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  1. #1
    Carpe Diem
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    Arrow Il fotovoltaico in Germania

    Il grande flop del fotovoltaico
    di Franco Battaglia
    Vota1 2 3 4 5 RisultatoMolto denaro pubblico e poca energia. Gli impianti sono costati ai cittadini tedeschi 10 miliardi di euro


    Tutte le classi del liceo che frequenta mia figlia - e che sarebbe quello più rinomato di Modena, quanto a serietà di studi e professionalità del corpo docente - al momento del corso di educazione fisica prendono un apposito autobus e vengono portati in adatta palestra: quella della scuola pare sia inagibile. Non ho idea di cosa succeda nelle scuole meno rinomate. A Modena hanno grane non solo le scuole, ma anche il Comune: è di pochi giorni fa la lamentela pubblica del sindaco, che piangeva miseria perché, a suo dire, il governo centrale gli sarebbe debitore di 20 milioni di euro. Se fosse vero, e se avessi voce in capitolo, inviterei il governo a non dargli un centesimo, visto come li sperpera: Comune (ma anche Provincia di Modena, nonché Regione Emilia-Romagna) stanno allegramente bruciando denaro dei contribuenti per decine di milioni di euro per installare impianti fotovoltaici sui tetti delle scuole. Magari le stesse che hanno le palestre inagibili. È proprio di questi giorni la notizia che la Provincia di Modena intende devolvere, per quegli impianti, proprio 20 milioni. Ho provato a far loro presente che anche un solo euro sarebbe denaro pubblico sperperato. Sono stati cortesi e mi hanno risposto: non gliene importa nulla, dicono. E poi, incalzano, se lo fanno in Germania, perché non dobbiamo imitarli?


    Ora, a parte il fatto che la produzione elettrica tedesca è per il 55% da carbone e per il 30% da nucleare, per cui ce ne sarebbe di strada da fare prima di pretendere di imitare la Germania, proprio il fotovoltaico tedesco è la prova provata - se mai ci fosse stato bisogno di tale prova - del fallimento di questa tecnologia. Pensate, la metà della potenza fotovoltaica mondiale è installata in Germania, ma dal fotovoltaico quel Paese ci ricava meno dello 0.5% dell'energia elettrica che consuma. Molti miliardi per nulla è il titolo di un recente articolo ove il quotidiano Die Zeit, riportando la notizia di uno studio del Rhineland-Westphalia Institute for Economic Research di Essen, così scrive: «Le installazioni di nuovi moduli fotovoltaici nel solo anno 2009 sono costati ai consumatori oltre 10 miliardi di euro. E questo per immettere sulla rete elettrica all'incirca lo 0.3% della domanda nazionale, praticamente nulla».
    Quello studio ha sottolineato come
    1) l'indotto industriale legato al fotovoltaico svanisce non appena si esaurisce il meccanismo degli incentivi;
    2) la tecnologia non mitiga, ma aggrava, il problema della sicurezza degli approvvigionamenti, visto che il back up di questi impianti intermittenti viene assicurato da centrali a gas, cosa che ha comportato un aumento delle importazioni di gas dalla Russia; e,
    3) coi 77 miliardi che si vorrebbero impegnare in questo settore, si potrebbero costruire impianti nucleari che assicurerebbero un output 35 volte maggiore.

    Le cose che il prestigioso istituto di ricerca economica tedesca ha ora scoperto noi, in verità, le ripetiamo da dieci anni. E siccome, a quanto pare, repetita iuvant..., non possiamo che insistere. La specialissima modalità con cui l'umanità si serve dell'energia rende assolutamente inutile quella erogata dal vento e dal sole. Noi abbiamo bisogno di energia qui, ora, e con la potenza desiderata: per soddisfare questo nostro bisogno decidiamo noi dove, quando e quanto carbone o gas o uranio bruciare. Invece, il sole brilla a proprio piacimento. Tecnicamente, il concetto si esprime dicendo che l'umanità ha bisogno di potenza, mentre invece si insiste, sbagliando, a voler dare importanza alla parola «energia». Né bisogna confondere potenza con possanza, e sbagliare dicendo: il sole forse non andrà bene per muovere un eurostar, ma magari va bene per i bisogni domestici. No: il sole non va - né mai andrà - bene neanche per accendere una lampadina dell'albero di Natale. Il fatto è tecnico. Dovremmo smetterla di installare impianti fotovoltaici, anche se fossero gratis: sono inutili. Ma gratis non sono.

