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  1. #1
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    Predefinito l'odio pasquale per gli ebrei

    /L'ODIO PASQUALE PER GLI EBREI
    La festa di Pasqua preceduta dalla Settimana Santa viene celebrata da centinaia di anni. Una settimana di tensione, di fortissime emozioni, di lutto, che culminano nella resurrezione di Cristo che ascende alla gloria dei cieli. Pare che la festa abbia circa settecento anni e che sia stato rinnovata solo una volta. In Sicilia dà luogo a grandissime emozionanti rappresentazioni teatrali partecipate da intere popolazioni. Ricordo da bambino un venerdì santo ad Agrigento, mio padre e mia madre mi tenevano per mano ed io mi sentivo piccolo e spaventato in mezzo ad una processione di cui soltanto la parte inferiore della gente, le candele accese, l'odore di cera calda che si attaccava alle basole della strada. Migliaia e migliaia di persone piangenti, molte con il capo cosparso di cenere ,che si ammassavano davanti la Cattedrale. Ricordo
    quella festa con spavento: al momento dell'incontro tra Gesù e la Madre le donne della processione alzavano impressionanti grida di lamento. La "spartenza", l'allontanamento della madre dolorosa dal figlio la ricordo ancora per la tristezza infinita della musica che l'accompagnava. Per quanto la Sicilia sia ricca
    di processioni pasquali e di straordinarie rappresentazioni teatrali del rito sacro sono stato a vedere soltanto quella di Trapani.Non sopporto il dramma che richiama quanto di luttuoso ho dentro di me
    i dolori mai rimarginati, il sentimento di fragilità e di vulnerabilità per il destino che ci costringe.
    La settimana santa è stata nei secoli un rinnovamento della colpa degli ebrei che avevano dato la morte al Dio Redentore. Nel corso dei secoli, a cominciare dalla domenica delle palme, gli ebrei si dovevano guardare bene dal farsi vedere in giro. La domenica delle Palme racconta di Gesù accolto a Gerusalemmme da un popolo festante che agitava palme al suo passaggio in segno di rispetto, ammirazione, gioia... La stessa folla qualche giorno dopo gli avrebbe preferito Barabba e lo avrebbe lasciato al suo destino.Il Sinedrio, massimo organismo religioso degli ebrei consegna Gesù al potere romano ed insiste per la sua condanna a morte. Giuda tradisce con monete fornitegli dal Clero. Popolo ebreo ed elite religiosa entrambi colpevoli. Il Sinedrio minacciò Pilato di accusarlo all'imperatore Tiberio se non avesse condannato Gesù. La responsabilità dei capi religiosi degli ebrei è stata rimarcata per tutte le Vie Crucis e le Pasqua che si sono succedute nel corso di quasi un millennio. Con la sua morte Gesù cessa di essere ebreo per diventare "cristiano" vittima innocente. Una vicenda di ingiustizia di dolore e di morte come tante si carica di fortissime connotazioni etniche. I sacerdoti che aizzano Pilato a condannare Gesù sono e diventano ancora di più ebrei deicidi. Da quel momento gli ebrei diventano "diversi". Nei secoli dei secoli discendono da coloro che misero a morte Dio. Vivranno nei ghetti, perseguitati, la loro vita sarà sempre in pericolo e, anche al culmine del benessere e della ricchezza, potranno perdere tutto perchè chi ha ucciso Dio non ha diritto a niente, neppure alla vita.
    Nel rito pasquale di SanFratello, paese siciliano, si celebra addirittura la cosidetta "festa dei giudei.
    I giudei sono rappresentati come mostri, incarnazioni demoniache, flagellatori ed uccisori di Gesù.
    Come tali spaventano il popolo che viene esortato ad odiarli, a maledirli, esecrarli per il male che hanno fatto.
    La Pasqua ha ricordato a tutti, caso mai si potesse dimenticare, che Cristo è stato mandato a morte dagli ebrei anche se condannato da Pilato e crocifisso da legionari romani.
    Il crocifisso diventa simbolo religioso che ricorda non solo un martirio ma anche il crimine subito.
    Sarebbe opportuno che si aprisse una discussione sulla Pasqua. Fino a quando la storia della Via Crucis è quella che ci viene raccontata da secoli la ferita tra ebrei e cristiana non potrà guarire.
    Forse sono un ateo scarsamente illuminato dalla ragione e dalla cultura e per questo mi chiedo: se il dramma di Gesù era stato programmato nell'alto dei cieli perchè con il suo sangue redimesse l'umanità dei suoi peccati ed era prevista anche la sua resurrezione perchè mai gli ebrei ed i romani dovrebbero esserne responsabili? Si può essere responsabili di una decisione divina?
    E mi chiedo ancora: come mai il sacrificio di Gesù non ha cambiato il corso del mondo? Perchè nonostante la sua Resurrezione il Male continua ad imperversare e l'agnello non dorme abbracciato al lupo?
    Pietro Ancona
    medioevo sociale
    Informazione laica - di sinistra - pacifista - per il socialismo e la libertà


