Sciacallaggio, 5 arresti: fermata banda di romeni processo per direttissima
L'Aquila - Primo arresto per sciacallaggio a L’Aquila. Cinque romeni, quattro uomini e una donna, sono stati arrestati dai carabinieri de L’Aquila con la refurtiva e un piede di porco, mentre erano in un’abitazione a Panfilo d’Orce, vicino L’Aquila. La donna, a quanto riferiscono i carabinieri, era la badante della famiglia proprietaria dell’appartamento, presumibilmente sfollata. Il processo per direttissima si terrà questa sera alla Scuola della Guardia di Finanza de L’Aquila.
Sgominata una banda di romeni La badante romena di un anziano di San Panfilo d’Orce, è stata fermata dai carabinieri con l’accusa di sciacallaggio. La donna avrebbe dato a quattro suoi connazionali le chiavi dell’abitazione presso cui era occupata: i romeni sono stati sorpresi nelle vie del paese in possesso di oro e banconote. La presenza dei quattro romeni era stata notata da alcuni abitanti di San Panfilo d’Orce che avevano segnalato la cosa al 112. La perlustrazione dei Carabinieri ha consentito l’identificazione e il fermo dei romeni. Nella loro automobile i militari dell’Arma hanno trovato anche alcune valigie contenenti vestiti ed effetti personali. Non si esclude quindi che gli sciacalli si apprestassero a lasciare l’Italia dopo aver compiuto la razzia. A facilitare le azioni del gruppo l’assenza dell’anziano, ospitato da lunedì scorso in una vicina tendopoli.
Sciacallaggio nella tendopoli I primi atti di sciacallaggio si stanno registrando nei campi di accoglienza dove vengono distribuiti viveri, vestiario e altri beni di prima necessità. In particolare nel campo di piazza D’Armi, uno dei più grandi, da questa mattina sono scattati i controlli sulle persone che chiedono viveri e indumenti perché fino a prima delle ore 10 soprattutto alcuni cinesi, romeni e marocchini sono stati sorpresi a portare fuori materiali a ripetizione inventando di volta in volta delle scuse agli operatori della protezione civile che gestiscono l’accesso.
Organizzati i controlli "Questa mattina siamo riusciti ad organizzare i controlli - ha detto Angelo Costenaro della protezione civile di Marostica - Finora si era registrato il fenomeno che in particolare cinesi e romeni sono entrati e usciti più volte con montagne di merce. C’è il sospetto che qualcuno si stia arricchendo con questi stratagemmi perchè sempre a mio avviso - ha continuato - credo che questi materiali poi vengano venduti fuori anche in altre città". Dalle 10 di questa mattina le persone che hanno bisogno di materiale e viveri possono entrare nel campo e avranno la consegna solo dopo essersi registrati in una tenda dove è stata installato un ufficio accettazione nel quale devono essere rese note generalità, abitazione e condizione. A queste persone viene rilasciato una dichiarazione con la quale poi possono uscire dal campo di accoglienza. Per quanto riguarda i cittadini stranieri che non sono registrati tra gli sfollati del campo, gli stessi vengono prima invitati a farsi rilasciare permessi nella sede dell’Unitalsi. Secondo gli operatori della Protezione civile del campo di piazza d’Armi questo fenomeno sta caratterizzando anche gli altri centri di raccolta e di accoglienza.
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