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Discussione: l'Indipendensa

  1. #1
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    L’8 gennaio prossimo, esattamente 15 anni dopo l’uscita del primo numero del quotidiano La Padania, inizierà la pubblicazione un nuovo quotidiano, l’Indipendenza. Un giornale solo online, aggiornato in continuazione, che troverete a questo indirizzo: www.lindipendenza.com.

    Nel panorama editoriale italiano non esiste alcuno strumento giornalistico che interpreti coerentemente il pensiero che si rifà al diritto all’autodeterminazione dei popoli, nonostante esista un lettorato potenziale vasto e ci siano soggetti politici, in diverse aree della Padania, impegnati per il raggiungimento di tale obiettivo.

    La pubblicazione ha queste caratteristiche:

    1 – è apartitica (prerogativa assoluta), si occupa di attualità, politica, cronaca, cultura, sport, varie, espone fatti e idee (commenti) credibili;

    2 – è svincolata dal sistema giornalistico tenuto in pugno da Fnsi e ordine dei giornalisti;

    3 – è coerentemente liberale nei contenuti, ovvero a difesa delle libertà individuali e contro ogni privilegio e/o parassitismo;

    4 – è gratuita;

    5 – è multimediale (web tv- radio online – videointerviste – canale youtube eccetera);

    6 – ha un formato (veste grafica) accattivante e di facile lettura e consultazione.

    A dirigerlo c’è Gianluca Marchi, a capo della redazione Leonardo Facco, e ci sono altri due giornalisti – e tanti collaboratori – per confezionarlo quotidianamente.

    Ovviamente, non ha contributi pubblici: «Dovrà funzionare grazie a sottoscrizioni e pubblicità», ha affermato il direttore.
    Ultima modifica di Jack's Return Home; 02-01-12 alle 16:21
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  2. #2
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    Ottima iniziativa!

  3. #3
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    Ottima notizia, grazie.

  4. #4
    tra Baltico e Adige
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    L'importante è che sia gente seria.



  5. #5
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    Il mondo autonomista ha bisogno di nuovo e di serietà.
    Attendo con impazienza.

  6. #6
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    Spero solo che si parli veramente di indipendenza e basta, perchè di altre stronzate come federalismi o autonomie hanno già fatto abbastanza danni.

  7. #7
    esterno alla massa
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    complimenti al giornalista: l'articolo apparso su l'indipendensa è sintetico ma allo stesso tempo profondo e pieno di valori etici, senza fronzoli e soprattutto senza inutili provocazioni antimeridionalistiche o razziali - è questo lo spirito giusto per sperare di iniziare una seria lotta di liberazione !
    Intanto dall'altra sponda segnalo http://forum.politicainrete.net/regn...-si-ferma.html


    di LUIGI FRESSOIA
    SANT’EVASORE ORA PRO NOBIS | L'Indipendenza


    Gli agrari, i possidenti, i nobili e gli altri padroni delle terre, pur vivendo di pura rendita sul lavoro altrui, senza alcun investimento sulla terra stessa, quasi tutti disprezzavano, diffidavano e talora odiavano i contadini che pur li mantenevano; dicevano che erano ladri e infidi, perché non resistevano a prendere di nascosto un grappolo d’uva non ancora spartita, una gallina, una coppia d’uova, e lo credo bene con quella fame.

    Lo scenario è rimasto la stesso, cambiano un poco solo i protagonisti della commedia, i cosiddetti evasori fiscali al posto dei contadini (si scrive evasori fiscali ma si intende tutti quelli che non mangiano il pane del governo), e al posto degli agrari l’immensa schiera dei mantenuti di Stato, a partire dai professori, i boiardi e gli impiegati, i giornalisti (non solo rai, quasi tutti i quotidiani vivono grazie a sonore elargizioni statali), i magistrati, i bonzi confindustriali adusi a intercettare denaro pubblico, e sopra tutti la compatta schiera dei politici di professione.

    Con la stessa falsa coscienza del parassita di ogni epoca, addossano tutte le colpe dell’universo a chi li beneficia ogni giorno e li mantiene, rassicurati dal coro unisono delle (loro stesse) istituzioni, se la cantano e se la suonano: guai all’evasore! Vergogna all’evasore! Scandalo dell’evasore, condanna senza appello!

