di transazioni.

    I soldi della droga escono “più puliti”, ma non totalmente puliti. A questo punto, le famiglie che gestiscono il business corrotto dei diamanti, come gli Oppenheimer, usano questi soldi per acquistare diamanti. Questi sono poi venduti, ed i soldi della droga diventano puliti. Il MI6 e la CIA sono inoltre responsabili della diffusione endemica della cocaina crack in Gran Bretagna e America. Nel 1978, il MI6 e la CIA erano in Sudamerica a studiare gli effetti sui nativi che fumano la colla della cocaina 'basuco'. Questa droga ha lo stesso effetto della cocaina crack. Hanno visto che il potenziale di resistenza e assuefazione era di gran lunga superiore alla cocaina ordinaria e crearono la cocaina crack dalla formula del basuco. Il MI6 e la CIA da allora hanno sommerso la Gran Bretagna e l'America di crack.

    Due anni dopo, nel 1980, la Gran Bretagna e l'America iniziavano a vedere i primi segni della diffusione della cocaina crack sulle strade. Il 23 agosto 1987, in una comunità rurale a sud di Little Rock in America, due ragazzi minorenni di nome Kevin Ives e Don Henry sono stati assassinati e fatti a pezzi dopo essere stati testimoni di una consegna di cocaina da parte della CIA, all'interno di un’operazione di traffico di droga con base in un piccolo aeroporto a Mena, Arkansas. Bill Clinton era allora governatore dell'Arkansas. Bill Clinton a quell’epoca era coinvolto con la CIA e per l’aeroporto di Mena, Arkansas, ogni mese transitava cocaina per un valore di 100 milioni di dollari. A riprova controllate i libri 'Compromise' e 'Dope inc'.

    Sui traffici internazionali di droga MI6 di mio padre, qualunque cosa cadesse dalla parte posteriore del camion, per così dire, lui la teneva e la vendeva in Gran Bretagna. Finchè mio padre incontrava i motoscafi dal Marocco nella Costa del Sol e poi trasportava i carichi di canapa tramite camion MI6, IRA in Gran Bretagna ogni mese, lo spionaggio britannico era felice. Finchè mio padre gestiva spedizioni di cocaina da Roma ogni mese, MI5 e MI6 erano felici. Se mio padre ne teneva una puntina per venderla nessuno si preoccupava perché c’era abbastanza droga e soldi per arrivare ad un giro di 500 miliardi di sterline all’anno di commercio mondiale di droga. Quelli che in effetti pagavano erano le persone assuefatte. E stavano pagando con la loro sofferenza.

    Ma il destino (karma) ti raggiunge sempre e sia io che mio padre siamo diventati eroinomani negli ultimi anni e mio padre è morto drogato e povero in prigione in circostanze molto strane. Oggi, sono pulito e libero dalla droga e voglio contribuire ad arrestare questa sofferenza di cui non si parla causata da questo commercio mondiale di droga. Le agenzie di spionaggio hanno sempre usato droghe che causano assuefazione come armi contro le masse per portare avanti il loro programma di lunga durata per un unico governo mondiale, un’unica forza di polizia mondiale per la quale è stata designata la NATO ed una popolazione con micro-chip impiantati, conosciuto come il Nuovo Ordine Mondiale. Mentre la popolazione guarda “Coronation street” in una trance indotta da droga o alcool, il Nuovo Ordine Mondiale si sta insinuando alle loro spalle. Per esporre correttamente il funzionamento di questo commercio mondiale della droga gestito dallo spionaggio dobbiamo presentare i giocatori chiave di questo settore:

    1) Tibor Rosenbaum, un agente MOSSAD e capo del Banque du Credit International con sede a Ginevra. Questa banca era il precursore della nota Banca di Credito e Commercio Internazionale (BCCI) che è una delle principali banche per il lavaggio di denaro derivante dalla droga dello spionaggio. La rivista “Life” ha presentato la banca di Rosenbaum come una riciclatrice dei soldi della criminalità organizzata che fa capo alla famiglia americana di Meyer Lanksky e Tibor Rosenbaum ha fondato e sostenuto 'Permindex', l'unità di assassini MI6 coinvolta nell'assassinio di John F. Kennedy.

    2) Robert Vesco, sponsorizzato dal ramo svizzero dei Rothschild e parte della connessione americana al cartello della droga di Medellin in Colombia.

    3) sir Francis de Guingand, ex capo dello spionaggio britannico, ora vive in Sudafrica (ed ogni capo di MI5 e MI6 prima e dopo lui è stato coinvolto nel mondo della droga).

    4) Henry Keswick, presidente di Jardine Matheson che è una delle più grandi operazioni di traffico di droga al mondo. Suo fratello John Keswick è presidente della Banca d'Inghilterra.

    5) sir Martin Wakefield Jacomb, direttore della Banca d'Inghilterra dal 1987 al 1995, vicepresidente nel 1985 della Barclays Bank, direttore del giornale Telegraph nel 1986 (questa è la ragione per cui questa manica di vermi non finisce sui mass media. La gente che perpetra questi crimini controlla la maggior parte dei mass media. In America, l'ex direttore della CIA William Casey è capo del consiglio di amministrazione della rete ABC. Molti insiders si riferiscono alla ABC come alla "rete della CIA")

    6) George Bush Senior, ex Presidente ed ex capo della CIA e principale barone della droga americano, che ha affrontato più guerre sulla droga di ogni altro presidente. Che in realtà è solo un metodo per eliminare la concorrenza. Si potrebbe scrivere un libro intero sulla partecipazione di George Bush al commercio mondiale di droga, ma è ben trattato nel libro 'Dark alliance' del giornalista investigativo Gary Webb.

