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  1. #41
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    Predefinito Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    Citazione Originariamente Scritto da salvo.gerli Visualizza Messaggio
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    Salviamo ogni albero come se fosse l'ultimo. Vento fresco tra i capelli.

  2. #42
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    Cool Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

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    Impossibilia nemo tenetur

  3. #43
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    Exclamation Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    La destra in cortocircuito sui fieri ragazzi di Dakar
    Intervista a Buttafuoco

    dal CORRIERE FIORENTINO, 15/12/2011

    Pietrangelo Buttafuoco, scrittore, come si spiega questa tragedia?

    «Partiamo da un dato di carne e sangue, e confrontiamoci con le storie degli uomini ammazzati; senegalesi che attraversano il buio e il mare per arrivare in Italia. Ne parlo anche in “Cabaret Voltaire”; la loro eleganza e la loro fierezza sono quanto di meglio si possa immaginare nel nostro orizzonte di occidentali stanchi, deprivati e perduti di qualsiasi identità. Quindi chissà cos’è successo nella testa di questo squinternato per scegliere proprio loro come bersaglio, con la loro nobilità e il loro senso dell’avventura; tutte cose che si possono trovare nei sogni e negli immaginari jungeriani ed evoliani. C’è un cortocircuito spaventoso. Fa gioco la criminalizzazione e sarebbe devastante privare questo mondo fatto di suggestioni e di simboli e ridurlo al rango di simili pazzie».

    Quindi, secondo lei, la vicinanza a CasaPound non c’entra nulla.

    «CasaPound è una cosa diversa rispetto alle stupidaggini dell’estremismo di destra; se c’è un marchio di identificazione della stupidità, nell’estrema destra ne trovi a bizzeffe. Ma CasaPound non ha il linguaggio nostalgico che invece i giornali vogliono darle. I politici d’accatto e i giornali sono più feroci nel perseguirli di quanto lo sia la stessa polizia. Pensiamo allo stesso simbolo della tartaruga: è creato apposta per non utilizzare un armamentario vecchio e ridicolo».

    Ma in questi centri sociali non rischia di accendersi anche qualche fiammella d’odio?

    «È ovvio che loro devono fare un’operazione di riflessione e ripensamento, come diceva anche Alessandro Giuli, ma non c’è nessuna connessione fra questa storia orrenda e CasaPound; qualsiasi loro sede è aperta a chiunque voglia entrare. A Roma nelle loro cantine trovi batterie e amplificatori con cui suonano, fanno musica e canzoni. Prendiamo anche i manifesti: la grafica ha un linguaggio che non rientra nei canoni di una volta».

    Il razzismo non abita a CasaPound insomma.

    «Se ci sono fosse solo l’ombra o un cenno di razzismo io non ci metterei mai piede. E invece ce lo metto volentieri: è l’unica realtà di destra che non corrisponde ai clichè idioti di razzismo e cecità ideologica cui volentieri si offrono le altre mille sigle della galassia dell’estrema destra. CasaPound ha cercato sempre di utilizzare un linguaggio, un cifrario e uno stile che non corrispondono al nostalgismo. Le loro espressioni tipicamente giovanili — di ragazzi stiamo parlando — sono concentrate nella musica, nelle aggregazioni e nell’attività di solidarietà. C’è una criminalizzazione nei confronti di CasaPound che viene da lontano, perché la sua assenza di nostalgia diventa un motivo accattivante presso l’opinione pubblica. E questo a qualche giornale non piace».

    Buttafuoco, non vedrà mica un complotto dei giornali?

    «Non si tratta di complotto: è un riflesso condizionato, è Pavlov con la scodella per il cane. È accanimento nei confronti di CasaPound, che non corrisponde alle solite caricature. E non c’è niente di peggio del neofascismo idiota e caricaturale di tutti quelli che straparlano senza avere senso del reale e che non vivono in contemporaneità con il proprio tempo. Faccio un esempio: qualche tempo fa c’è a Roma c’è stata una manifestazione dei black bloc e nelle redazioni era circolata ad arte la voce che dietro di loro ci fossero militanti di CasaPound mimetizzati; se fosse stata vera sarebbe successo l’inferno. Ma CasaPound è una struttura aperta, tantissimi ospiti di sinistra sono intervenuti a presentare libri, dalla Concia a Sansonetti. Ed è meschino il calcolo di qualche consigliere comunale del Pd che pensa che CasaPound sia una fabbrica di mostri. Andassero a vederla».