    La antichissima e storica Festa pagana dei Giudei di San Fratello"
    Rino Cammilleri – Antidoti contro i veleni della cultura contemporanea » Pilato
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  2. #2
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    Una curiosità. Uno che si firma "ANCONA" mica sarà un marrano?

  3. #3
    Can che abbaia morde
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    ...E mi chiedo ancora: come mai il sacrificio di Gesù non ha cambiato il corso del mondo? ....
    Ma non è vero!
    Forse non il sacrificio, la sua interpretazione senz'altro.
    Riproviamoci.
    La Repubblica l'ho rispettata, ma non sono stato rispettato.
    Restauriamo la Monarchia.
    Voglio tornare a casa e se non ci fosse più una casa, beh la ricostruiremo.

  4. #4
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    Citazione Originariamente Scritto da ARMINIUS Visualizza Messaggio
    Una curiosità. Uno che si firma "ANCONA" mica sarà un marrano?
    credo di essere marrano come tanti altri. Tuttavia sono anche palestinese almeno sentimentalmente e politicamente.
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  5. #5
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    Citazione Originariamente Scritto da pietroancona Visualizza Messaggio
    credo di essere marrano come tanti altri. Tuttavia sono anche palestinese almeno sentimentalmente e politicamente.
    Bravo pietro! Basta che non comincino a chiamarti "vil marrano", che è sicuramente offensivo. :giagia: :gluglu:

  6. #6
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    Ma scusate, cosa centra tutto questo con la politica ?
    ------------------------------------------
    http://castapolitica.blogattivo.com/index.htm

  7. #7
    repubblicano perciò di Sx
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    Citazione Originariamente Scritto da pietroancona Visualizza Messaggio
    /L'ODIO PASQUALE PER GLI EBREI
    E mi chiedo ancora: come mai il sacrificio di Gesù non ha cambiato il corso del mondo? Perchè nonostante la sua Resurrezione il Male continua ad imperversare e l'agnello non dorme abbracciato al lupo?
    Pietro Ancona
    [» Pilato[/url]
    è stato di recente scritto da Massimo Gusso un bel libro intitolato "Il mago" che ipotizza un'altra storia possibile.

    Comunque, se la predizione biblica che quando sarebbe arrivato il vero messia lo si sarebbe riconosciuto perchè il lupo sarebbe convissuto con l'agnello non si è avverata , forse, è semplicemente perchè non è arrivato alcun messia. O più probabilmente, perchè mai ne è arrivato uno , nè mai ne arriverà.
    "E' decretato che ogni uomo il quale s'accosta alla setta dei moderati debba smarrire a un tratto senso morale e dignità di coscienza?" G. Mazzini

    http://www.novefebbraio.it/

  8. #8
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    Citazione Originariamente Scritto da Scipione Visualizza Messaggio
    Bravo pietro! Basta che non comincino a chiamarti "vil marrano", che è sicuramente offensivo. :giagia: :gluglu:


    mio nonno veniva ingiuriato dai "cristiani" come "porco". L'ingiuria era
    "chirichidondon" che è onomatopeica del grugnito del maiale. Gli ebrei veniva confinati nel ghetto fuori città e potevano esercitare soltanto i mestieri infimi al livello dei senza casta indiani.
    Peccato che non ricordino le loro persecuzioni in Israele dove si comportano come i cristiani ed i nazisti si comportarono con loro nei secoli.
    I palestinesi sono gli ebrei di oggi. Io mi sento palestinese e come tale ebreo.
    Ultima modifica di pietroancona; 04-04-10 alle 03:16
    Solo il socialismo può salvare il pianeta
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  9. #9
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    Citazione Originariamente Scritto da pietroancona Visualizza Messaggio
    mio nonno veniva ingiuriato dai "cristiani" come "porco". L'ingiuria era
    "chirichidondon" che è onomatopeica del grugnito del maiale. Gli ebrei veniva confinati nel ghetto fuori città e potevano esercitare soltanto i mestieri infimi al livello dei senza casta indiani.
    Peccato che non ricordino le loro persecuzioni in Israele dove si comportano come i cristiani ed i nazisti si comportarono con loro nei secoli.
    I palestinesi sono gli ebrei di oggi. Io mi sento palestinese e come tale ebreo.
    Come lo vedi il clima?
    Ci risiamo?
    Riproviamoci.
    La Repubblica l'ho rispettata, ma non sono stato rispettato.
    Restauriamo la Monarchia.
    Voglio tornare a casa e se non ci fosse più una casa, beh la ricostruiremo.

  10. #10
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    Predefinito Rif: l'odio pasquale per gli ebrei

    La crocifissione e la Pasqua

    Gesù Cristo dopo aver osservato la Pasqua nel giorno stabilito (Es 12:11; Lv 23) fu condannato alla crocifissione. Era l'ultimo giorno della sua vita terrena, cominciato dopo il tramonto, il quattordicesimo giorno del primo mese dell'anno: la Pasqua, quando cambiò i simboli dell'agnello nel pane e nel vino. Quella fu una notte turbolenta: impegnata nella preghiera, conversazione con gli Apostoli, il tradimento di Giuda, l'arresto, l'incontro col sinedrio, il miserevole giudizio di Pilato, la flagellazione. Troppi avvenimenti che l'avevano fiaccato nel fisico, ai limiti della sopportazione umana (Is 53:10).

    Giovanni, che aveva seguito da vicino tutti gli avvenimenti di quella notte (Gv 18:15-16), succedutisi a danno del suo Maestro, vide alla fine che veniva condannato alla crocifissione: egli, Giovanni, scrive che Gesù venne al luogo, detto del Teschio, che è il Golgota, “portando la sua croce”. Era vicino a Gesù, poteva vedere la croce sulla quale lo avrebbero crocifisso; poteva vedere il modo vile ed irruente col quale i soldati romani trattavano il Signore. Giovanni ha visto caricare la croce su Gesù, senza seguirlo nel tragitto fino al Golgota.

    Maria, madre di Gesù, viveva a Nazaret; Gesù si trovava con gli Apostoli a Gerusalemme per la Pasqua. Le donne di Gerusalemme seguivano Gesù, ma tra esse non c'era sua madre. Quando Giovanni si rese conto che avrebbero crocifisso il Messia, corse ad avvertire Maria e la portò sotto la croce del Figlio (questo pensiero non è riportato dalla Scrittura, ma è molto probabile che sia successo in questo modo). Gesù ebbe riguardo di sua madre e la affidò al “discepolo ch'Egli amava”. “E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua”.

    All'uscita dal pretorio, la croce di Gesù fu fatta portare da Simone il cireneo, come affermano i tre evangelisti: “E dopo averlo schernito, lo spogliarono del manto, e lo rivestirono delle sue vesti; poi lo menaron via per crocifiggerlo. Or nell'uscire trovarono un Cireneo chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la croce di Gesù. E venuti ad un luogo detto Golgota, che vuol dire: Luogo del teschio, gli dettero a bere del vino mescolato con fiele; ma Gesù, assaggiatolo, non volle berne” (Mt 271-34); “E dopo che l'ebbero schernito, lo spogliarono della porpora e lo rivestirono dei suoi propri vestimenti. E lo menaron fuori per crocifiggerlo. E costrinsero a portare la croce di lui un certo Simon cireneo, il padre di Alessandro e di Rufo, il quale passava di là, tornando dai campi. E menarono Gesù al luogo detto Golgota; il che, interpretato, vuol dire luogo del teschio. E gli offrirono da bere del vino mescolato con mirra; ma non ne prese” (Mc 15:20-23); “E mentre lo menavano via, presero un certo Simon, cireneo, che veniva dalla campagna, e gli misero addosso la croce, perché la portasse dietro a Gesù” (Lc 23:26).