    Qualche buontempone ama ripetere che il nucleare è economicamente non conveniente.
    Facciamo i conti della serva (assumendo, per comodità di calcolo, che il kWh sia quotato 10 centesimi alla Borsa elettrica): un reattore nucleare Epr (del tipo di quelli che stanno costruendo in Francia o Finlandia) richiede un impegno economico di 5 miliardi di euro, ma alla fine della sua vita certificata avrà prodotto 1000 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di 100 miliardi di euro. Gli stessi 5 miliardi, impegnati in impianti fotovoltaici, produrranno, nell'arco di vita di questi impianti, 30 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di 3 miliardi di euro, cioè con una perdita secca di 2 miliardi di euro. Solo così si spiega come mai il kWh elettrico, che alla Borsa elettrica è quotato meno di 10 centesimi, è remunerato 48 centesimi a chi lo produce da impianti fotovoltaici. A me sorge spontanea questa domanda: ma alla Corte dei Conti c'è qualcuno che li fa i conti?
    Ultima modifica di EURIDICE; 23-03-10 alle 23:48

  2. #2
    Carpe Diem
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

    Questo invece è sul FOTOVOLTAICO in Spagna:


    SPAGNA, L'ECONOMIA "VERDE" DISTRUGGE L'OCCUPAZIONE
    di Riccardo Cascioli

    Per ogni “posto di lavoro verde” creato in Spagna negli ultimi 8 anni grazie al finanziamento pubblico, sono stati distrutti 2,2 posti di lavoro in altri settori. E soltanto 1 su 10 dei nuovi posti di lavoro creati è diventato un lavoro permanente. E’ quanto rivela un recente studio diretto dal professor Gabriel Calzada Alvarez, della Universidad Rey Juan Carlos di Madrid, titolato “Studio degli effetti sull’occupazione degli aiuti pubblici alle fonti energetiche rinnovabili”.

    La Spagna è stata più volte citata dal presidente americano Obama come un modello di riferimento per il suo progetto di “economia verde”, e in effetti è il Paese europeo che negli ultimi dieci anni ha maggiormente investito in energia rinnovabile seguendo la strada scelta dall’Unione Europea già nel 1997.

    Lo studio dimostra però che l’economia verde non solo non aiuta a uscire dalla recessione, ma ne è un fattore di aggravamento. E la tanto sbandierata creazione di nuovi posti di lavoro è un miraggio. Tra il 2000 e il 2008 i lavori creati non sono arrivati a 50mila, molto meno di quanto atteso. I due terzi di questi lavori si sono creati nel settore della costruzione, fabbricazione e installazione degli impianti; un quarto per la progettazione e per il marketing; e soltanto uno su 10 si è trasformato in un lavoro permanente per la gestione e la manutenzione delle fonti energetiche rinnovabili.
    Inoltre ognuno di questi posti di lavoro “verde” è costato qualcosa come 571.138 euro, cifra che sale addirittura a oltre un milione di euro nell’industria eolica. In totale, in otto anni le fonti rinnovabili hanno ottenuto sussidi che sfiorano i 30 miliardi di euro.

    Calcolando sia i mancati investimenti in altri settori dovuti al dirottamento dei fondi statali sulle fonti rinnovabili sia la produttività di questi altri settori per unità investita, lo studio calcola in 113mila i posti di lavoro distrutti dalla scelta del governo spagnolo: in pratica tra il 2000 e il 2008 la Spagna ha distrutto 2,2 posti di lavoro per ogni posto creato nell’industria “verde”.

    Una ulteriore conseguenza è stato il drammatico aumento del costo dell’energia, che si ripercuote negativamente anche sull’efficienza delle infrastrutture elettriche convenzionali. Ma lo studio dimostra che per poter sanare il debito pubblico causato dagli investimenti nell’energia rinnovabile, la bolletta dovrebbe essere aumentata del 31%. I cittadini spagnoli perciò devono aspettarsi o l’aumento della bolletta o l’aumento delle tasse o una combinazione delle due.

    In ogni caso l’aumento dei costi energetici e il peggioramento dei servizi stanno già producendo la fuga di grosse industrie, i maggiori consumatori di energia. Lo studio presenta il caso di Acerinox, un gigante dell’industria siderurgica che nel 2004 ha bloccato il programma di espansione in Spagna proprio a causa della politica energetica del paese iberico, così che gli impianti previsti sono stati invece costruiti negli Stati Uniti e in Sudafrica.

    Ultimo dato da mettere in rilievo è la “bolla” speculativa che tale investimento ha generato. I massicci sussidi statali hanno reso infatti convenienti gli investimenti dei privati nelle energie rinnovabili, tanto che molte compagnie si sono buttate in questo settore. Ma in un periodo di crisi dove è difficile per lo Stato mantenere un tale livello di costi, le compagnie create per lucrare nel settore delle rinnovabili sono destinate al collasso. Con conseguenze facilmente immaginabili.