    Ma davvero secondo lei l’azione di Casseri non ha motivazioni politiche?
    «È ovvio che questo squinternato pescasse dentro i propri incubi. È materia pericolosa. Qualsiasi libro diventa incendiario, anche Breivik citava la Bibbia, ma non per questo la Bibbia merita di essere trascinata nella sua follia. Ripeto, dal dopoguerra a oggi c’è stato un processo di mostrificazione della destra. Faccio un esempio schifoso: quando a Roma arrestarono un coordinatore di circolo del Pd nessuno volle — giustamente — accusare il Pd in quella vicenda orrenda. Fosse stato del Pdl avrebbero fatto una puntata in tv sul corpo delle donne nell’era di Berlusconi. La destra in Italia ha fragilità di linguaggio e handicap che agevolano la mostrificazione. E io non mi stanco mai di dire ai ragazzi di CasaPound che se devono trovare un ideale che corrisponde alle loro letture, lo cerchino più volentieri in Oriente, nell’Induismo o nell’Islam che altrove».

    David Allegranti


    ...


    :giagia:hefico:
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    Impossibilia nemo tenetur

  4. #44
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    Predefinito Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    Citazione Originariamente Scritto da salvo.gerli Visualizza Messaggio
    CINGHIAMATTANZA - VIDEO UFFICIALE ZETAZEROALFA





    hefico:
    La cinghiamattanza si ispira ad un rito dei pirati della Tortuga, ha un gran successo nei concerti rock in europa, anche a Bankogk quale mese fa.
    Credo che a breve la vedremo a Pechino.

    E' un rito virile, giovanilistico. Gli anzianotti non lo possono fare, solo esecrare.
    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  5. #45
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    Predefinito Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    Citazione Originariamente Scritto da Grifo Visualizza Messaggio
    La cinghiamattanza si ispira ad un rito dei pirati della Tortuga, ha un gran successo nei concerti rock in europa, anche a Bankogk quale mese fa.
    Credo che a breve la vedremo a Pechino.

    E' un rito virile, giovanilistico. Gli anzianotti non lo possono fare, solo esecrare.
    Poi voglio dire, da che pulpito. Nei cessi sociali ci si ammazza di droghe e vengono a fare la morale agli altri.

  6. #46
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    Predefinito Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    Un filo nazicomunista di chiara matrice eversiva lega cinghiamattanza a Casseri e il pogo ad un concerto dei 99 Posse al rapimento di Aldo Moro.

    I legami tra pizzica salentina e sacra corona unita, saranno oggetto di un approfondimento di Carlo Lucarelli.
    Preferisco di no.

  7. #47
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    Post Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    "Basta con destra e sinistra Meglio etica, epica ed estetica"

    "Casa Pound", il centro sociale «nero» della Capitale lancia il suo programma: non siamo orfani di nessuno e non cerchiamo vendette. La nostra posizione? L’«estremocentroalto»

    10 aprile 2009


    Pubblichiamo in questa pagina alcuni stralci del nuovo “manifesto” culturale intitolato «L’estremocentro» con cui il centro sociale di destra «Casa Pound» ha riassunto le sue nuove linee culturali e le sue provocatorie proposte politiche

    L’ottocento è morto.




    Il novecento è morto. Noi invece ci sentiamo benissimo. \ Nessuno dei problemi fondamentali dell’epoca presente è «di destra» o «di sinistra». E nessuna delle soluzioni possibili lo è. \ Quelli che tirano a destra e quelli che tirano a sinistra non scioglieranno mai il nodo ma si daranno anzi man forte per stringerlo ancor più. Occorre un gesto estremo che spezzi la corda. Al centro. Dall’alto. \ Alla destra non perdoniamo di aver parlato d’ordine e di averlo confuso con compiti da nettezza urbana e bassa sbirraglia. Alla sinistra non perdoniamo di aver sollevato le masse contro il potere solo per meglio insediarsi in quest’ultimo. Al centro non perdoniamo niente, e basta. \ Basta con destra e sinistra, sorga l’Estremocentroalto.

