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    Predefinito Rif: La Repubblica Islamica dell'Iran -


  2. #322
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    Predefinito Rif: La Repubblica Islamica dell'Iran -

    Iran-Iraq. I vecchi nemici si riavvicinano

    A pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo di Bagdad, Iraq e Iran, nemici storici, stanno lavorando per rafforzare i rapporti bilaterali tra i due Paesi. Ieri il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi – succeduto di recente a Manoucher Mottaki – si è recato in visita ufficiale a Baghdad dove ha incontrato il collega iracheno Hoshier Zibari (insieme nella foto), in quella che è la terza visita di alto livello effettuate in Iraq dopo il voto di fiducia del Parlamento al nuovo governo. Prima di lui erano arrivati il ministro degli Esteri egiziano Ahmed Abul Gheit e il premier giordano Samir al-Rifaie.
    L’Iran, del resto, era stato uno dei primi Paesi a salutare con favore il nuovo esecutivo di Baghdad, costituitosi il 21 dicembre scorso sotto la guida del premier uscente Nouri al Maliki – particolarmente apprezzato negli ambienti sciiti e vicino a Teheran – dopo una crisi politica durata ben nove mesi. Un’impasse terminata solo con un accordo tra il premier e il suo principale sfidante, Iyad Allawi. Con la sua coalizione di ispirazione laica (Iraqiya), Allawi è riuscito ad attirare le simpatie di molti sunniti – fortemente colpiti dalla campagna di “debaatificazione” dal precedente governo al Maliki, indirizzata contro i vecchi rappresentanti del partito di Saddam Hussein – e a conquistare una risicata maggioranza. Non abbastanza per nominare un nuovo governo, ma sufficiente a fargli ottenere alcuni posti nel nuovo (affollatissimo) esecutivo.
    Ma se al Maliki – che per tornare al governo ha stretto alleanza anche con il leader nazionalista Moqtada as Sadr, per lungo tempo in esilio volontario in Iran – è ben visto a Teheran, Allawi può contare sull’appoggio degli Stati Uniti (che lo imposero come primo ministro dell’Iraq dopo l’invasione del 2003) e dell’Arabia Saudita (Paese a preponderante maggioranza sunnita), preoccupati entrambi per una crescente influenza dell’Iran sciita nella regione.
    In un’intervista al Wall Street Journal pubblicata a fine dicembre, al Maliki ha definito semplice “paranoia” il timore di Washington secondo cui l’Iraq potrebbe cadere nella mani di Teheran dopo il ritiro delle truppe Usa, previsto per la fine del 2011. “È impossibile che l’Iraq venga trascinato in un asse o in un’orbita. Noi rifiutiamo questa ipotesi da qualunque parte venga, Iran, Turchia o Paesi arabi”, ha affermato, sottolineando tuttavia che Bagdad non intende transigere sulla data del ritiro statunitense. L’accordo, ha dichiarato “non è suscettibile di estensioni o modificazioni. È già sigillato”.
    Opinione condivisa anche dal ministro degli Esteri iraniano, che durante la visita di ieri ha ribadito la necessità che i Paesi stranieri “lascino l’Iraq appena possibile”, dicendosi convinto che gli iracheni sono in grado di garantire la propria indipendenza “senza la presenza di truppe straniere”.


    Iran-Iraq. I vecchi nemici si riavvicinano | Esteri | Rinascita.eu - Quotidiano di Sinistra Nazionale
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  3. #323
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    Predefinito Rif: La Repubblica Islamica dell'Iran -

    Vescovo Grampa in partenza per l’ Iran

    Il vescovo di Lugano guiderà la delegazione della conferenza episcopale elvetica che si recherà in Iran dal 7 al 14 gennaio.



    Scopo della visita rafforzare il dialogo tra cristiani e musulmani e di sostenere le minoranze di tutte le confessioni cristiane. La notizia é stata confermata ieri direttamente dalla conferenza episcopale. La delegazione, composta di sette persone, andrà a Teheran, Qom e Mashhad.


    Vescovo Grampa in partenza per l’ Iran | Ticinolive
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  4. #324
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    Predefinito Rif: La Repubblica Islamica dell'Iran -

    Iran: americana ammette spionaggio
    Lo afferma il vice comandante in capo delle guardie di frontiera

    (ANSA) - TEHERAN, 9 GEN - L'americana arrestata nel nord ovest dell'Iran nei pressi della frontiera con Armenia e Azerbaigian, avrebbe riconosciuto una attivita' spionistica: lo ha detto il vice comandate in capo delle guardie di frontiera iraniane alla tv. Sabato scorso la stessa fonte aveva reso noto che una 'spia americana era stata arrestata a Jolfa', regione a nord ovest del paese, mentre riprendeva con la telecamera 'facendo finta di essere una turista'. La donna era stata identificata con il nome di Hal Talajan



    Iran: americana ammette spionaggio - Mondo - ANSA.it
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  5. #325
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    Iran: Salehi, in grado di produrre da soli combustibile nucleare‎

    Teheran, 8 gen. - (Adnkronos/Aki) - L'Iran e' in grado di produrre barre di combustibile nucleare per alimentare i propri reattori senza aiuti esterni. E' quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri ad interim di Teheran, Ali Akbar Salehi, citato dall'agenzia d'informazione 'Fars'.