  3. #3
    Fiamma dell'Occidente
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

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  4. #4
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

    Vanno tolti gli incentivi.
    Su questo come su tutti gli altri settori.
    A quel punto sarà chiarissimo cosa conviene e cosa non conviene.
    Ma fino a quando continua ad imperare la cultura del socialismo pagato coi soldi degli altri, non se ne verrà mai fuori.
    Figliolo, lei è un asino...
    (D.Pastorelli, cit.)


  5. #5
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

    Citazione Originariamente Scritto da benjamin_linus Visualizza Messaggio
    Vanno tolti gli incentivi.
    Su questo come su tutti gli altri settori.
    A quel punto sarà chiarissimo cosa conviene e cosa non conviene.
    Ma fino a quando continua ad imperare la cultura del socialismo pagato coi soldi degli altri, non se ne verrà mai fuori.
    D'accordo, ma bisogna decidersi.
    Noi facciamo solare fotovoltaico dal 1987, senza incentivi.
    Si usava per molti settori dove "conveniva" nel senso che era insostituibile, e ti posso citare:
    - sistemi di protezione catodica per metanodotti
    - alimentazione di ponti radio
    - alimentazione di boe in mare
    - telecontrollo (portate fiumi e torrenti, frane)
    - stazioni di pompaggio dell'acqua in villaggi africani, o alimentazione dei frigoriferi dei medicinali)
    - pali di illuminazione in aree archeologiche o in strade dove non conveniva portare il cavo elettrico

    E così via.
    Ora facciamo grossi impianti al suolo, in base a leggi concepite per creare economie di scala planetarie sul solare FV.
    Giusto o sbagliato che sia il disastro lo si avrebbe se di colpo questo processo si interrompe, una volta cominciato (e all'estero sono più di dieci anni, da noi dal 2005, più o meno) è difficile tornare indietro.
    Si crea un altro disastro come quello del nucleare.
    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

    Cosa ne pensate del fotovoltaico casalingo ?
    « Il Magisterium è ciò che occore alla gente. I suoi membri regolano le cose dicendo alla gente cosa fare. [...] Loro non dicono cosa fare in modo gretto e meschino. Loro dicono cosa fare in modo gentile, per tenere lontano i pericoli! »

  7. #7
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

    Citazione Originariamente Scritto da EURIDICE Visualizza Messaggio
    Il grande flop del fotovoltaico
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    Tutte le classi del liceo che frequenta mia figlia - e che sarebbe quello più rinomato di Modena, quanto a serietà di studi e professionalità del corpo docente - al momento del corso di educazione fisica prendono un apposito autobus e vengono portati in adatta palestra: quella della scuola pare sia inagibile. Non ho idea di cosa succeda nelle scuole meno rinomate. A Modena hanno grane non solo le scuole, ma anche il Comune: è di pochi giorni fa la lamentela pubblica del sindaco, che piangeva miseria perché, a suo dire, il governo centrale gli sarebbe debitore di 20 milioni di euro. Se fosse vero, e se avessi voce in capitolo, inviterei il governo a non dargli un centesimo, visto come li sperpera: Comune (ma anche Provincia di Modena, nonché Regione Emilia-Romagna) stanno allegramente bruciando denaro dei contribuenti per decine di milioni di euro per installare impianti fotovoltaici sui tetti delle scuole. Magari le stesse che hanno le palestre inagibili. È proprio di questi giorni la notizia che la Provincia di Modena intende devolvere, per quegli impianti, proprio 20 milioni. Ho provato a far loro presente che anche un solo euro sarebbe denaro pubblico sperperato. Sono stati cortesi e mi hanno risposto: non gliene importa nulla, dicono. E poi, incalzano, se lo fanno in Germania, perché non dobbiamo imitarli?