    Gary Webb fu trovato ucciso con due ferite d'arma da fuoco nella parte posteriore della testa. Il caso è stato dichiarato un ‘suicidio'. Immaginatevi. Gary Webb così come io ed altri investigatori, abbiamo scoperto che i soldi derivati dalla droga di molte di queste “operazioni occulte” sono stati usati per finanziare progetti classificati oltre “top secret”. Questi progetti includono la costruzione e gestione di basi nel sottosuolo in Dulce nel Nuovo Messico, Pine Gap in Australia, Snowy Mountains in Australia, Nyala Range in Africa, ad ovest di Kindu in Africa, vicino al confine libico dell'Egitto, nel Monte Bianco in Svizzera, Narvik in Scandinavia, nell'isola di Gottland in Svezia ed in molti altri posti in giro per il mondo (dirò di più su queste basi sotterranee nel mio prossimo articolo). Le informazioni sul funzionamento di questo commercio mondiale di droga delle agenzie di intelligence devono assolutamente uscire su vasta scala.

    Qualsiasi informazione, osservazione o feedback che possa aiutare il mio lavoro saranno benvenute.

    Nota di "The Truth Seeker”:
    I lettori dovrebbero notare che Casbolt originariamente si è messo in contatto con questo sito con la storia appena narrata. Nel farlo, ha incontrato problemi ad inviare via mail il racconto e lo abbiamo ricevuto solo ora. Secondo James, sembrava ci fosse qualcuno che stava provando ad evitare che lo spedisse. Tuttavia, non ha detto nulla di ciò perché pensava che "potesse suonare paranoico". A noi non sembra e lo prendiamo fortemente come conferma di quanto detto sopra.




    James Casbolt, ex agente MI- 6. St Ives, Cornwall-19/5/06 E-mail-jamescasbolt@hotmail.co.uk
    Fonte: The Truth Seeker
    ink: The Truth Seeker - MI6 Are The Lords of the Global Drug Trade
    22.05.2006
    Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILMARI
    Ultima modifica di Avamposto; 21-09-10 alle 12:13

  10. #10
    Avamposto
    Ospite

    Predefinito Rif: La C.i.a. e il traffico internazionale di droga -

    legami della CIA con la droga in Afghanistan?

    Author: Giulio Nils Caroletti |



    Mentre i nostri giornali si occupano ampiamente delle vicende personali di Marrazzo e altri presunti politici impegnati nelle lenzuola, una notizia passa completamente inosservata alla nostra stampa: il New York Times svela come il fratello del presidente afgano Karzai, Ahmed Wali Karzai, sospettato di essere uno dei principali artefici del commercio di oppio del paese, sia da otto anni a libro paga della CIA.

    Questo è un articolo che non dovremmo scrivere. Perché "Alla-Fonte" è un sito che vuole esaminare i documenti e fare ricerche proprie, e non fare da cassa di risonanza per notizie d'agenzia oppure per informazioni che non abbiamo potuto verificare con mano. Però è necessario scriverlo, soprattutto per la pochezza con cui si affrontano tali notizie sui giornali italiani. Nel momento in cui scriviamo questo articolo sono pubblicati due giorni dalla notizia data dal New York Times, ma i siti internet dei principali quotidiani latitano. Forse la notizia emergerà tra qualche giorno, come si usa fare coi riempitivi buoni per tutte le stagioni. O forse neanche questo.
    In base alle fonti del New York Times, che hanno tutte richiesto l'anonimato per avere diffuso notizie secretate, la CIA avrebbe tenuto a libro paga per gli ultimi otto anni Ahmed Wali Karzai, fratello di Hamid Karzai (presidente afgano uscente e candidato favorito al ballottaggio prossimo venturo). Ahmed Karzai sarebbe pagato per una serie di operazioni, tra le quali il reclutamento di forze paramilitari afgane che operano agli ordini della CIA nella regione di Kandahar.

    Il New York Times sottolinea come la questione complichi la situazione americana in Afghanistan: non solo i legami troppo stretti tra USA e i fratelli Karzai suscitano il dubbio che il presidente Karzai sia solo un presidente-fantoccio nelle mani degli USA (o quantomeno della CIA), ma si teme anche che la compromissione della CIA con un uomo sospettato di traffico di droga contribuisca a indebolire decisamente l'interesse della CIA nel combattere efficacemente la coltivazione d'oppio.

    Nonostante le accuse del New York Times, sia Ahmed Karzai sia la CIA si sono affrettati a negare la notizia. Le accuse di traffico di droga ad Ahmed Wali Karzai sono attualmente non provate, sebbene più d'una delle fonti del New York Times affermi che, data la mole di traffico di droga che ha luogo nella regione di Kandahar, che è controllata ferreamente da Ahmed Karzai,è improbabile che questi ne permetta lo svolgimento senza trarne benefici. Ahmed Karzai è inoltre accusato di avere fabbricato centinaia di migliaia di voti falsi a favore del fratello per le ultime elezioni presidenziali.

    Alla vigilia della decisione dell'amministrazione Obama sulle future strategie in Afghanistan, e del ballottaggio che eleggerà il nuovo Presidente, si potrebbe pensare che questa indiscrezione sia di primaria importanza per il futuro della missione in Afghanistan e quindi, dati i suoi molteplici collegamenti internazionali, per il Medio Oriente e la politica di tutto il mondo occidentale. I nostri giornali, però, non se ne sono ancora accorti.



    Fonti:

    http://www.nytimes.com/2009/10/28/wo...ewanted=1&_r=1

    http://www.nytimes.com/2008/10/05/wo.../05afghan.html

 

 
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