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    AnarcoLiberale ''egoista'
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    Predefinito L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    A seguito del crollo degli stati “comunisti” dell’Europa orientale e attraverso la diffusione di Internet, la concezione anarchica ha ripreso a circolare, discretamente ma in maniera sempre più ampia. La cosa è estremamente positiva perché molti di noi non ne possono più dello stato, della sua soffocante invadenza e del suo colossale marciume. Tuttavia, è proprio quando una concezione si espande che rischia di snaturarsi perché alcuni tra i nuovi venuti vi portano tutto il loro vecchio bagaglio fatto di miti duri a morire, pregiudizi incancreniti, contrapposizioni obsolete. Molti che si avvicinano all’anarchia provengono da esperienze qualificabili, in linguaggio corrente, di sinistra, socialista o comunista. Nell’anarchia essi cercano tutto ciò che hanno sperimentato nelle esperienze precedenti (l’antifascismo, l’anticapitalismo, l’egualitarismo, l’assistenzialismo, ecc.) e se non lo trovano ve lo introducono con estrema determinazione.

    In questo essi hanno buon gioco perché ognuna di queste posizioni racchiude qualcosa che è anche all’interno della concezione anarchica originaria: l’antifascismo come opposizione al nazionalismo e all’autoritarismo; l’anticapitalismo come opposizione allo sfruttamento lavorativo e al parassitismo; l’egualitarismo come riconoscimento che tutti gli esseri hanno uguale diritto alla libertà; l’assistenzialismo inteso come aiuto volontario reciproco (mutual aid). Se le vecchie posizioni fossero così riformulate, allora una chiarificazione terminologica (ad es. antiautoritarismo invece di semplice antifascismo, antisfruttamento padronale invece di anticapitalismo, e così via) basterebbe a superare equivoci e malintesi riportando tutti nell’ambito del pensiero e della pratica dell’anarchia che mira alla promozione di individui liberi in condizione di effettuare libere scelte. Invece così non è.

    Chiariamo allora le cose punto per punto. L’antifascismo di questi nuovi venuti, che d’ora in poi qualificherò come pseudo-anarchici, è una lotta violenta senza quartiere contro i cosiddetti fascisti che non possono neanche manifestare le loro idee. In sostanza è la riproposizione del più becero autoritarismo e dei metodi repressivi più odiosi in nome dell’anarchia. Per quanto riguarda l’anticapitalismo il discorso si fa ancora più ambiguo e intollerante dal momento che esiste, soprattutto negli USA, una corrente che si qualifica come anarco-capitalista. Gli pseudo-anarchici, totalmente accecati dall’intellettualismo parolaio e dalla superficialità propria degli etichettatori di professione, non si preoccupano nemmeno di analizzare quali sono le idee di base di questa corrente. Per loro basta la presenza del termine capitalismo per porre fine al discorso. La cosa, ripeto, sarebbe forse anche comprensibile (se intesa come semplice rigetto terminologico) considerando che sotto la voce capitalismo troviamo nel corso della storia anche ogni sorta di corporatismo, monopolismo, protezionismo e favoritismo dei padroni (i cosiddetti capitalisti) in combutta con lo stato.

    Il fatto è però che gli pseudo-anarchici non solo rigettano il termine ma anche tutto ciò che gli anarco-capitalisti (e i fautori del free-market anticapitalism quali Kevin Carson e Roderick T. Long) sostengono e cioè il libero scambio, la libera circolazione di beni e persone dappertutto nel mondo, la libera attività e così via. In sostanza, così facendo gli pseudo-anarchici non rigettano tanto il capitalismo quanto i cardini essenziali su cui poggia l’anarchia. Gli anarchici (e in questo anche Marx) non sono mai stati anti-capitalisti nel senso di vagheggiare un ritorno a un passato pre-tecnologico (il capitale sono le macchine per chi non lo sapesse, non il gruzzolo in banca) e protezionista (contro il libero scambio) ma semmai fautori di uno sviluppo estremo del capitalismo che conducesse poi al suo superamento. In questo senso essi sono sia ultra-capitalisti che post-capitalisti in quanto, proprio sulla base dello sviluppo capitalistico e del libero scambio, a cui sono favorevoli, prevedono e auspicano un allargamento continuo della libertà, cioè delle libere scelte degli individui (passando per l’estinzione dello stato voluta non solo dagli anarchici ma anche da Marx e Engels).