    Come un tempo il povero finiva in galera per due mele, ora la cosiddetta Equitalia (già il nome è una vetta sopraffina di mafiosità lessicale) ti pignora una casa per pochi spiccioli di debito. Poi si stracciano le vesti se qualche contadino si ribella; pretendono che si distingua tra il povero impiegato e le alte sfere, come se al tempo della resistenza non fosse stato legittimo mirare ad ogni tedesco che capitasse a tiro…

    Fingono di non doversi chiedere mai a quanto ammonta la pressione e soprattutto che uso si fa (essi stessi fanno) dell’oceano di denaro pubblico che estorcono al popolo lavoratore, ai dipendenti del settore privato, ai lavoratori in proprio, agli imprenditori non ammanicati con la politica. Proclamano per il tramite di mille voci che tutti i mali sparirebbero, tutti i “servizi” sarebbero perfetti se sparisse l’evasione, balla a mille carati: se stanotte sparisse l’evasione domattina ci sarebbe semplicemente un’impennata paurosa di ulteriore spesa pubblica (tanto per cominciare sparirebbero tutti i “tagli”), naturalmente spesa per lo più improduttiva come succede esponenzialmente da quarant’anni. E nel giro di sei mesi saremmo daccapo a quindici, nuove tasse, nuove strilla contro l’evasione, tutto un popolo con l’elmetto contro l’inafferrabile linea d’orizzonte… Anche i sassi capiscono che più aumenta la pressione e più non può che aumentare anche l’evasione.

    Un solo uomo politico nell’intero cinquantennio ha mostrato di comprendere la natura di legittima difesa dell’evasione fiscale, conscio che quando la pressione supera una soglia naturale (il 30% ed è già troppo), l’evasione non solo è legittima ma soprattutto benefica, perché senza di essa ogni intrapresa morirebbe e lo Stato allora sì che tracollerebbe. E l’ha detto più volte apertamente, al limite dell’incitamento.

    Non a caso l’uomo politico più odiato del cinquantennio, visceralmente, da tutto il coro istituzionale, professori, magistrati, giornalisti, burocrati, politici, mors tua vita mea, esattamente come gli agrari coi contadini. E proprio come gli agrari -muoia sansone con tutti i filistei- crolli pure il sistema e la prosperità italiana piuttosto di mollare un centimetro: come infatti dovette crollare il vecchio mondo rurale piuttosto che riconoscere ai contadini i loro diritti elementari, compatti come un carrarmato i parassiti di stato avanzano e pontificano ad ogni tg con la condanna morale e civile, penale, estetica e fianco religiosa dell’evasore, l’odierno crocefisso, il male assoluto. Il nuovo ebreo, il negro di sempre, il reietto (e se vi piace, pure il comunista…).

    Neanche tollerano l’idea di dover limitare il loro scialo, non per nulla sono i padroni di tutto, e soprattutto dei mass media, guai ricordare che il problema sono loro, che il problema è lì, nel colabrodo di stato, non sia mai!

    E io allora qui dichiaro la mia simpatia, sintonia, vicinanza morale e storica all’evasore fiscale, lo riconosco frutto naturale di un delirio di stato, come il giorno che segue la notte, come la piena quando piove molto, e lo eleggo salvatore della patria, resistente, lume del futuro, santo, risorsa che non può morire e che prima o poi -baionetta alla mano- dovrà riuscire a far piazza pulita di tutti i mafiosi di stato insieme alle loro nere polizie delle anime televisive, mediatiche, “culturali”, berciatori quotidiani contro il fantasma dell’evasione fiscale.