    Estremo

    Ciò che è radicale, ciò che va alla radice ed è a sua volta radicato. \ L’azione come fonte del sublime, il grido a piena voce come modalità d’espressione prediletta. Distendere i concetti fino allo spasimo per evitare che si attorciglino su se stessi. \ Si è estremi nel senso qui indicato quando si sanno far convivere la grandiosità dei fini, la risolutezza nei mezzi, lo stile delle espressioni e la forza tranquilla come tenuta etica generale.

    Centro

    L’attestarsi su di una posizione regale e sovrana al di là degli opposti sbandamenti, l’importanza di una centralità politica, sociale, culturale, esistenziale. Un centro che non è palude \. Essere al centro significa essere lì dove realmente accadono le cose, là dove passa lo spirito del mondo a cavallo, lontano dalle periferie e dai ghetti. Chi non ha autocentratura cerca rifugio nel decentramento rispetto alla società per paura di «contaminazioni» con l’altro da sé. \ Chi invece è centrato in se stesso può rivendicare una centralità nel mondo e nella contemporaneità, parlando con tutti e parlando di tutto, sperimentando ogni linguaggio e mantenendo fermo il cardine anche se la porta sbatte.

    Alto

    Il senso della verticalità, di un approccio al mondo che passa per la politica delle tre «e»: etica, epica, estetica. Al trionfo della chiacchiera, della curiosità, e dell’equivoco, bisogna contrapporre con l’esempio l’abitudine del coraggio, la bellezza della schiena diritta, l’esistenza come ascesa. \ Dall’alto, si osserva il basso mantenendo la distanza e vedendo le cose in prospettiva, studiando il terreno per l’attacco.

    L’Estremocentroalto non si sente figlio o orfano di qualcuno. Non apriamo corsie preferenziali per chicchessia e non vogliamo consumare alcuna vendetta. Non viviamo di luce riflessa. La saldezza in noi stessi ci permette di rapportarci senza pregiudizio all’altro - qualunque altro. E, soprattutto, vogliamo con forza l’unità dell’unica area che conta: il popolo italiano.

    L’Estremocentroalto fugge le autorassicurazioni identitarie, equivalente politico della triviale esibizione di virilità tipica degli eunuchi. \

    L’Estremocentroalto ha molti nemici con un solo nome: Reazione. \ I meccanismi interni che determinano i comportamenti votati all’utilità e all’autoconservazione sono reattivi. Quelli votati alla conquista sono invece attivi. Attivo: affermare se stessi con innocenza, al di là del bene e del male. Reattivo: non riuscire ad agire con innocenza, sperimentare il macigno della colpevolezza che blocca la libertà d’azione. Re-azione è l’eco dell’azione che torna costantemente indietro, è il rancore che, non trovando una valvola di sfogo, si sedimenta, fermenta e crea infezione. \

    L’Estremocentroalto è amore disperato. In definitiva: combattere senza compassione alcuna il clericalismo, il moralismo, il passatismo, l’avarizia, la viltà, l’egoismo, le piagnucolerie, i complessi, le paranoie, i settarismi, gli «appelli alla vigilanza», lo scandalismo a buon mercato, la nostalgia del bel tempo antico, gli interessi di parte che prevalgono sul tutto, i cattivi maestri e i discepoli sguaiati.

    L’Estremocentroalto non ha una «ideologia». \ I nostri punti cardinali, le nostre uniche certezze: l’esuberanza è la suprema delle virtù; la banalità è il peggiore dei crimini; tutto sempre deve essere perdonato ai giovani; donare è sempre conquistare; chi dice «ieri» e «anti» ha sempre torto.

    Il resto è conseguenza.

    L’Estremocentroalto schifa le ideologie e non possiede la verità. È però portatore di uno stile. Lo stile è superiore alla verità, poiché reca in sé la prova dell’esistenza. Nella contrapposizione fra «estetizzazione della politica» e «politicizzazione dell’arte», noi ci schieriamo per l’Artecrazia, risposta sovversiva e creatrice, vitalista e vivace al dominio dell’inaudita bruttezza. \ Ci si rapporti al mondo sempre in una chiave figurativa, si tocchino le corde dell’«immaginale», dimensione naturalmente orgiastica, addensatrice d’anime. La rivoluzione si fa con le rose rosse. Si fa con il marmo bianco.