    Il rifiuto da parte degli pseudo-anarchici della libertà di attività e di scambio (vale a dire, per parlare in termini giornalistici, contro la libera impresa e il libero mercato) deriva dal fatto che questi nuovi venuti tentano di spacciare per anarchia concetti e pratiche che sono in definitiva puro statismo. Questo trova conferma nelle altre loro parole d’ordine: egualitarismo e assistenzialismo. Per egualitarismo essi concepiscono una redistribuzione forzata del reddito (una sorta di spartizione mafiosa del bottino ottenuto attraverso l’imposizione fiscale) il che richiede chiaramente, ohibò, l’esistenza di un entità superiore redistributrice. Gli anarchici invece ritengono che con la fine dei privilegi attribuiti dallo stato alle sue cricche si assisterà alla fine della concentrazione delle ricchezze, ad una sorta di diffusione del reddito, chiaramente penalizzando i ceti parassitari burocratici e premiando soprattutto i lavoratori-imprenditori produttivi e creativi.

    Per quanto riguarda l’assistenzialismo gli pseudo-anarchici, come dimostrano le recenti dimostrazioni in Grecia in cui essi si sono pienamente riconosciuti, non vanno oltre lo stato assistenziale di cui difendono a spada tratta l’esistenza non rendendosi conto che così facendo lo stato che essi hanno fatto uscire a parole dalla finestra rientra trionfalmente dalla porta principale. Una delle affermazioni più note di Samuel Johnson, il lessicografo e saggista inglese, è: “Patriotism is the last refuge of a scoundrel.” (Il patriottismo è l’ultimo rifugio di un farabutto.) Per come le cose si stanno sviluppando riguardo al movimento anarchico potremmo dire che l’anarchia (cioè la pseudo-anarchia) sta diventando davvero l’ultimo rifugio dei farabutti dello statismo. Attraverso ciò che presentano come anarchia, essi stanno cercando di far passare tutto il peggio del Grande Fratello.

    Recentemente un gruppo che si definisce anarchico ha posto all’ordine del giorno della discussione il collettivismo (di staliniana memoria) e l’anarchia sociale che non si capisce bene cosa sia se non l’ennesimo imbroglio parolaio degli pseudo-intellettuali statisti sempre intenti a vendere fumo pur di salvare lo stato (anche sotto altro nome) nei secoli a venire. Per questo, alle tre affermazioni propagandistiche del Grande Fratello War is Peace – La Guerra è Pace Ignorance is Strength – L’Ignoranza è Forza Freedom is Slavery – La Libertà è Schiavitù dovremmo forse aggiungerne una quarta, la più agghiacciante di tutte: Anarchism (pseudo-anarchy) is Statism – L’Anarchismo (ovvero la pseudo-anarchia) è lo Statismo. A questo punto dopo aver distrutto il socialismo trasformandolo in nazional-socialismo (nazismo) e il comunismo trasformandolo in comunismo reale (stalinismo) adesso gli intellettuali dello statismo sono intenti a distruggere l’anarchia trasformandola in anarchismo sociale (collettivismo burocratico) e apprestandosi così a effettuare la più grossolana e la più schifosa delle manipolazioni. Se ci riusciranno la colpa sarà unicamente nostra -cioè di tutti gli esseri dotati di ragione e di spirito critico e amanti della libertà-.

    da: (Spazi Altri | L'insostenibile idiozia della pseudo-anarchia)

    L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia « Anarchismo Liberale
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  2. #2
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    Citazione Originariamente Scritto da Domenico Letizia Visualizza Messaggio
    L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    A seguito del crollo degli stati “comunisti” dell’Europa orientale e attraverso la diffusione di Internet, la concezione anarchica ha ripreso a circolare, discretamente ma in maniera sempre più ampia. La cosa è estremamente positiva perché molti di noi non ne possono più dello stato, della sua soffocante invadenza e del suo colossale marciume. Tuttavia, è proprio quando una concezione si espande che rischia di snaturarsi perché alcuni tra i nuovi venuti vi portano tutto il loro vecchio bagaglio fatto di miti duri a morire, pregiudizi incancreniti, contrapposizioni obsolete. Molti che si avvicinano all’anarchia provengono da esperienze qualificabili, in linguaggio corrente, di sinistra, socialista o comunista. Nell’anarchia essi cercano tutto ciò che hanno sperimentato nelle esperienze precedenti (l’antifascismo, l’anticapitalismo, l’egualitarismo, l’assistenzialismo, ecc.) e se non lo trovano ve lo introducono con estrema determinazione.

