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Discussione: Osservatorio sulla RAI

  1. #101
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Rai, Beltrandi: “tg1 nasconde sempre piu’ le notizie”

    Pubblicato il 14/04/2010


    “Nell’edizione delle 20 di ieri sera, il TG1 ha relegato in fondo ai titoli di testa la notizia della non conversione del decreto “salva liste” alla Camera dei Deputati.
    Non solo: nel corso della edizione del telegiornale la notizia veniva data quasi incidentalmente, in modo da non consentire al pubblico di comprendere il rilievo di quanto accaduto.

    E’ possibile pure convenire sul fatto che non fosse la notizia più importante della giornata, ma anche solo un confronto con il servizio messo in onda nella edizione delle 20.30 del Tg2 di ieri sera si rivelerebbe impietoso per quella che è stata la testata ammiraglia del servizio pubblico radiotelevisivo.

    Ancora una volta ci si trova a dover constatare che il Tg1 per la prima volta nella sua storia ha non solo una linea editoriale sempre schierata da una parte politica sola, ma omette o nasconde notizie di un certo rilievo non gradite alla medesima parte politica.”

  2. #102
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Par condicio, Staderini: Italia impari da Inghilterra

    Pubblicato il 15/04/2010

    * Dichiarazione di Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani


    Roma, 15 aprile 2010

    Ancora una volta sono le democrazie anglosassoni ad offrirci una lezione di democrazia.
    In vista delle elezioni politiche del 6 maggio, infatti, le maggiori emittenti del Paese hanno programmato tre faccia a faccia tra i leader dei partiti con parità di tempo e di condizioni. I confronti si terranno in orari di massimo ascolto e sulla base di 76 regole di condotta cui politici, conduttori e pubblico dovranno attenersi.
    Si tratta dell’unico modello in grado di assicurare ai cittadini la conoscenza delle diverse proposte in campo ed evitare che il loro voto sia determinato da scelte editoriali decise al tavolo della lottizzazione partitocratica.

    È il modello per cui come Radicali ci battiamo da anni e che alle ultime elezioni regionali è stato sabotato dai vertici della Rai, con la complicità di chi ha come obiettivo quello di mantenere l’anomalia tutta italiana di conduttori che decidono arbitrariamente chi e cosa l’opinione pubblica può conoscere.

    Aspettando che la Commissione parlamentare di vigilanza e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni facciano tesoro dell’esperienza inglese, occorre che nel Partito Democratico si apra un vero dibattito che metta al centro la rottura della continuità nelle politiche sull’informazione degli ultimi dieci anni.
    Perseverare nella difesa del modello Vespa-Floris solo perché la propria fazione è privilegiata significa negare alla radice le possibilità di alternativa democratica nel nostro Paese, lasciando a Berlusconi il potere di dettare tempi e modi dell’agenda politica.

  3. #103
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Rai, Beltrandi: Confronti fra candidati all’inglese vietati dai conduttori Rai

    Pubblicato il 16/04/2010

    * Dichiarazione di Marco Beltrandi, radicale, relatore sulla par condicio delle regionali 2010 in Commissione di Vigilanza



    Roma, 16 aprile 2010. “I confronti tra candidati premier in corso sulle televisioni inglesi, non solo di servizio pubblico, sono esattamente quanto aveva stabilito la Commissione di Vigilanza sulla Rai nel tanto contestato regolamento della par condicio per le elezioni regionali di cui sono stato autore.

    Io stesso, diedi copia delle 76 regole a cui obbediscono i confronti fra candidati inglesi al Direttore Generale della Rai nel corso della sua ultima audizione in Commissione, a dimostrazione che quanto era ritenuto dalla Rai impossibile in Italia era realtà - con una regolamentazione assai più dettagliata - in Gran Bretagna. Lì nessuno scambia regole per bavagli.

    Si chiedano i conduttori Vespa, Floris, Santoro se nel periodo di campagna elettorale in Gran Bretagna possono andare in onda contemporaneamente trasmissioni come quelle che conducono abitualmente sulle reti Rai, senza regole persino sugli inviti, accanto ai confronti regolamentati. La risposta è ovviamente negativa

    Riflettano i tanti detrattori di quel regolamento (anche PD) e i vertici Rai su cosa avviene in campagna elettorale nei Paesi di democrazia consolidata.”

