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  1. #1
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    Predefinito Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Il cervello dei razzisti
    «funziona» diversamente

    È insensibile al dolore fisico nelle altre razze.
    Lo indica una ricerca italiana, che nuova fa luce
    sugli aspetti neurologici del pregiudizio


    MILANO - Il cervello dei razzisti funziona in modo diverso e, a differenza di quello di chi è libero da pregiudizi, fatica a identificarsi spontaneamente nella sofferenza fisica di individui di altri gruppi etnici.
    LA PROVA – Lo ha dimostrato un team di neuroscienziati italiani in una ricerca che sarà pubblicata a giugno sull'autorevole rivista scientifica Current Biology. Gli studiosi hanno mostrato a un campione di 40 universitari, in parte bianchi italiani e in parte neri africani residenti in Italia, immagini di aghi che venivano conficcati sul dorso di mani con la pelle di diverso colore. I soggetti sono stati sottoposti a stimolazione magnetica transcranica, una tecnica che consente di registrare l’attivazione dei circuiti neuronali associati a diversi movimenti del corpo, sensazioni tattili e dolorose, allo scopo di intercettare i correlati nervosi dell'empatia.

    L'ESPERIMENTO - I neuroscienziati hanno testato la reazione a immagini dolorose relative al proprio e all’altro gruppo razziale, confermando in generale che a fronte del dolore altrui (come aveva scoperto in precedenza il medesimo team di studiosi) si attivano automaticamente gli stessi circuiti cerebrali collegati alla percezione di quel dolore, come se l’osservatore lo stesse provando sulla propria mano. La risposta automatica però non si è messa in atto nel caso di individui appartenenti al diverso gruppo etnico e tanto più i volontari avevano dimostrato, attraverso un'indagine standard sui pregiudizi razziali inconsci, un atteggiamento xenofobo, tanto più i loro cervelli si erano dimostrati neurologicamente indifferenti alla sofferenza altrui. Come spiega Alessio Avenanti, psicologo 34enne dell’Università di Bologna coordinatore del lavoro «la ricerca dimostra che la scarsa empatia, cioè la capacità di condividere e comprendere i sentimenti e le emozioni altrui, nei confronti di persone di diverso gruppo etnico è correlata al pregiudizio razziale inconscio dell’osservatore».

    LA MANO VIOLA - Ma se l'imperturbabilità del cervello fosse semplicemente dovuta a un'inferiore (e comprensibile) capacità di identificazione nel caso di persone di razza differente e quindi meno famigliari? La risposta di Avenanti è chiara: «Proprio per sgomberare il campo dal sospetto che si potesse trattare semplicemente di una minor capacità di immedesimazione, abbiamo introdotto nell'esperimento anche una mano viola, ma alla vista di un ago conficcato sull'arto di colore viola tutti i volontari hanno mostrato invece un atteggiamento empatico». In sostanza i ricercatori hanno ripetuto l’esperimento con immagini di mani artificialmente colorate di viola, percepite come estremamente strane e non familiari da entrambi i gruppi, e il risultato è stato sorprendente: i due gruppi hanno manifestato empatia nei confronti del dolore della mano viola, nonostante la sua peculiarità, e nonostante la mano viola mostrata ai bianchi fosse quella di un nero e viceversa. Ciò suggerisce, secondo gli studiosi, che non è tanto il diverso aspetto a determinare la differenza di risposta, bensì il significato culturale a questo associato. «La mano viola – spiega Avenanti – dimostra l'esistenza di una reattività naturale da parte del cervello degli esseri umani anche verso ciò che più è estraneo, rivelando un'innata apertura nei confronti del diverso».

    LA RISPOSTA EMPATICA È PERSONALE – «Altrettanto interessante è stato poi verificare la correlazione tra sentimenti razzisti latenti e resistenza empatica», fa notare lo psicologo, spiegando che gli individui con alto pregiudizio razziale tendono a rispondere in maniera estremamente ridotta al dolore di membri dell’altro gruppo etnico, mentre persone con basso pregiudizio razziale tendono a reagire in modo simile al dolore dei membri del proprio e dell’altro gruppo etnico. L'esistenza del preconcetto è stata dimostrata in parte con domande dirette e in parte con strumenti sviluppati dalla psicologia sociale in grado di indagare le reazioni automatiche, e quindi non filtrate dal desiderio di fare bella figura.

