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Discussione: la struttura delta

  1. #111
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    Citazione Originariamente Scritto da Lazzaro Visualizza Messaggio
    Le elezioni e il centrodestra
    02 luglio 2011 — pagina 28 sezione: COMMENTI

    SU Repubblica del 29 giugno Massimo Giannini mi associa a una presunta trama per nascondere i pessimi risultati del centrodestra alle elezioni regionali del 2005. Per aver ricevuto accuse analoghe, è in corso davanti al tribunale di Roma un processo per diffamazione a carico di Francesco Merlo e di Repubblica. Il dibattimento ha confermato che non solo io non ho mai partecipato a riunioni in cui si sarebbe deciso il ridimensionamento mediatico della sconfitta di Berlusconi e dei suoi alleati (per esempio evitando confronti imbarazzanti con elezioni precedenti), ma che "Porta a porta" anche in quella occasione riferì nella sua crudezza la sconfitta politica del centrodestra fin dal titolo della trasmissione. Mi aspetto pertanto che Giannini abbia la cortesia di ammettere di aver sbagliato, già in calce a questa lettera.

    Non vedo cosa io debba ammettere, né dove sia il mio sbaglio. Non ho mai scritto che Vespa ha partecipato a riunioni. Ma dalle telefonate intercettate si evince che su come trattare i sondaggi Nexus chiama la Bergamini e, non capisco a quale titolo, prende ordini da lei. Tanto basta. (m. gia.) - Bruno Vespa, Roma

    QUI

    P.S.

    Bruno Vespa condannato in appello per diffamazione: QUI
    Come sono lontani i tempi in cui Vespa prometteva al portavoce di Fini Salvatore Sottile, “la trasmissione gliela confezioniamo addosso”
    Quanti minuti di vita (lavorativa) avrebbe avuto un giornalista così, se avesse lavorato in america?

    INTERCETTAZIONE 04.05.2005 tra Vespa e Salvo Sottile (portavoce di Fini)
    V.: VESPA Bruno
    S.: SOTTILE Salvatore


    INIZIO TRASCRIZIONE
    V.: pronto?
    S.: Bruno? Salvatore
    V.: ehi
    S.: senti, come è strutturata la trasmissione?
    V.: e niente, dipende da voi.

    S.: no, aspetta (…)
    V.: gliela strutturiamo, gliela confezioniamo addosso
    S.: che fai, fai una… una ricostruzione sui documenti che ci sono?
    V.: facciamo, si
    S.: oppure fate (…)
    V.: no no, allora lo, ti facciamo, il BERLUSCONI in Parlamento
    S.: BERLUSCONI in Parlamento
    V.: perfetto
    S.: uhm
    V.: poi i due rapporti insieme (…)
    S.: i due rapporti insieme
    V.: (…) eccetera
    S.: uhm
    V.: poi un pezzo sull’inchiesta di, di Ionta eehh
    S.: un pezzo sull’inchiesta di Ionta
    V.: esattamente, e basta insomma. E poi facciamo un pezzettino… niente, domani viene a fare una conferenza stampa l’avvocato di Saddam Hussein
    S.: uhm
    V.: e se a lui facesse piacere lo potremmo invitare, ma sennò facciamo un pezzettino…
    S.: uhm, uhm
    V.: quello che dice nella conferenza stampa
    S.: ma, vabbè, fai un pezzettino della confere…
    V.: eh allora
    S.: si
    V.: come contraddittore?
    S.: eh, eee… non so, tu chi c’hai FASSINO, chi c’hai?
    V.: non lo so, no, uno che, che proponevamo noi se lui non hai niente in contrario sarebbe RUTELLI
    S.: uhm
    V.: non gli va? (…)
    S.: non lo so, no..n..non lo so, aspetta un attimo
    V.: eh
    S.: aspetta un secondo. Eh, ma dico, poi che…. che fai delle… poi in trasmissione che fai? Delle ricostruzioni con … uhm
    V.: no no no no, soltanto il coso, cioè soltanto il, i due rapporti sostanzialmente
    S.: uhm uhm
    V.: che peraltro mi paiono abbastanza
    S.: eh
    V.: abbastanza vicini
    S.: e di altre persone chi c’è? chi c’è, in più?
    V.: di altre persone ci sarebbero Mario ARPINO
    S.: Mario ARPINO
    V.: Mario ARPINO, eeee, MARGELLETTI eventualmente…
    S.: MARGELLETTI, ho capito
    V.: e poi in collegamento LUTTWAK e RULA
    S.: minchia
    V.: ma se li volete, eh!
    S.: LUTTWAK in collegamento
    V.: e RULA
    S.: e RU… gente che ci va in punta di vanga
    V.: eh?
    S.: gente che lavora in punta di vanga, come dire
    V.: si, si si
    S.: si si, ecco (ride)
    V.: sento però dei cenni di assenso, da parte del tuo principale
    S.: no, non senti nessun segno di assenso (….)
    V.: (ride)
    S.: siccome sa che tu sei un pessimo giornalista
    V.: e che, infatti. Allora chi… allora, che facciamo, proviamo con RUTELLI?
    S.: Gianfranco. che dici RUTELLI?
    V.: proviamo
    S.: oooo, proviamo a FASSINO?
    V.: è che FASSINO è venuto molto spesso, capisci? E’ venuto sempre lui
    S.: (…) uno vale l’altro mi ha detto.
    V.: l’uno vale l’altro. Vabbene. Alle diciotto va bene?
    S.: alle diciotto ti va bene? Prima, prima, prima
    V.: dimmi, a che ora?