    LUIGI FRESSOIA SU L'INDIPENDENSA
    archifress@tiscali.it
    Ultima modifica di uqbar; 16-01-12 alle 18:33

  8. #8
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    Citazione Originariamente Scritto da uqbar Visualizza Messaggio
    complimenti al giornalista: l'articolo apparso su l'indipendensa è sintetico ma allo stesso tempo profondo e pieno di valori etici, senza fronzoli e soprattutto senza inutili provocazioni antimeridionalistiche o razziali - è questo lo spirito giusto per sperare di iniziare una seria lotta di liberazione !
    Intanto dall'altra sponda segnalo http://forum.politicainrete.net/regn...-si-ferma.html


    di LUIGI FRESSOIA
    SANT’EVASORE ORA PRO NOBIS | L'Indipendenza


    Gli agrari, i possidenti, i nobili e gli altri padroni delle terre, pur vivendo di pura rendita sul lavoro altrui, senza alcun investimento sulla terra stessa, quasi tutti disprezzavano, diffidavano e talora odiavano i contadini che pur li mantenevano; dicevano che erano ladri e infidi, perché non resistevano a prendere di nascosto un grappolo d’uva non ancora spartita, una gallina, una coppia d’uova, e lo credo bene con quella fame.

    Lo scenario è rimasto la stesso, cambiano un poco solo i protagonisti della commedia, i cosiddetti evasori fiscali al posto dei contadini (si scrive evasori fiscali ma si intende tutti quelli che non mangiano il pane del governo), e al posto degli agrari l’immensa schiera dei mantenuti di Stato, a partire dai professori, i boiardi e gli impiegati, i giornalisti (non solo rai, quasi tutti i quotidiani vivono grazie a sonore elargizioni statali), i magistrati, i bonzi confindustriali adusi a intercettare denaro pubblico, e sopra tutti la compatta schiera dei politici di professione.

    Con la stessa falsa coscienza del parassita di ogni epoca, addossano tutte le colpe dell’universo a chi li beneficia ogni giorno e li mantiene, rassicurati dal coro unisono delle (loro stesse) istituzioni, se la cantano e se la suonano: guai all’evasore! Vergogna all’evasore! Scandalo dell’evasore, condanna senza appello!

    Come un tempo il povero finiva in galera per due mele, ora la cosiddetta Equitalia (già il nome è una vetta sopraffina di mafiosità lessicale) ti pignora una casa per pochi spiccioli di debito. Poi si stracciano le vesti se qualche contadino si ribella; pretendono che si distingua tra il povero impiegato e le alte sfere, come se al tempo della resistenza non fosse stato legittimo mirare ad ogni tedesco che capitasse a tiro…

    Fingono di non doversi chiedere mai a quanto ammonta la pressione e soprattutto che uso si fa (essi stessi fanno) dell’oceano di denaro pubblico che estorcono al popolo lavoratore, ai dipendenti del settore privato, ai lavoratori in proprio, agli imprenditori non ammanicati con la politica. Proclamano per il tramite di mille voci che tutti i mali sparirebbero, tutti i “servizi” sarebbero perfetti se sparisse l’evasione, balla a mille carati: se stanotte sparisse l’evasione domattina ci sarebbe semplicemente un’impennata paurosa di ulteriore spesa pubblica (tanto per cominciare sparirebbero tutti i “tagli”), naturalmente spesa per lo più improduttiva come succede esponenzialmente da quarant’anni. E nel giro di sei mesi saremmo daccapo a quindici, nuove tasse, nuove strilla contro l’evasione, tutto un popolo con l’elmetto contro l’inafferrabile linea d’orizzonte… Anche i sassi capiscono che più aumenta la pressione e più non può che aumentare anche l’evasione.

    Un solo uomo politico nell’intero cinquantennio ha mostrato di comprendere la natura di legittima difesa dell’evasione fiscale, conscio che quando la pressione supera una soglia naturale (il 30% ed è già troppo), l’evasione non solo è legittima ma soprattutto benefica, perché senza di essa ogni intrapresa morirebbe e lo Stato allora sì che tracollerebbe. E l’ha detto più volte apertamente, al limite dell’incitamento.

    Non a caso l’uomo politico più odiato del cinquantennio, visceralmente, da tutto il coro istituzionale, professori, magistrati, giornalisti, burocrati, politici, mors tua vita mea, esattamente come gli agrari coi contadini. E proprio come gli agrari -muoia sansone con tutti i filistei- crolli pure il sistema e la prosperità italiana piuttosto di mollare un centimetro: come infatti dovette crollare il vecchio mondo rurale piuttosto che riconoscere ai contadini i loro diritti elementari, compatti come un carrarmato i parassiti di stato avanzano e pontificano ad ogni tg con la condanna morale e civile, penale, estetica e fianco religiosa dell’evasore, l’odierno crocefisso, il male assoluto. Il nuovo ebreo, il negro di sempre, il reietto (e se vi piace, pure il comunista…).