  4. #104
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Rai: Beltrandi. Confronti fra candidati all’inglesi vietati dai conduttori Rai.

    Pubblicato il 16/04/2010


    “I confronti tra candidati premier in corso sulle televisioni inglesi, non solo di servizio pubblico, sono esattamente quanto aveva stabilito la Commissione di Vigilanza sulla Rai nel tanto contestato regolamento della par condicio per le elezioni regionali di cui sono stato autore.

    Io stesso, diedi copia delle 76 regole a cui obbediscono i confronti fra candidati inglesi al Direttore Generale della Rai nel corso della sua ultima audizione in Commissione, a dimostrazione che quanto era ritenuto dalla Rai impossibile in Italia era realtà - con una regolamentazione assai più dettagliata - in Gran Bretagna. Lì nessuno scambia regole per bavagli.

    Si chiedano i conduttori Vespa, Floris, Santoro se nel periodo di campagna elettorale in Gran Bretagna possono andare in onda contemporaneamente trasmissioni come quelle che conducono abitualmente sulle reti Rai, senza regole persino sugli inviti, accanto ai confronti regolamentati. La risposta è ovviamente negativa

    Riflettano i tanti detrattori di quel regolamento (anche PD) e i vertici Rai su cosa avviene in campagna elettorale nei Paesi di democrazia consolidata.”

  5. #105
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Rai, Beltrandi: O si privatizza o si rafforza il ruolo del Parlamento

    Pubblicato il 19/04/2010


    “Le questioni poste dal Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai Sergio Zavoli sono reali: c’è il ruolo soverchiante del Governo, ma anche un spartizione lottizzatoria che riguarda pure il centrosinistra, e che non fa più riferimento tanto a singole correnti, ma a leader e leaderini che tendono a porsi al servizio dell’azienda Rai, o di questo o quel conduttore – giornalista.
    Non credo che la strada di affidare ad una sorta di Authority la Rai sia la soluzione, visto la scarsa indipendenza di ogni altra Autorità italiana.
    Piuttosto, le strade per uscire da questa situazione appaiono soltanto due, ed alternative: o si privatizza la Rai, e magari si assegna il canone tramite procedure di evidenza pubblica, come prevede una proposta di legge a mia prima firma giacente dal 2007 alla Camera, oppure occorre potenziare il ruolo del Parlamento sulla Rai, inteso come istituzione della Commissione di Vigilanza, unica deputata ad esprimerne la volontà secondo la Corte Costituzionale.”

  6. #106
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    L'ex leader piazza amici e parenti in Rai