    Che Gesù non portasse la croce è dimostrato anche dal fatto che Egli ha la possibilità di voltarsi, mentre andava al Golgota, e parlare alle donne che facevano cordoglio, piangendo: “Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: Figliole di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figlioli. Perché ecco, vengono i giorni nei quali si dirà: Beate le sterili, e i seni che non hanno partorito, e le mammelle che non hanno allattato. [Gesù sta profetizzando un tempo di tragici avvenimenti; e non si tratta, come viene detto, della caduta di Gerusalemme del 70; è una profezia ancora più in là dei nostri tempi, che si può leggere anche in Apocalisse: “E dicevano ai monti e alle rocce: Cadeteci addosso, e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira, e chi può reggere in piè?” (6:16-17)]. Allora prenderanno a dire ai monti; Cadeteci addosso; ed ai colli: Copriteci” (Lc 23:28-30). È evidente che, dall'uscita del pretorio fino al Golgota, Gesù non portò la croce e non cadde mai.

    Il Golgota si trovava vicino alla città di Gerusalemme; era tanto vicino che i Giudei poterono leggere la scritta posta in cima alla croce di Gesù: “GESÙ IL NAZARENO, IL RE DEI GIUDEI” in lingua ebraico, latino e greco: “Molti dunque dei Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; e l'iscrizione era in ebraico, in latino e in greco” (Gv 19:20).

    La fantastica “Via Crucis”

    Abbiamo voluto sottolineare che il Golgota si trovava a pochi metri da Gerusalemme per ridimensionare la chilometrica “Via Crucis” che viene percorsa, in quasi 2 ore di cerimonia, divisa in 14 stazioni. Nelle 14 stazioni di vero c'è proprio poco ed alcune stazioni sono del tutto false. Si tratta dell'ultimo tratto della gloriosa vita di Gesù: falsarne gli avvenimenti è una cosa di inaudita gravità.

    Il Figlio di Dio ha dato la sua preziosa vita ed ha sofferto nel fisico ed umiliato nello Spirito, subendo l'umiliazione e lo scherno, non merita che della sua vita se ne faccia anche un falso.

    3ª stazione: “Gesù cade per la prima volta”; non c'è conferma scritturale, la croce la portava il Cireneo.

    4ª stazione: “Gesù incontra sua madre”; non è vero, non ci sono le Scritture a confermare.

    6ª stazione: “la Veronica asciuga il volto di Gesù”; non è vero perché non ci sono le Scritture a confermare.

    7ª stazione: “Gesù cade per la seconda volta”; non c'è conferma scritturale, la croce la portava il Cireneo.

    9ª stazione: “Gesù cade per la terza volta”; non c'è conferma scritturale, la croce la portava il Cireneo.

    13ª stazione: “Gesù è deposto dalla croce e consegnato alla madre”; non è vero che il suo corpo fu consegnato alla madre (Mt 277-60; Mc 15:42-47; Lc 230-56; Gv 198-42). La Pietà michelangiolesca non rappresenta un valore biblico perché il fatto non è avvenuto; con tutto il rispetto per l'arte di Michelangelo, ma a condizione che la sua opera non diventi oggetto di culto.

    Rappresentare Cristo che cade 3 volte è un modo sconcertante e miserevole di descrivere una cosa inconcepibile: Gesù ha trent'anni e sa di dover affrontare la crocifissione: “Ora è turbata l'anima mia; e che dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma è per questo che son venuto incontro a quest'ora” (Gv 12:27). E lo si fa cadere prima e dopo che Lui parla alle donne di Gerusalemme! Se Gesù fosse stato così stremato, di certo non sarebbe stato in grado di parlare alle donne ed annunciare una profezia per i tempi avvenire. È inaudito presentare il Salvatore del mondo in un modo così meschino, Egli e' venuto a immolarsi per la salvezza. Sembra piuttosto un condannato che, pur di allontanare la morte di qualche minuto, ricorra alle cadute. La profezia su Gesù dice altro: “Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l'agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, Egli non aperse la bocca” (Is 53:7).

    Ci piace rappresentare Cristo diversamente: a testa alta, fortificato nello Spirito, che affronta il martirio senza debolezze.

    Auspichiamo che lo spettacolo avvilente della “Via Crucis”, deprimente per un vero cristiano che ne rigetta la celebrazione, che è inverosimile, non abbia più a ripetersi per il rispetto che si deve al Signore Gesù Cristo, Martire e Salvatore.

    L'autore della “Via Crucis” crede di aver fatto un omaggio a Cristo? In verità Cristo ha detto: “Ma sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no; poiché il di più viene dal Maligno” (Mt 57); ed il nono Comandamento recita: “Non attestare il falso contro il tuo prossimo”.

