Roma, 23 giu. - “E’ significativo - prosegue Napolitano - che il Presidente della Conferenza episcopale italiana, nel recente convegno tenutosi a Genova in preparazione della XLVI Settimana sociale dei cattolici italiani, abbia voluto riconoscere come la partecipazione dei cattolici alla vita pubblica italiana sia stata preziosa e feconda per l’insieme del movimento cattolico e delle stesse istituzioni ecclesiali, richiamando figure di cattolici eminenti come Don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi e Vittorio Bachelet che seppero impegnarsi, in uno spirito di autonomia e di autentica e positiva laicita’ nella vita della Chiesa e delle istituzioni statuali”.
“Ho altresi’ sottolineato - dice ancora il Capo dello Stato - l’importanza della comune missione educativa cui sono chiamate le autorita’ politiche ed ecclesiali, della loro responsabilita’, sia pure in ambiti e piani diversi e in assoluta indipendenza, di promuovere il rispetto di principi etici fondamentali in cui tutti possono riconoscersi e senza i quali e’ destinata a lacerarsi la coesione del tessuto sociale. Di qui anche la necessita’ di salvaguardare e valorizzare il tradizionale patrimonio identitario e di valori espresso, in particolare nei paesi europei e nel nostro paese, dalla millenaria presenza cristiana e cattolica”.
“I processi di integrazione europea, anche per le difficolta’ di diverso genere che stanno incontrando, hanno bisogno del contributo di tutte le energie spirituali e culturali degli Stati e delle popolazioni che vi partecipano.
La laicita’ dell’Europa - sottolinea Napolitano - non puo’ essere concepita e vissuta in termini tali da ferire sentimenti popolari elementari e profondi, bensi’ come disponibilita’ ad accogliere e amalgamare le tradizioni piu’ diverse, senza escluderne alcuna, in una logica non gia’ di indifferenza ed esclusione, ma di inclusione e arricchimento reciproco. Nel messaggio alle Camere in occasione del mio insediamento testimoniai la piena consapevolezza di quale sia stato il rapporto storico tra la Cristianita’ ed il farsi dell’Europa”.
“Anche la questione, particolarmente sensibile, dell’atteggiamento da tenere nei confronti delle simbologie religiose - conclude - puo’ essere piu’ opportunamente affrontata, secondo il generale principio di sussidiarieta’, che ha finora costantemente ispirato la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, dai singoli Stati, che sono in grado di meglio percepirne la valenza in rapporto ai sentimenti diffusi nelle rispettive popolazioni, cosi’ come la necessita’ di bilanciamento tra diverse sensibilita’ e la salvaguardia di obiezioni di coscienza serie e consistenti in specifiche situazioni. Se la voce della societa’ civile, nelle sue diverse componenti, si esprime in questo spirito, evitando sterili contrapposizioni e integralismi, specialmente nei confronti di simboli che hanno assunto, anche per il riconoscimento di esponenti di altre religioni, significati universali di pace e di tolleranza, essa potra’ fornire un contributo importante di riflessione e di approfondimento in ogni sede”.
Diritto CROCIFISSO: NAPOLITANO, LAICITA’ NON FERISCA SENTIMENTI POPOLARI