    S.: prima, eee…
    V.: dimmi
    S.: prima… sedici e trenta
    V.: sedici e trenta
    S.: si
    V.: benissimo, domani
    S.: domani alle sedici e trenta
    V.: aggiudicato
    S.: vabbuò, ciao
    V.: ciao, ciao
    Ultima modifica di stefaboy; 03-07-11 alle 08:32
    Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
    (brunik - 25/09/2011)

  2. #112
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    Predefinito Rif: la struttura delta


    LA BUFALA DEL TEOREMA DELLA STRUTTURA DELTA

    Il teorema della struttura Delta è una bufala, e cerco di spiegare perché.
    I fatti risalgono al 2005, quando io fui intercettata per un mese e mezzo nell'ambito di un'inchiesta relativa alla bancarotta di una società milanese, la HDC, inchiesta alla quale io ero del tutto estranea. Ancora oggi non conosco la ragione per cui fui posta sotto intercettazione, e in base a quali criteri. Nel 2007 Repubblica pubblicò illecitamente una selezione di riassunti di quelle intercettazioni, che sebbene irrilevanti per il processo Hdc e irrilevanti penalmente, erano finite "per sbaglio" fra gli atti di quell'inchiesta. Quelle intercettazioni avrebbero dovuto essere distrutte, ma nessuno lo fece. Di quello "sbaglio" ad oggi non conosco i responsabili. A seguito di quelle pubblicazioni su Repubblica scoppiò un polverone mediatico che mi vide vittima, e sulla base di quei riassunti Repubblica ipotizzò l'esistenza di una fantomatica struttura Delta che avrebbe manovrato nell'ombra per aiutare il premier sul piano mediatico. Era un parto della fantasia di alcuni giornalisti, poiché nessuna struttura del genere è mai esistita. Io fui accusata, sempre da Repubblica, di lavorare per la concorrenza e di aver ritardato la diffusione di alcuni dati elettorali. In relazione alla prima accusa, partì una minuziosa inchiesta interna alla Rai (e ricordo che all'epoca era al governo Prodi e il direttore generale della Rai era Claudio Cappon, indicato dal governo di sinistra) che si concluse col riconoscimento non solo della mia professionalità, ma anche della mia totale buona fede. Quanto alla seconda accusa, vi furono due indagini della magistratura, entrambe risoltesi con l'archiviazione. Insomma, il grande polverone mediatico si risolse in un nulla. Io decisi di lasciare la Rai (e non ne fui allontanata, come hanno scritto i giornali). Avendo sempre lavorato con grande correttezza per la mia azienda, ho scelto di non rimanere a tutti i costi in un posto in cui ero stata accusata di lavorare per la concorrenza. Sono stata eletta in Parlamento nel 2008, e da allora mi sono sempre impegnata con serietà per ricostruire un sistema di tutele di diritti fondamentali che purtroppo sono andate perdute nel nostro Paese.
    Oggi, a parecchi anni di distanza, questa vicenda viene riproposta con la pubblicazione audio di quelle intercettazioni, e con le stesse accuse e gli stessi teoremi, già smentiti da sentenze di tribunale e inchieste interne alla Rai, ma utili a perseguire disegni di demonizzazione politica che mi sono oscuri, e che prescindono dai miei comportamenti professionali e personali. Si possono processare le chiacchiere al telefono quanto vogliamo, ma esse restano chiacchiere, per quanto selezionate con cura per dimostrare una tesi, se non sono sostanziate dai fatti. E i fatti sono che nei cinque anni in cui ho lavorato in Rai, l'azienda di servizio pubblico ha sempre sbaragliato la concorrenza negli ascolti, ha saputo innovare la sua programmazione e ha registrato livelli record di raccolta pubblicitaria. In quei quattro giorni cui le intercettazioni pubblicate si riferiscono, la Rai è riuscita a fare un ottimo lavoro. Ricordo che quei giorni furono molto delicati per l'azienda di servizio pubblico, perché erano quelli dell'agonia e della morte di papa Giovanni Paolo II e furono quasi coincidenti con una delicata e incerta tornata elettorale (le elezioni regionali 2005). La programmazione delle reti Rai fu ripetutamente sconvolta dalla concomitanza di questi eventi, tanto che l’allora direttore generale Flavio Cattaneo istituì un comitato editoriale speciale composto da oltre dieci direttori (fra cui io) per fare fronte all'emergenza palinsesti, ben sapendo che tutte le televisioni del mondo facevano riferimento alla Rai per seguire lo sviluppo degli eventi in Vaticano. Se tutti quei direttori fossero stati intercettati in quei giorni, si avrebbe avuto certo una visione più completa e meno distorta non solo della presunta centralità del mio ruolo in un'azienda di straordinaria complessità che impiega 10mila persone, ma anche dell'evidente intento comune da parte della Rai di fronteggiare l'emergenza nel modo migliore possibile. Molte e delicate furono infatti le questioni da affrontare, per esempio se continuare a mandare in onda spot pubblicitari