Franceschini: respingimenti orridi e disgustosi. «Questa cosa dei respingimenti dei clandestini - dice il segretario del Pd, Dario Franceschini - viene usata dal governo per far scomparire dalle pagine dei giornali altre vicende, per spostare i riflettori dalle vicende personali di Berlusconi e dalle vicende politiche del governo, a costo di farla pagare a qualche neonato. E io trovo orrendo che si usino i drammi delle persone per cavalcare un argomento popolare. E' un modo abbastanza disgustoso di fare campagna elettorale. Il governo si muove solo nell'ottica dei sondaggi «che segnalano la preoccupazione degli italiani per i reati commessi dai clandestini. Ma a questo problema si dà soluzione con provvedimenti di contrasto della criminalità, con gli accordi bilaterali con i Paesi di origine per assicurare i rimpatri, ma garantendo il diritto di asilo per chi sfugge dalle guerre e dalle violenze. Invece qui da noi si fanno solo operazioni di immagine».
Sgobio: Berlusconi più razzista della Lega. «Dire no ad un'Italia multietnica significa dichiararsi razzista a tutti gli effetti, oltre che fuori dal mondo e dai tempi». È quanto afferma Pino Sgobio, dell'ufficio politico del PdCI, su quanto affermato ieri da Silvio Berlusconi. «Il premier ha finalmente gettato la maschera e mostrato il suo vero volto autoritario e reazionario: è diventato più 'razzistà dei leghisti! Di questo passo e con questo governo - conclude Sgobio - c'è da chiedersi: a quando il coprifuoco?».
Di Pietro: non faremo entrare nemmeno Obama. «Di questo passo in Italia non faremo entrare neanche Obama...», è la replica di Antonio Di Pietro che ha aggiunto: «Questa Italia deve dare e chiedere gli stessi diritti e gli stessi doveri a chi non è italiano: pagare le tasse, mettersi in regola con la legge sull'immigrazione, non commettere reati. Quel che deve preoccupare non è il colore della pelle, ma il delinquente; italiano, nostrano o straniero».
Donadi: anticamera del razzismo. «Forse Berlusconi non se n'è accorto ma l'Italia è già un paese multietnico»: lo afferma il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi. «Milioni di lavoratori stranieri contribuiscono a creare il nostro Pil, pagano le nostre pensioni. Ai cittadini non interessa certo la purezza della razza, ma il rispetto delle regole da parte di tutti, italiani o stranieri. Le parole di Berlusconi sono l'anticamera di un razzismo che va estirpato subito dalla nostra società», conclude.
Casini: chi guida Paese non faccia demagogia. «Penso che chi guida il nostro Paese non debba fare demagogie o compiacere la Lega, deve risolvere i problemi». Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, oggi a Palermo, commentando le politiche dell'esecutivo sull'immigrazione. «Dire no a una società multietnica - ha aggiunto - significa ottenere un risultato: chiudere le nostre fabbriche, non avere collaborazione per i nostri anziani, delineare una società che non esiste».«Chiediamo più serietà a tutti - ha osservato Casini - e poi vorrei porgere una domanda al presidente del Consiglio: gli italiani non fanno più figli, è una grande questione sociale e politica. Cosa fa il governo per la famiglia? il quoziente familiare che era stato promesso in campagna elettorale lo aspettiamo ancora. Ci vuole insomma meno demagogia e più serietà».
Veltroni: no alla società multietnica è base per razzismo. «Quando sento dire: noi non vogliamo una società multietnica, mi chiedo che cosa voglia dire?». Per l'ex leader del Pd ed ex sindaco di Roma Walter Veltroni «alla base di ciò che è accaduto» con la persecuzione degli ebrei c'era la volontà «di avere un'unica etnia che veniva definita razza. Questo è stato l'inizio della fine». Durante il suo intervento nel corso del primo appuntamento di presentazione di quello che sarà il museo della Shoah di Roma Veltroni ha ricordato che «per evitare che si ripetano eventi come questo bisogna capire come è successo che sotto il balcone di piazza Venezia si inneggiasse all'entrata in guerra dell'Italia, come è potuto accadere che ci fosse indifferenza verso le leggi razziali e come è possibile che in paesi come Italia e Germania ci sia stata una tragedia del genere con il consenso dell'opinione pubblica».
Di Segni: anche prima della Shoah navi respinte. «Prima della Shoah c'era una nave piena di ebrei, la Saint Louis, partita da Amburgo, che nessuno aiutò. Oggi navi simili non si aggirano più per l'Atlantico ma stanno a poche miglia dalle nostre coste». Questo uno dei passaggi del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni alla presentazione del futuro museo della Shoah di Roma. «La Shoah è unica - ha aggiunto - ma ci sono tanti segmenti di quella storia che si possono ripete e di fronte ai quali non possiamo restare indifferenti».