Bersani:"Spero che Fini non rompa con Berlusconi"

ROMA - La direzione nazionale del Pd si riunisce a Sant'Andrea della Fratte e, il numero uno del partito Pier Luigi Bersani, non può evitare di esprimenre il suo pensiero riguardo l'attuale possibile rottura tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. Durante l'intera assemblea Bersani cerca di toccare il delicato argomento il meno possibile, parlando di lavoro e riforme e di quel "progetto per l'Italia" divenuto oramai quasi mitologico. Tra una battuta e l'altra, il segretario democratico si concede però qualche commento che, anche se in maniera non diretta, lascia trasparire il suo pensiero: il presidente della Camera non deve creare una spaccatura interna al Pdl ma, al contempo, deve continuare a dar fastidio al suo alleato più grande. Motivo? Intuibile: una scissione così significativa nella maggioranza vorrebbe dire quasi sicuramente elezioni anticipate. Inutile ricordare i risultati degradanti del Partito democratico alle scorse elezioni e, quindi, il timore del centrosinistra riguardo la possibilità di affrontare una nuova sfida già persa in partenza. Fini dunque serve come disturbatore tra le fila nemiche, ma non come ulteriore avversario capace, magari, di risucchiare altri voti. Non solo: nuove elezioni non preventivate vorrebbero anche a significare altre primarie, altre devastanti lotte interne portate avanti dalle sempre più numerose e contrastanti correnti.
Non a caso "Il Tempo" oggi parla chiaramente di "Bersani che si aggrappa a Fini". La bagarre interna al centrodestra, infatti, ha decisamente mitigato l'odierna assemblea nazionale del Pd che pareva dover scatenare fuoco e fiamme e, sopra ogni altra cosa, chiedere al segretario nazionale la definitiva (e pesante) resa dei conti collegata al pessimo risultato ottenuto alle scorse regionali.
La liena decisamente meno arrembante e trionfalististi di Bersani è piaciuta anche a quello che sembra sempre più un ex nemico-nuovo amico e, cioè, Dario Franceschini. L'ex segretario ha infatti precisato che "La situazione è mobile, ma non bisogna fare a Fini il torto di considerarlo "di qua" e coinvolgerlo in scenari confusi perché sta facendo una battaglia per una destra normale, ma è un nostro avversario. Oltretutto faremmo un regalo a Berlusconi se facessimo credere che Fini sta facendo intelligenza con il nemico".
Insomma: Fini ulri e strepiti quanto gli pare ma si limiti a quello senza avventurarsi in nuove avventure politiche. Il messaggio odierno lanciato dai democratici sembra decisamente chiaro. Molto meno intuibile, invece, è il piano di ristrutturazione e riorganizzazione che sarebbe dovuto emergere dal vertice di oggi. Parlare di un partito che "è con i poveri e vuole aiutare le persone in difficoltà" è banale quanto demagogico e rappresenta un esempio propagandistico di buoni intenti che rasenta il patetico. Bersani e i suoi non si illudano come sempre di poter contare sul tracollo dell'avversario per guadagnare punti. Sarebbero, ancora una volta, nient'altro che l'immagine speculare e un po' sfigata della maggioranza che continua a stravincere.
Bersani:"Spero che Fini non rompa con Berlusconi"