    Articolo di Laura Rio pubblicato su Il Giornale, il 26/04/10

    Adesso, dopo lo scontro Fini-Berlusconi, il peso politico dei due schieramenti si conta anche in Rai. Soprattutto nel primo canale, diretto da un finiano doc, il direttore Mauro Mazza. E, come si sa, nell’assegnazione delle produzioni (che significa palate di euro) conta anche l’amicizia personale e l’appartenenza politica, oltre alla professionalità. Proprio in questi giorni si stanno mettendo a punto i palinsesti della prossima stagione autunnale: i produttori esterni che si aggiudicano programmi importanti, hanno il bilancio aziendale assicurato. E anche i «moralizzator» tengono famiglia e devono sistemare amici, parenti e fidanzate.
    Così in questo momento di rottura all’interno del Pdl, la fila davanti alla porta di Mazza (giornalista che, dal punto di vista degli ascolti, sta ottenendo buoni risultati) per essere rassicurati sulle proprie posizioni o per farsi aggiudicare un programma prima che i finiani perdano troppo peso è lunga.
    Nonostante il direttore del primo canale si sia affrettato a garantire sulle colonne del Corriere della sera che non c’è nessuna «finizzazione» della sua rete dopo che il Giornale aveva svelato alcuni piani, la fibrillazione nei corridoi di viale Mazzini è alta. Il primo «amico» a essere stato rassicurato è Pino Insegno. Nonostante il recente flop del programma (Insegnami a sognare) con cui è ritornato in Rai dopo anni di lontananza, sarà alla guida di un importante programma estivo: Reazione a catena, giochino di tardo pomeriggio che da inizio giugno sostituirà L’eredità: viene prima del Tg1 a cui funge da traino. Altra società in fibrillazione è la Goodtime che appartiene a Gabriella Buontempo, moglie di Italo Bocchino, uno dei finiani più esposti e che ieri ha ventilato le dimissioni dalla vicepresidenza del gruppo Pdl alla Camera. Alla Goodtime, già produttrice di varie fiction targate Rai, è stata assegnata (ma ricordiamo i palinsesti non sono ancora definitivi quindi passibili di cambiamenti) il nuovo show autunnale condotto da Pippo Baudo (che dovrà lasciare Domenica ln a Lorella Cuccarini) probabilmente al martedì in prima serata. Si tratta di un programma studiato apposta con inserti di sceneggiati, per giustificare la scelta di una casa di produzione che non ha mai prodotto programmi di puro intrattenimento. Andrà in onda al posto dei Migliori anni, show di successo sulla Tv d’antan della ben più potente casa di produzione Endemol Italia, di proprietà per il 33 per cento di Mediaset.
    Mazza spiega di aver fatto questa scelta perché in autunno si dovranno puntare tutte le carte su un solo programma musicale: la riedizione in chiave moderna di Canzonissima (condotta da Gianni Morandi) e assicura che i Migliori anni torneranno a primavera. Intanto alla Endemol, rimasta a bocca asciutta, non l’hanno presa proprio bene.
    Per un altro finiano doc, Luca Barbareschi, parlamentare del Pdl, attore e personaggio televisivo (è appena terminato su La7 il suo show Barbareschi sciock, deludente share dell’1,56 per cento) si prepara una forte visibilità nella prossima stagione tv che parte a settembre :la partecipazione a Domenica In, accanto a Lorella Cuccarini, neoconduttrice del programma festivo. Insomma potrà spiegare bene agli italiani (a titolo gratuito perché essendo parlamentare non può prendere stipendio dalla Rai) come ha fatto nei giorni scorsi che «c’è bisogno di una rivoluzione copernicana nella politica, e non è giusto che per una volta che si riesce ad ascoltare una voce (quella di Fini) che si leva per chiedere il cambiamento con lucidità e lungimiranza essa resti inascoltata». Anche in questo caso, Mazza fa sapere che si tratta solo di un’ipotesi di lavoro, come succede quando si mette a fuoco una formula innovativa: sta di fatto che il progetto c’è. E ben avviato.
    Ma le ramificazioni dei finiani nei programmi Rai non finiscono qui: parte di un programma centrale del pomeriggio del primo canale Festa italiana, condotto da Caterina Balivo, è prodotto da una società riconducibile, peraltro con passaggi complicati, a Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, compagna del «grande ribelle» Gianfranco. Vicina alla destra è anche la società Ldm, della famiglia Di Lorenzo, produttrice di importanti show di prima serata come Ciak si canta, I raccomandati e Cuore dì mamma (quest’ultimo in onda al pomeriggio di Raidue).
    Insomma, basta con «i proclami populisti e una politica da surfisti», come detto ancora da Barbareschi l’altro ieri, ma ovviamente questo non vale in Rai, da sempre preda della politica, qualunque sia.

  7. #107
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Contratti Rai. Poretti: non è importante il caso specifico, quanto il rispetto e l'applicazione della legge sulla pubblicazione delle consulenze

    Pubblicato il 28/04/2010



    * Intervento in Aula della senatrice Donatella Poretti, Radicali-Pd


    Oggi articoli scandalistici si occupano di suocere, nuore, fidanzate e di quanti contratti queste abbiano firmato con la RAI. A me poco interessa il caso specifico e mi scandalizza di più che ci si occupi di singoli casi, che rappresentano un po' il famoso dito sulla luna. È in vigore una legge, la n. 244 del 2007, che permetterebbe di vedere la luna invece del solo dito o, ancora peggio, della sola unghia. La legge n. 244 del 2007 obbliga alla pubblicità dei contratti di consulenza stipulati con enti pubblici. Nessun atto comportante spesa, ai sensi dei precedenti periodi, può ricevere attuazione se non sia stato previamente reso noto, con l'indicazione nominativa dei destinatari e dell'ammontare del compenso attraverso la pubblicazione sul sito web dell'amministrazione o del soggetto interessato, nonché comunicato al Governo e al Parlamento. Sempre secondo la legge, in caso di violazione, la RAI e gli stessi consulenti sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erarial
    e, di
    una somma pari a 10 volte l'ammontare della somma illegittimamente erogata. Bene, dal 2007 è stato attivato il sito Il portale dei Contratti di Consulenza del gruppo Rai ma, cliccando su di esso, appare la scritta “lavori in corso”. Per questi motivi il 17 giugno 2008, rivolsi un'interrogazione al Ministro dell'economia e delle finanze dove chiedevo se il Ministro fosse a conoscenza di ciò e cosa intendesse fare al riguardo, ancora oggi attendo risposta.