    Migliaia di uomini, o milioni per mezzo della TV, assistono alla cerimonia della “Via Crucis”: crediamo che non sia edificante propinare loro, perché ignorano, tante cose non vere sulla vita di Gesù Cristo. ----Siamo convinti che tutte le manifestazioni che Cristo ha compiute sono irripetibili. In tante città vengono evocate le “via crucis”, e non solo, ed ognuno ci ha messo quello che ha voluto: la vita di Cristo è verità e non falsità.

    La Sacra Scrittura non può essere annullata (Gv 105), modificarne gli insegnamenti è semplicemente una grave disubbidienza; alterare la Parola di Dio proprio riguardo il Figlio di Dio è una infamia, e si tratta di un commento benevolo.

    Le religioni dovrebbero essere una fedele testimonianza di verità, invece dimostrano di essere una realtà di se stesse. Il profeta soggiunge: “O Eterno, mia forza, mia fortezza, e mio rifugio nel giorno della distretta! A te verranno le nazioni dalle estremità della terra, e diranno: ‘I nostri padri non hanno ereditato che menzogne, vanità, e cose che non giovano a nulla'” (Ger 16:19).

    La pasqua

    Durante una trasmissione televisiva ho sentito pronunciare questa frase: “La sera di Pasqua Gesù entrò nel cenacolo degli Apostoli”. Questa frase è sbagliata in quanto Gesù entra nel luogo dove sono raccolti gli Apostoli quattro giorni dopo la Pasqua: “Or la sera di quello stesso giorno, ch'era il primo giorno della settimana, ed essendo, per motivo dei Giudei, serrate le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, Gesù venne e si presentò quivi in mezzo…” (Gv 20: 19). L'equivoco della frase che stiamo analizzando deriva dal fatto che le molte chiese hanno dato un significato errato della Pasqua: si considera questo avvenimento quale risurrezione di Gesù. Non così ragiona Gesù perché egli la considera il giorno del suo sacrificio: “E quando l'ora fu venuta, egli si mise a tavola, e gli Apostoli con lui. Ed egli disse loro: ho grandemente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima che io soffra; poiché io vi dico che non la mangerò più finché sia compiuta nel Regno di Dio” (Lc 22: 14-16). Al ritorno di Cristo rimarrà lo stesso significato, come ha indicato la scrittura testé citata. Paolo aveva chiaro il concetto del sacrificio di Geù nel giorno di Pasqua, infatti dice: “Purificatevi del vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata. Celebriamo la Festa…” (1 Cor 5: 7-8). Egli chiama Pasqua l'immolazione di Cristo. [“Celebriamo la Festa non è riferito alla Pasqua bensì alla Festa dei Pani Azzimi che si celebra dal giorno successivo, infatti egli dice “la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata”. Mentre la tradizione ha conservato solo due SOLENNITA': Pasqua e Pentecoste, ve ne sono altre cinque da osservare. Quelle scartate, ma nessuno le ha abolite (Mt 5: 17), sono: Festa dei Pani Azzimi, Solennità delle Trombe, Giorno delle Espiazioni, Festa delle Capanne (in Zaccaria è detto che dopo il ritorno di Cristo tutte le nazioni osserveranno questa Festa, e per conseguenza anche le altre sei – 14: 16-19), Ultimo Gran Giorno]. Così la Pasqua rappresenta il sacrificio dell'Agnello, come la prima Pasqua rappresentò il sacrificio degli agnelli: questi ultimi salvarono la vita di un popolo in Egitto, il sacrificio di Cristo rappresenta la salvezza universale dell'umanità che Dio compirà col suo Regno, al ritorno di Cristo. Molti ‘esegeti' sono approdati ad un lido sconosciuto e quivi hanno fatto scendere i molti ignari…, ma la Parola di Dio ha un fondamento inalienabile (Sal 111: 7-8).

    3 Giorni e 3 notti

    Se Gesù rimase sepolto tre giorni e tre notti, esattamente 72 ore, perché la tradizione lo ha creduto nella tomba solo per 36 ore, tra il venerdi' pomeriggio e l'alba della domenica?

