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Discussione: Geopolitica

  1. #201
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    NON PIANGETE PER STRAUSS-KAHN
    Postato il Domenica, 22 maggio @ 0600 CDT di davide

    DI DIANA JOHNSTONE
    counterpunch.org

    In un diluvio di sondaggi d'opinione pubblica, editoriali e libri confinanti con l'idolatria, accuratamente progettati, l'industria francese delle comunicazioni aveva già deciso le elezioni presidenziali del prossimo anno. Il perdente sarebbe stato Nicolas Sarkozy, calato nei sondaggi. Il vincitore sarebbe stato Dominique Strauss-Kahn, sempre in aumento. È vero, il partito socialista francese non aveva ancora scelto il suo candidato, e Strauss-Kahn non aveva ancora annunciato la sua candidatura, ma la nomination del partito e le elezioni stesse erano poco più che formalità. Noto con le sue iniziali, come il Fondo Monetario Internazionale che dirige attualmente, DSK è stata la scelta chiara dei poteri economici dietro il trono, ed era stato vigorosamente venduto al pubblico come il candidato "più competente". Poiché DSK ha la fortuna di affrontare una giuria di New York, e non i giudici della Corte Penale Internazionale, i commentatori stanno tutti sottolineando che egli è, ovviamente, innocente fino a prova contraria. Beh, sì. Ma lo scandalo ha già spazzato la prossima campagna elettorale presidenziale fuori dall'acqua.

    Il Partito Socialista francese è rimasto del tutto senza parole nel vedere il suo candidato apparentemente imbattibile darsi la zappa sui piedi prima dell'inizio della corsa. Le teorie di complotto proliferano. È stato tutto un complotto di Sarkozy?

    Ma Nicolas Dupont-Aignan, un candidato minore che sta cercando di resuscitare la tradizione del Gollismo sociale, afferma, contrariamente a molti osservatori, di pensare che l'eliminazione di DSK è un colpo di fortuna per la sinistra: "Dominique Strauss-Kahn era un falso buon candidato per la sinistra e credo che la destra farebbe male a gioire. Ho sempre pensato che ci fosse una sorta di falso Strauss-Kahn trend e che fosse forse il miglior avversario Nicolas Sarkozy avrebbe potuto avere…"

    In effetti, solo pochi giorni prima che scoppiasse lo scandalo della camera d'albergo, DSK era sotto tiro per essersi fatto fotografare mentre entrava in una Porsche lussuosa - non la sua, come accade, ma appartenente, ironicamente, alla sua consulente per le pubbliche relazioni ("comunicazione" in questi giorni). Ma questo era solo un promemoria sul fatto che il potenziale candidato socialista è tutt'altro che un uomo del popolo. Lo stile di vita lussuoso di Strauss-Kahn non è un segreto, la sua fame di ricchezza e di potere è totalmente identica a quella di Sarkozy, e la sua reputazione di donnaiolo ha condito per anni le conversazioni a cena di tutta Parigi. Inoltre, gli è stato accreditato uno stile di donnaiolo che non è tanto lo stereotipo del latin lover quanto "uno scimpanzè in calore", secondo una giovane giornalista che ha pubblicamente raccontato di come ha dovuto difendersi da lui con denti ed unghie.

    Ma il vero scandalo per il Partito Socialista è quello che non comincia nemmeno a riconoscere: che puntava le sue speranze elettorali su un campione leader di capitalismo globale, il presidente del FMI. Qualunque sia l'esito del procedimento di New York, la bolla scoppiata intorno a DSK segna la degenerazione totale del Partito Socialista in Francia, per ragioni che nulla hanno a che fare con la sua vita sessuale.

    Trent'anni fa, l'astuto François Mitterrand portò i politici del Partito Socialista ad una vittoria elettorale che stanno ancora festeggiando. Inizialmente alleato con il Partito Comunista Francese, per meglio sottometterlo e distruggerlo, i socialisti di Mitterrand iniziarono in un tripudio di riforme, ponendo fine alla pena di morte, nazionalizzando imprese e abbassando l'età pensionabile, solo per voltarsi un paio di anni dopo e abbandonare le politiche economiche socialiste in quanto impossibili da perseguire nel contesto di libero mercato della Comunità Europea (ora Unione Europea). L'era Mitterrand, in realtà, ha sepolto il socialismo, o persino la democrazia sociale, ma il Partito Socialista ha continuato a chiamare se stesso "la sinistra". Non riferendosi più alle politiche economiche a favore della classe operaia, ma soprattutto a questioni morali come l'anti-razzismo e ogni sorta di vaghe buone intenzioni.

    I socialisti non erano più socialisti, senza essere nient'altro.

    Con Dominique Strauss-Kahn, la mera assenza del socialismo si è evoluta in qualcosa di molto più vigoroso: la promozione sfacciata del capitalismo globale. Dopo essere diventato Ministro dell'Economia, delle Finanze e dell'Industria nel 1997, ha invertito completamente la direzione iniziale di Mitterrand, effettuando una grande ondata di privatizzazioni, affidando le telecomunicazioni francesi, l'acciaio, l'aerospazio ed altre industrie chiave ai capricci del capitale finanziario internazionale. Questo era prevedibile dal vice presidente del "Cercle de l'Industrie" di alto livello, dove è entrato nel 1994 su invito di Raymond Lévy, allora capo della casa automobilistica Renault. In questo cerchio magico, dedicato alla promozione degli interessi del settore presso le istituzioni europee, DSK si accompagnava alla stessa cricca di top capitalisti francesi la cui compagnia diletta così tanto Nicolas Sarkozy. In effetti, è giusto che dicano che Sarkozy scelse DSK a capo del Fondo monetario internazionale non solo, come si ripete costantemente, per tenere il suo rivale fuori dalla Francia, ma anche perché i due sono totalmente d'accordo quando si tratta di politica finanziaria internazionale.

    Coerentemente, DSK ha opposto l'ultima riforma del Partito Socialista intesa a favorire i lavoratori, cioè la riduzione della settimana lavorativa a 36 ore, adottata nel 2002. Dopo aver scritto la sua tesi di dottorato in economia sulle "risorse umane", ha argomentato a favore sia di una settimana lavorativa più lunga che sull'innalzamento dell'età del pensionamento, "ora che viviamo un centinaio di anni".

    Sulla scia del caso Porsche, è un segno della degenerazione della vita politica che i commentatori abbiano scritto che DSK avesse bisogno di cambiare. Il fatto che egli fosse chiaramente un campione entusiasta del capitale finanziario multinazionale travestito da socialista non era il problema, il problema era che si vedeva. Aveva bisogno di fare qualcosa per sembrare più interessato alla gente comune. Ebbene, nessuno immaginava quanto rapidamente potesse accadere.

    C'è un altro modo in cui DSK sarebbe stato un candidato vulnerabile per i socialisti. Il PS è stato spesso il partito di scelta per gli elettori provenienti da comunità immigrate, ma questo è stato complicato dal conflitto israelo-palestinese. Tutti i politici tradizionali francesi sono pro-Israele, ma DSK si è spinto oltre la maggior parte, scrivendo: "Ritengo che ogni Ebreo della diaspora, ovunque si trovi, e quindi questo vale per la Francia, dovrebbe contribuire ad aiutare Israele. Inoltre è per questo che è importante che gli ebrei si assumano responsabilità politiche. Non tutti nella comunità ebraica la pensano così, ma io credo che sia necessario. [...] Per riassumere, nelle mie funzioni e nella mia vita quotidiana, attraverso tutte le mie azioni, io faccio quello che posso per contribuire con la mia modesta pietra alla costruzione della terra d'Israele" (dai Passages review, numero 35, 2007.) Questo genere di cose ha senza dubbio suscitato l'entusiasmo della grande comunità ebraica del sobborgo parigino di Sarcelles che lo ha eletto sindaco. Ma è strano per un candidato alla presidenza dichiarare che la preoccupazione per un paese straniero è la motivazione primaria della sua carriera politica.

    Nel suo commento, Nicolas Dupont-Aignan è stata la prima persona pubblica in Francia ad esprimere preoccupazione per la vittima. "Se i fatti sono provati, è molto grave, tanto più in quanto nessuno parla della vittima. Se fosse accaduto in Francia, non sono sicuro che la polizia avrebbe osato arrestare DSK". Dupont-Aignan ha deplorato il fatto che la Francia "continuerà ad avere quell'immagine di cultura di impunità per i personaggi importanti. ... Gli Stati Uniti", ha concluso, "hanno un sacco di difetti, ma in casi di sesso, essi hanno molto meno quella cultura di impunità che regna nel nostro paese."

    Molti francesi vedranno il perseguimento di DSK come sintomatico del puritanesimo americano. Certo, questo scandalo attirerà l'attenzione sulle differenze culturali tra i due paesi, compreso che cosa provoca un grosso scandalo. Nell'estate del 2004, un grande chiasso si verificò in Francia, quando una giovane donna sostenne di essere vittima dell'attacco di un gruppo di giovani neri, su un treno pendolare suburbano, che pensavano che fosse ebrea. Anche il Presidente della Repubblica si unì al coro di proteste contro l'"attacco antisemita". Si scoprì poi che la giovane donna aveva inventato tutta la storia per attirare la solidarietà della sua famiglia. Appena la verità venne fuori, Dominique Strauss-Kahn, commentò che se l'incidente "non risulta poi essere accaduto come sostenuto, in ogni caso ce ne sono stati altri 20 che hanno avuto luogo prima di quello."

    Questo è stato sintomatico di una "sinistra" che ha abbandonato la classe operaia, mentre si commercializzava come unicamente impegnata in questioni morali, come promuovere il femminismo e la lotta contro il razzismo e l'antisemitismo. Sarebbe opportunamente ironico che questa finzione fosse spazzata via dalla rivolta di una governante africana abusata.