    Qui il testo dell'interrogazione: Rai e contratto di servizio. Violate le norme sulla pubblicazione dei compensi dei collaboratori? Interrogazione | SEN. DONATELLA PORETTI

  8. #108
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Rai: Beltrandi, Dibattito sul nucleare e stop alle consulenze d’oro ai dirigenti pensionati

    Pubblicato il 28/04/2010

    · Dichiarazione di Marco Beltrandi, radicale, componente della Commissione di Vigilanza sulla Rai

    Roma, 28 aprile 2010. “Nelle prossime ore depositerò due interrogazioni in Commissione di Vigilanza rivolte al Direttore Generale Rai su due temi di urgente attualità.
    Una interrogazione chiede conto delle dichiarazioni di Berlusconi dell’altro ieri, per le quali si sarebbe attivato presso i massimi dirigenti Rai per fare in modo che venga propagandata tramite l’azienda concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo la posizione dell’attuale maggioranza parlamentare a favore delle centrali nucleari in Italia. A questo proposito forse è superfluo ricordare che la Rai può ospitare dibattiti sulla questione, non certo trasformarsi in organo di propaganda del Governo, idea degna di quel visiting professor di liberalismosmo, quale è stato definito da Silvio Berlusconi, Vladimir Putin.
    La seconda interrogazione riguarda una vicenda di spreco grave del denaro pubblico in Rai, proprio nel momento in cui i bilanci sono in rosso e si taglia su quasi ogni voce, anche del palinsesto. Mi risulta che massimi dirigenti Rai, una volta andati in pensione, siano titolari di assai lauti contratti di consulenza con la Rai stessa, una pratica che oltre ad incrementare il reddito del pensionati avrebbe anche un grave effetto ostruzionistico sugli avanzamenti in carriera interni. Occorre su tutto questo fare con la massima urgenza chiarezza.”

  9. #109
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Il duello e la guerra dei sospetti

    Articolo di Marcello Sorgi pubblicato su La stampa, il 29/04/10

    Le parole di solidarietà rivolte a Fini da Berlusconi e Schifani per il nuovo attacco del Giornale (relativo a un contratto della Rai con una società della madre della sua nuova compagna, Elisabetta Tulliani), e quelle di rassicurazione indirizzate al premier dal presidente della Camera nello studio di Porta a porta, dovrebbero bastare a dimostrare che non c’era nulla di preordinato, che non s’è trattato, insomma, del battesimo parlamentare della maggioranza nuova versione formata da berlusconiani e finiani separati in casa.
    Eppure, dopo l’approvazione, con un solo voto in più del centrosinistra (e ben 95 in meno, tra assenti e in missione, del centrodestra), dell’emendamento proposto dal Pd al disegno di legge sul lavoro, tornato alla Camera dopo il rinvio deciso dal Capo dello Stato, e la conseguente sconfitta del governo, la guerra dei sospetti s’è scatenata prima in aula e poi nel Transatlantico, a segnalare un deterioramento del clima interno del partito del presidente del consiglio. Due deputati, Giancarlo Lehner e Antonino Lo Presti, rispettivamente berlusconiano e finiano, stavano per venire alle mani e sono stati trattenuti, mentre gli scambi di accuse tra i due schieramenti sono andati avanti per tutto il pomeriggio.
    Se dunque, è legittimo credere, non c’era alcun disegno per mettere il governo in difficoltà - nella giornata, tra l’altro, in cui anche Bossi s’è dato da fare per scongiurare il pericolo di elezioni anticipate -, è altrettanto chiaro che lo scontro aperto in direzione giovedi scorso tra Fini e Berlusconi e la scia di polemiche che sono seguite stanno creando un effettivo disorientamento all’interno dei gruppi parlamentari.
    Specie in quello della Camera, dove le dimissioni del vicepresidente Bocchino potrebbero portare presto ad un voto segreto degli oltre duecentosettanta parlamentari, per confermare o cambiare i vertici del gruppo. Oppure, ciò che è più probabile, per esprimere attraverso la votazione segreta il malessere di chi assiste a quel che sta accadendo nel Pdl temendo che possa costargli il seggio in Parlamento, prima ancora che scattino i termini per la pensione. A giudicare da quel che sta accadendo, dunque, l’ammorbidimento dei toni tra i due cofondatori non basta.
    Se davvero hanno deciso di non farsi la guerra e provare a convivere anche in presenza di forti divergenze, è necessario che Fini e Berlusconi disinneschino le mine sul campo prima che esplodano. Sapendo che ogni giorno ne troveranno di nuove.

