Qui trovate notizie sempre aggiornate...
Allain Jules
Qui trovate notizie sempre aggiornate...
Allain Jules
Dietro le quinte del colpo di stato libico: l
II parte
DA LEGGERE !!
Ultima modifica di Daltanius; 08-10-11 alle 00:10
non abbiate Paura !
http://www.effedieffe.com/
Libia, Italia riduce partecipazione a missione Nato | Prima Pagina | Reuters
ROMA (Reuters) - Nell'ultima settimana l'Italia ha ridimensionato la partecipazione alla missione Nato in Libia, che prosegue mentre le forze di Gheddafi resistono nelle loro roccaforti. E' quanto si legge in un comunicato dello Stato maggiore della difesa.
"Gli assetti aerei e navali italiani messi a disposizione della Nato per l'operazione Unified Protector continuano le missioni assegnate per l'imposizione della No-Fly Zone e dell'embargo navale", dice la nota, precisando però che "dal 30 Settembre, il contributo nazionale alla missione è stato ridimensionato".
"Nave Bersagliere - spiega il comunicato - ha lasciato l'area di operazioni e solo 5 velivoli dell'Aeronautica Militare rimangono alle dipendenze operative della Nato".
Smd aggiunge che nell'ultima settimana i mezzi italiani hanno effettuato 33 missioni aeree con funzioni perlustrative.
Ieri la Francia ha affermato che la missione in Libia continuerà fino a che le forze fedeli a Muammar Gheddafi resisteranno nelle loro roccaforti, e finché il governo transitorio non chiederà la sua conclusione.
non abbiate Paura !
http://www.effedieffe.com/
7/10/2011
Guerra in Libia, silenzi e verità dimenticate
ANDREA TORNIELLI
ROMA
«Oggi la Libia fa esperienza di una situazione grave che ci lascia stupiti e impotenti. Non possiedo i mezzi per confermare i particolari che hanno dato inizio alla rivolta. Sembra tuttavia evidente che essa sia stata alimentata da fattori di diversa provenienza». È quanto scrive il vescovo di Tripoli Giovanni Martinelli nella prefazione a un libro interessante e illuminante, intitolato Libia 2011 (sottotitolo incornciato nell’eloquente immagine di un bombardiere che sgancia i suoi ordigni: «If you don’t come to democracy, democracy will come to you»). Autore del saggio, che comprende una parte storica e un’altra d’inchiesta, è Paolo Sensini (edizioni Jaca Book, pp. 174; euro 12,00).
Le pagine di Sensini prendono in considerazione la storia dei «ribelli di Bengasi», fomentati dal fondamentalismo islamico e organizzati, armati, finanziati dalle potenze occidentali. Documentano le le responsabilità dei media arabi Al Arabiya e Al Jazeera nell’accreditare l’esistenza di stragi a i danni dei civili perpetrate da Gheddafi e servite per creare l’onda di emozione necessaria a giustificare la guerra attraverso la Risoluzione Onu numero 1973, che ha dato il via all’intervento militare della «coalizione dei volenterosi».
Si è detto che Gheddafi abbia fatto bombardare gli insorti a Tripoli uccidendo «più di 10mila persone». «Plateali falsificazioni» secondo Sensini, il quale ricorda come vi siano stati importanti giornalisti che hanno rassegnato le dimissioni andandosene da Al Jazeera. Si è parlato di «fosse comuni», che invece erano soltanto «vecchi cimiteri». Erano infatti state fatte circolare immagini di quelle che venivano presentate come frettolose sepolture di massa dei cadaveri dei ribelli morti sotto i bombardamenti di Gheddafi: «Ma erano semplicemente – scrive Sensini – le riprese del cimitero di Sidi Hamed durante i normali lavori di spostamento dei resti».
Ancora una volta, come accaduto nelle guerre degli ultimi decenni, prima che con le armi, queste si vincono o si perdono indirizzando e orientando l’opinione pubblica. E si è fatta passare una vera e propria guerra, con l’uso di oltre seicento missili Tomahawk che portano mezza tonnellata di esplosivo ciascuno distruggendo tutto in un raggio di cinquanta metri e scagliando detriti fino a cinquecento metri, come un intervento di «protezione dei civili». Al punto che persino il generale Leonardo Tricarico, capo di Stato maggiore dell’aeronautica militare italiana, ha definito «folli acrobazie lessicali» quelle usate per descrivere il coinvolgimento dei nostri uomini: «Le operazioni militari italiane, come dimostra la crisi libica, sono sempre accompagnate da ambiguità e ipocrisie».
