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Sudafrica: assassinato Terreblanche, storico leader di estrema destra
Il sudafricano bianco Eugene Terreblanche (69 anni), leader fondatore dell’Afrikaner Weerstandsbeweging (Movimento di Resistenza Afrikaner - AWB in afrikaans) di estrema destra, è stato assassinato sabato nella sua fattoria nella periferia della città agricola di Ventersdorp, 150 km a ovest di Johannesburg (Sudafrica). Due braccianti, uno di 21 anni e l’altro di 15, sono stati arrestati e accusati dell’omicidio. Il movente potrebbe essere stato una lite insorta in seguito al mancato pagamento dei salari dovuti per un lavoro portato a termine. La polizia ha reso noto che il cadavere, adagiato sul letto, riportava ferite alla testa e al viso. Posati accanto c’erano un bastone e un machete.
Nel ’73, Terreblanche – che significa ‘terra bianca’ in francese – era stato tra i sette fondatori dell’AWB, organizzazione razzista di destra venuta alla ribalta all’inizio degli anni ‘80. Connotata da elementi dell’armamentario neonazista – una specie di svastica come simbolo, torce, aquile nere e canti popolari – era favorevole al mantenimento dell’apartheid e contraria alla politica governativa del presidente sudafricano di allora, John Vorster, considerato “troppo liberale”.
L’obbiettivo predicato nelle campagne e più raramente in città era la costituzione di un piccolo Stato autonomo ‘afrikaner’ all’interno della Repubblica Sudafricana, riservato a una popolazione interamente bianca, nel quale le persone di colore fossero soltanto ‘ospitate’ se autorizzate per motivi di lavoro.
Negli anni di segregazione razziale, la milizia paramilitare dell’AWB dall’uniforme color kaki, sostenitrice della supremazia dei bianchi, compì attentati terroristici dinamitardi in contesti urbani, uno dei quali presso l’aeroporto principale di Johannesburg, nel corso di una campagna di terrore pre-elettorale nel 1994, quando Nelson Mandela divenne il primo presidente nero del Sudafrica e si concluse definitivamente il regime di apartheid. Un commando AWB lanciò un mezzo blindato contro le vetrate dell’entrata di un palazzo dove erano in corso dei negoziati costituzionali. Tentarono anche di invadere la Repubblica del Bophuthatswana (riconosciuta soltanto dal Sudafrica), ma i soldati uccisero tre militanti e il gruppo AWB perse ogni speranza di impadronirsi del potere con la forza.
Terreblanche, soprannominato ‘il leader’ dai seguaci, era sempre affiancato arrivato dai membri della ‘Guardia di Ferro’‘, in divisa nera. Venne incarcerato nel 2001 e condannato ad una pena di tre anni per avere aggredito quasi mortalmente un agente di colore addetto alla sicurezza. Una volta ritornato in libertà, il suo ruolo pubblico si offuscò in quella carriera politica risultata inefficace, nonostante la ripresa dell’organizzazione AWB due anni fa e i recenti tentativi di costituire un fronte unico tra i gruppi bianchi di destra.
Antonella Gilioli
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