    L’Estremocentroalto auspica un modello di stato basato sull’idea politica, la nostra idea politica, che prevede un massimo di libertà unita ad un massimo di responsabilità. Un’idea ed una comunità sempre in bilico tra imperium e anarchia, un sentimento del mondo che non concepisce alcun ordine sociale al di fuori di un ordine lirico. \ Non è un programma. È una promessa.

    IL COMMENTO. Ma i sogni non sono promesse di Giordano Bruno Guerri

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    Impossibilia nemo tenetur

  8. #48
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    Exclamation Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    Il commento


    Ma i sogni non sono promesse

    di Giordano Bruno Guerri


    10 aprile 2009

    Il Manifesto di Casa Pound Italia, L'estremocentroalto, ha certamente un merito: fa sentire giovani, forti, innocenti e sicuri, come quando si leggevano le poesie a notte fonda nella stanzetta di ragazzi, mentre tutto taceva intorno e nel cuore infuriavano i tamburi i fuochi.

    Chi non si sente così, leggendo questo manifesto lirico, forse è stato giovane a metà o ha letto pochi libri di poesia proprio nell'età in cui dovrebbero essere il pane. Oppure ha dimenticato emozioni che andrebbero mantenute almeno nel ricordo.

    Vi si trova l'esigenza della carne, il vitale bisogno d'aria, il desiderio di spezzare la corda facendosi strada e concependo l'azione come fonte del sublime.

    Allo stesso tempo vi è il bisogno di rifuggire dagli estremismi, esatto opposto del radicalismo attivo che «distenda i concetti fino allo spasimo per evitare che si attorciglino su se stessi»: essere dunque estremi nell'estetica della forza tranquilla.

    E poi, ancora, il senso della verticalità, attraverso la politica delle tre «e», etica, epica, estetica.

    Contro le brutture e le banalità del mondo e della politica, con i suoi falsi rigori e i suoi dubbi ipocriti, L'estremocentroalto inneggia a una via nuova per spezzare e spazzare gli equilibri squilibranti e paludosi che bloccano la società in una sorta di coma sterile.

    L'estremocentroalto, dice Casa Pound, è amore disperato. E bisogna avere pena di chi non conosce questo sentimento. Bisogna diffidare di chi non sogna la rivoluzione con le rose rosse e il marmo bianco.

    D'altro canto, occorre considerare con distacco – se non con diffidenza – chi chiude il proprio manifesto chiamando i sogni «promesse».

    Il massimo di libertà unita al massimo di responsabilità è ben più di un'utopia.

    È qualcosa che – storicamente, antropologicamente – non può essere in nessun luogo.

    E è bene che non ci sia: se questa formula magica esistesse davvero, il manifesto di Casa Pound cadrebbe in una contraddizione mesta, perchè di nuovo sarebbe tutto fermo, e l'«azione come spada» resterebbe a cantare da sola nel vento.

    La bellezza è tale percchè da sempre combatte contro il suo opposto.

    Ben vengano, dunque, le energie della forza tranquilla in un affresco di chiaroscuri che piomba dall'alto in un mare di marmo bianco e di rose rosse, ma anche di tante spine grigie: perchè senza spine, addio fuochi e tamburi nei cuori di chi è sempre giovane e sogna la rivoluzione della bellezza.

    Giordano Bruno Guerri

    ...

    hefico:
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  9. #49
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    Predefinito Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    Citazione Originariamente Scritto da Saviano Visualizza Messaggio



    ............. :giagia:

    Tutte cazzate.
    Il matrimonio era a Campidoglio, e il pranzo di nozze ai Castelli Romani, per cui avevano affittato un pulman per evitare i problemi di parcheggio e di viabilità (Campidoglio sta in zona pedonale)
    A via dei Fori Imperiali c'era ma manifestazione dei gay per cui sono dovuti scendere e andare verso Campidoglio a piedi.Tutti vestiti bene, con mogli e bambini al seguito. Niente mazze o armi medievali, sono le solite fregnacce dei sinistri.

    Taricone forse era considerato un po l'emblema del Grande Fratello (Casa Pound andò a contestare, gli sfasciarono pure la bolla di plastica in cui erano esposti i fregnoni (definiti "mummie parlanti"), ci furono reazioni di raccapriccio come se avessero pisciato nell'acquasantiera.
    Questa la contestazione di Casapound Brescia alle selezioni del Grande Fratello, nel 2009.
    A LAVORARE ! - YouTube

    Pietro Taricone si presentò da solo, ed in breve si riconobbe in lui una degnissima persona, umile, spiritoso, disponibile. Coinvolse molti nella sua passione per il paracadutismo di cui era esperto, molte ragazze e ragazzi di CPI si sono lanciati dando vita alla sezione di paracadutismo. Era diventato uno di loro, come si usa fra giovani che si stimano.