    E quant'è importante sapere il giorno esatto in cui il Signore fu resuscitato? Certe tradizioni religiose sono cosi' radicate nel calendario ecclesiastico che per molti sarebbe un' eresia metterle in discussione. Ma con rispetto e spirito di ricerca, vi invitiamo a fare alcune considerazioni e di verificare se alcune delle più popolari tradizioni ecclesiastiche hanno un qualche fondamento scritturale.
    I) Perché quasi tutte le chiese insegnano che Gesù rimase nella tomba un giorno e mezzo (dal pomeriggio del venerdi' all'alba della domenica), quando è invece biblicamente provabile che Gesù promise di stare nella tomba esattamente tre giorni e tre notti ?
    2) Perché quasi tutti gli ambienti che si definiscono «cristiani» considerano la Pasqua come festa commemorativa della «resurrezione» di Cristo, anziché una commemorazione della «morte» di Gesù per i nostri peccati ?
    3) Perché la maggiorparte delle istituzioni religiose celebrano la resurrezione di Cristo nel giorno di domenica, quando è invece biblicamente provato che Gesù fu resuscitato di Sabato ?
    4) Sapevate che la tradizionale "Domenica di resurrezione" non fu mai festeggiata né dai dodici apostoli originali né dalla Chiesa. Nonostante molti fedeli studiosi della Bibbia ne denunciarono l'errore, il Concilio di Nicea, nel 325 d.C., impose in tutto l' Impero che la Pasqua cristiana avrebbe dovuto essere celebrata la prima domenica dopo la luna piena o dopo l'equinozio di primavera (21 marzo), proprio nel giorno della dea pagana! Poteva Gesù essere contento nel vedere che la commemorazione del Suo sacrificio fosse stata cambiata in commemorazione di «risorgente dea primaverile», come voleva la tradizione pagana?

    Non approvati da Dio

    Molte persone, ignare, seguono ancora questa pratica e molte altre usanze di origine pagana, come la benedizione del Fuoco nuovo, le Ceneri e la Quaresima, partendo dal presupposto che esse rendano onore a Dio dal momento che oggi le si fanno per Cristo. Ma, dovremmo chiederci, come considera Cristo queste usanze non dettate dagli insegnamenti biblici ? Cristo aveva messo in guardia: «Guardati bene dal cadere nel laccio delle tradizioni dei pagani... Avrai invece cura di mettere in pratica tutte le cose che ti comando; non vi aggiungerai nulla, e nulla ne toglierai»(Deuteronomio 120-33).