    "Abbiamo realizzato un'unita per la produzione di combustibile nell'impianto nucleare di Isfahan", ha affermato Salehi, che e' anche a capo dell'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran (Oeai). "Con il completamento di quest'unita' - ha aggiunto - siamo diventati uno dei pochi paesi al mondo in grado di produrre barre di combustibile nucleare".

    08/01/2011


    Iran: Salehi, in grado di produrre da soli combustibile nucleare - - Libero-News.it
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  6. #326
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    IRAN/NUCLEARE: FIDEL CASTRO ATTACCA USA E ISRAELE, UCCIDONO SCIENZIATI

    (ASCA-AFP) - L'Avana, 7 gen - Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele sarebbero responsabili dell'uccisione di diversi scienziati nucleari iraniani, fatti sparire nel tentativo di bloccare i programmi della Repubblica Islamica. L'accusa e' del vecchio leader cubano, Fidel Castro, che in un articolo pubblicato oggi dalla stampa locale, parla di ''sparizioni coordinate'' e di ''macelleria organizzata''.

    ''Cosa ne direbbe Einstein?'', si chiede Castro, aggiungendo che dal 2007 a oggi sono state diverse le vittime dei servizi segreti dei tre paesi chiamati in causa, fra i quali Massoud Ali Mohammadi, ucciso da un ordigno fuori dalla sua abitazione un anno fa.

    ''Non mi ricordo di nessun momento storico in cui l'assassinio di scienziati rappresentasse la politica ufficiale di un gruppo di potenti in possesso di armi nucleari'', ha aggiunto il leader cubano, avvertendo che l'Iran potrebbe reagire con maggiore violenza ''se dovesse applicare la stessa assurda formula criminale''.

    red-uda/sam/ss


    IRAN NUCLEARE FIDEL CASTRO ATTACCA USA E ISRAELE UCCIDONO SCIENZIATI - Agenzia di stampa Asca
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  7. #327
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    IRAN: SCOPERTO GIACIMENTO DI GAS VALUTATO 50 MLD DLR

    L'Iran, il secondo Paese esportatore di petrolio piu' importante dell'Opec, ha scoperto un giacimento di gas, nel sud del Paese, con riserve valutate 50 miliardi di dollari. Lo ha reso noto il ministro del Petrolio, Massoud Mirkazemi. Nel giacimento Khayam, situato sulla terraferma, ad est di Assaluyeh sul Golfo Persico, ci sono '260 mld di metri cubi di gas, di cui 210 possono essere sfruttati, il che vuol dire circa 24 milioni di metri cubi al giorno', ha spiegato il ministro. L'Iran e' il secondo Paese al mondo, dopo la Russia, per riserve mondiali di gas naturale. Nel giacimento di South Pars, nel Golfo, che condivide con il Qatar, si trovano l'8 per cento delle riserve mondiali .


    IRAN:-SCOPERTO-GIACIMENTO-DI-GAS-VALUTATO-50-MLD-DLR | Economia
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  8. #328
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    Iraq e Iran sempre più vicini



    Baghdad – A poco meno di un mese dalla formazione del nuovo esecutivo di Baghdad, un grande nodo rimane da sciogliere: se e come la fragile e giovane democrazia irachena riuscirà a resistere alle pressioni interne e alle ingerenze esterne. Da un lato le insurrezioni ba’atiste si sovrappongono alla minaccia di al-Qaeda, dall’altro la crescente influenza iraniana nei confronti di diverse fazioni irachene minaccia di vanificare qualsiasi progresso verso un governo moderato e rappresentativo, soprattutto in vista del ritiro delle truppe Usa previsto per la fine del 2011.
    Il ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salehi non ha perso tempo e si è subito recato a Baghdad, dove il 5 gennaio ha incontrato il collega iracheno Hoshier Zibari. Durante il suo precedente mandato come Primo Ministro, al-Maliki ha sempre mantenuto buone relazioni con Teheran e i leader iraniani, specialmente con l’Ayatollah Ali Khamenei, tanto che nella fase pre-elettorale la Repubblica Islamica ha ripetutamente cercato di convincere il Premier iracheno ad unirsi all’INA per formare un’ampia coalizione sciita internazionale.
    Al-Maliki ha però rifiutato un accordo diretto con lo storico nemico, definendo «paranoia» la paura di Washington che l’Iraq possa allearsi con Teheran. «È impossibile che l’Iraq venga trascinato in un asse o in un’orbita. Noi rifiutiamo questa ipotesi da qualunque parte venga, Iran, Turchia o Paesi arabi», ha affermato in un’intervista al Wall Street Journal, ribadendo però che la data del ritiro statunitense “non è suscettibile di estensioni o modificazioni. È già sigillata”. La pensa allo stesso modo Salehi, che durante la sua visita a Baghdad ha sottolineato che è necessario che gli Usa «lascino l’Iraq appena possibile».



