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Seyen
CONCORDIA, I 7+1 RESPONSABILI DEL NAUFRAGIO DEL GIGLIO
di LUCA VENTURINI*
Anche se mancano le informazioni dettagliate relative a quanto sia successo in plancia, direi che a questo punto ci sono abbastanza elementi per capire chi siano i responsabili della tragedia occorsa.
Fermo restando che il responsabile ultimo della nave è e resta sempre il comandante, lo sottolineo onde anticipare critiche inutili a questa mia personale opinione, vediamo un po’ chi sono gli altri corresponsabili della tragedia. A differenza del comandante della nave che è pagato dalla Costa Crociere, si tratta, per i primi sette nomi, di persone pagate dalle nostre tasse, uomini di Stato, quelli che il “servizio pubblico” è fondamentale.
1. Il comandante della Guardia di Finanza di Porto Santo Stefano. Ho avuto modo di incrociare più volte le motovedette della Guardia di Finanza al largo dell’isola del Giglio. Costoro sono in grado di fermare la stessa barca nella stessa settimana anche tre volte, trovando sempre le stesse carte a bordo, ma non credo che abbiano mai fermato la Costa Concordia che passava a 100 metri dall’isola. Sono disposto a ricredemi se qualcuno mi mostrerà i verbali del controllo. Da parte mia posso mostrare dozzine di verbali di controllo, inutili, riguardanti barche dai 10 ai 15 metri, tutte a vela.
2. I comandanti delle suddette vedette. Precisi e puntuali nel conoscere le norme in vigore e spesso anche nell’inventarne di nuove inesistenti, ma sempre riguardanti piccole imbarcazioni da diporto, per lo piu’ a vela. Ricordo che un giorno decisero di controllare per due lunghe ore ogni spillo della barca più piccola che trovarono in porto. Dopo aver perso inutilmente le due ore, dissero che mancava il canone RAI dello stereo.
3. I comandanti delle motovedette dei Carabinieri che perlustrano con continuità le coste del Giglio. Anche loro hanno avuto modo di fermare più volte imbarcazioni a vela di massimo 15 tonnellate, ma non credo abbiano mai fermato la Costa Concordia di circa 10000 tonnellate. Ricordo che, proprio dove e’ successo il fatto, spiegarono a me e ad altri in barca con me che, secondo loro, dovevamo ancorarci molto distanti dall’isola. In pratica ci dicevano che dovevamo stare più distanti dall’isola, fermi all’ancora noi, che non la Costa Concordia a 15 nodi di velocità.
4. Il Comandante della Capitaneria di Porto dell’Isola del Giglio in servizio in occasione dell’unico passaggio ravvicinato documentato del 14 agosto scorso, che non conosco personalmente, ma che immagino come i suoi colleghi sempre solerte nell’indicare alle imbarcazioni da diporto di 10 metri dove possono e non possono ormeggiare, dove possono e non possono transitare. Costui evidentemente non si è accorto di un’imbarcazione di 291 metri che usava passare a pochi metri dalla riva.
5. Il Comandante della Capitaneria di Porto di Porto Santo Stefano, superiore del precedente, che sguazza in quei mari tutti i giorni e che, pur responsabile dell’area di mare in cui la tragedia è avvenuta, non ci può certo raccontare di non aver mai saputo che le navi da crociera passassero così vicine all’isola.
6. Il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno, Gregorio De Falco. Si’, proprio lui, l’eroe di oggi (quello del “vadaabordocazzo”). Profondo conoscitore delle normative relative al comando in caso di naufragio, ci vuole spiegare se sapeva che le navi di quella stazza passavano a così poca distanza dall’isola del Giglio? Se non lo sapeva, ci vuole spiegare di cosa parla con i suoi uomini? Di quante imbarcazioni a vela di 10 metri abbiano fermato o meno in settimana? Ho avuto a che fare anche con loro ed ho potuto apprezzare la rigida precisione con la quale si applicano quotidianamente ad indagare se barchini di 2 metri e mezzo, abbiano o meno l’assicurazione. Purtroppo non sto scherzando.
7. Il Sindaco del Giglio, Sergio Ortelli (“grazie per il passaggio ravvicinato”) al quale non è mai passato per la testa che una nave come la Costa Concordia non fosse proprio del tutto in sicurezza a quella distanza dall’isola. Anzi “si faceva interprete di un ringraziamento personale” verso il comandante della Costa Concordia.
Per ultimo, ma citato in testa a questa personale riflessione, l’unico di tutti costoro che non sia pagato dalle nostre tasse: il comandante della nave: Francesco Schettino.
CONCORDIA, I 7+1 RESPONSABILI DEL NAUFRAGIO DEL GIGLIO | L'Indipendenza
Non posso che essere ULTRA d'accordo con quanto evidenziato dall'autore dell'articolo. Si cercano e si evidenziano esclusivamente le responsabilità (ovvie e gravi per carità) di Schettino, mentre ci si dimentica che quella nave effettuava quel passaggio ogni settimana, come anche la sua gemella, senza che NESSUN ente preposto al controllo, compresa la tanto osannata Guardia Costiera ed il Capitano De Falco, abbiano MAI preso posizione.
Insomma...io credo che l'atteggiamento FORTE di De Falco nasconda anche una forte coscienza della responsabilità che hanno nell'accaduto.