in quei giorni luttuosi oppure quale genere di programmazione (film, fiction, intrattenimento, informazione) fosse più o meno appropriato. Mi spiego meglio: se la Rai avesse deciso, per sensibilità, di non mandare in onda gli spot pubblicitari, avrebbe comunque determinato un danno economico (perdita di ricavi). Ma se contestualmente Mediaset avesse invece continuato a mandare i suoi spot pubblicitari, Rai sarebbe stata accusata di aver favorito il competitor nel fare ricavi. Ecco perché era necessario concordare una linea comune su questo. Questo non è un crimine, è una prassi a salvaguardia dell'azienda. Faccio un altro esempio, sulle scelte relative alla programmazione: in quei giorni, per rispetto del clima creatosi nel Paese, non era il caso di mandare programmi leggeri o frivoli, ma al contempo era necessario rispettare le esigenze di tutti gli spettatori, e fornire quindi un'offerta televisiva completa e diversificata. Anche su questo ci fu, su espresso mandato del Direttore Generale, un confronto in merito alla qualità dei programmi da mandare in onda, e anche questa è una prassi a salvaguardia dell'azienda. Aggiungo che peraltro non si trattava certo di scambi su dati segreti o sensibili, dal momento che poche cose sono più pubbliche di una programmazione televisiva. Ogni giorno essa è diffusa ovunque, su giornali, siti internet e sulle televisioni stesse, ed ogni variazione viene immediatamente resa pubblica proprio per informare i telespettatori. Devo inoltre ricordare che in quello specifico frangente l'obiettivo della Rai non era certo quello di vincere gli ascolti o di proteggere chissà chi, ma piuttosto di evitare errori dovuti alla frenesia e all'incertezza di quei giorni ed offrire al mondo una programmazione completa degna della sua reputazione di grande broadcaster. Aggiungo un altro elemento: nel mese e mezzo in cui sono stata intercettata, le mie comunicazioni con il competitor si sono concentrate esclusivamente in quei giorni di emergenza, non ce ne sono state altre, né prima né dopo, a riprova che lo scopo di quelle telefonate era specificamente quello di fare un buon lavoro in una situazione di eccezionalità. Eppure, in malafede, si è affermato che gli scambi sono stati continui. E’ falso. Così come è falso che io avessi il potere di influenzare i palinsesti Rai, che erano al di fuori della mia competenza e che sono determinati da un complesso iter di verifiche pertinente ad un apposito comitato editoriale.
    E vengo ai dati elettorali: non ci fu alcun ritardo nella diffusione dei dati. Quella tornata seguiva la tornata precedente, quella delle elezioni europee 2004, che era stata seguita da molte polemiche. Il dato proiettivo, diffuso molto presto per la smania di conoscere il prima possibile l'esito del voto, si rivelò sbagliato, distorcendo completamente nelle prime ore il quadro elettorale, creando una grande confusione e facendo infuriare tutte le forze politiche, a cominciare dal Pd. Le polemiche, e gli attacchi alla Rai, furono forti. Nel 2005 la Direzione Generale volle pertanto usare il principio di prudenza, allo scopo di evitare il ripetersi di errori marchiani. E fece bene. Infatti il dato relativo alla regione Lazio, che pesava molto sul quadro elettorale totale del 2005, si mantenne incerto fino al tardo pomeriggio e poi si invertì. Fu giusta quindi la prudenza usata, e la Rai uscì ancora una volta molto bene e senza sbavature. Infatti non ci fu la minima polemica. Mi viene da sorridere quando mi si attribuisce il tentativo di "occultare i risultati delle elezioni". Come si può occultare l'esito di un voto democratico?
    Un'ultima conclusione, purtroppo amara. Questa vicenda ha condizionato per sempre la mia vita, e quella dei miei familiari. Ciò non deve interessare a nessuno e certo non me ne lamento, perché fa parte del gioco. Ma si tratta di un caso scuola sulla malattia di un sistema mediatico che intimidisce e colpisce senza pietà chi non è gradito, e protegge con sfrontatezza chi è amico. Un sistema che si sostituisce a quello giudiziario, che condanna senza appello sulla base di sospetti e teoremi. E che può colpire chiunque. Contro questo sistema mi batto, senza alcuna vergogna, ben sapendo che si tratta di una battaglia impari, perché la realtà imposta dai media è più forte della realtà stessa. E certo, ho delle convinzioni politiche che non ho mai nascosto. Ma non ho mai lavorato per il nemico e non ho mai mancato di rispetto alla mia azienda, nei miei cinque anni in Rai. Non ho mai danneggiato la Rai per il bene di qualcosa o qualcun altro. Tutti i colleghi che in quegli anni hanno lavorato con me, gomito a gomito, lo sanno.
    Dal sito personale della signora.
    Niente reputazioni ma opere di bene. Grazie.
    Che tristezza dev'essere ricevere un "ILike" da un cretino.