    Diana Johnstone

    Fonte: CounterPunch: Tells the Facts, Names the Names

    Link: Diana Johnstone: Weep Not for Strauss-Kahn

    17.05.2011

    Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FEY

    ComeDonChisciotte - NON PIANGETE PER STRAUSS-KAHN
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  2. #202
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra all’Europa
    22 maggio 2011 | Autore Lino Bottaro

    Editorialeowngrade sull
    S&P Mette il Rating dell’Italia in Outlook Negativo

    La settimane si chiude col botto (oltre che per Wall Street) per l’Italia, S&P ha messo l’outlook sul debito pubblico Italiano in negativo. Tradotto significa che se il governo italiano non prenderà altre misure per contenere il deficit / debito pubblico, oppure non riesca a dare vigore alla crescita del PIL, S&P potrebbe decidere di tagliare di un notch (scalino) il nostro merito di credito.
    S&P in particolare mette sotto accusa una crescita economica più bassa di quanto ci si aspettasse. S&P in ogni caso conferma l’attuale rating italiano a A+/A-1+
    E ora godetevi lo il Blog-Teatrino sulle teribili sorti che attendono l’Italia, gli stessi Blog che alla bisogna e tanto per far vedere che “loro si che la sanno lunga” definiscono le 3 agenzie del rating USA come puttane o serve degli interessi americani. Anche noi la pensiamo così per cui riteniamo i giudizi delle agenzie di rating americane carta straccia sempre. Anche in questo caso.
    Articolo del dicembre 2010 Gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra all’Europa
    Solo pochi giorni fa in questo editoriale abbiamo parlato della nuova guerra in atto fra gli Stati Uniti e l’Europa, il prossimo anno:
    ……le nazioni indebitate ovvero l’America e gli stati europei il prossimo anno gireranno il resto del mondo con il cappello in mano per tirare a campare…. in questa chiave non sorprende affatto la “strana” raffica di downgrade che le agenzie di rating stanno rovesciando sulla vecchia Europa…..
    facciamo un ripasso e vediamo cosa riserva il 2011 ai ministeri del tesoro dei due lati dell’oceano aiutandoci con una tabella fornita dal fondo monetario internazionale:

    Facendo le somme Usa e Europa, il 2011 dovranno emmettere fra nuovo debito e rinnovo di quello in scadenza:
    USA :4,214 trliardi di dollari
    Europa :2,425 triliardi di dollari (Regno Unito e Finlandia compresa)
    Parliamo di due soli grandi contendenti perché il Giappone tradizionalmente auto-sottoscrive per il 95% il proprio debito pubblico attraverso l’enorme risparmio dei suoi cittadini.
    Definita l’entità del problema andiamo a vedere cosa è successo nel mese di Dicembre ai rendimenti sui titoli di stato americani aiutandoci con lo studio settimanale che fa Dshort (uno dei migliori blog economici del mondo):


    I rendimenti delle obbligazioni tra i 5 e i 30 anni hanno subito un aumento repentino fra i 60bps e gli 80bps (0,6-0,8%), cosa può essere successo? Alcuni commentatori hanno a inizio mese hanno imputato il fenomeno come un normale movimento di assestamento dopo che i rendimenti avevano toccato livelli molto bassi, la realtà invece si è dimostrata molto differente. La seguente tabella a nostro avviso è la più importante per capire cosa sta realmente accadendo al debito pubblico americano:


    Nell’ultimo mese dell’anno per la prima volta nelle ultime 100 settimane il flusso netto di capitali in fondi di investimento (e pensione) orientati all’acquisto di Bond (USA) ha visto una forte inversione con un deflusso netto.
    A volere essere ottimisti si può sempre dire che la colpa è del ritrovato ottimismo per il mercato azionario….. ma il ministero del tesoro americano sembra non pensarla così. Gli americani attraverso l’arma del rating ci hanno dichiarato guerra, chi detiene i capitali deve essere “convinto” che non è il caso di investire in europa costi quello che costi, nel mese di dicembre 2010 le agenzie di rating (tutte americane) si sono scatenate contro l’Europa. Sulla serietà e l’indipendenza di giudizio delle varie S&P. Moody’s e Fitch sono stati spesi fiumi post da tutta le blogosfera economica, i giudizi delle agenzie nella migliore delle ipotesi arrivano in ritardo a certificare il disastro avvenuto, nella peggiore sono strumento di speculazione o di politica estera. Rimane il fatto che molti/troppi fondi gestione e organismi finanziari si affida ai “rating” per stabilire in automatico strategie di investimento fino all’assurdo che la stessa BCE usa i rating americani per determinare quali asset sia eleggibili per essere usarti come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento, un autentica follia!
    Esaurita questa lunga premessa andiamo ad elencare l’impressionante bombardamento di dicembre sull’europa da parte delle agenzie di rating americane:
    Data Nazione Colpita Agenzia Arma Utilizzata
    14/12/2010 Belgio S&P Minaccia di taglio al rating (outlook negativo) link

    15/12/2010 Spagna Moody’s Minaccia di taglio al rating link

    16/12/2010 Grecia Moody’s Minaccia di taglio al rating link

    17/12/2010 Irlanda Moody’s Taglio Rating di 5 notch da Aa2 a Baa1 link

    20/12/2010 Spagna Moody’s Minaccia di taglio al rating a 30 banche link

    21/12/2010 Spagna Moody’s Taglio rating a regioni: Mucia, Castiglia la Mancia link

    21/12/2010 Grecia Fitch Minaccia di taglio al rating (a junk) link

    22/12/2010 Portogallo Moody’s Minaccia di taglio al rating link

    23/12/2010 Portogallo Fitch Taglio Ratinga di 2 notch da AA- a A+ link

    probabilmente ci è sfuggito qualcosa (segnalateci altre minacce/tagli), questa tabella verrà aggiornata e completata nel corso dei prossimi post sull’argomento..ah si, c’è anche un effetto collaterale che riguarda l’Italia:
    Allarme downgrade per il rating Enel Moody’s ha posto sotto osservazione il merito di credito del gruppo guidato da Fulvio Conti per via del mancato rimborso a Endesa del deficit tariffario, che il governo spagnolo deve rimborsare alla controllata Enel e alle altre utility per oltre 14,5 miliardile crescenti difficoltà sul fronte della cartolarizzazione del deficit elettrico in Spagna, dove opera la controllata Endesa, sono fonte di preoccupazione. (fonte MF)
    La guerra è solo all’inizio, siamo appena alle scaramucce, l’Europa farebbe bene ad affrancarsi ( e in fretta) dalla morsa delle agenzie di rating a stelle e strisce. In questo senso esiste una proposta concreta francese per creare una agenzia di rating mista pubblica/privata. Ne abbiamo parlato mesi fa (link), si tratta di usare COFACE una società specializzata nell’assicurare crediti commerciali.

    Gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra all
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #203
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Alto tradimento?
    maggio 23, 2011 di byebyeunclesam

