Algeria: suicidi
Questa sera è morto nell’ospedale di
Annaba Mohsen B., 26 anni, residente a Boukhadra, 35 km a nord di Tebessa, Algeria orientale, a causa delle ustioni che si era provocato dandosi fuoco al di fuori della sede dell’Assemblea Popolare Comunale (APC) di Tebessa.
Disoccupato, si era visto rifiutare un posto di lavoro (
fonte).
E’ la prima vittima suicida in Algeria
dall’inizio della crisi ma non è l’unica persona ad aver tentato il suicidio negli ultimi tre giorni nel paese.
Ieri, venerdì, intorno alle 21.00 un giovane di 26 anni, H.S. si era dato fuoco in una via centrale della città di Jejel, città costiera a nord di Constantine, e ora è nell’ospedale della città con ustioni di terzo grado su tutto il corpo (
fonte).
Solo oggi si viene a sapere che lo scorso 12 gennaio un agente di sicurezza 41enne di nome Aouichia Mohamed, padre di 6 figli, aveva tentato di suicidarsi col fuoco a
Bordj Menaïel, 35 km a est di Boumerdes. Il fatto è avvenuto all’uscita dell’ufficio statale preposto all’assegnazione degli alloggi popolari. L’uomo si era visto rifiutare la richiesta “per motivi arbitrari”. Anche lui è in fin di vita. (
fonte).
Questi eventi, viste le similitudini
con quelli tunisini, potrebbero essere spia di un’escalation nella protesta (sebbene in termini generali l’Algeria il numero di suicidi
sia decisamente allarmante).
Probabilmente il regime algerino non è riuscito ad arginare il malessere della popolazione
con le misure prese dopo la rivolta degli ultimi giorni (
qui e
qui).
L’Algeria ha un apparato di sicurezza e repressione di gran lunga più raffinato, efficiente e meglio addestrato della Tunisia.
La situazione
è molto dura e complicata.
Oggi Djamel Benabdeslam, capo di el-Islah, il Movimento di Riforma Nazionale (حركة الإصلاح الوطني) di ispirazione islamica (5% alle ultime elezioni presidenziali), ha chiesto l’istaurazione di un governo di unità nazionale, lo scioglimento della Assemblea Popolare Nazionale, elezioni anticipate e un referendum per la revisione della Costituzione.