    L'OBIETTIVO – Ma come è nata l'idea di vedere che cosa accade nel cervello di un razzista? «In parte era nei nostri piani, in parte è stata un'intuizione incidentale che abbiamo voluto approfondire», prosegue Alessio Avenanti, che lavora presso il Centro studi e ricerche in neuroscienze cognitive dell’Alma Mater e ha condotto la ricerca insieme al professor Salvatore Maria Aglioti, dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Ircss Fondazione Santa Lucia, e Angela Sirigu, dell’Istituto di scienze cognitive del Cnrs francese a Lione. In conclusione sarebbero gli stereotipi e i pregiudizi razziali collegati al colore della pelle a influenzare, e persino ad attenuare, la naturale compartecipazione alla sofferenza altrui, che si manifesta anche di fronte a soggetti percepiti come non familiari. Che sviluppi avrà questo esperimento? «Questa ricerca – risponde Avenanti - può avere molteplici applicazioni, ma soprattutto suggerisce l'importanza e la necessità di educare all'empatia».

    Emanuela Di Pasqua
    27 maggio 2010

    Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente - Corriere della Sera
    Fra tutti il ministero dell'amore era quello che incuteva un autentico terrore... [...]

    1984 George Orwell
    http://www.youtube.com/watch?v=krYkuiRtO7M

  2. #2
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Citazione Originariamente Scritto da Ortodossia Visualizza Messaggio
    «Questa ricerca – risponde Avenanti - può avere molteplici applicazioni, ma soprattutto suggerisce l'importanza e la necessità di educare all'empatia».
    Su questo non ci piove. Credo che il problema sia di VOLONTA' di farlo..

    Per il buddismo zen, quando ci si trova davanti ad un’alternativa binaria, a possibilità di risposte solo dualistiche, bisogna passare oltre...

  3. #3
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Citazione Originariamente Scritto da Shambola Visualizza Messaggio
    Su questo non ci piove. Credo che il problema sia di VOLONTA' di farlo..
    Ad esempio in Germania e Nord Europa, i razzisti vengono affidati alle cure del servizio sociale, negli Stati Uniti i tribunali sottraggono i figli alle coppie che li educano secondo principi discriminatori.
    Basterebbe che l'Oms dichiarasse il razzismo una patologia, per avere in tutti i paesi omogenee procedure di intervento e di recupero, anche farmacologiche.
    Ultima modifica di Ortodossia; 28-05-10 alle 15:48
    Fra tutti il ministero dell'amore era quello che incuteva un autentico terrore... [...]

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  4. #4
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Citazione Originariamente Scritto da Ortodossia Visualizza Messaggio
    Ad esempio in Germania e Nord Europa, i razzisti vengono affidati alle cure del servizio sociale, negli Stati Uniti i tribunali sottraggono i figli alle coppie che li educano secondo principi discriminatori.
    Basterebbe che l'Oms dichiarasse il razzismo una patologia, per avere in tutti i paesi omogenee procedure di intervento e di recupero, anche farmacologiche.
    giusto, anzi io li internerei nei lager

    p.s. lo so che il razzismo è una cosa anche disgustosa ma come fai a misurarlo. Come fai a testare quando uno è razzista o no.

    Non hanno proprio nulla da fare per vendere fumo.


    ma chi è quel mona ....


  5. #5
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Avviso ai naviganti, guardate che questa discussione è già stata aperta qualche ora fa, adesso è sparita, penso perchè troppo, diciamo, infiammata.

    Perchè la riproponete? Rivolete la rissa?
    Se guardi troppo a lungo nell'abisso, poi l'abisso vorrà guardare dentro di te. (F. Nietzsche)

  6. #6
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Ed adesso aspettiamo gli amicici dell'altro mio 3d che sostenevano che sono tutte cazzate.

    Ovviamente le cazzate sono SOLO quelle a cui non credono, che però ahimè, stranamente portano sempre dei dati da poter discutere e non semplici opinioni con cui riempirsi la bocca (chessò: mondialismo, cospirazione, immigrazione ecc).