    Una tradizione pagana

    Socrate di Costantinopoli, storico del quarto secolo, narra nel suo libro Stoy-ia Ecclesiastica che « i Vangeli non insegnavano affatto che la Pasqua potesse commemorare la resurrezione del Signore. Anzi...», continua Socrate, «né Gesù né i Suoi apostoli auspicarono mai che la Pasqua fosse trasformata in festa e addirittura in coincidenza di una ricorrenza pagana. La verità è che il modo in cui la si celebra oggi ebbe origine non da una legge divina, ma da una -tradizione pagana» (Cap. 22). Anche il teologo Ireneo, all'inizio della fine del secondo secolo, testimoni? nella sua lettera a Vittorio, vescovo di Roma, che alcune delle prime autorità ecclesiastiche vietarono la commemorazione della Pasqua celebrata da Gesù e dagli apostoli nel 14° di Nisan ed introdussero la Quaresima e la "pasqua di resurrezione" nella pratica cristiana. La Quaresima, in special modo, non ha alcun nesso con la Pasqua di Cristo. Le parole distorte Un secolo dopo, la Didascalia Siriuca registro' i tentativi di alcuni dotti romani di contorcere le parole di Gesù, secondo le quali Gesù non sarebbe rimasto nella tomba «tre giorni e tre notti» com 'Egli dice in Matteo 12:40, ma soltanto dal venerdi' pomeriggio all'alba della domenica, cioè 36 ore anziché 72! Secondo il loro ragionamento, il martirio di Gesù era parte dei tre giorni e delle tre notti: il venerdi' mattina, dalle ore 9 a mezzogiorno veniva contato come primo giorno, e dal mezzogiorno alle 3 del pomeriggio come prima notte. Le tre del pomeriggio fino al tramonto veniva contato come secondo giorno, mentre il venerdi' notte fino al sabato mattina veniva contato come la seconda notte. Parte del giorno di sabato veniva contato come terzo giorno e parte della notte fino alla mattina della domenica era la terza notte. In altre parole, i tre giorni e le tre notti nel sepolcro, che Gesù disse sarebbero state il segno che Egli era in effetti mandato da Dio, vennero trasformate in un periodo di due giorni e due notti, o in un totale di 48 ore. Questo periodo è stato in seguito ulteriormente ridotto fino a 36 ore, dal tardo pomeriggio del venerdi' fino alla prima mattina della domenica. Ma questo ragionamento contraddice la profezia di Gesù secondo la quale Egli sarebbe rimasto sepolto per tre giorni e tre notti. La testimonianza biblica dimostra che la Chiesa originale celebrava diligentemente la Pasqua come «commemorazione del Sacrificio di Cristo» ed osservava la «Festa dei Pani Azzimi», proprio come avevano fatto Gesù e gli apostoli (Matteo 26:17-19; Atti 20:6; 1 Corinzi 5:8; 1 1:2326). Nei secoli che seguirono, queste «solennità» comandate da Dio furono sempre più mescolate e sostituite, Arbitrariamente, con pratiche pagane. La vera Pasqua si celebra una sola volta all' anno. Essa serve a commemorare, anno dopo anno, il supremo sacrificio di Gesù Cristo: Egli, pur non meritando la morte, mori' offrendo Se stesso come sacrificio espiatorio al posto dell' umanità. Egli pago' cosi' al posto nostro la penalità di morte che tutti noi pagheremmo altrimenti a causa dei nostri propri peccati (Matteo 26:17, 26-28; Giovanni 1:29) La Pasqua è subito seguita dalla Festa dei Pani Azzimi, che dura sette giorni: è una celebrazione che pone l' attenzione sul bisogno dei cristiani di vivere in sincerità, verità e purezza (1 Corinzi 5:8). Le celebrazioni della Quaresima e della «Domenica di resurrezione», di cui la Bibbia non parla e che furono aggiunte dopo l' epoca di Gesù Cristo e degli apostoli, non fanno che oscurare sia la ragione per cui Dio si è fatto uomo mortale, sia la indispensabilità di un sincero ravvedimento da parte dell' uomo. Questo spiega perché molti sono più che pronti a banchettare a ogni sentore di festa, ma, nei confronti del proprio ravvedimento, resistono ad oltranza! Il nostro dovere è commemorare la morte di Cristo, non la Sua resurrezione (I Corinzi 1 1:2328). E' la morte di Cristo quella che ci riscatta dalla morte di cui siamo degni. Ed èquella che dovrebbe compungere il nostro cuore e indurci a ravvedimento. I due Sabati In Giovanni 191 leggiamo che Gesù fu sepolto prima del tramonto, prima cioè che iniziasse il «Sabato». Da notare per? che quel Sabato non era un sabato settimanale! Era invece un sabato annuale, cioè una «festa», quella dei Pani Azzimi, per la precisione. La festa degli Azzimi durava sette giorni. II primo giorno era una festa, un riposo, «un gran giorno», che ogni anno puo' cadere in qualsiasi giorno della settimana (Levitico 23:6-7). In quell'occasione, pero' la Pasqua cadeva di Mercoledi', ovvero nel «mezzo della settimana» come predetto in Daniele 9:27. Tener presente che, secondo la Bibbia, il primo giorno della settimana è la domenica e, di conseguenza, il quarto giorno o il «mezzo della settimana» è il Mercoledi'. E al tramonto di quel mercoledi', iniziava un nuovo giorno, il primo della Festa degli