    Premesse e retroscena della guerra di aggressione alla Libia
    Se si intende portare alla luce specifica e somma delle complicità politiche e istituzionali che hanno affiancato i poteri forti del Bel Paese per regalarci una nuova guerra di aggressione, questa volta alla Jamahiriya, occorre partire dal 17 Aprile 2008 quando atterra in Sardegna, all’aeroporto di Olbia, l’Ilyushin 96-300 di Vladimir Putin.
    Il premier russo arriva da Tripoli dove è stato graditissimo ospite di Gheddafi. Hanno parlato di nuovi, imponenti investimenti della Russia, di assistenza tecnica nell’estrazione di energia fossile, di concessioni petrolifere e dello sfruttamento del giacimento “Elephant“ che si sta rivelando il più gigantesco e promettente dell’intero asset della Libia, potenzialmente capace di rimpolpare da solo, per decine di anni, le già larghe capacità di esportazione di greggio del Colonnello.
    L’accordo con Gheddafi prevede anche una consistentissima fornitura di armi, capaci di rendere la Jamahiriya lo Stato militarmente più forte nel continente africano dopo Egitto e Unione Sudafricana e appena qualche spanna sotto l’Algeria di Bouteflika.
    La lista comprende batterie di micidiali missili antiaerei-antimissile S-300 Pm 2, gli altrettanto efficaci Thor M1-2 antiarei-anticruise, 30-35 cacciabombardieri Sukhoi-30, un numero non precisato di carri da battaglia T-90 e un “upgrade” per T-72. Per un acquisto, iniziale, di 3.5-4 miliardi di dollari.
    Fonti indipendenti accrediteranno la trattativa andata a buon fine anche nei numeri.
    Con le sole dotazioni di batterie mobili di S-300 e Thor, Gheddafi avrebbe neutralizzato qualsiasi capacità della “Coalizione dei Volenterosi” di attaccare dall’aria la Jamahiriya e costretto gli USA a porre in campo, per mesi, nel Mediterraneo un grosso e dispendioso dispositivo di forze aereo-navali, mettendo peraltro in conto perdite “non sopportabili” senza ricorrere al meglio della sua tecnologia aerea come gli F-22.
    Cacciabombardieri “stealth” che gli USA possiedono in un numero limitato per strikes contro “Stati canaglia” in possesso di centrali o armamento atomico come Iran, Corea del Nord e Pakistan.
    Putin, in quell’occasione, assicura a Gheddafi che il pacchetto ordini sarà evaso in un arco di tempo di 4-5 anni.
    Per rendere le batterie mobili pienamente operative sia a lungo raggio (120-200 km) che a breve (6- 12 Km), integrate da radar di sorveglianza e di tiro, occorrerà un bel po’ più di tempo. Addestrare dei piloti al combattimento aereo con cacciabombardieri di ultima generazione, oppure a “vedere” e “colpire” jets o missili in avvicinamento, sarà un lavoro duro.
    L’addestramento del personale libico è sempre stato laborioso e spesso ha dato, in passato, risultati modesti anche con “istruttori“ italiani impegnati a far familiarizzare gli “utenti” con vettori jet ampiamente meno sofisticati di un Sukhoi-30 e di un Mig-35.
    Il salto di professionalità che sarà richiesto alle forze armate libiche non potrà non essere severo.
    Rafforzare l’alleanza con la Libia consentirà a Mosca di fare ottimi affari e di rientrare in gioco nel Mediterraneo centro-occidentale.
    E’ un progetto che non potrà essere portato a termine.
    La presidenza Medvedev cambierà, di fatto, le linee strategiche della politica estera di Putin nel Golfo Persico e nel Mediterraneo. La rimozione dell’ambasciatore Vladimir Chamov e la sua immediata sostituzione con Vitalievich Margelov, che si schiererà dalla parte dei “ribelli” prima della chiusura della sede diplomatica a Tripoli, ne è la prova più evidente. Chamov, con al collo una kefìa, atterrerà a Mosca accusando esplicitamente Medvedev di “volgare tradimento” degli interessi della Russia. Un accusa che, almeno nella Federazione, ha ancora oggi un impatto devastante.
    Lavrov lo manterrà in organico al Ministero degli Esteri.
    Medvedev rimbrotterà nuovamente Putin per aver dichiarato che… “la guerra alla Libia è una nuova crociata”.
    La mancata fornitura degli S-300 all’Iran, che costerà alla Russia 750 milioni di dollari di penale, ha già segnalato delle “dissonanze” nelle stanze del potere moscovite. Il caso Khodorkovsky farà emergere le prime, serie frizioni tra Cremlino e “Casa Bianca”. La Guardia Presidenziale, intanto, si è eclissata. La motivazione addotta dal portavoce di Medvedev parlerà di una stagione estiva particolarmente afosa che ha costretto all’abbandono la scorta, per non compromettere con colpi di sole la salute dei militari di guardia al Cremlino. Si respira aria di smobilitazione anche alla Gazprom. Uscita quasi sicura per Alexei Miller, ebreo di origini tedesche amico di Medvedev.
    RIA Novosti filtrerà lo scontro ventilando un accordo, tattico.
    Il via libera alla risoluzione ONU 1973 di Russia e Cina, con l’astensione, che effetti geopolitici potrà produrre nel Mediterraneo e in Medio Oriente?
    E’ pensabile che tra Mosca e Pechino non ci sia stata consultazione sulla decisione da prendere, dopo la 1970, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, considerato che fanno parte sia dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai che del BRICS e mantengono stretti rapporti di amicizia?
    L’attacco alla Libia sposterà il baricentro dell’”impegno” di USA e NATO dal Centro Asia al Mediterraneo? Aprirà la porta a un maggior onere militare e finanziario di Bruxelles nell’Europa del Sud e nel Mediterraneo, spostandolo da Balcani e Paesi dell’Est?
    E’ finalizzato a creare qualche crepa nell’Alleanza Atlantica?
    La Russia e la Cina fanno ormai “politica di potenza” e gli Stati nazionali sono solo pedine sulla grande scacchiera planetaria?
    Non c’è risposta certa.
    Nel quadrante Centro-Orientale c’è, al momento (Aprile 2008), Bashar Al Assad a offrire l’opportunità di un ritorno in forze di Mosca nell’ex “Mare Nostrum“.
    I lavori in corso per l’allargamento del porto di Latakia serviranno ad ospitare molte delle unità russe con elevate capacità antinave, antiaeree e antisommergibile messe sotto minaccia di sfratto dalla base di Sebastopoli. L’Ucraina di Juschenko-Timoshenko è in quel momento un Paese ostile alla Federazione Russa.
    Mosca si lascia aperta una porta per il ridispiegamento delle sue unità da guerra del Mar Nero nella base navale siriana.
    Un attacco aereo di “Gerusalemme“ contro Damasco – per complesse ragioni militari, tattiche e strategiche che in questa sede non possono essere affrontate – con la nuova allocazione diventerebbe, più che impossibile, largamente suicida.
    L’attuale attacco militare alla Libia e degli apparati propagandistici di USA, Europa e Qatar alla Siria, rientrano in un piano più vasto di contrasto a un ritorno di influenza della Russia nel Mediterraneo, che per i prossimi venticinque anni punta ad affiancare la penetrazione “commerciale“ della Cina nel continente africano?
    La risposta è sì, anche se dietro c’è dell’altro: la necessità di alleggerire le sempre più evidenti criticità geopolitiche e militari di “Israele“ in Medio Oriente.
    Dalle colonne d’Ercole al Bosforo, “Gerusalemme“ nell’intera regione non può più contare su un solo Paese “amico“. Il traballante regno hashemita che, peraltro, ha il solo sbocco al mare nel Golfo di Aqaba, è ormai l’ultimo “alleato“, spendibile, ai confini di “Israele“ che ospita una comunità maggioritaria di origine palestinese sempre più influente, agguerrita ed emotivamente sensibile al richiamo per la liberazione di “Al Qods”.
    Il progressivo sganciamento dell’Egitto da una stretta collaborazione con lo Stato sionista, le continue, gelidissime prese di distanze del governo Sharaf da Washington, il rapporto ampiamente conflittuale ormai esistente tra Ankara e “Gerusalemme“, la “melina” di Erdogan e Davutoglu con USA e NATO, la nuova collocazione del Libano (governo di coalizione con Hezbollah), la ritrovata amicizia tra Ankara e Damasco, il rafforzarsi del patto politico e militare della Siria con l’Iran, le ampie aperture commerciali di Ankara a Teheran, stanno disegnando un nuovo Medio Oriente. Quello vagheggiato da Bush e dalla Rice è ormai definitivamente morto e sepolto e non risorgerà certo con il cadavere Obama e le sue flagranti, miserabili, barzellette sull’uccisione e sulla sepoltura in mare di Osama, con Twitter o Al Jazeera.
    In Waziristan Islamabad, dal canto suo, spara apertamente, con tanto di comunicati delle Forze Armate, contro gli elicotteri USA e NATO e blocca, o fa distruggere da gruppi armati non identificati, i convogli logistici ISAF che arrivano via mare a Karachi per il “governo” di Kabul. Un preludio, inevitabile, allo sgombero della Coalizione dall’Asia centrale.
    Nel Golfo Persico il vento della rivolta scuote dalle fondamenta molte delle monarchie cleptocratiche, alla bancarotta, alleate dell’ Occidente.
    Torniamo all’Aprile del 2008.
    Le forze armate libiche sono “invecchiate“, hanno materiale militare largamente obsoleto dopo anni di sanzioni ONU.
    Il leader della Jamahiryia ha già largamente aperto a Pechino e Mosca per controbilanciare l’arrivo a Tripoli dell’ambasciatore di Washington, che si da un gran da fare per strappare vantaggiose concessioni energetiche a favore delle multinazionali a stelle e strisce che operano nel Paese. L’apertura del “rais“ a Bush si è resa necessaria per superare l’embargo decretato dal Palazzo di Vetro alla Libia per “terrorismo“. L’ambasciatore russo a Tripoli Vladimir Chamov sta inoltre facendo un ottimo lavoro. Sua, tra l’altro, l’iniziativa di spacchettare la titolarità di ENI in “Elephant“.
    Il 16 Aprile, Gheddafi offrirà a Putin il definitivo via libera per l’ingresso di Gazprom con un 33% nei diritti di sfruttamento dei giacimenti, dopo un accordo preliminare andato a buon fine tra le due società ratificato a Mosca appena quattro giorni prima da Scaroni e A. Miller.
    L’aereoporto di Olbia è a un tiro di sputo dalla Costa Smeralda e da Villa Certosa. Vladimir Vladimirovic trascorrerà la notte del 17 Aprile e il giorno successivo nella faraonica residenza del Presidente del Consiglio. Il 19 Aprile, con Berlusconi a Sassari Putin darà vita a una conferenza stampa congiunta.
    Un’inviata, arrivata fresca fresca da Mosca, dove lavora per un giornale di opposizione a “Russia Unita“ finanziato dal Dipartimento di Stato USA, rivolgerà una domanda fuori dalle righe a Putin su una sua presunta relazione sentimentale con l’olimpionica kazaka Alina Kabaeva. Nessuno, sul momento, darà troppo peso alla cosa. Il “proprietario” del quotidiano, nella settimana successiva, farà fagotto per Londra.
    Il 22 Aprile, l’Economist titolerà in prima pagina: “Berlusconi inadatto a governare“.
    Il Cavaliere di Arcore ha molto di peggio da farsi perdonare: la progressiva liquidazione dello Stato sociale, la paralisi dell’apparato amministrativo e la disintegrazione dell’Etica Pubblica attraverso l’uso di un mostruoso quanto sofisticato sistema di “informazione” che determina anche la “legittimità” del consenso elettorale.
    Un sistema che sostiene attivamente sia maggioranza che “opposizione” per il mantenimento di un bipolarismo di stampo neolib e neodem, che ricorda da vicino il “partido blanco” e il “partido colorado” delle presidenze caraibiche, per la complementarità delle decisioni politiche e sociali quando si alternano al governo.
    Detto che condividemmo allora e condividiamo, a maggior ragione oggi, il giudizio espresso in quell’occasione dal giornale di Sua Maestà, ribadito che Berlusconi è affetto da gravi, ripetuti disturbi della personalità (da Noemi al Bunga Bunga) e manifesta una evidente perdita di contatto con la realtà di un Paese ormai in ginocchio come il nostro, preso atto dell’esistenza di una sua maniacale affettività per le amministrazioni USA e del perdurare di un solidissimo legame con “Gerusalemme“, quella descritta è la semplice cronologia degli avvenimenti che finiranno per coinvolgerlo.
    E’ il primo pezzo di strada che si doveva percorrere per arrivare alla individuazione di mandanti ed esecutori, collocati ai vertici istituzionali e politici della Repubblica delle Banane, che hanno intenzionalmente trascinato l’Italia ad aggredire, prima con le menzogne e poi con la guerra, la sovranità della Repubblica Araba Socialista di Libia.
    Una guerra destinata a costarci carissimo. Gli effetti di trascinamento, politici, economici e sociali, che produrrà sul Paese non potranno non essere di devastante portata.
    Giancarlo Chetoni

    Alto tradimento?
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    COSA SUCCEDE SE LA GRECIA VA IN DEFAULT
    Postato il Lunedì, 23 maggio @ 17:10:00 CDT di supervice

    DI ANDREW LILICO
    blogs.telegraph.co.uk
    È quando, non se. I mercati finanziari semplicemente non sono sicuri se sarà domani, fra un mese, un anno o due anni (non più a lungo di così). Dopo che la BCE ha giocato la “carta finale”, questo comporta di esercitare il bailout sugli irlandese, minacciando la bancarotta del settore bancario del paese, e presumibilmente vedremo un altro bailout greco o un default nel giro di qualche giorno.

    Cosa succede se la Grecia va in default. Ecco un po’ di cose:
    - Tutte le banche greche saranno insolventi.
    - Il governo greco nazionalizzerà tutte le banche greche.

    - Il governo greco vieterà i prelievi dalle banche greche.
    - Per prevenire la rivolta dei risparmiatori, come successo in Argentina nel 2002 (quando il presidente argentino dovette scappare in elicottero dal tetto del palazzo presidenziale per evitarsi un assalto), il governo greco dichiarerà un coprifuoco, forse addirittura le legge marziale.
    - La Grecia ridenominerà tutti i suoi debiti in “Nuove Dracme” o in qualsiasi altro modo si chiami la nuova divisa (è lo stratagemma classico dei paesi insolventi).
    - La Nuova Dracma si svaluterà dal 30 al 70 per cento (probabilmente intorno al 50 per cento, forse di più), facendo abbassare del 50 per cento o più dei debiti della Grecia denominati in euro.
    - Gli irlandesi, nel giro di pochi giorni, fuggiranno dai debiti del loro sistema bancario.
    - Il governo portoghese aspetterà di vedere il livello del caos raggiunto in Grecia prima di decidere se andare anche lui in default.
    - Un numero di banche greche e tedesche dovranno affrontare una quantità di perdite tali da non poter più avere i requisiti di capitalizzazione richiesti.
    - La Banca Centrale Europea diventerà insolvente a causa dell’alta esposizione dovuta al debito del governo greco e ai debiti del settori bancario greco e di quello irlandese.
    - I governi di Francia e Germania si incontreranno per decidere se (a) ricapitalizzare la BCE o (b) consentire alla BCE di stampare moneta per ripristinare la solvibilità. (Siccome la BCE ha una relativamente piccola esposizione denominata in divise extra-UE, potrebbe in linea di principio stampare per risolvere la situazione, ma questo è proibito dai suoi principi fondativi. A dire il vero, il Trattato dell’Unione vieta esplicitamente la forma di salvataggio usata per Grecia, Portogallo e Irlanda, ma anche se la cosa è così palesemente illegale non ha impedito che accadesse, e allora non è così ovvio che un’altra illegalità, attuata con la stampa di moneta, sia poi un grosso ostacolo.)
    - Si ricapitalizzeranno e ricapitalizzeranno le loro banche, ma porranno fine a tutti i salvataggi.
    - Ci sarà una strage nel mercato delle obbligazioni bancarie spagnole, quando i possessori di obbligazioni richiederanno la permuta del valore in azioni.
    - Quest’affermazione potrebbe avere una ragione se gli spagnoli sceglieranno di scavalcare la struttura dei contratti in essere delle obbligazioni del settore bancario spagnolo, ricapitalizzando un numero di banche con i debt-equity swaps.
    - I possessori di obbligazioni porteranno il settore bancario spagnolo di fronte alla Corte Europea dei Diritti Umani (e anche in altri tribunali), denunciano la violazione dei diritti di proprietà. Questi casi non andranno in giudizio per anni. Quando alla fine ci arriveranno, non ci sarà più nessuno che si preoccuperà.
    - L’attenzione verrà rivolta alle banche britanniche. Poi si vedrà.…
    ************************************************** **********************
    Fonte: What happens when Greece defaults – Telegraph Blogs
    20.05.2011
    Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