    Ora, a parte il fatto che la produzione elettrica tedesca è per il 55% da carbone e per il 30% da nucleare, per cui ce ne sarebbe di strada da fare prima di pretendere di imitare la Germania, proprio il fotovoltaico tedesco è la prova provata - se mai ci fosse stato bisogno di tale prova - del fallimento di questa tecnologia. Pensate, la metà della potenza fotovoltaica mondiale è installata in Germania, ma dal fotovoltaico quel Paese ci ricava meno dello 0.5% dell'energia elettrica che consuma. Molti miliardi per nulla è il titolo di un recente articolo ove il quotidiano Die Zeit, riportando la notizia di uno studio del Rhineland-Westphalia Institute for Economic Research di Essen, così scrive: «Le installazioni di nuovi moduli fotovoltaici nel solo anno 2009 sono costati ai consumatori oltre 10 miliardi di euro. E questo per immettere sulla rete elettrica all'incirca lo 0.3% della domanda nazionale, praticamente nulla».
    Quello studio ha sottolineato come
    1) l'indotto industriale legato al fotovoltaico svanisce non appena si esaurisce il meccanismo degli incentivi;
    2) la tecnologia non mitiga, ma aggrava, il problema della sicurezza degli approvvigionamenti, visto che il back up di questi impianti intermittenti viene assicurato da centrali a gas, cosa che ha comportato un aumento delle importazioni di gas dalla Russia; e,
    3) coi 77 miliardi che si vorrebbero impegnare in questo settore, si potrebbero costruire impianti nucleari che assicurerebbero un output 35 volte maggiore.

    Le cose che il prestigioso istituto di ricerca economica tedesca ha ora scoperto noi, in verità, le ripetiamo da dieci anni. E siccome, a quanto pare, repetita iuvant..., non possiamo che insistere. La specialissima modalità con cui l'umanità si serve dell'energia rende assolutamente inutile quella erogata dal vento e dal sole. Noi abbiamo bisogno di energia qui, ora, e con la potenza desiderata: per soddisfare questo nostro bisogno decidiamo noi dove, quando e quanto carbone o gas o uranio bruciare. Invece, il sole brilla a proprio piacimento. Tecnicamente, il concetto si esprime dicendo che l'umanità ha bisogno di potenza, mentre invece si insiste, sbagliando, a voler dare importanza alla parola «energia». Né bisogna confondere potenza con possanza, e sbagliare dicendo: il sole forse non andrà bene per muovere un eurostar, ma magari va bene per i bisogni domestici. No: il sole non va - né mai andrà - bene neanche per accendere una lampadina dell'albero di Natale. Il fatto è tecnico. Dovremmo smetterla di installare impianti fotovoltaici, anche se fossero gratis: sono inutili. Ma gratis non sono.

    Qualche buontempone ama ripetere che il nucleare è economicamente non conveniente.
    Facciamo i conti della serva (assumendo, per comodità di calcolo, che il kWh sia quotato 10 centesimi alla Borsa elettrica): un reattore nucleare Epr (del tipo di quelli che stanno costruendo in Francia o Finlandia) richiede un impegno economico di 5 miliardi di euro, ma alla fine della sua vita certificata avrà prodotto 1000 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di 100 miliardi di euro. Gli stessi 5 miliardi, impegnati in impianti fotovoltaici, produrranno, nell'arco di vita di questi impianti, 30 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di 3 miliardi di euro, cioè con una perdita secca di 2 miliardi di euro. Solo così si spiega come mai il kWh elettrico, che alla Borsa elettrica è quotato meno di 10 centesimi, è remunerato 48 centesimi a chi lo produce da impianti fotovoltaici. A me sorge spontanea questa domanda: ma alla Corte dei Conti c'è qualcuno che li fa i conti?
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  8. #8
    Neutrino NO-TUNNEL
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

    Io quando leggo il nome di Franco battaglia chiudo automaticamente il link, con annessa bestemmia a se e a tutti i suoi sostenitori...d'altronde prendere sul serio un tizio che dice contamporaneamente che il riscaldamento globale non c'è e che c'è ma dipende dalle macchie solari (ho avuto la sfortuna di leggere un paio di suoi articoli) equivale a prendere sul serio i rettiliani e roba del genere.
    D'altronde scrive per Il Giornale e questo già fa capire tutto
    Nè DAVANTI Nè DI DIETRO, MA DI LATO

  9. #9
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

    Citazione Originariamente Scritto da Ronnie Visualizza Messaggio
    puro vangelo
    NO, semmai pure cazzate
    Il fotovoltaico è il futuro ed è giusto che ci siano gli incentivi
    Anche se al fotovoltaico vanno affiancate le centrali nucleari che è giusto costruirle ma di ultima generazione
    Ultima modifica di Murru; 25-03-10 alle 18:36

  10. #10
    Più mercato (del pesce)
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    Predefinito Rif: Il FOTOVOLTAICO in GERMANIA

    Insomma è un giornalista generico. Un giornalista del Giornale.
    Qualcuno ha verificato le fonti?

    Detto ciò, della prossima bolla che sarebbe stata una 'bolla verde' sentivo parlare già alla fine del 2007. Bastava ascoltare i programmi di Barisoni su radio24.
    Succede che la Camusso e Landini restino gli unici rappresentanti della sinistra italiana e, paf!, mi si cambia l'avatar glorioso. Tutto d'un tratto... FACEPALM

 

 
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