    -

    Cinguetto QUI

  3. #113
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    Citazione Originariamente Scritto da brunik Visualizza Messaggio
    comunque l'articolo è sbagliato in un punto: la struttura Delta riusci' ad oscurare il trionfo di Prodi per 12-2 alle regionali del 2005, riuscirono a tenere nascosto il risultato per tutta la giornata quando gli exit poll delle 15,00 avevano già sancito la disfatta della destra.

    Dalle intercettazioni risulta che i vari capi di Mediaset e della Rai si telefonavano a vicenda per coprire la notizia della sconfitta epocale di berlusconi, decisero di parlare solo della morte del Papa
    Chissà se fu questa la causa del clamoroso ritardo dei risultati nel 2006. Lì si giocavano molto di più.
    Secondo voi?


  4. #114
    veterolegalitario
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    Citazione Originariamente Scritto da albiy Visualizza Messaggio
    Chissà se fu questa la causa del clamoroso ritardo dei risultati nel 2006. Lì si giocavano molto di più.
    Secondo voi?
    mah .... io resto fortemente dubbioso che potesse aver ragione deaglio ....

  5. #115
    veterolegalitario
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    "Il direttore generale? Cattaneo non è capace
    Ci vuole uno pronto a sporcarsi le mani"

    Aprile 2005, dopo la sconfitta alle Regionali, è tempo di cambio al vertice della Rai. La Bergamini imperversa e ne discute un po' con tutti. Si parla dell'esterno Meocci ma lei vorrebbe uno "solido... per non mettere noi che facciamo il lavoro duro in difficoltà". E nelle ore del voto la vice direttrice marketing definiva "imbecille" il suo capo
    di WALTER GALBIATI e EMILIO RANDACIO
    LA STRUTTURA DELTA IN RAI - Inchieste - la Repubblica

    ......... :giagia:

  6. #116
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    LA BUFALA DEL TEOREMA DELLA STRUTTURA DELTA

    RAI: BERGAMINI, MAI ESISTITA STRUTTURA DELTA; E' INVENZIONE
    TEOREMA DI REPUBBLICA MONTATO CON PUBBLICAZIONE BROGLIACCI

    (ANSA) - ROMA, 4 LUG - 'Da circa un settimana il quotidiano la Repubblica ha ricominciato un'aggressiva campagna stampa finalizzata a dimostrare l'esistenza di una fantomatica struttura Delta, interna alla Rai, che condizionerebbe l'attivita' del servizio pubblico e della quale io avrei fatto parte nel 2005, anno in cui ero Direttore Marketing della Rai. Non esiste, ne' e' mai esistita, alcuna struttura Delta, il cui nome e' appunto un'invenzione di Repubblica'. Lo dichiara in una nota la parlamentare del Pdl, Deborah Bergamini.