    ComeDonChisciotte - COSA SUCCEDE SE LA GRECIA VA IN DEFAULT
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #205
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #206
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Obama-Cameron: 'Sostegno alle rivolte' - Mondo - ANSA.it

    Esattamente come Bush e Blair con l'Iraq dopo le torri gemelle.
    Proprietà invariantiva.
    Cambiando le teste di legno, il risultato non cambia.
    Se poi una è di un irlandese negro...
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #207
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  8. #208
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    mercoledì 25 maggio 2011
    Il Presidente John F. Kennedy ucciso dai Gesuiti
    Il Presidente John F. Kennedy

    estratto dal libro THE SECRET TERRORISTS
    di Bill Hughes
    traduzione: nwo-truthresearch



    Recentemente sono state scoperte nuove prove rilevanti dell'uccisione del Presidente John F. Kennedy, le quali indicano chi effettivamente pianificò ed esegui il suo assassinio. Queste nuove evidenze mostrano che la relazione della Commissione Warren, che dette la parola finale del governo sull'assassinio, è un completo cover-up di quello che avvenne realmente.
    La seguente analisi dell'assassinio includerà diversi eventi e situazioni che potrebbero non sembrare collegate al delitto, ma mostreranno il vasto intrigo dietro di esso.
    Durante il viaggio in un corteo all'aperto, il Presidente Kennedy fu fucilato in Dealy Plaza venerdì 22 novembre 1963, alle ore 120. La folla lo stava applaudendo. Mentre il Presidente degli Stati Uniti si faceva strada attraverso il centro di Dallas, ci fu una grande scena di gioia. All'interno di quelle migliaia di persone ondeggianti, sembrava che tutti stessero sorridendo. Ma, improvvisamente, ci furono degli spari, e il Presidente Kennedy poco dopo giaceva morto al Parkland Memorial Hospital.

    Questo caso ha sconcertato la gente negli ultimi quattro decenni, ed è uno dei 10 maggiori misteri irrisolti degli ultimi 100 anni. Per indagare sull'assassinio fu istituita la Commissione Warren, ed essa concluse che era stato commesso da un killer solitario, Lee Harvey Oswald. Essa sostenne che Oswald sparò al Presidente Kennedy dall'edificio del deposito di libri di Dallas dietro la sua macchina. Ma adesso vi è piuttosto la prova schiacciante che smentisce la relazione della Commissione Warren e punta ad un massiccio insabbiamento e ad una cospirazione dietro l'assassinio. Due giorni dopo la morte del Presidente Kennedy, Jack Ruby uccise Oswald. Perché? Era per impedirgli di parlare?
    Ci furono fondamentalmente due principali ragioni per le quali Kennedy fu assassinato. Queste ragioni sono il coinvolgimento della guerra in Vietnam e la Federal Reserve Bank.
    Il Presidente Kennedy inviò due collaboratori in Vietnam, McNamara e Taylor, che raccolsero informazioni che lo convinsero che gli Stati Uniti necessitavano di ritirarsi dal Vietnam. La loro nota al Presidente si intitolava Report of McNamara-Taylor Mission to South Vietnam.
    Con questo rapporto in mano il Presidente Kennedy ottenne quello che voleva. Esso conteneva la sostanza delle decisioni che doveva prendere. Doveva ottenere di essere rieletto per terminare i programmi messi in moto durante il suo primo mandato; doveva tirare via gli americani dal Vietnam. - Col. L. Fletcher Prouty, JFK: The CIA, Vietnam, and The Plot to Assassinate John F. Kennedy, Carol Publishing Group, p. 264.
    Fletcher Prouty ci dice che:
    Il 22 Novembre 1963, il governo degli Stati Uniti fu preso in consegna da un gruppo super potente che voleva un'escalation della guerra in Indocina, e un continuo incremento militare per le generazioni a venire. - Ibid. p.264.
    Mentre il Presidente Kennedy stava iniziando la diminuzione del coinvolgimento americano nel sud est asiatico, questo gruppo super potente stava progettando il suo omicidio. Il successivo omicidio di Kennedy fece in modo che l'America restasse in Vietnam per lungo tempo.
    Chi era questo gruppo? Chi ci voleva nel Sud del Vietnam e perché? Quando risponderemo a queste domande le persone dietro l'assassinio di JFK saranno note.
    Avro Manhattan era un giornalista inglese che aveva lavorato per molti anni alla British Broadcasting Company. Aveva scritto almeno 15 libri suo ruolo della Chiesa Cattolica negli affari mondiali. Nel suo libro Vietnam: Why Did We Go? ci dice:


    L'origine politica e militare della guerra del Vietnam è stata descritta con milioni di parole scritte e parlate. Eppure, nulla è stato detto su una delle forze più significative che contribuirono alla sua promozione, vale a dire, il ruolo svolto dalla religione, che, in questo caso, significa il ruolo svolto dalla Chiesa Cattolica e dal suo omologo diplomatico, il Vaticano. La sua attiva partecipazione non è mera speculazione. Si tratta di un fatto tanto concreto quanto la presenza degli Stati Uniti, o la massiccia resistenza della guerriglia del Comunismo Asiatico. Le attività degli ultimi due sono state esaminate da migliaia di libri, ma il primo non è mai stato preso in considerazione, nemmeno in forma sintetica. La Chiesa Cattolica deve essere considerata come la principale promotrice dell'origine, dell'escalation e della prosecuzione del conflitto vietnamita. Fin dall'inizio questa motivazione religiosa aiutò a mettere in moto la valanga con il fine di provocare agonie interminabili nei continenti asiatico e americano.
    Il prezzo pagato fu enorme: migliaia di miliardi di dollari, dislocazione di massa di intere popolazioni; anarchia politica, devastazione militare su scala senza precedenti, la vergogna sopra il mondo civilizzato, la perdita di migliaia e migliaia di giovani vite americane e asiatiche. E per ultimo, ma non meno importante, la mutilazione, il ferimento e al morte di migliaia di uomini, donne e bambini. La tragedia del Vietnam passerà alla storia come una delle opere più perniciose dell'alleanza contemporanea tra politica e religione organizzata.
    I fattori di natura politica, ideologica, economica e militare non svolsero alcun ruolo significativo nello svolgimento della guerra, ma la religione della Chiesa Cattolica fu uno dei suoi principali istigatori. Fin dall'inizio il suo ruolo fu minimizzato, quando non del tutto cancellato. I fatti concreti, tuttavia, non possono essere spazzati via così facilmente, e sono questi che dobbiamo ora esaminare, anche se brevemente. - Avro Manhattan, Vietnam: Why Did We Go? , Chick Publications, 1984, p.13, il corsivo è mio.
    La prefazione dell'editore a questo libro recita, a pagina 3:
    Avro Manhattan, autorità mondiale sulla politica del Vaticano, ha fatto saltare il coperchio sul vero motivo per il quale i nostri ragazzi hanno sofferto e sono morti in Vietnam. Egli fa risalire la loro morte all'appassionante desiderio del Vaticano di rendere l'Asia Cattolica Romana. Gli agenti del Vaticano tramarono e tratteggiarono la guerra del Vietnam. I soldati americani nella loro disperata lotta di sopravvivenza nella giungla, nell'inferno della guerra, nel dolore, nella morte e nella distruzione, stavano servendo il Vaticano. E' stato tutto progettato dai...suoi Gesuiti. -- Ibid. p. 3, il corsivo è mio.


    Molti, specialmente i cattolici, potranno fare obiezioni sui fatti sopra indicati tra virgolette, ma dobbiamo prestare attenzione a come si sono svolti i fatti e a come questi sono accaduti. Quando questo libro parla della Chiesa Cattolica non sta parlando dei fedeli membri della Chiesa che non sanno nulla di cose come queste. Si sta parlando dei governanti del Vaticano e del suo Ordine dei Gesuiti.
    Secondo Avro Manhattan, la guerra in Vietnam fu combattuta perché il Vaticano voleva creare una base di potere nel Sud Est Asiatico, da cui partire per acquisire la totalità del Sud Est Asiatico e poi tutta l'Asia. Le citazioni che seguono provengono da questo stesso libro:
    Ho Chi Minh prima della seconda guerra mondiale iniziò le manovre per un Vietnam comunista. Egli aveva ricevuto aiuto dagli Stati Uniti contro i giapponesi, ma usò tale aiuto per consolidare la sua presa negli altopiani del Tonchino. Nel mese di agosto del 1945 marciò verso Hanoi e istituì il governo provvisorio della Repubblica democratica del Vietnam. Come maestro stratega, egli collaborò al trapianto di quasi un milione di Cattolici Nord Vietnamiti all'interno del Sud...Dopo l'elezione di Papa Giovanni XXIII nel 1958 e la svolta del Vaticano dalla guerra fredda verso una collaborazione con il Marxismo, Ho Chi Minh fece un accordo segreto con Papa Giovanni, che alla fine portò il pieno controllo del paese da parte del Nord - Ibid. p. 177
    Il Presidente Ngo Dinh Diem del Vietnam del Sud era un cattolico praticante che governava il Vietnam del Sud con il pugno di ferro. Egli era un vero credente del male del Comunismo e dell'unicità della Chiesa Cattolica. Era stato originariamente impiantato alla presidenza dal Cardinale Spellman e da Papa Pio XII. Aveva trasformato la Presidenza in una virtuale dittatura cattolica, e senza pietà aveva schiacciato i suoi avversari politici e religiosi. Molti monaci buddisti si suicidarono con il fuoco, si bruciarono vivi nella loro protesta contro le persecuzioni religiose. La sua discriminatoria persecuzione dei non cattolici, e dei buddisti in particolare, causò la rottura del governo e la diserzione di massa nell'esercito. Alla fine questo portò all'intervento militare statunitense in Vietnam del Sud. In quest'opera di terrorismo egli fu aiutato dai suoi due fratelli cattolici, il capo della polizia segreta e l'arcivescovo di Hue. - Ibid. p.56 (enfasi aggiunta).
    Il Cardinale Francis Spellman, arcivescovo di New York, fu l'uomo chiave che condusse l'America al conflitto.