La parte più interessante del libro di Sensini è quella in cui documenta chi siano i «ribelli di Bengasi» e alcuni dei nuovi governanti della Libia, legati al fondamentalismo islamico e ad Al Qaeda, combattenti in Iraq e Afghanistan, che sono stati armati e utilizzati dai governi occidentali come accadde alla fine degli anni Settanta in Afghanistan, quando gli americani appoggiarono i mujahidin di Osama Bin Laden contro l’Unione Sovietica.
«Il più celebre detenuto libico di Guantanamo a Derna – scrive Sensini – è Sufiyan al-Koumi, un veterano del contingente libico che ha lavorato per la holding di Bin Laden in Sudan e poi in un “istituto di beneficenza” legato ad Al Qaida. Arrestato dagli americani ed estradato in Libia, è stato liberato nel settembre 2010 grazie all’iniziativa “Reform and repent” dal figlio di Gheddafi… Il suo attuale “lavoro” è quello di “preparare le reclute” dei ribelli».
Nel libro Libia 2011 si possono leggere molte utili informazioni per comprendere le motivazioni dell’attacco occidentale a Gheddafi, a fronte di reazioni molto più blande o nulle nei confronti di altre repressioni popolari nei Paesi arabi: i retroscena sui fondi sovrani della Libia nelle banche di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia, alle prese con una crisi finanziaria senza precedenti. O quelli sulle risorse energetiche della Libia, da sempre oggetto del desiderio delle multinazionali. O ancora quelli sull’introduzione di una moneta unica per tutta l’Africa e sul processo di unificazione del continente nero di cui proprio la Libia di Gheddafi era la maggiore promotrice.
La libia, unica realtà petrolifera mediorientale con una redistribuzione sociale della ricchezza, dove oggi l’88 per cento dei suoi abitanti è alfabetizzato (l’analfabetismo era al 94 per cento quando Gheddafi prese il potere nel 1969), è anche un Paese ai vertici dell’istruzione gratuita, dell’assistenza medica gratuita e di qualità, della promozione familiare.
Colpisce come ben poco si sia riflettuto prima di iniziare la guerra contro il ras di Tripoli. E colpisce anche il silenzio di buona parte del mondo cattolico, come pure la scarsa incidenza nell’opinione pubblica mondiale della posizione della Santa Sede, che in precedenti occasioni aveva saputo far sentire la sua voce.
Guerra in Libia, silenzi e verità dimenticate - Vatican Insider
Non capisco perchè soprattutto nel mondo cattolico non si sia ascoltata la voce di monsignor Martinelli che essendo vicario apostolico a Tripoli da 26 anni conosce benissimo la situazione libica (più di qualsiasi pseudo-esperto occidentale sicuramente). Fin da subito denunciò manovre oscure da parte dei "ribelli" finanziati da chissà chi e che hanno iniziato a ribellarsi in un contesto totalmente inspiegabile.
Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, pietà. (San Giovanni Bosco)
...solo Vergogna si dovrebbe provare...
ma oggi la Vergogna scomparsa...e sembra poca cosa.:giagia:
Gli Highlander Attila Destriero Arco Penna Calamaio e Pergamena.:giagia:
" l' uomo ha una tale passione per il sistema
e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità,
per non vedere il visibile, a non udire l' udibile,
pur di legittimare la propria logica."
Dostoevskij.
HIDETOSHI, PAPERINO, ANDRE96, AVETE LETTO? ostridicolo:Nel libro Libia 2011 si possono leggere molte utili informazioni per comprendere le motivazioni dell’attacco occidentale a Gheddafi, a fronte di reazioni molto più blande o nulle nei confronti di altre repressioni popolari nei Paesi arabi: i retroscena sui fondi sovrani della Libia nelle banche di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia, alle prese con una crisi finanziaria senza precedenti. O quelli sulle risorse energetiche della Libia, da sempre oggetto del desiderio delle multinazionali. O ancora quelli sull’introduzione di una moneta unica per tutta l’Africa e sul processo di unificazione del continente nero di cui proprio la Libia di Gheddafi era la maggiore promotrice.