    'Gia' allora - spiega - il teorema del quotidiano, montato attraverso la pubblicazione di brogliacci di intercettazioni che avrebbero dovuto essere distrutti in quanto considerati irrilevanti dalla magistratura, fu smentito da un'inchiesta giudiziaria oltre che da un'indagine interna della stessa Rai.
    Oggi Repubblica e i suoi megafoni politici - sottolinea - montano nuovamente, su notizie stantie, un caso inesistente con un chiaro intento persecutorio e con finalita' politiche che, spingendosi persino a costruire accostamenti con la presunta organizzazione P4, appaiono per ora oscure'.(ANSA).
    Sempre dal sito della signora.
    Vi consiglio anche il primo della serie: QUI.

    Fossi in lei, querelerei.
    Ma anche no.
    Ultima modifica di Zdenek; 06-07-11 alle 10:44
    Niente reputazioni ma opere di bene. Grazie.
    Che tristezza dev'essere ricevere un "ILike" da un cretino.

    -

    Cinguetto QUI

  7. #117
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    Altra semplice cosettina da fare, entrare in rai cacciare tutti dirigenti segretari, consigli d ' amministrazione, tutti.

    TOGLIERE LA POLITICA E CHI PROVIENE DALLA POLITICA.
    I'm not a robot without emotions, I'm not what you see
    I've come to help you with your problems, so we can be free
    I'm not a hero, I'm not a savior, forget what you know
    I'm just a man whose circumstances went beyond his control
    Beyond my control

  8. #118
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    Citazione Originariamente Scritto da Lazzaro Visualizza Messaggio
    Sempre dal sito della signora.
    Vi consiglio anche il primo della serie: QUI.

    Fossi in lei, querelerei.
    Ma anche no.
    Londra, 1999. Il canale satellitare Bloomberg decide di intervistare Silvio Berlusconi, allora capo dell’opposizione in Italia, ma la giornalista incaricata del servizio non si presenta, e così tocca senza preavviso a una giovane redattrice, Deborah Bergamini, 32 anni, di Viareggio. Anni dopo rievocò così quel fatale momento: “Avevo passato la notte in redazione, ero impreparata e piena di pregiudizi tremendi. Leggevo i giornali italiani e stranieri, che erano tutt’altro che teneri nei suoi confronti”. E invece “poi l’ho conosciuto e ho imparato che niente è come sembra”.

    Una folgorazione per entrambi. Subito dopo quell’intervista lascia Londra e approda a Roma come assistente personale di Berlusconi a fare “la guardiana del suo sogno”. “Mi è sembrato una persona con il coraggio delle sue intuizioni. Uno con la forza di essere se stesso sempre e comunque, alla luce del sole” motivò la sua scelta a Cristina Tagliabue del Corriere Magazine. Tre anni dopo – Berlusconi è tornato nel frattempo a Palazzo Chigi – “stanca di quella vita totalizzante” la giovane assistente chiede di essere esonerata: “Non ero più padrona della mia vita personale”.