    Il Cardinale Spellman

    Fu attivo nel convincere gli Stati Uniti a selezionare e sostenere Diem come Presidente del Vietnam del Sud. Egli fu nominato Vicario Generale delle Forze Armate degli Stati Uniti e, nelle sue frequenti visite al fronte di guerra in Vietnam, chiamava le truppe 'I Soldati di Cristo' [che significava soldati della Chiesa Cattolica].
    In questa guerra civile vietnamita il Vaticano giocò da entrambe le parti. Esso controllava Diem al Sud, mentre si consultava e faceva accordi segreti con Ho Chi Minh al Nord. Perciò, quando la guerra si sarebbe svolta, il Vaticano avrebbe trionfato ed avrebbe avuto il controllo del Vietnam. Il tentativo di Kennedy di fermare il bagno di sangue attirò l'ira inestinguibile degli istigatori di guerra - i Gesuiti del papato.
    Il Presidente Kennedy aveva iniziato la diminuzione del coinvolgimento americano in Vietnam poco prima di morire. Il giorno dopo il suo brutale assassinio avvenne quanto segue:
    Alle 80 di Sabato 23 novembre 1963, la limousine che stava trasportando il direttore della CIA John McCone fu tirata nei fondi della Casa Bianca...Egli fu anche li per negoziare una parte del business prima del coinvolgimento in tutti i dettagli in un passaggio presidenziale - la firma del National Security Memorandum 278, un documento classificato con il quale si invertiva immediatamente la decisione di John Kennedy di uscire dalla guerra in Vietnam. L'effetto del memorandum 278 avrebbe dato alla Central Intelligence Agency carta bianca per procedere in modo pieno nella guerra in Estremo Oriente...In effetti, a partire dal 23 novembre 1963, l'Estremo Oriente avrebbe sostituito Cuba come spina nel fianco dell'America. Inoltre, esso avrebbe anche creato una nuova fonte di sostanze stupefacenti per il mercato mafioso mondiale — Robert Morrow, First Hand Knowledge, Shapolsky Publishers, p. 249.
    Il giorno dopo che fu ucciso Kennedy, la decisione di fermare il coinvolgimento americano in Vietnam fu capovolta e il programma Vaticano continuò.
    La dichiarazione di Morrow rivelò anche un altro motivo per cui i Gesuiti desideravano continuare la guerra; essi potevano ricavare miliardi di dollari nel traffico di droga internazionale. Durante gli ultimi quattro secoli i Gesuiti erano stati coinvolti nel traffico di droga in Estremo Oriente e certamente non volevano perdere questa opportunità, anche se questo significava la vita di milioni di persone!


    Dal momento che la missione Gesuita originaria si era stabilita a Pechino nel 1601, la Compagnia di Gesù [Gesuiti] aveva mantenuto la chiave verso il commercio nell'Estremo Oriente - incluso il traffico di droga. — autori vari, Dope, Inc.: The Book that Drove Kissenger Crazy, Executive Intelligence Review, p. 117, (enfasi aggiunta).
    I politici di Washington controllati dai Gesuiti volevano continuare la guerra in Vietnam. Volevano creare un potere cattolico nel sud est asiatico. In Estremo Oriente essi volevano mantenere il loro controllo del mercato internazionale della droga che avevano detenuto per 400 anni. Nel momento in cui il Presidente Kennedy si levò per la sua via, egli dovette essere rimosso. I Gesuiti assassinarono John Kennedy.
    La seconda ragione per l'assassinio di Kennedy fu la sua intenzione di eliminare la Federal Reserve. Il colonnello James Gritz spiega:
    Quando Kennedy richiese un ritorno della valuta americana al gold standard, e lo smantellamento del sistema della Federal Reserve - egli coniò effettivamente denaro privo di debito, il quale non recava il marchio della Federal Reserve; quando egli ebbe il coraggio di esercitare effettivamente l'autorità di leadership concessagli dalla Costituzione degli Stati Uniti...Kennedy preparò il suo mandato di morte. Venne il tempo di farlo sparire.— Colonel James Gritz, Called to Serve: Profiles in Conspiracy from John F. Kennedy to George Bush, Lazarus Publishing, pp 511, 512.
    Il Presidente Kennedy tentò di smantellare il sistema della Federal Reserve, la Banca Centrale degli Stati Uniti, che è una creazione dei Gesuiti. La Costituzione degli Stati Uniti da al Congresso il potere di battere moneta. Se il Congresso degli Stati Uniti avesse coniato moneta propria, come impone la Costituzione, essi non avrebbero dovuto pagare centinaia di miliardi di dollari di interessi per il debito nazionale che pagano ogni anno ai banchieri ancora adesso, per denaro creato dal nulla. Questo è il motivo per cui Kennedy cominciò ad emettere moneta del governo degli Stati Uniti che era libera da debito, in sostituzione dei dollari della Federal Reserve che stiamo usando.
    Abbiamo visto nei capitoli precedenti chi fu il responsabile della creazione della Federal Reserve Bank, e del funzionamento incostituzionale di questa banca che ruba i soldi dei cittadini statunitensi. Se ricordate il capitolo 2, i Gesuiti cercarono di assassinare il Presidente Andrew Jackson per la sua chiusura della banca centrale. Essi sfortunatamente ebbero successo nell'assassinare Kennedy a causa del suo tentativo di fare la stessa cosa. I Gesuiti utilizzano la ricchezza creata dalla Federal Reserve per finanziare le loro gesta omicide. John Kennedy attirò l'ira mortale dei Gesuiti per aver osato agire in qualità di Presidente e non come loro burattino.
    Ma voi dite: "Aspetta un minuto. Kennedy era un cattolico. E' stato l'unico presidente cattolico che abbiamo mai avuto." Questo è esattamente giusto. Ma anche se Kennedy era un cattolico, mise il benessere degli Stati Uniti prima dei desideri del papato. Non era un Gesuita.
    Ecco una sezione molto interessante delle istruzioni segrete della Compagnia di Gesù, scritte dal loro fondatore, Ignazio di Loyola.
    Infine, facciamo in modo che, con tale malizia, tutti guadagnino ascendenza sui principi, sui nobili e i magistrati di ogni luogo, che possano essere pronti a nostra completa disposizione, sacrificando anche i propri parenti più stretti e i propri più intimi amici, quando affermiamo che è per il nostro interesse e il nostro vantaggio. — W. C. Brownlee, Secret Instructions of the Jesuits, American and Foreign Christian Union, p. 47.
    Qui vediamo che se l'Ordine dei Gesuiti dice che una persona deve morire, non importa se è il tuo migliore amico, se è tuo padre o tuo fratello, deve essere uccisa. Quale sistema vile, malvagio e scellerato è l'Ordine dei Gesuiti della Chiesa Cattolica Romana.
    Pensate che la Chiesa Cattolica non sia così potente? Pensate che tutto questo li fa apparire troppo forti? Avro Manhattan afferma:
    Il Cardinale Francis Spellman, di New York, fu il vicario militare delle forze armate americane in Vietnam. Fu anche il legame non ufficiale tra il Papa e John Foster Dulles, il Segretario di Stato Americano, e quindi il fratello del Segretario, Alan, che era il capo della CIA — Avro Manhattan, Murder in the Vatican, Ozark Books, pp. 35, 36.


    Il Cardinale Francis Spellman in una copertina del Time
    Così, attraverso il Cardinale Francis Spellman, la Chiesa Cattolica Romana e i Gesuiti ebbero accesso e controllo su John Foster Dulles, il Segretario di Stato, e il fratello di John Foster Dulles, Alan, che era il capo della Central Intelligence Agency. Questi due dipartimenti, insieme all'FBI, erano nelle mani del Cardinale Francis Spellman, il principale Cardinale della Chiesa Cattolica di New York.
    A livello finanziario, negli Stati Uniti la Chiesa Cattolica può rizzarsi sopra tutti i giganteschi trust americani. Politicamente, essa ha acquisito sempre maggior rilievo alla Casa Bianca, al Senato e al Congresso. Essa è forte all'interno del Pentagono, un agente segreto all'interno dell'FBI e il motore primo più sottilmente intangibile, il timone dentro il timone SS, della Central Intelligence Agency. -- Ibid. p. 271
    Anche Jean Hill fu una testimone dell'omicidio Kennedy. Nel suo libro, intitolato JFK: The Last Dissenting Witness, ella afferma che durante una conversazione con una sua amica, JB, che fu una dei poliziotti in corteo con Kennedy, lei le disse:


    "Beh, mentre Kennedy era occupato a stringere le mani a tutti i sostenitori all'aeroporto, delle persone del servizio segreto di Johnson si avvicinarono ai poliziotti in motocicletta e diedero loro una sacco di istruzioni. La cosa più maledetta fu che ci dissero che il percorso attraverso la Dealy Plaza era stato cambiato." "Come Cambiato?" chiede Jean Hill. "Esso originariamente doveva andare dritto lungo la Main Street", disse JB, "ma poi ci dissero di ignorare tutto questo. Ci dissero invece di fare un piccolo avanzamento lento su Huston e tagliare verso Elm." Jean sentì la sua bocca spalancarsi. "Se Kennedy fosse rimasto su Main Street, avrebbe potuto restare completamente fuori dalla portata di colui che stava per sparargli. Il 'nostro' tiratore dietro la staccionata di legno sicuramente non avrebbe avuto molte possibilità di colpirlo da lì". JB la fissò con la faccia seria. "Forse è per questo che hanno cambiato il percorso", disse senza mezzi termini.