    Si, mi riferisco a Fenris, sperando che abbia chessò qualche teoria che ci esplichi questo esperimento.Magari la scricca mondialista, boh.

    Resta il fatto che sfortunatamente il mio 3d è stato chiuso, ma volevo ribadire una cosa che mi pareva ovvia:

    QUESTO e l'ALTRO 3d non hanno nulla a che fare con partiti politici italiani o con chi sta al parlamento o con leggi o altro.
    E' semplicemente la constatazione di qualcosa che già si sapeva: chi è razzista (libero di esserlo eh) ha un cervello che funziona in modo diverso.

    Visto che soprattutto su questo forum ultimamente ci si divide in NORMALI e DIVERSI, oh, vivaddio abbiamo trovato un posto anche per i razzisti: DIVERSI.

    Non è una offesa, o almeno io non la ritengo tale. Quindi evitiamo flame come nell'altro 3d. :giagia:
    SARAI PAGATO ANCHE SENZA DOVERE FINGERE DI CONTARE TOMBINI

  7. #7
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Quello che l'articolista chiama razzismo è normalità , è stato già provato scientificamente in una marea di studi che gli individui provano più compassione , fiducia , empatia etc verso persone simili a loro nei tratti somatico ergo etnicamente , e lo stesso vale per i neonati , su cui quindi non può valere l'ipotesi di "indottrinamenti razzisti" da parte genitoriale.

    è un comportamento perfettamente normale , dal punto di vista evolutivo.

    I malati sono gli xenofili , perchè sposandosi con persone di diversa etnia non propagano sufficientemente i propri geni.
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  8. #8
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Citazione Originariamente Scritto da Ortodossia Visualizza Messaggio
    Il cervello dei razzisti
    «funziona» diversamente

    ]
    basterebbe educare il pargolo razzista si da piccolo...qualche sonoro schiaffone quando serve, niente o pochi soldi in tasca (spesso i razzisti son viziati e quindi non riescono ad immedesimarsi).

    Se da grandi ancora si comportano nel loro modo depravato allora si potrebbe procedere con l'elettroshock.
    I "sud tirolesi":"Noi non ci sentiamo padani perché abbiamo un patrimonio genetico basato sulla legalità, sulla convivenza, sul rispetto delle diverse tradizioni culturali purché non lesive della libertà altrui..."

  9. #9
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Citazione Originariamente Scritto da Ortodossia Visualizza Messaggio
    Ad esempio in Germania e Nord Europa, i razzisti vengono affidati alle cure del servizio sociale, negli Stati Uniti i tribunali sottraggono i figli alle coppie che li educano secondo principi discriminatori.
    Basterebbe che l'Oms dichiarasse il razzismo una patologia, per avere in tutti i paesi omogenee procedure di intervento e di recupero, anche farmacologiche.
    ostridicolo: e una volta, mio cugino, e' morto.... repapelle:

  10. #10
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    Predefinito Rif: Il cervello dei razzisti «funziona» diversamente

    Citazione Originariamente Scritto da Robert Visualizza Messaggio
    Quello che l'articolista chiama razzismo è normalità , è stato già provato scientificamente in una marea di studi che gli individui provano più compassione , fiducia , empatia etc verso persone simili a loro nei tratti somatico ergo etnicamente , e lo stesso vale per i neonati , su cui quindi non può valere l'ipotesi di "indottrinamenti razzisti" da parte genitoriale.

    è un comportamento perfettamente normale , dal punto di vista evolutivo.

    I malati sono gli xenofili , perchè sposandosi con persone di diversa etnia non propagano sufficientemente i propri geni.
    repapelle:repapelle:repapelle:

    Mi piacerebbe vederli questi studi, soprattutto quelli sui neonati che quasi manco ci vedono nelle prime settimane e non hanno capacità di riconoscersi e quindi di valutare la diversità degli altri in rapporto alla loro.

    Si, vorrei proprio vederli questi studi.
    SARAI PAGATO ANCHE SENZA DOVERE FINGERE DI CONTARE TOMBINI

 

 
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