    Si riposa? Torna al giornalismo? Avvia una propria impresa? No, Silvio, sceso in campo per fare la rivoluzione liberale, la piazza in Rai, a capo del marketing strategico, come un vecchio satrapo democristiano. È il luglio del 2002. Deborah Bergamini ha 34 anni. Il 25 luglio 2002 Cinzia Dato, senatrice della Margherita, presenta un’interrogazione al ministro Gasparri: “Il fatto che la segretaria del premier, nonché proprietario di Mediaset, assuma un ruolo così prestigioso è una dimostrazione eloquente di cosa sia il conflitto d’interessi in Italia”. Tempo dopo anche il margheritino Riccardo Villari – oggi sottosegretario berlusconiano – tuonerà contro la “faccia tosta” di Berlusconi per le “meteoriche carriere di persone del suo staff come Deborah Bergamini, immortalata con lui in vacanza in Sardegna e poi diventata direttore in Rai”.

    Le intercettazioni telefoniche pubblicate in questi giorni da Walter Galbiati ed Emilio Randacio su Repubblica e in forma audio sul sito delle inchieste di Repubblica.it rivelano che per marketing strategico il premier intendeva in realtà quello per la sua Mediaset. Nel marzo 2006, un anno e mezzo prima che Repubblica portasse a luce in una lunga inchiesta l’esistenza della Struttura Delta, la Bergamini rilasciò un’intervista a Panorama nella quale si disse indignata per le tante chiacchiere sul suo conto: “Noi legati a Berlusconi siamo sempre in prima fila. Subisci il pregiudizio che bene o male non lavori per la Rai ma per la concorrenza. Un peso enorme da portare!” Testuale.

    Al telefono la Bergamini si muove come un direttore generale ombra, chiama Silvio “Il Capo”, blandisce paziente gli altri congiurati, e c’è in fondo un divertimento infantile nella sua voce quando uno dei sodali come Del Noce non rispetta le consegne: “Oddio, ma anche Fabrizio però!” Silvio Berlusconi in queste ore ha taciuto, ma nel novembre 2007, quando vennero fuori le prime carte, definì quelle scandalosissime telefonate “assolutamente normali” e si scagliò contro “iene e sciacalli che si sono buttati personalmente anche contro le persone: ad esempio contro la signora Bergamini. Questi si devono vergognare perché la dirigente della Rai ha fatto una cosa che doveva fare e che avrebbe mancato al suo dovere se non avesse fatto”. Testuale.

    Deborah Bergamini venne sospesa, si disse indignata e aprì un blog celandosi dietro al nome di Cartimandua, regina dei Celti. Per fortuna che nell’aprile del 2008 si votava e così oggi, a 43 anni, è parlamentare del Pdl. Soprattutto può dire, come ha fatto un anno fa a Isabella Mazzitelli di Vanity Fair: “Silvio ha un bellissimo modo di fare, coinvolgente, umile, ha il servizio dentro di sé”. Umile.

    La carriera di Deborah Bergamini conferma una verità che Berlusconi ripete spesso: “Nessuno ha fatto per i giovani quanto il mio governo”.
    Silvio e la carriera di Deborah

    ........ :giagia:

  9. #119
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    La struttura delta è una bufala dicono... basta vedere e seguire il tg1 odierno per comprendere come sia attivo il sistema di disiformazione e informazione scorretta e parziale col Minzolini e i suoi editoriali...
    Ammorba l'aria che respiriamo!

  10. #120
    Mai l'altra guancia
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    Predefinito Rif: la struttura delta

    Citazione Originariamente Scritto da Saviano Visualizza Messaggio
    Cartimandua, regina dei Celti
    Fatti un po' una ricerca su questo nickname esotico, e ti piegherai in due.
    Mica una generica regina dei Celti...
    Niente reputazioni ma opere di bene. Grazie.
    Che tristezza dev'essere ricevere un "ILike" da un cretino.

    -

    Cinguetto QUI

 

 
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