    "Ma non è tutto. Ci ordinarono anche lo schieramento della scorta di accompagnamento più pazza che io abbia mai visto. In genere si supporta l'auto con quattro moto, una su ciascun parafango. Ma questa volta ci dissero che i quattro di noi assegnati alla macchina presidenziale non avrebbero dovuto scortare sul davanti. Dovevamo rimanere bene nella parte posteriore e non dovevamo fare in modo di stare davanti alle ruote posteriori della macchina in tutte le circostanze. Non avevo mai sentito parlare di una formazione molto meno protetta come quella, ma ci dissero di voler lasciare che le folle avessero una 'visione libera' del presidente. Beh, credo che qualcuno ottenne per bene una vista illimitata su di lui" — Jean Hill, JFK: The Last Dissenting Witness, Pelican Publishing, p. 113.
    Quindi, il percorso del corteo attraverso Dallas fu cambiato, e il motivo che venne dato fu quello che la gente avrebbe avuto una vista eccellente del Presidente degli Stati Uniti. Gli assassini gesuiti fecero questo sicuramente! Accaddero anche altre cose particolari. Lyndon Johson, il vice Presidente degli Stati Uniti, aveva evidentemente un problema reale. Continuiamo la conversazione di Jean Hill con la sua amica nel corteo:
    "Di che cosa stai parlando?" chiese Jean innocentemente. "Non capisco". "I miei amici nel corteo dicono che egli iniziò a abbattersi in basso nella macchina 30-40 secondi buoni prima che venissero sparati i primi colpi. Direi che è giusto un po strano, non è vero?". "Oh, andiamo JB", disse Jean Hill, pensando che stesse scherzando. "Essi ovviamente non erano seri, lo erano?" "Per quanto ne so erano completamente seri." disse JB. "Uno di loro disse a Maguire che vide Johnson tuffarsi in basso ancora prima che la macchina girasse su Houston Street, e sicuramente ______ non rideva quando lo disse." "Beh, forse a Johnson gli era appena caduto qualcosa sul pavimento e si chinò per raccoglierlo. Insomma, ci potrebbe essere una spiegazione semplice." "Forse è così." disse JB. "Io non pretendo di sapere quelli che furono i suoi motivi, ma questo ragazzo disse anche che sembrava certo che egli si stesse aspettando i proiettili volare. Quando lo ascoltai, iniziai a chiedermi un sacco di altre cose"— Ibid. pp. 114-116.
    Lyndon Johnson agì come se avesse saputo che i proiettili sarebbero presto volati, schivandosi giù ripetutamente prima che arrivassero i colpi. La legge del Texas proibisce che le persone che muoiono nello stato del Texas vengano rimosse senza un'autopsia. I principali medici al Parkland Memorial Hospital di Dallas vennero tenuti sotto tiro mentre il corpo di John F. Kennedy veniva rimosso da quell'ospedale senza l'autopsia. Perché? Vi erano prove schiaccianti che era stata più di una pallottola ad uccidere JFK. Vi erano prove schiaccianti che la relazione della Commissione Warren non era altro che una menzogna. Ci sarebbero stati molti altri proiettili che i medici avrebbero riscontrato, che avrebbero distrutto l'idea che Lee Harvey Oswald fosse stato il killer prestato. E' questo il motivo per cui non fu consentita l'autopsia in Texas. Questo è il motivo per cui il corpo di Kennedy fu spedito a Washington DC, dove avrebbe potuto essere fatta un'autopsia federale, dove si potevano fabbricare le prove per sostenere le menzogne della Commissione Warren. Ci fu un complotto Gesuita che portò ad uccidere JFK e non si voleva che le prove fuoriuscissero, non importa quante persone avrebbero dovuto essere uccise in questo processo.
    Se quel giorno in Dealy Plaza fossero stati veramente sparati diversi proiettili, allora la vettura avrebbe contenuto certamente le prove di ciò. E così fece.
    Tre giorni dopo l'assassinio, Carl Renas, capo della sicurezza presso la Deaborn Division della Ford Motor Company, guida la limousine, con gli elicotteri sospesi sopra la testa, da Washington a Cincinnati. Facendo ciò, egli nota diversi fori di proiettile, il più notevole dei quali è uno nella striscia di cornice cromata del parabrezza, ed egli disse chiaramente che questo era 'un colpo primario' e 'non un frammento'. La limousine fu portata da Renas a Hess and Eisenhart del Cincinnati e la cornice cromata fu sostituita. Il Servizio Segreto disse a Renas di "mantenere la bocca chiusa".— Charles Crenshaw, JFK: Conspiracy of Silence, Penguin Books USA, p. 106.
    Renas era il capo della sicurezza della Deaborn Division di Ford Motor Co. Chi era il capo della divisione nel 1963 che inviò Renas per il compito della sua vita?
    Henry Ford II ha detto oggi che la prima volta che riesce a ricordare l'incontro con Lee Iacocca fu nel novembre del 1960, quando chiamò il giovane commesso nel suo ufficio per dire loro che gli stava dando il comando della divisione Ford [a Deaborn].— Robert Lacey, Ford, the Men and the Machine, Ballantine Books, p. 531.
    Lee Iacocca fu l'uomo incaricato dalla Deaborn Division della Ford Motor Company, che inviò Carl Renas a Washington DC per prendere la macchina che era di JFK nel momento in cui venne assassinato. Iacocca era il capo della divisione di Deaborn, e infine diventò il presidente della Ford Motor Company nel 1970. Iacocca fece parte del cover-up, perché soppresse le prove riguardanti JFK.
    Quali connessioni aveva con la chiesa cattolica? Nella sua autobiografia Iacocca dice:


    Mi ci vollero diversi anni per comprendere a fondo perché dovevo fare un buona confessione ad un prete prima di andare alla Santa Comunione, ma nella mia adolescenza iniziai ad apprezzare l'importanza di questo diritto più incompreso della Chiesa Cattolica. Negli anni successivi, dopo la confessione mi trovai completamente rinnovato. Iniziai anche a frequentare ritiri di fine settimana dove i Gesuiti in un esame di coscienza faccia a faccia mi mettevano alle prese sul come stavo conducendo la mia vita. — Iacocca: An Autobiography, Bantam Books, p. 8.
    Il Cattolico Romano Lee Iacocca, capo della divisione Deaborn della Ford Motor Co. fu colui che spedì Carl Renas a prendere la limousine che deteneva la prova dei proiettili multipli che furono sparati da più pistole che uccisero John F. Kennedy. Non sorprende che molti anni più tardi, come presidente della Chrysler, Lee Iacocca andò al Congresso e chiese un aiuto finanziario? Da Cattolico Iacoccca era stato un tale servo obbediente verso i suoi maestri Gesuiti, che un altro cattolico obbediente dal nome di Thomas 'Tip' O'Neil usò il suo potere come Presidente della Camera per far ottenere a Lee Iacocca tutto il denaro che gli serviva.
    Ci sono state molte persone che conoscevano molto circa l'assassinio Kennedy. Purtroppo, quasi tutte morirono in circostanze misteriose. Ci fu uno sforzo concertato per essere sicuri che nessun segreto saltasse fuori. Anche Jean Hill dichiarò che erano stati fatti diversi tentativi di uccidere lei e i suoi figli.
    Jim Marrs, autore di Crossfire: The Plot That Killed Kennedy, scrisse:"Nel periodo dei tre anni che seguirono agli assassinii del presidente Kennedy e di Lee Harvey Oswald, morirono 18 testimoni essenziali - sei tramite arma da fuoco, tre in incidenti automobilistici, due tramite suicidio, uno con un taglio alla gola, uno con un colpo di karate sul collo, cinque per cause naturali."...Un matematico assunto dal Sunday Times di Londra nel febbraio del 1967 concluse che le probabilità che il numero dei testimoni coinvolti nell'assassinio di John F. Kennedy potessero morire tra il 22 novembre 1963 e quella data erano di 100 mila trilioni a una...Nel periodo di tempo che va dal 22 novembre 1963 all'agosto 1993 oltre 115 'testimoni' morirono o caddero vittime in strane circostanze, uccisi o suicidati.— Craig Roberts and John Armstrong, JFK: The Dead Witnesses, Consolidated Press, p. 3

    Kennedy fu uno dei tanti presidenti, re, zar e imperatori, che si rifiutarono di obbedire ai gesuiti e fu ucciso per questo motivo. Il ruolo del papato nell'omicidio efferato e nell'occultamento di questo crimine non può essere negato. Abbiamo visto che il Vaticano ne aveva il motivo, e aveva le persone in posizioni chiave per realizzarlo e le persone in posizioni chiave per coprirlo.
    C'era un gruppo, un'organizzazione, il cui retroterra storico è stato caratterizzato dalla pianificazione e dall'esecuzione di questi atti, che aveva un movente duraturo e coerente prima, durante e dopo il crimine; che aveva i necessari collegamenti internazionali; che aveva il denaro; che poteva provocare il sacrificio di se ai suoi membri; e che ha continuato ad esistere attraverso tutte le fasi del complotto per l'assassinio. Questo è la Chiesa Cattolica Romana.— Emmett McLoughlin, An Inquiry into the Assassination of Abraham Lincoln, Lyle Stuart, Inc.1963, p. 161.
    Winston Churchill, il famoso primo ministro inglese durante la seconda guerra mondiale, una volta disse:
    La maggior parte degli uomini di tanto in tanto inciampa nella verità, ma essi si rialzeranno e continueranno come se nulla fosse successo.
    Ora capiamo i fatti riguardanti uno degli eventi più controversi della storia americana. Volete qui inciampare nella verità e andare avanti come se nulla fosse accaduto o inizierete ad analizzare la storia e l'attualità in una nuova luce?



    link articolo originale: PRESIDENT JOHN F. KENNEDY

    Alcune note sul Cardinale Francis Spellman (1889-1967)

    Al passo del Signore e lode alle munizioni

    Smithsonian National Portrait Gallery
    traduzione: nwo-truthresearch



    "Quello che mi piace attaccare", osservava Sorel, "sono le cose che tutti gli altri non attaccano. Questo mi porta alla mia destinazione favorita: la Religione Organizzata". Al tempo di questo disegno, l'influente Cardinale Cattolico Joseph Francis Spellman, che fu vicario generale militare delle forze armate dal 1939, era un dedito anticomunista ed un falco esplicito sulla questione del Vietnam. Spellman aveva sollecitato l'intervento americano fin dal 1955, ma alla metà degli anni '60 le sue opinioni furono fortemente criticate da parte dei leader religiosi americani e dai cattolici contro la guerra. Sorel riassume i propri sentimenti nel suo manifesto Al passo del Signore e lode alle munizioni, uno sferzante attacco all'approccio militarista del Cardinale. Spellman morì, però, appena il manifesto fu finito, rendendolo invendibile, mentre gli americani lo ricordavano come un portavoce importante che era stato per la Chiesa. Sorel riutilizzò l'immagine per la copertina del suo libro del 1972, Making the World Safe for Hypocrisy (Fare il Mondo Sicuro per l'Ipocrisia).