  10. #110
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    Predefinito Rif: Osservatorio sulla RAI

    Nuove consulenze Rai a rischio senza trasparenza sui compensi

    Articolo di Roberto Miliacca pubblicato su Italia Oggi, il 29/04/10


    Niente trasparenza? E allora niente nuovi contratti di consulenza per viale Mazzini. I contratti firmati dalla Rai da sempre sono coperti dal massimo top secret, violato dalla stampa solo su dichiarazione dei diretti interessati o in pochi alcuni casi (per esempio ieri Il Giornale ha tirato fuori la notizia del contratto da 1,5 milioni tra RaiUno e la società guidata dalla madre di Elisabetta Tulliani, compagna del presidente della camera Gianfranco Fini).
    Per effetto della Finanziaria del 2008 (legge 244/2007, articolo 3, commi da 43 a 54), che ha imposto la massima trasparenza agli incarichi e ai compensi nella pubblica amministrazione, anche la tv pubblica è obbligata a dare notizia di tutti i contratti di consulenza, e i derelativi compensi, firmati dalle sue strutture. E invece, nonostante l’obbligo, che peraltro è stato ribadito recentemente anche dal ministro Brunetta, la Rai non lo ha mai fatto, esponendo così i suoi vertici a possibili richieste di danno erariale, ma, soprattutto, al non poter più sottoscriverne di nuovi. Potrebbe essere questa l’ennesima grana per l’azienda guidata da Paolo Garimberti e da Mauro Masi. A sollevare il tema è stata la senatrice radicale Donatella Poretti, che, in un’interrogazione presentata al ministero dell’economia addirittura il 17 giugno del 2008, alla quale però non ha mai ottenuto nessuna risposta, chiedeva lumi proprio del segreto di stato che circonda i contratti firmati dalla Rai. La Poretti, richiamando la legge 244, che obbliga alla pubblicità i contratti di consulenza stipulati dagli enti pubblici, chiedeva il perchè la Rai, che è comunque una pubblica amministrazione, visto il controllo azionario di via XX Settembre, non abbia mai messo in rete quei documenti.
    La legge su questo è categorica, ricorda la senatrice: «Nessun atto comportante spesa, ai sensi dei precedenti periodi, può ricevere attuazione se non sia stato previamente reso noto, con l’indicazione nominativa dei destinatari e dell’ammontare del compenso attraverso la pubblicazione sul sito web dell’amministrazione o del soggetto interessato, nonchè comunicato al governo e al parlamento».
    La Poretti ammette che l’azienda pubblica da tempo ha creato un sito apposito (Il portale dei Contratti di Consulenza del gruppo Rai), ma chiunque abbia avuto la pazienza di avvicinarvisi avrà visto che non è mai stato operativo. Chi ci va infatti può leggere un laconico: «Lavori in corso - Contratti di consulenza Rai. A breve sarà disponibile la documentazione relativa». Non dando però trasparenza ai contratti e ai compensi pagati ai consulenti, la Rai si espone a un duplice rischio: danno erariale per i suoi vertici e per i consulenti, che, secondo la legge 244/2007, potrebbero essere costretti a rimborsare una somma pari a 10 volte l’ammontare della somma illegittimamente erogata; ma, soprattutto, secondo quanto ribadito dalla più recente normativa del ministro della pa Renato Brunetta per tutte le pa, fino a che non adempie a questo onere di trasparenza, la Rai non potrebbe più firmare nuovi contratti di consulenza. Finchè non arriveranno direttive da via XX Settembre.

 

 
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