    Neanche tollerano l’idea di dover limitare il loro scialo, non per nulla sono i padroni di tutto, e soprattutto dei mass media, guai ricordare che il problema sono loro, che il problema è lì, nel colabrodo di stato, non sia mai!

    E io allora qui dichiaro la mia simpatia, sintonia, vicinanza morale e storica all’evasore fiscale, lo riconosco frutto naturale di un delirio di stato, come il giorno che segue la notte, come la piena quando piove molto, e lo eleggo salvatore della patria, resistente, lume del futuro, santo, risorsa che non può morire e che prima o poi -baionetta alla mano- dovrà riuscire a far piazza pulita di tutti i mafiosi di stato insieme alle loro nere polizie delle anime televisive, mediatiche, “culturali”, berciatori quotidiani contro il fantasma dell’evasione fiscale.

    LUIGI FRESSOIA SU L'INDIPENDENSA
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    Articolo assai bizzarro, mi pare Ma basta solo una piccola osservazione: le tasse sono tanto alte perche ci sono gli evasori: La razionalizzazione della pubblica amministrazione, la limitazione all’assistenzialismo e tutto quello che volete per diminuire le tasse, non c’entrano nulla con la evasione fiscale anzi ,al contrario, presuppongono la lotta ad essa.

  9. #9
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    VOGLIONO FARCI ANNEGARE ATTACCATI ALLA BANDIERA
    di GILBERTO ONETO