    Color halftone poster, 1967
    National Portrait Gallery, Smithsonian Institution, Washington, D.C., gift of Rosemary L. Frankeberger
    © Edward Sorel

    link articolo originale : Unauthorized Portraits: The Drawings of Edward Sorel | Joseph Francis Spellman
    Dal libro Vaticano SpA di Gianluigi Nuzzi leggiamo di Spellman a pagina 39:
    "...temuto cardinale, ordinario militare per gli Stati Uniti. Nel dopoguerra dagli USA finanziava la DC con soldi che, secondo le tesi di alcuni storici, potrebbero esser stati trafugati agli ebrei dai nazisti. Spellman raccomandò Marcinkus all'allora papa Pio VI. Oggi l'erede de Bonis gli rende omaggio."
    Secondo il libro di Gianluigi Nuzzi Spellam era anche "...figura di coordinamento tra USA- CIA-Vaticano e Italia". pag. 40
    Dal libro La Santa Casta della Chiesa di Claudio Rendina a pag. 131-132 leggiamo:
    "Il Rapporto di Sua Eminenza statunitense con i Cavalieri di Colombo è scontato, dal momento che la sua principale attività in tutta la vita di ecclesiastico è e sarà quella di contribuire a far aumentare il capitale finanziario della Santa Sede, fino a rendere credibile la finalità tutta religiosa del suo operato tramite Mammona.
    Spellman è veramente nato per far soldi; gli piace speculare in tutto e ricevere denaro da qualsiasi iniziativa. In Curia lo chiamano 'il cardinale dei milioni', di dollari naturalmente; un po' per ammirazione e un po' per invidia. Non è da tutti i porporati, infatti, arrivare a Roma non per cercare ospitalità in conventi o pensioni di monache, ma scendere al Grand Hotel, dove prenotare sempre l'appartamento reale. Del resto se lo può permettere e non è certo tipo da nascondere la sua ricchezza.
    Le sue sostanze derivano da una febbrile attività edilizia, iniziata sulla base di una precisa impostazione finanziaria data alla struttura della sua arcidiocesi. Ha infatti cominciato a spazzar via le prime ipoteche che gravano sulle parrocchie, prendendo a prestito da amici banchieri e finanzieri denaro al 2% per cinque anni e 2,5% per dieci, fino a risparmiare mezzo milione di dollari. L'arcidiocesi diventa così 'una specie di banca centrale per tutte le parrocchie', ha scritto Corrado Pallenberg, e quello è l'inizio per una serie di operazioni finanziarie che hanno un punto di riferimento fondamentale: costruire. 'Dai calcoli fatti', precisa il giornalista inglese, 'il cardinale Spellman ha costruito ogni anno in media per un valore di circa 90 milioni di dollari': si tratta di chiese, collegi e ospedali. Ma da dove viene tutto quel denaro? 'Qui di nuovo, come tanto spesso avviene in materia finanziaria, prevale la regola del silenzio, caratteristica della Chiesa di Roma', conclude Pallenberg.
    E a Roma su di lui si racconta, dopo la morte, avvenuta nel 1967, una storiella, una sorta di pasquinata come dialogo tra il cardinale e san Pietro alla soglia del Paradiso.
    Alla rituale domanda del primo papa sulla sua identità, la risposta del cardinale è:'Sono un povero prete di New York. Mi chiamo Spellman'. 'Aspetta un istante. Vado a controllare la lista', fa san Pietro, e va controllare. Ritorna e prosegue:'Mi spiace, ma il tuo nome non c'è. Dammi qualche altra indicazione'.
    Spellman è un po' seccato, e chiarisce:'Guarda che ero l'arcivescovo di New York, avevo sotto di me tutti i cappellani delle forze americane statunitensi. Non so se mi spiego!'.
    San Pietro va a ricontrollare, ma torna scuotendo la testa.
    'Insomma, sono il cardinale Francis Spellman! Possibile!'.
    'Oh, sì, vecchio Frank! Entra, entra! Scusa, ma nella lista ti avevo messo alla voce Beni immobili!'"


    Fonte : nwo-truthresearch: Il Presidente John F. Kennedy ucciso dai Gesuiti


    Il Presidente John F. Kennedy ucciso dai Gesuiti - INFORMARMY.com
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

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    Libia, jet italiani in prima linea - Il Sole 24 ORE

    Gli alleati, conoscendo i loro polli, preferiscono non averli dietro...
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

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    Predefinito Rif: Geopolitica

    IL BOMBARDAMENTO DI MISURATA CON LE BOMBE CLUSTER
    Postato il Lunedì, 30 maggio @ 00:00:00 CDT di supervice

    È STATO COMPIUTO DALLE FORZE ARMATE USA E NON DA GHEDDAFI

    DI HUMAN RIGHT INVESTIGATIONS
    Global Research
    L’indagine in corso dall’HRI sui bombardamenti dell’11 aprile su Misurata con le bombe a grappolo ha trovato prove convincenti del fatto che il bombardamento è stato compiuto dalle forze navali USA.

    Il bombardamento di Misurata
    Il 15 aprile del 2011, durante il giorno, a Misurata sono state mostrate agli uomini di Human Rights Watch (HRW) e a C.J. Chivers, un giornalista del New York Times, alcune sotto-munizioni di una bomba a grappolo MAT-120.

    In quel pomeriggio, durante gli scontri tra i ribelli e le forze lealiste, il personale di Human Rights Watch ha assistito all’atterraggio di un gruppo di 3 o 4 ordigni nelle aree residenziali di Misurata. HRW ha assistito agli effetti di quei bombardamenti.
    In questi attacchi sono stati uccisi dei civili e l’Alto Commissario per i Diritti Umani, Navi Pillay, ha condannato “il ripetuto utilizzo delle bombe a grappolo e degli armamenti pesanti da parte delle forze del governo libico nel loro tentativo di riguadagnare il controllo della città assediata di Misurata.”
    Ha anche riportato che una bomba a grappolo potrebbe essere esplosa a un centinaio di metri dall’ospedale di Misurata dove altri due pazienti sembravano essere stati colpiti da proiettili di mortaio o dal fuoco dei cecchini: “Usare armamenti imprecisi come sono le bombe a grappolo, i lanciarazzi multipli, i mortai e altri tipi di armamento pesante nelle aree urbane affollate ha come conseguenza inevitabile il ferimento dei civili.”
    La corsa nel giudicare
    Sia HRW che C.J. Chivers hanno subito attribuito questi attacchi al regime di Gheddafi e la notizia è andata su tutte le prime pagine dei giornali e dei notiziari televisivi in tutto il mondo.
    Ecco la copertura della notizia data da HRW e del New York Times:
    Il report di Human Rights Watch del 15 aprile durante il quale le forze di Gheddafi hanno sparato armamenti a grappolo è stato verificato
    Il report di CJ Chivers del 15 aprile, ‘Le truppe di Gheddafi sparano le bombe a grappolo nelle zone abitate’
    Fred Abrahams sul programma della BBC, Radio 4 Today, del 16 Aprile del 2011
    In risposta alla domanda del perché quelle munizioni, che fanno parte dell’arsenale NATO, fossero state sparate dai libici invece che dalle forze NATO, Fred Abrahams ha detto: "Perché il MAT-120 è sparato dal mortaio e la NATO non ha truppe sul terreno."
    Quando è stata informata del fatto che le bombe a grappolo erano state rinvenute a Misurata, la reazione di Hillary Clinton è stata: “È una notizia preoccupante. Ed è uno dei motivi per cui la battaglia di Misurata è così impegnativa, perché è uno scontro ravvicinato, si svolge in un’area urbana e ciò crea molti problemi alla NATO e all’opposizione.”