    E deceduto per un incidente di volo sul campo di Terni a giugno 2010 lasciando un grande vuoto, ma il gruppo di paracadutismo di cui è stato l'artefice ora vive in diverse città d'Italia.

    Pure il gruppo di Istinto Rapace mette un po ai margini gli anzianotti, i Commendatori... son rose, fioriranno.

    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  10. #50
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    Exclamation Rif: "Comodo sparare su CasaPound"

    La folle caricatura della destra uscita fuori dalla folle tragedia fiorentina



    Al direttore - Non faccio che mettere in spam tutta la spazzatura d’estrema destra che mi transita dal computer. Va in cestino e siccome non di fogne si tratta ma di miserabili parodie di tragicità defunta ci metto il carico di rabbia. Faccio un esempio: leggo di un Msi-Dn, di un tal Saya, che è massone di Messina. Tal Saya è il difensore dell’occidente, della Cristianità e dei Masculi. E’ giusto quello che presenta una delegazione al congresso di Scilipoti dove ad accompagnare la sua gentile signora ci sono due tipi in foggia paramilitare. Portano legge e ordine. Portano Dio, Patria e Famiglia e hanno la fiamma di Almirante al braccio. Che pena, dunque, vedere quell’emblema, simbolo di una storia, ridotto a far da coperchio a certi minestroni di pura porcheria: razzisti, xenofobi e cyber-templari. Qualsiasi cosa trova alloggio in quella pignatta da dove sbucano croci celtiche e rune. E Militie. Tutto secondo caricatura. Per come piace ai cameramen che, infatti, se li cercano questi dalla mascella quadrata e dalla zucca vuota per farne un carnevale ideologico. A furia di farne miseria della storia tutti i miserabili sono accorsi a mendicare una propria memoria. E povera camicia nera, allora – feticcio di tragicità – ridotta a mascherata. Povera fascisteria buttata nel cesso della mostrificazione. A forza di evocare mostri si va in botola. E viene facile l’esorcismo su Casa pound. Solo che Casa Pound, vittima di un riflesso condizionato e non di un teorema, ha un’altra storia.

    Nessun razzismo e mai xenofobia, anzi. Vivono nel quartiere cosmopolita di Roma, piazza Vittorio. Stanno con gli ultimi. E se un ragioniere innamorato di fantasy è transitato dalle loro parti – inseguendo chissà che incubo – per poi andare ad ammazzare due senegalesi, c’è solo un orrore orbo di perché. Certo, la malattia dell’estremismo fa malato il ragioniere. E non è il ’900. Se vogliamo seguire le orme del ragioniere non si arriva a Lovecraft, mi spiace. La carta geografica della sua mente era quella Firenze di sputi e pisciate sul Battistero. Tante belle parole spese per quei poveri disgraziati uccisi e nessuno che gridi forte i loro nomi. Un consiglio, dunque: non cerchino le tracce, troveranno le orme.

    P.s. Adesso parlo per fatto personale. Non ci avrei mai messo piede se solo ci fosse un solo rutto di quella schifezza qual è l’estrema destra. A Casa Pound fanno musica e solidarietà. Spiazzano. E voglio ricordare due fatti. A Poggio Picenze, in Abruzzo, all’indomani del terremoto il giornalista collettivo raccontò della paura della comunità magrebina per la presenza di un nucleo di Casa Pound. Finì che gli africani ringraziarono pubblicamente Casa Pound e il sindaco sta adoperandosi per intitolare la biblioteca al noto poeta. Secondo fatto: quando arrivarono a Roma i black bloc, per cinque minuti buoni, in tutte le redazioni del giornalista collettivo galleggiò l’idea che fossero quelli di Casa Pound, sotto mentite spoglie, a scatenare i disordini. Ecco, fosse stato vero, specie con il governo Berlusconi in carica su cui fare fuoco, avremmo avuto Saya ospite del Tg3. Con gentile signora al seguito.

    (di Pietrangelo Buttafuoco)


    ....


    ncav:
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