    Monti tartassa i poveri cittadini e spreme i soliti noti come lo sceriffo di Nottingham. Adesso manda le sue squadracce gialle a terrorizzare residenti e villeggianti di Cortina e Portofino. È quasi diventato uno status symbol per le mete più care ed esclusive. Viareggio e Jesolo si sentono tagliate fuori. Di andare molto più a sud non se ne parla proprio ma da quelle parti va bene così.
    É vero che l’evasione è una delle voci più consistenti da recuperare ma non è con il porta a porta che si fa la lotta, non è mettendo gabellieri col bavero alzato a spiare dal buco nel giornale chi esce dai negozi di bigiotteria che si raddrizza la baracca. I 150 miliardi stimati di evasione si trovano lavorando di computer, incrociando dati e pescando dove ci sono tanti e grossi evasori: non serve la rete a strascico per acchiappare qualche pesciolino e disastrare il fondo. Ci sono aree sociali e geografiche dove gli evasori totali scorazzano liberi: ci sono mestieri e regioni dove il vecchio 740 era conosciuto solo come un modello di Mercedes o un calibro di rivoltella. E il modello Unico andrebbe chiamato Raro se non Inesistente. Invece di chiedere il permesso di soggiorno agli stranieri (e “patenteelibretto” a tanti italiani veraci) converrebbe chiedere la dichiarazione dei redditi, come si fa in America non solo alla dogana. Ci sono i 90 e passa miliardi di evasione delle Slot machines: scoperti e quantificati ma mai pretesi. Si sa dove andarli a prendere, oltre a tutto si possono tenere gli evasori per le palle portando via le macchinette. Perché non li si prende? Hanno amici potenti?
    E la malavita. Si parla di un fatturato di 135 miliardi l’anno, tutto esentasse. Certo non è fine tassare lo spaccio o i proventi delle rapine, ma almeno si sequestrino per davvero tutti i beni dei mascalzoni e dei loro parenti.
    Non fa fine neppure tassare la prostituzione che legalmente non esiste ma che ha un giro di affari di una decina di miliardi l’anno. Si può salvare la privacy garantendo l’anonimato della marchetta.
    E poi ci sono i grandi sprechi.
    Cominciamo dagli stipendi ai dipendenti pubblici: circa 90 miliardi l’anno. É gente che fa lavori che potrebbero essere lasciati ai privati, che fa lavori che sono solo degli ammortizzatori sociali, che fa collettivamente lavori che potrebbero essere fatti da uno solo, che fa lavori inutili, che spesso fa poco o addirittura un accidente di niente. Ce n’è una parte che fa addirittura lavori dannosi o vessatori per i cittadini. Se ne possono mettere in mobilità tanti (dolce eufemismo per dire che si devono finalmente trovare un lavoro vero) e si può mettere un tetto alle retribuzioni: magistrati, generali, direttori e prefetti prendono troppo. Se il taglio sembra ingiusto per le loro capacità, provino a cercare un posto in fabbrica o sul mercato. Abbiamo il numero più alto nel mondo occidentale di poliziotti, insegnanti, forestali e soprintendenti. Ma cosa può andare a fare tutta questa brava gente se la si allontana dai comodi uffici pubblici e dalle macchinette del caffè? Può sostituire gli immigrati stranieri che – ci raccontano – fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare perché fanno i pubblici dipendenti.
    Si spendono ogni anno 24 miliardi nella difesa; adesso se ne buttano 15 solo per acquistare dei nuovi cacciabombardieri. Cosa ce ne facciamo di decine di migliaia di soldati (per larga parte generali) se per dovere costituzionale l’Italia non può aggredire nessuno (tranne Serbia e Libia)? Abbiamo delle costosissime portaerei che non sono armi di difesa: vendiamole (l’India le vorrebbe) e facciamo cassa. Si tengano pochi reparti efficienti (magari svizzeri o schiavoni) che costerebbero di meno e renderebbero di più: cosa non difficile viste le performances guerresche degli ultimi patriottici 150 anni…
    La casta costa. Si calcolano 9 miliardi l’anno: solo il virtuoso e sobrio Quirinale se ne prende 230 milioni, il doppio dell’Eliseo, cinque volte più di Buckingham Palace e 25 volte più che la Corte del re di Spagna.
    In troppi vivono di politica e la cosa costa 24-25 miliardi l’anno: quasi tutti da risparmiare.
    Si calcola che in corruzione se ne vadano altri 50 o 60 miliardi.
    Gli stranieri ci costano complessivamente ogni anno dai 35 ai 50 miliardi.
    Infine – si fa per dire – c’è la storica voragine del Mezzogiorno che negli ultimi anni succhia 50-56 miliardi secondo le stime più prudenti e quasi il doppio secondo quelle meno patriottiche.
    Il ministro Monti avrebbe di che lavorare di forbici se solo lo volesse o se il toccare queste spese non fosse pericolosamente destabilizzante per il sistema politico, e potenzialmente deflagrante per l’unità della cara Patria.
    La sola alternativa che trova è quella che generosamente già percorre: aumentare le tasse, tagliare le pensioni e strangolare lentamente l’economia. Il suo progetto è una lunghissima agonia, una sorta di coma controllato che consenta alla Repubblica di sopravvivere in qualche modo sia pur in stato vegetativo. Ha infatti dichiarato di augurarsi che nel 2061 si festeggeranno ancora unità e tricolore. Ha omesso di descrivere la necessaria dotazione di tubi, tubicini, respiratori artificiali, manette e camicie di forza.
    Sono così patriottici da volerci fare tutti annegare aggrappati alla bandiera.
    Eppure la soluzione, facile, rapida e indolore, ci sarebbe: un federalismo vero in cui ogni comunità organica davvero gestisse soldi, tasse e libertà politiche, e controllasse tutto da vicino. Sprechi, evasione, corruzione e miseria si ridurrebbero dappertutto e quasi sparirebbero sopra il Fosso del Chiarone.
    L'Editoriale 16 Gennaio 2012
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    VOGLIONO FARCI ANNEGARE ATTACCATI ALLA BANDIERA | L'Indipendenza
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #10
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    Predefinito Rif: l'Indipendensa