    In questo essi hanno buon gioco perché ognuna di queste posizioni racchiude qualcosa che è anche all’interno della concezione anarchica originaria: l’antifascismo come opposizione al nazionalismo e all’autoritarismo; l’anticapitalismo come opposizione allo sfruttamento lavorativo e al parassitismo; l’egualitarismo come riconoscimento che tutti gli esseri hanno uguale diritto alla libertà; l’assistenzialismo inteso come aiuto volontario reciproco (mutual aid). Se le vecchie posizioni fossero così riformulate, allora una chiarificazione terminologica (ad es. antiautoritarismo invece di semplice antifascismo, antisfruttamento padronale invece di anticapitalismo, e così via) basterebbe a superare equivoci e malintesi riportando tutti nell’ambito del pensiero e della pratica dell’anarchia che mira alla promozione di individui liberi in condizione di effettuare libere scelte. Invece così non è.

    Chiariamo allora le cose punto per punto. L’antifascismo di questi nuovi venuti, che d’ora in poi qualificherò come pseudo-anarchici, è una lotta violenta senza quartiere contro i cosiddetti fascisti che non possono neanche manifestare le loro idee. In sostanza è la riproposizione del più becero autoritarismo e dei metodi repressivi più odiosi in nome dell’anarchia. Per quanto riguarda l’anticapitalismo il discorso si fa ancora più ambiguo e intollerante dal momento che esiste, soprattutto negli USA, una corrente che si qualifica come anarco-capitalista. Gli pseudo-anarchici, totalmente accecati dall’intellettualismo parolaio e dalla superficialità propria degli etichettatori di professione, non si preoccupano nemmeno di analizzare quali sono le idee di base di questa corrente. Per loro basta la presenza del termine capitalismo per porre fine al discorso. La cosa, ripeto, sarebbe forse anche comprensibile (se intesa come semplice rigetto terminologico) considerando che sotto la voce capitalismo troviamo nel corso della storia anche ogni sorta di corporatismo, monopolismo, protezionismo e favoritismo dei padroni (i cosiddetti capitalisti) in combutta con lo stato.

    Il fatto è però che gli pseudo-anarchici non solo rigettano il termine ma anche tutto ciò che gli anarco-capitalisti (e i fautori del free-market anticapitalism quali Kevin Carson e Roderick T. Long) sostengono e cioè il libero scambio, la libera circolazione di beni e persone dappertutto nel mondo, la libera attività e così via. In sostanza, così facendo gli pseudo-anarchici non rigettano tanto il capitalismo quanto i cardini essenziali su cui poggia l’anarchia. Gli anarchici (e in questo anche Marx) non sono mai stati anti-capitalisti nel senso di vagheggiare un ritorno a un passato pre-tecnologico (il capitale sono le macchine per chi non lo sapesse, non il gruzzolo in banca) e protezionista (contro il libero scambio) ma semmai fautori di uno sviluppo estremo del capitalismo che conducesse poi al suo superamento. In questo senso essi sono sia ultra-capitalisti che post-capitalisti in quanto, proprio sulla base dello sviluppo capitalistico e del libero scambio, a cui sono favorevoli, prevedono e auspicano un allargamento continuo della libertà, cioè delle libere scelte degli individui (passando per l’estinzione dello stato voluta non solo dagli anarchici ma anche da Marx e Engels).

    Il rifiuto da parte degli pseudo-anarchici della libertà di attività e di scambio (vale a dire, per parlare in termini giornalistici, contro la libera impresa e il libero mercato) deriva dal fatto che questi nuovi venuti tentano di spacciare per anarchia concetti e pratiche che sono in definitiva puro statismo. Questo trova conferma nelle altre loro parole d’ordine: egualitarismo e assistenzialismo. Per egualitarismo essi concepiscono una redistribuzione forzata del reddito (una sorta di spartizione mafiosa del bottino ottenuto attraverso l’imposizione fiscale) il che richiede chiaramente, ohibò, l’esistenza di un entità superiore redistributrice. Gli anarchici invece ritengono che con la fine dei privilegi attribuiti dallo stato alle sue cricche si assisterà alla fine della concentrazione delle ricchezze, ad una sorta di diffusione del reddito, chiaramente penalizzando i ceti parassitari burocratici e premiando soprattutto i lavoratori-imprenditori produttivi e creativi.

    Per quanto riguarda l’assistenzialismo gli pseudo-anarchici, come dimostrano le recenti dimostrazioni in Grecia in cui essi si sono pienamente riconosciuti, non vanno oltre lo stato assistenziale di cui difendono a spada tratta l’esistenza non rendendosi conto che così facendo lo stato che essi hanno fatto uscire a parole dalla finestra rientra trionfalmente dalla porta principale. Una delle affermazioni più note di Samuel Johnson, il lessicografo e saggista inglese, è: “Patriotism is the last refuge of a scoundrel.” (Il patriottismo è l’ultimo rifugio di un farabutto.) Per come le cose si stanno sviluppando riguardo al movimento anarchico potremmo dire che l’anarchia (cioè la pseudo-anarchia) sta diventando davvero l’ultimo rifugio dei farabutti dello statismo. Attraverso ciò che presentano come anarchia, essi stanno cercando di far passare tutto il peggio del Grande Fratello.

    Recentemente un gruppo che si definisce anarchico ha posto all’ordine del giorno della discussione il collettivismo (di staliniana memoria) e l’anarchia sociale che non si capisce bene cosa sia se non l’ennesimo imbroglio parolaio degli pseudo-intellettuali statisti sempre intenti a vendere fumo pur di salvare lo stato (anche sotto altro nome) nei secoli a venire. Per questo, alle tre affermazioni propagandistiche del Grande Fratello War is Peace – La Guerra è Pace Ignorance is Strength – L’Ignoranza è Forza Freedom is Slavery – La Libertà è Schiavitù dovremmo forse aggiungerne una quarta, la più agghiacciante di tutte: Anarchism (pseudo-anarchy) is Statism – L’Anarchismo (ovvero la pseudo-anarchia) è lo Statismo. A questo punto dopo aver distrutto il socialismo trasformandolo in nazional-socialismo (nazismo) e il comunismo trasformandolo in comunismo reale (stalinismo) adesso gli intellettuali dello statismo sono intenti a distruggere l’anarchia trasformandola in anarchismo sociale (collettivismo burocratico) e apprestandosi così a effettuare la più grossolana e la più schifosa delle manipolazioni. Se ci riusciranno la colpa sarà unicamente nostra -cioè di tutti gli esseri dotati di ragione e di spirito critico e amanti della libertà-.

    da: (Spazi Altri | L'insostenibile idiozia della pseudo-anarchia)

    L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia « Anarchismo Liberale
    Nulla di nuovo e tuttavia tutto vero e sacrosanto. Però, Domenico, a te non pare che a questa confusione/cattiva fede abbiano contribuito in gran parte i left-libertarians?
    Ultima modifica di H.I.M.; 02-06-10 alle 19:17




  3. #3
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    Citazione Originariamente Scritto da H.I.M. Visualizza Messaggio
    Nulla di nuovo e tuttavia tutto vero e sacrosanto. Però, Domenico, a te non pare che a questa confusione/cattiva fede abbiano contribuito in gran parte i left-libertarians?
    :
    " Democracy is currently defined in Europe as: " A country run by Jews " . E.P.

  4. #4
    AnarcoLiberale ''egoista'
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    Citazione Originariamente Scritto da H.I.M. Visualizza Messaggio
    Nulla di nuovo e tuttavia tutto vero e sacrosanto. Però, Domenico, a te non pare che a questa confusione/cattiva fede abbiano contribuito in gran parte i left-libertarians?
    perchè? e con leftlibertarians intendiamo gli anarco-comunisti?? non è lo stesso.
    spiegami meglio questo tuo passaggio, però vorrei far notare una cosa, questo articolo di doveroso rispetto proviene da un portale anarchico classico e l'autore che conosco è una persona estremamente intelligente, ma vorrai caso il pensiero positivo che vi è sui libertarians parte da questi presupposti:

    Il fatto è però che gli pseudo-anarchici non solo rigettano il termine ma anche tutto ciò che gli anarco-capitalisti (e i fautori del free-market anticapitalism quali Kevin Carson e Roderick T. Long) sostengono e cioè il libero scambio, la libera circolazione di beni e persone dappertutto nel mondo, la libera attività e così via.

    quale corrrente viene nominata nell'articolo? quella left-libertarians, allora trasoformerei la domanda, forse non è che i left-libertarians iniziano a muovere successi? forse non è che quell' articolo che scrissi per il movimento libertario: APRIRE ALLA SINISTRA LIBERTARIA? inizia a dar i suoi frutti almeno dal punto di vista teorico sembra forse limitatamente ma sembra azzeccato?
    ditemi la vostra....
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  5. #5
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    L'anarchismo classico è da buttare nel cesso, a mio parere. Come si può pensare che una società anarchica possa essere comunitaria? A me pare ovvio che una società priva di Stato sia basata su proprietà privata,mercato e capitalismo. Come crei la società comunitaria senza un ente (lo Stato) che espropria? Impossibile.
    L'anarco-capitalismo perlomeno è logico.

  6. #6
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    L'anarcocapitalismo ammette l'esistenza delle comunità socialiste, quei cialtroni anarcocomunisti dovrebbero essere Anarcocapitalisti. Che cialtroni. Da prendere a calci nelle palle.
    Tu ne cede malis, sed contra audentior ito, quam tua te Fortuna sinet.


  7. #7
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    Bell'articolo.Propongo tre considerazioni:

    L'egualitarismo forzato è davvero un valore dell'anarchismo "classico" (dove con classico intendo i padri,Bakunin,Proudhon,Stirner,Malatesta e via dicendo) ? Questi anarcocomunisti stanno palesemente trasferendo l'egualitarismo sostanzialmente illuminista mutuato da Marx nel pensiero anarchico che a parte in Godwin ha sempre rappresentato un passo avanti rispetto all'illuminismo à la Voltaire e soprattutto Rousseau.Ricordo infatti la sostanziale meritocrazia proudhoniana,l'egoismo individualista Stirneriano e la constatazione della varietà delle possibilità umane in Bakunin.Questo fantasma dell'uguaglianza,come direbbe il buon Max,non fa parte del realismo anarchico (mi si passi il gioco di parole ),che non ha mai vagheggiato gigantesche redistribuzioni anche ai nullafacenti in nome di presunti "diritti" (altro concetto estraneo a qualunque anarchismo!).

    L'antifascismo,come qualunque "anti",non è un ideale.Si esplica come una precisa fase storica,in cui combattere il fascismo fu necessario in quanto rappresentava una realissima minaccia delle libertà individuali:senza dimenticare che in quella fase storica le lotte di resistenza anarchiche nascondevano il sogno di una rivoluzione sociale reale (Catalunya '36,Italia 44-45).Giocare a guardia e ladri con fascistelli nella stragrande maggioranza dei casi esponenti di un proletariato urbano disagiato e ignorante non è certo il modo di agire libertario.Un anarchico in generale non ha bisogno di sovraccaricare di "antismi" la sua filosofia che già di per sè parte da una formulazione negativa (anarchia è assenza di autorità).

    Sull'anticapitalismo,è evidente l'ignoranza degli pseudoanarchici che non solo si mostrano palesemente ignoranti del significato profondo del termine,ma ignorano che dopo il Cos'è la Proprietà di Proudhon gli anarchici sono rimasti orfani di teorie economiche proprie fino almeno a Rothbard e Bookchin,ambedue in vario modo esponenti del peculiare anarchismo americano.

  8. #8
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    Citazione Originariamente Scritto da IlDige Visualizza Messaggio
    Bell'articolo.Propongo tre considerazioni:

    L'egualitarismo forzato è davvero un valore dell'anarchismo "classico" (dove con classico intendo i padri,Bakunin,Proudhon,Stirner,Malatesta e via dicendo) ? Questi anarcocomunisti stanno palesemente trasferendo l'egualitarismo sostanzialmente illuminista mutuato da Marx nel pensiero anarchico che a parte in Godwin ha sempre rappresentato un passo avanti rispetto all'illuminismo à la Voltaire e soprattutto Rousseau.Ricordo infatti la sostanziale meritocrazia proudhoniana,l'egoismo individualista Stirneriano e la constatazione della varietà delle possibilità umane in Bakunin.Questo fantasma dell'uguaglianza,come direbbe il buon Max,non fa parte del realismo anarchico (mi si passi il gioco di parole ),che non ha mai vagheggiato gigantesche redistribuzioni anche ai nullafacenti in nome di presunti "diritti" (altro concetto estraneo a qualunque anarchismo!).