    La bomba a grappolo MAT-120 può essere sparata dalle forze navali
    L’armamento MAT-120 viene in effetti lanciato da un mortaio, ma è un armamento pesante di un tipo che può essere usato anche in specifici sistemi d’arma che sono montati su una torretta.
    Ecco un sistema AMOS su un CB-90 in azione:
    Armi scelte per le Operazioni Speciali
    La combinazione del munizionamento del MAT-120 col Combat Boat 90H viene considerato ideale per il sostegno del fuoco negli ambienti urbani e l’unico tra i sistemi d’armamento in dotazione alla coalizione che può essere usato in queste operazioni.
    Come ha riferito nel giugno del 2007 il capitano Evin H. Thompson, Comandante del Gruppo Speciale Navale da Combattimento Four, in relazione alla specifica domanda sull’utilizzo della marina USA dei sistemi d’armamento CB90-H e AMOS (che sparano il MAT-120), “gli Amos o armamenti simili – installati nelle mie imbarcazioni a segnale ridotto - offrono alle operazioni speciali e alla nostra marina la possibilità di essere clandestinamente in un luogo offrendo la capacità di agire se le circostanze lo permettono.”
    La Squadra Speciale di Soldati da Combattimento del Gruppo Speciale della Marina USA è specificamente addestrata alle scorrerie notturne e al supporto ravvicinato per le unità SEALS nelle acque costiere e inoltre possiede una flotta di CB-90.
    La NATO ammette il bombardamento di Misurata
    Nel periodo in cui questi ordigni sono state utilizzati era in corso un aspro combattimento tra le forze ribelli e quelle lealiste, mentre le forze della coalizione stavano fornendo il fuoco di sostegno e altri servizi speciali ai ribelli per prevenire che i lealisti riprendessero il controllo della città, cosa che veniva considerata come la fine dell’ultimo caposaldo dei ribelli nella Libia occidentale.
    Il nostro aggiornamento sul bombardamento di Misurata ci mostra che la NATO ha ammesso di aver bombardato usando “alcuni armamenti” all’interno della città di Misurata.
    Le informazioni scorrette della vendita dei MAT-120 alla Libia da parte della Spagna
    Abbiamo scoperto che l’informativa secondo cui Instalaza, il produttore spagnolo del MAT-120, avrebbe ammesso di aver venduto queste armi alla Libia era priva di fondamento. Infatti Instalaza ha negato di averle vendute alla Libia.
    Le munizioni rinvenute a Misurata erano datate 2007 (lotti 02/07 e 03/07) e il governo spagnolo ha interrotto le concessioni per le esportazioni di armi l’11 giugno del 2008.
    I falsi report secondo cui queste munizioni erano state vendute alla Libia sono sbagliati a causa di un errore di lettura dei dati delle esportazioni che sono elencate nel documento emesso dal governo spagnolo, e questo errore è stato riportato dai media fino alla pubblicazione di un articolo apparso su Solidaridad il 15 settembre del 2008. È probabile che gli organizzatori del bombardamento di Misurata conoscessero questi report e hanno così creduto che la Libia possedesse i MAT-120.
    I documenti del governo spagnolo mostrano le licenze concesse dalla Spagna nel 2007 per l’esportazione in Libia di armi della categoria 4, che comprende bombe e missili, e un’esportazione fu in effetti conclusa per questa categoria nel 2008. L’ammontare del valore delle tre licenze del 2007 era di 3,823,500 euro e le effettive esportazioni hanno riguardato due licenze per 3,839,210 euro nel 2008. Non ci sono dettagli in questi report su queste spedizioni e da cosa erano composte o su quali fossero le compagnie (anche se i dettagli sono stati forniti separatamente per gli equipaggiamenti bi-uso nel 2008, radar e materiale di laboratorio).
    Delle nazioni a cui la Spagna ha venduto munizioni di categoria 4 nel 2007 e nel 2008, solamente tre sono coinvolte nel conflitto libico e non hanno aderito al trattato sulle bombe a grappolo: queste nazioni sono la Libia, il Qatar e gli Stati Uniti. Ma tutti si sono precipitati ad incolpare la Libia in base agli errori di lettura di questo report.
    Comunque, l’analisi dei documenti ufficiali del governo spagnolo dimostra che la compagnia spagnola Instalaza non ha esportato armamenti a grappolo in Libia nel 2007/08.
    Infatti il MAT-120, essendo un proiettile di un mortaio, è un armamento di categoria 3 (munizione), non una categoria 4 (bomba) e la Spagna non ha esportato armamenti di categoria 3 in Libia nel 2007 o nel 2008. Quindi le bombe esportate dalla Spagna in Libia nel 2008 non erano i MAT-120 ma qualcos’altro. La Spagna ha invece esportato armamenti di categoria 3 negli Stati Uniti.
    Qui sotto abbiamo un estratto da un Documento Ufficiale del Ministero spagnolo sulle esportazioni del 2007 che mostra come siano suddivisi i vari articoli:
    DESCRIZIONE DEI 22 ARTICOLI PRESENTI NELLA LISTA DEL MATERIALE PER LA DIFESA (DECRETO REALE 1782/2004 DEL 30 LUGLIO)
    2 Armi leggere senza elica in canna con un calibro di 20 mm o superiore:
    Armi da fuoco (inclusi pezzi d’artiglieria), fucili, howitzers, cannoni, mortai, armi anti-carro, lancia proiettili, lanciafiamme, fucili senza rinculo, attrezzature per la riduzione dei segnali, fumo militare, proiettori o generatori di gas o pirotecnici e strumenti per la visibilità.
    3 Armamenti, ordigni e componenti
    Munizioni per le armi soggette al controllo degli articoli 1, 2 o 12. Congegni per la regolazione delle micce che includono custodie, collegamenti, bandelle, erogatori di potenza dalla forte uscita, sensori, sottomunizioni.
    4 Bombe, siluri, razzi, missili
    Bombe, siluri, granate, candelotti fumogeni, razzi, mine, missili, bombe anti-sommergibili, cariche per le demolizioni, ordigni “pirotecnici”, cartucce e simulatori, granate fumogene, bombe incendiarie, ugelli per i missili, ogive per i veicoli da rientro.
    Queste categorie, usate nello documento ministeriale sono in linea con quelle elencate nell'Elenco Comune delle Attrezzature Militari dell’Unione Europea.
    Questo significa che l’affermazione secondo cui il MAT-120, l’armamento sparato dal mortaio, era stato esportato in Libia dalla Spagna si è basata su un errore di lettura del documento. Infatti, seguendo il Report, la Libia non poteva essere fornita di MAT-120.
    Dei paesi a cui sono stati effettivamente esportati armamenti di categoria 3 nel 2007 e nel 2008 (dopo la data di produzione delle bombe rinvenute a Misurata e prima che il governo spagnolo non vietasse l’esportazione) solo il seguente paese non ha firmato la Convenzione contro le Bombe a Grappolo ed è coinvolto nel conflitto in Libia: gli Stati Uniti d’America.
    Le tracce dei sistemi d’armamento
    Un numero limitato di sistemi d’arma può essere utilizzato per sparare il MAT-120 e tra questi c’è il Combat Boat 90H (CB-90), costruito negli USA, con il sistema AMOS a bordo che è prodotto su licenza negli Stati Uniti da AAI Corp.
    La leadership degli Stati Uniti approva in pieno gli armamenti a grappolo
    Gli USA si sono rifiutati di firmare la Convenzione contro gli Armamenti a Grappolo e queste armi fanno solitamente parte del loro arsenale in cui è presente una dotazione veramente consistente di queste bombe.
    Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, ha detto che le bombe a grappolo sono considerate dagli USA “armi legittime con un’evidente utilità militare.”
    Infatti, il Segretario Gates ha firmato il 9 luglio del 2008 la specifica secondo cui tutte le bombe a grappolo nell’arsenale USA devono essere del tipo simile alle M-120 entro il 2018.
    Mentre Richard Kidd, Direttore dell’Ufficio per la Diminuzione e la Rimozione degli Armamenti del Dipartimento di Stato, ha scritto il 28 aprile del 2008 in “Is There a Strategy for Responsible U.S. Engagement on Cluster Munitions?”:
    “Gli armamenti a grappolo sono presenti nell’inventario degli USA per essere a disposizione per l’utilizzo di tutti i velivoli da combattimento, fanno parte integrante di ogni elemento di manovra della Marina o dell’Esercito e in qualche caso costituiscono più del 50 per cento di sostegno al fuoco tattico indiretto.”
    E ancora, il presunto crimine di guerra del bombardamento di Misurata è stato anche usato dal Segretario di Stato Hillary Clinton e da altre autorità per giustificare l’escalation del conflitto in Libia.
    Le operazioni della coalizione a Misurata
    Il 14 aprile, il Segretario Generale della NATO, Rasmussen, ha confermato che l’Ammiraglio Stavridis aveva riferito ai ministri degli esteri che le forze di Gheddafi erano all’interno dei aree abitate e che “per evitare il ferimento dei civili c’era bisogno di equipaggiamento molto sofisticato.”
    Il Combat Boat 90 degli Stati Uniti o qualcosa di simile può essere velocemente traslato usando un velivolo da trasporto USA in qualsiasi parte del mondo o nelle regioni vicine usando un nave di supporto.
    Le navi principali della Marina USA coinvolte – che ad esempio, il 14 e il 15 aprile nel “supportare l’Operazione Protettore Unificato al largo delle coste libiche” erano attaccate al Gruppo Anfibio Kearsarge, Kearsarge (LHD-3) - erano nel porto della baia di Augusta in Sicilia durante le notti in cui Misurata è stata oggetto di bombardamento con le cluster bomb.
    La prima nave è la USS Barry (DG-52), un cacciatorpediniere e con tutta probabilità proprio quello segnalato da CJ Chivers al largo di Misurata.
    Qui abbiamo un USS Barry che già prima aveva sparato missili Tomahawk nelle operazioni in Libia:
    Da notare che l’ufficiale al comando dell’USS Barry è di solito l’Ammiraglio James G Stavridis, particolarmente incline alla guerra informativa e al controllo di Internet.
    L’USS Barry ha partecipato ad un’esercitazione (FLEETEX 2-94) che ha eseguito un’estrazione segreta da parte di una squadra dei SEAL nelle acque poco profonde al largo della costa della Carolina. L’USS Barry ha la sua base alla Stazione Navale di Norfolk in Virginia, che è anche la base di Eva H. Thompson, il comandante dell’Unità Speciale da Combattimento Four, che abbiamo già citato prima nell’apprezzamento dell’utilità del Combat Boat 90 e del sistema AMOS.

    La seconda nave che ci interessa è il USS Ponce (LPD-15), una nave anfibia da trasporto Austin-class. Una nave anfibia da trasporto è un natante di guerra che imbarca, trasporta e sbarca sul terreno elementi delle forze armate per missioni e spedizioni di guerra. Quest’imbarcazione ha a bordo 851 uomini di servizio arruolati e 72 ufficiali.
    Poco dopo l’operazione di Misurata, sia lo skipper che l’ufficiale al comando del USS Ponce, il Comandante Etta Jones e il Tenente Comandante Kurt Boenisch, sono stati sollevati dall’incarico.


    La terza nave d’interesse è la USS Carter Hall (LSD-50), una landing ship dock che ha attraversato il canale di Suez il 13 aprile, per unirsi alle altre, il giorno prima del bombardamento di Misurata. Una landing ship dock è un tipo di imbarcazione anfibia progettata per supportare operazioni di questo tipo. Trasportano e lanciano natanti anfibi e veicoli con i loro equipaggi e il personale imbarcato. Generalmente questo personale è composto da marines e/o da forze speciali.
    C’erano alcune unità che erano imbarcate su questi natanti, tra cui il 26th Marine Expeditionary Unit (Special Operations Capable) (26MEU) e il Naval Beach Group Two (NBG2), TACRON 21, Four and Helicopter Sea Combat Squadron TWO TWO (HSC-22).
    Il comandante della task force era il Capitano Dan Shaffer, che era anche comandante della Task Force 65 (CTF-65) e del Destroyer Squadron 60 (DESRON60). È sotto il comando dell’Ammiraglio Stavridis.
    Operando da un’imbarcazione anfibia per il trasporto, le forze coinvolte nelle operazioni notturne possono avere la sicurezza di non essere scoperte nell’usare queste armi.
    Le forze che avrebbero confidato sull’uso di queste armi hanno incolpato il regime di Gheddafi, mentre la ricerca di chi ha organizzato quest’operazione ha dimostrato (in modo sbagliato) che il MAT-120 era un’arma posseduta dalla Libia.
    Human Rights Investigations richiede:
    1) una piena indagine sul possesso e l’uso di tutti gli armamenti a grappolo di tutte le forze coinvolte nel conflitto libico senza impunità per nessuno;
    2) la sospensione del personale militare coinvolto durante le investigazioni e il procedimento per crimini di guerra;
    3) una piena indagine delle autorità statunitensi;
    4) che vengano svolte indagini anche dalle Nazioni Unite e da tutte le nazioni che partecipano alla coalizione dato che l’uso di queste armi nelle zone residenziali è una chiara violazione della Risoluzione 1973 delle Nazioni Unite e che“le persone che ritenute responsabili o complici degli attacchi contro la popolazione civile, anche con attacchi aerei e navali, dovranno risponderne”;
    5) che tutti i membri della coalizione, inclusi gli USA, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti dichiarino l’utilizzo delle munizioni a grappolo e devono firmare la Convenzione sulle Munizioni a Grappolo;
    6) la fine della "guerra delle informazioni" e della distorsione militare nel dibattito pubblico;
    7) la fine dei continui bombardamenti in Libia che sono contrari allo spirito e agli intenti della Risoluzione 1973 delle Nazioni Unite che aveva lo scopo di proteggere i civili e non quello di giustificare il bombardamento di aree residenziali, tanto meno quello di giustificare i crimini di guerra e il bombardamento con le bombe a grappolo delle città libiche.
    ************************************************** **********
    Fonte: Cluster Bombing of Misrata Committed by US Naval Forces, Not Qadhafi
    27.05.2011
    Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

    ComeDonChisciotte - IL BOMBARDAMENTO DI MISURATA CON LE BOMBE CLUSTER
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    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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