    IL MARONI “DIPLOMATICO” OTTERRA’ LA STAGIONE DEI CONGRESSI?
    di GIANLUCA MARCHI

    E’ stato un Maroni per così dire diplomatico quello che ieri sera è stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai Tre. L’ex ministro, che veniva intervistato per la prima volta dopo i giorni bollenti della guerra interna alla Lega, più che addentrarsi nei meandri dello scontro, ha preferito parlare del grande affetto che gli hanno dimostrato militanti e dirigenti locali del partito dopo il maldestro tentativo di zittirlo e ridurlo in pratica a pre-espulso. Una dimostrazione di solidarietà che ha fatto indietreggiare Bossi rispetto all’intento di creare un cordone sanitario intorno all’amico-avversario (sempre che sia stato il Senatur a ideare l’incredibile trovata e non qualche lucido cervello del “cerchio malefico” (noi ormai preferiamo chiamarlo così, perché l’aggettivo di magico proprio con si addice a quella cricca).
    Maroni ha glissato sull’ipotesi Renzo Bossi alla guida della Lega. Ma almeno due cose le ha dette chiare: 1) a suo parere alle prossime amministrative la Lega deve andare da sola, perché sarebbe innaturale tornare ad allearsi col Pdl se il partito di Berlusconi continuerà a sostenere il governo Monti; 2) nella straordinaria manifestazione di solidarietà ricevuta dalla base il messaggio che emerge è che i militanti chiedono a gran voce la celebrazione dei congressi e lui sottoscrive questa richiesta. Il problema però è un altro: il vertice della Lega la penserà allo stesso modo circa la scelta di andare in corsa solitaria alle amministrative o al momento opportuno piegherà la testa a fronte della scontata richiesta di Berlusconi? E al riguardo dei congressi, i militanti e Maroni sono proprio sicuri che gli organi deputati, alias il cerchio malefico, li concederanno? Permetteteci di dubitarne assai.
    Dall’intervista con Fazio emerge un dato che avevamo già avuto modo di rilevare: Maroni non ha alcuna intenzione di uscire dalla Lega per fare un nuovo partito. Vuole giocare la partita interna, sempre che glielo permettano. Infatti si augura che la Lega rimanga sempre la sua casa. E poi ripete a più riprese che il Carroccio deve portare avanti il proprio progetto politico. E quale è questo progetto? Solo in un caso ne fa intravvedere i contorni, parlando di “federalismo e autonomismo”. Ma ahimè, il progetto federalista portato avanti dalla Lega in questi ultimi anni sinceramente non si capisce più cosa sia, se non un grande minestrone indigeribile. Quindi, se Maroni vuole andare alla conquista della Lega forse dovrebbe dotarsi di un progetto degno di questo nome. E al riguardo non ci si venga a raccontare che il programma è quello che sta mettendo a punto il mitico Roberto Calderoli il quale, dopo una riunione tenuta ieri a Stresa, pare abbia lanciato il ”progetto costitutivo dell’Euroregione alpina”. Per ora non se ne sa di più e i contenuti saranno resi espliciti sabato 28 gennaio, festa di San Tommaso d’Aquino, durante la seduta del cosiddetto Parlamento della Padania, che si terrà a Sarego in provincia di Vicenza. In particolare Calderoli ha spiegato che nella seduta del 28 verranno discussi argomenti riguardanti: 1)Una riforma costituzionale complessiva; 2) Un progetto costitutivo dell’Euroregione alpina. 3) Crisi dell’euro: evoluzione e possibili soluzioni. 4) Stretta del sistema creditizio per le famiglie e le imprese: possibili soluzioni. 5) Impatto dell’intervento previdenziale del Governo Monti. 6) Base di nuovo modello di Federalismo fiscale.
    Viene naturale esclamare: ancora con sta roba affidata a chi di riforme ha dimostrato di non capirne granché? Ma lasciamo perdere…
    Intanto attrezziamoci ad assistere con curiosità ai segnali che verranno dalla manifestazione della Lega domenica prossima a Milano. Senza dimenticare che mercoledì sera, al Teatro Santuccio di Varese, Maroni incontrerà i militanti e sarà interessante registrare presenze e assenze.
    Palazzi & Potere 16 Gennaio 2012
    270 views

    FACCIA A FACCIA BOSSI-MARONI. MA DEI CONGRESSI NON SI PARLA | L'Indipendenza
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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