    L'antifascismo,come qualunque "anti",non è un ideale.Si esplica come una precisa fase storica,in cui combattere il fascismo fu necessario in quanto rappresentava una realissima minaccia delle libertà individuali:senza dimenticare che in quella fase storica le lotte di resistenza anarchiche nascondevano il sogno di una rivoluzione sociale reale (Catalunya '36,Italia 44-45).Giocare a guardia e ladri con fascistelli nella stragrande maggioranza dei casi esponenti di un proletariato urbano disagiato e ignorante non è certo il modo di agire libertario.Un anarchico in generale non ha bisogno di sovraccaricare di "antismi" la sua filosofia che già di per sè parte da una formulazione negativa (anarchia è assenza di autorità).

    Sull'anticapitalismo,è evidente l'ignoranza degli pseudoanarchici che non solo si mostrano palesemente ignoranti del significato profondo del termine,ma ignorano che dopo il Cos'è la Proprietà di Proudhon gli anarchici sono rimasti orfani di teorie economiche proprie fino almeno a Rothbard e Bookchin,ambedue in vario modo esponenti del peculiare anarchismo americano.
    Esatto.

    [...] Respingo forse ogni autorità? Lungi da me questo pensiero.
    Allorché si tratta di stivali, ricorro all’autorità del calzolaio;
    se si tratta di una casa, di un canale o di una ferrovia, consulto
    quella dell’architetto o dell’ingegnere. Per ogni scienza
    particolare mi rivolgo a chi ne è cultore. Ma non mi lascio
    imporre né il calzolaio, né l’architetto, né il sapiente. Li ascolto
    liberamente e con tutto il rispetto che meritano le loro intelligenze,
    il loro carattere, il loro sapere, riservandomi nondimeno
    il mio diritto incontestabile di critica e di controllo. Non mi
    accontento di consultare una sola autorità specializzata, ma ne
    consulto parecchie; confronto le loro opinioni e scelgo quella
    che mi pare la più giusta. Ma non riconosco alcuna autorità
    infallibile, neppure per le questioni del tutto specialistiche; di
    conseguenza, per quanto rispetto possa avere per l’onestà e la
    sincerità del tale o del tal altro individuo, non ho fede assoluta
    in alcuno. Una fede simile sarebbe fatale per la mia ragione, per
    la mia libertà e per lo stesso buon risultato delle mie iniziative;
    essa mi trasformerebbe immediatamente in uno stupido schiavo,
    in uno strumento della volontà e degli interessi altrui.[…]


    Михаи́л Алекса́ндрович Баку́нин




  9. #9
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    Citazione Originariamente Scritto da H.I.M. Visualizza Messaggio
    Esatto.

    [...] Respingo forse ogni autorità? Lungi da me questo pensiero.
    Allorché si tratta di stivali, ricorro all’autorità del calzolaio;
    se si tratta di una casa, di un canale o di una ferrovia, consulto
    quella dell’architetto o dell’ingegnere. Per ogni scienza
    particolare mi rivolgo a chi ne è cultore. Ma non mi lascio
    imporre né il calzolaio, né l’architetto, né il sapiente. Li ascolto
    liberamente e con tutto il rispetto che meritano le loro intelligenze,
    il loro carattere, il loro sapere, riservandomi nondimeno
    il mio diritto incontestabile di critica e di controllo. Non mi
    accontento di consultare una sola autorità specializzata, ma ne
    consulto parecchie; confronto le loro opinioni e scelgo quella
    che mi pare la più giusta. Ma non riconosco alcuna autorità
    infallibile, neppure per le questioni del tutto specialistiche; di
    conseguenza, per quanto rispetto possa avere per l’onestà e la
    sincerità del tale o del tal altro individuo, non ho fede assoluta
    in alcuno. Una fede simile sarebbe fatale per la mia ragione, per
    la mia libertà e per lo stesso buon risultato delle mie iniziative;
    essa mi trasformerebbe immediatamente in uno stupido schiavo,
    in uno strumento della volontà e degli interessi altrui.[…]


    Михаи́л Алекса́ндрович Баку́нин
    Eh per questa medesima ragione uno non si sente necessariamente in dovere di inchinarsi all'autorità di chi proclama il principio di non aggressione.

  10. #10
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    Predefinito Rif: L’insostenibile idiozia della pseudo-anarchia

    Citazione Originariamente Scritto da Bad to the Bone Visualizza Messaggio
    Eh per questa medesima ragione uno non si sente necessariamente in dovere di inchinarsi all'autorità di chi proclama il principio di non aggressione.
    A ridaje Prinz.




 

 
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