    L’incontro tra i due Ministri ha gettato solide basi per la risoluzione dei problemi e per una pacifica coesistenza tra i due Paesi, creando un terreno favorevole alla gravitazione di Baghdad intorno a Teheran, benché al-Maliki debba fare attenzione a non inimicarsi la minoranza sunnita.
    Dalla caduta del regime di Saddam, 7 anni fa, l’Iran ha tentato di rafforzare le relazioni bilaterali con l’Iraq facendo leva sul forte legame storico, religioso e culturale che lega i due Paesi. E che una forte affinità esista è innegabile: ambedue sono nazioni sciite. Per di più, l’Iraq è il luogo dove è nata la Scià e ancora oggi ospita i mausolei di Ali e Hussein, meta di pellegrinaggi per tutti i credenti sciiti che li considerano il primo e il terzo imam, legittimi eredi del profeta.
    La preoccupazione per l’ingerenza di Teheran nella politica irachena aumenta in vista del ritiro Usa del 2012. Gli osservatori internazionali hanno seri dubbi sul fatto che le forze di sicurezza irachene siano in grado di rimpiazzare le truppe Usa nel garantire la stabilità del Paese. Una volta che gli Usa non faranno più da collante, gli elementi di conflitto presenti in Iraq, e in parte alimentati dai Paesi confinanti, minacciano di dar vita a una drammatica battaglia per l’influenza e il potere che potrebbe gettare l’Iraq in un nuovo periodo di violenza e caos. L’Iran lo sa e sembra prepararsi a colmare almeno in parte il vuoto americano nell’area. È uno scenario a tinte fosche: la soluzione di un accordo tra Iran e Stati Uniti sull’Iraq sembra irrealistico. D’altra parte il risultato delle elezioni del 7 marzo ha confermato una volta ancora che è difficile stabilizzare l’Iraq senza dialogare con Teheran.


    “riavvicinamento Iran-Iraqâ€, “visita Salehi a Baghdadâ€, "ritiro Usa da Iraq", “ritiro Usa dall’Iraqâ€
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    EST - Iran, ripartono i colloqui sul nucleare: delegazioni a confronto
    Rappresentanti Teheran parlano di “atmosfera positiva”, ma un accordo sembra improbabile



    Roma, 21 gen (Il Velino) - Ripartono da Istanbul le trattative tra l’Iran e il gruppo 5+1 sul dossier nucleare. Il primo round di colloqui si è svolto “un un’atmosfera positiva”, secondo quanto riferito da fonti della delegazione di Teheran. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton guida la delegazione composta da esponenti di Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania. Il regime iraniano, che continua a sostenere gli scopi pacifici del proprio programma nucleare, ha più volte chiarito che la questione non è oggetto di trattative. “Vogliamo discutere dei problemi fondamentali della politica globale”, ha ribadito ancora questa mattina, prima dell’avvio dei colloqui, Saeed Jalili, a capo della delegazione iraniana. Da Washington, Mark Toner, portavoce del dipartimento di Stato, ha chiarito che l’amministrazione Usa “non si aspetta nessun accordo importante” da questi colloqui, piuttosto la possibilità di stabilire “un processo costruttivo” che porti l’Iran “ad impegnarsi e rispondere alle preoccupazioni della comunità internazionale sul proprio programma nucleare”. L’unico vero obiettivo che il gruppo del 5+1 punta a raggiungere è il consenso di Teheran a liberarsi gradualmente di uranio a basso arricchimento. Ma finora le divergenze sulla quantità di uranio arricchito da eliminare non hanno consentito la firma di un accordo tra le parti.

    I mediatori sono pronti a riproporre ancora una volta l’accordo in base al quale l’Iran cede uranio arricchito in cambio di combustibile nucleare da utilizzare nel reattore di Bushehr. Una prima versione dell’intesa fu raggiunta nell’ottobre del 2009 ma sfumò in un secondo momento. A maggio del 2010 il regime firmò un accordo di scambio di uranio con Turchia e Brasile, subito respinto dall’Occidente. Stando infine ai file riservati della diplomazia americana pubblicati da Wikileaks, gli esperti americani ritengono che Teheran abbia “la capacità tecnica” di arricchire l’uranio, procedura attraverso la quale è possibile realizzare armi nucleari.

    (bic) 21 gen 2011










    il VELINO - Iran, ripartono i colloqui sul nucleare: delegazioni a confronto - Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale
    “Non vi è socialismo senza nazionalizzazione e socializzazione delle industrie” STANIS RUINAS

  10. #330
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    IRAN: 5 NUOVE BASI MILITARI LUNGO I CONFINI

    (AGI) Teheran - L'Iran sta programmando la costruzione di cinque basi militari lungo i confini nazionali. Lo ha riferito l'agenzia Mehr citando il comandante dell'esercito Ahmadreza Pourdastan. "I confini del Paese saranno divisi in cinque zone e ognuna fara' capo a una base militare indipendente", ha detto l'ufficiale, spiegando che la natura delle minacce contro il Paese e' cambiata e la struttura dell'esercito e' stata rivista in modo da far fronte a questi cambiamenti. .


    AGI News On - IRAN: 5 NUOVE BASI MILITARI LUNGO I CONFINI
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