Azzimi. (Secondo la Bibbia, i giorni finiscono al tramonto). Per questa ragione si affrettarono a seppellire Gesù prima del tramonto. Notare che, nelle narrazioni del Vangelo riguardo a quella settimana vengono menzionati due Sabati (o riposi): il primo era una festa annuale e il secondo il Sabato settimanale. Un dettaglio trascurato dalla maggior parte delle persone, ma che puo' essere provato paragonando Marco 16:1 con Luca 236. AI tramonto di quel mercoledi' iniziava il «gran giorno», la Festa degli Azzimi e nessuno potè comprare o vendere fino al tramonto di Giovedi'. Le donne poterono «comprare gli aromi e gli olii per il corpo di Gesù» soltanto dopo quel sabato! «...Passato il sabato [ la festa annuale degli Azzimi[, Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo e Salomè comprarono degli aromi per andare a imbalsamare Gesù» (Marco 16: I ). Essi poterono fare acquisti non la sera del giovedi', ma nel periodo intercorso fra il mattino e il tramonto del venerdi'. Poi, si riposarono di nuovo, a motivo del Sabato settimanale. Questo fatto è provato dalle Scritture. Il resoconto di Luca descrive, infatti, come le stesse donne che assistettero alla sepoltura di Gesù, se ne dovettero tornare a casa poco prima che iniziasse il Sabato annuale, la Festa degli Azzimi. «Poi, essendosene tornate, prepararono aromi ed oli odoriferi» (Luca 236; 24: I ). Alcuni credono che le donne «comprarono e prepararono» gli aromi e gli oli durante il sabato degli Azzimi, come se Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo e Salomè non si curavano di rispettare il sabato annuale. La verità è che le donne se ne tornarono a casa e quivi rimasero per 24 ore a motivo del sabato degli Azzimi. Esse poterono «comprare e preparare» quei prodotti soltanto dopo quel giorno di «Festa» o Sabato degli Azzimi, cioè nel tempo intercorso fra la mattina e il tramonto del venerdi'! Infatti, nel giorno di festa degli Azzimi e nella sera dopo il tramonto, i negozi erano chiusi, e sarebbe stato impossibile per loro «comprare» quei prodotti! Esse poterono quindi comprare e preparare quei prodotti durante il venerdi'. Poi, «durante il sabato [settimanale[ si riposarono, secondo il comandamento» (Luca 24:1; Esodo 20:8-11; 31:12-18). Le scritture provano che durante quella settimana ci furono due sabati, uno annuale della festa degli Azzimi e l'altro quello settimanale! Possibile che le donne abbiano «comprato e preparato» gli aromi in giorno di sabato ed abbiano riposato lo stesso sabato? Cio' è ovviamente impossibile, a meno che non si tratti di due sabati, distanti con un giorno di mezzo. Tre giorni e tre notti reali! Gesù disse che, come il profeta Giona, Egli sarebbe rimasto nella tomba per tre giorni e tre notti per poi risorgere al terzo giorno dopo la Sua sepoltura (Matteo 129-40; 17:23; 20:19). Se mettiamo insieme questi testi sacri, vediamo che Gesù fu sepolto prima del tramonto di mercoledi' e resuscito' da morte al compimento del terzo giorno, esattamente 72 ore dopo la Sua sepoltura, ovvero il Sabato pomeriggio, come dimostrato più avanti. Secondo la profezia di Daniele 9:27, Gesù, con il Suo supremo sacrificio doveva far cessare sacrificio ed oblazione «nel mezzo della settimana». Cosi' avvenne: il perfetto e unico sacrificio di Gesù fece cessare l'utilità dei sacrifici di animali «nel mezzo» della settimana ebraica, che corrispondeva al Mercoledi' del calendario romano! Inoltre, Luca 23:44 dimostra che Gesù mori' intorno «all'ora nona», che corrispondeva alle tre pomeridiane, e che fu sepolto prima del tramonto, ovvero prima che iniziasse « la festa», il sabato annuale degli Azzimi, che quell' anno cadeva di giovedi'. In tal giorno di festa le donne dovettero riposare. Poi, il venerdi', comprarono e prepararono gli aromi e gli oli per il corpo di Gesù, cosa che non poteva essere fatta né il giorno prima, durante la Festa, né il giorno dopo, durante il sabato settimanale. «Durante il sabato [settimanale] si riposarono; ma il primo giorno della settimana, la [domenica] mattina, molto per tempo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato» (Luca 24:1 ). Ma, che cosa trovarono? Gesù era già risorto! La resurrezione di Cristo non avvenne la domenica mattina, ma esattamente tre giorni e tre notti (72 ore) dopo la sua morte o sepoltura! Le scritture provano che Gesù mori' e fu sepolto il pomeriggio di quel mercoledi' e fu resuscitato esattamente dopo «tre giorni e tre notti», il pomeriggio del Sabato! Le scritture di Giacomo 1:17; Isaia 66:22-24; Ebrei 4:9; Matteo 24:20; Marco 2:28, e molte altre, dimostrano che il negare l'immutabilità di Dio ha portato milioni di persone ad accettare la tradizione di uomini che hanno rigettato la verità biblica, insegnano a violare il comandamento di Dio e seminano il dubbio sulla veridicità della Parola di Dio, la Bibbia.
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