La libia, unica realtà petrolifera mediorientale con una redistribuzione sociale della ricchezza, dove oggi l’88 per cento dei suoi abitanti è alfabetizzato (l’analfabetismo era al 94 per cento quando Gheddafi prese il potere nel 1969), è anche un Paese ai vertici dell’istruzione gratuita, dell’assistenza medica gratuita e di qualità, della promozione familiare.
Colpisce come ben poco si sia riflettuto prima di iniziare la guerra contro il ras di Tripoli. E colpisce anche il silenzio di buona parte del mondo cattolico, come pure la scarsa incidenza nell’opinione pubblica mondiale della posizione della Santa Sede, che in precedenti occasioni aveva saputo far sentire la sua voce.
Io ormai credo che siano rimasto solo 2-3 qui sul forum a non aver capito come stiano le cose.
Forza, Colonnello!
Ultima modifica di Milanista; 08-10-11 alle 10:46
Ultime sul fronte della resistenza al golpe in Libia
Insorti libici subiscono pesanti perdite durante l’assalto a Sirte
[08.10.2011] trad. di Levred
Combattenti fedeli a Muammar Gheddafi oggi hanno neutralizzato l’avanzata su Sirte delle truppe dell’autonominatosi Consiglio nazionale di transizione (CNT), causando almeno 12 morti e 125 feriti nelle ultime ore.
Gli insorti libici avevano ripreso nelle prime ore di sabato l’offensiva sul fianco est, ovest e sud contro la città natale di Gheddafi, che si trova 360 km a est di Tripoli, sostenuti dalla previa pulizia che hanno realizzato i bombardamenti della NATO.
Tuttavia, assieme al maltempo causato dal forte vento e da una tempesta di sabbia, un altro ostacolo per i ribelli è stata la forte resistenza da parte dei seguaci di al-Gheddafi, la cui sorte non si conosce da quando i padroni di casa del CNT hanno preso la capitale a fine agosto.
I filo-governativi dominano il centro di Sirte e hanno posizionato batterie antiaeree e cecchini che hanno resistito a più incursioni armate da parte degli aerei della NATO e hanno impedito l’avanzata degli irregolari.
Le truppe del CNT hanno attaccato con carri armati, lanciarazzi e mortai, ma i loro capi militari hanno ammesso che il presunto “assalto finale contro Sirte da tutte le direzioni” inciampa sulla potenza di fuoco dei lealisti di Gheddafi, ben barricati e sostenuti dalla popolazione.
Da venerdì i ribelli hanno cercato di prendere il centro congressi Ouagadougou, dove Gheddafi aveva l’abitudine di ricevere i capi di stato arabi e africani, ma i combattimenti continuano ancora lì e nelle vicinanze dell’università, vicino al centro.
Allo stesso modo, scontri si sono diffusi nel quartiere conosciuto come la Mauritania, dove si potevano sentire esplosioni e vedere alte colonne di fumo nero, edifici distrutti e bruciati, oltre a molti feriti, come descritto dai canali televisivi regionali.
Fonti mediche in un ospedale da campo che assistono i ribelli hanno confermato che nelle ultime ore hanno ricevuto 12 corpi di uomini e altri 125 feriti del CNT.
Dato che la situazione umanitaria si è deteriorata a causa dell’assedio imposto da più di due settimane a Sirte, molte famiglie stanno ancora cercando di lasciare la zona che si affaccia sul Mediterraneo e incolpano gli insorti e la NATO per le loro disgrazie. Molta gente ha espresso risentimento verso l’Alleanza Atlantica e messo in discussione la legittimità del CNT, e soprattutto coloro che hanno difeso Gheddafi, hanno riconosciuto che il canale del Qatar, AlJazeera ha svolto una copertura del conflitto libico apertamente favorevole ai ribelli.
Per i leaders della ribellione contro Gaddafi la prolungata lotta a Sirte e Bani Walid, località situata a sud-est della città di Tripoli, ha frustrato l’intenzione di dichiarare la fine della guerra e proclamare un governo provvisorio nonostante le divisioni all’interno del CNT .
Insurgentes libios sufren cuantiosas bajas durante asalto a Sirte
GilGuySparks
Ultima modifica di Daltanius; 09-10-11 alle 10:56
non abbiate Paura !
http://www.effedieffe.com/
Ma guarda che quello NON è un sito gomblottino, eh! hefico: