Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
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    Lightbulb Tavolo di discussione sul settore dei trasporti in Italia

    Ci stavo pensando già da alcuni giorni, soprattutto dopo che ho dovuto svolgere per l'Università un lunghissimo lavoro di ricerca sul funzionamento del sistema ferroviario italiano; mi sono deciso definitivamente, dopo aver letto diversi articoli sui giornali ed aver visto questo topic:
    http://forum.politicainrete.net/libe...trasporti.html


    Apro quindi ufficialmente questo thread dedicato allo studio, all'analisi ed al commento sull'evoluzione del settore dei trasporti in Italia, con particolare attenzione al settore del c.d. Trasporto Pubblico Locale (TPL): in primis le ferrovie.

    Dò un primo spunto di discussione, invitandovi a dire la vostra sulla liberalizzazione delle ferrovie in Italia, soprattutto nel ramo del trasporto pendolari (quindi c.d. breve percorrenza).

    Attualmente la normativa prevede che possa esserci concorrenza a Trenitalia in due modi:

    1) concorrenza "per il mercato", ovvero le Regioni (depositarie della regolazione/gestione del TPL) mettono a gara o la gestione dell'intera rete ferroviaria regionale (caso Emilia Romagna), oppure solo dei lotti specifici (caso Lombardia): è il c.d. Contratto di Servizio. L'impresa aggiudicataria della gara svolge, per un tot numero di anni, il servizio ferroviario sulle tratte appaltate, operando come monopolista, dovendo però sottostare alle volontà del legislatore regionale su tariffe, numero di corse, etc. Il vantaggio indubbio, per l'impresa, è però di poter godere dei corposi sussidi regionali (la Lombardia, ad esempio, concede mediamente 8,4 €/km*treno all'anno);

    2) concorrenza "nel mercato", ovvero ciascuna impresa dotata di licenza ferroviaria può andare da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) - concessionaria dell'infrastruttura ferroviaria - e contrattare l'acquisto di tracce orarie per far viaggiare i propri treni. Non ci sono restrizioni sul numero di corse da fare, sulle tratte e soprattutto sui prezzi: i problemi vengono però dalla saturazione della rete (hanno la precedenza i treni che viaggiano con Contratto di Servizio, sub possibilità 1) e soprattutto dalla difficoltà di far quadrare i conti senza sussidi.


    Fatte queste premesse generali, aspetto le vostre riflessioni sull'argomento!
    Ultima modifica di tojo; 17-12-09 alle 15:36
    Frangar non Flectar
    "La terza via tra Stato e mercato è la via più facile per arrivare al Terzo Mondo" (Vaclav Klaus)

  2. #2
    Missiroli Presidente
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    Predefinito Rif: Tavolo di discussione sul settore dei trasporti in Italia

    Innanzitutto complimenti per aver aperto questa discussione, argomenti come questo dovrebbero essere il nostro pane quotidiano.
    Sinteticamente io penso che ogni regione dovrebbe avere la sua compagnia ferroviaria di trasporto locale.
    In questo modo si otterrebbero due risultati:
    - controllo diretto del servizio e delle sue performances da parte della regione
    - garanzia per l'utenza di avere finalmente un vero referente in merito alla qualità ed all'erogazione del servizio.

    Sulla forma e sulle modalità con cui le singole regione potrebbero dare vita alla compagnia ferroviaria regionale, sono aperte varie ipotesi, tutte fattibili:
    - compagnia a proprietà regionale
    - compagnia privata che si aggiudica l'appalto
    - compagnia mista

    Sulle modalità di finanziamento della faccenda, allo stato attuale l'unica possibilità praticabile è il finanziamento dello stato alle regioni per il servizio.
    Un domani, in presenza di una riforma di federalismo fiscale che assegni alle regioni la competenza ESCLUSIVA per il trasporto locale, sarà ipossibile potizzare che ogni regione, tramite tassazione specifica, provveda autonomamente al reperimento delle risorsa necessarie all'erogazione del servizio.

    In ogni caso, è doveroso ipotizzare e lavorare al fine di differenziare tramite l'attribuzione di competenze e responsabilità esclusive i trasporti regionali da regione a regione.
    I cittadini hanno il diritto di poter verificare in concreto quanto bravi e competenti siano i propri amministratori nel momento in cui si occupano concretamente delle questioni relative al trasporto locale.
    E di conseguenza, di premiarli o punirli col voto al momento delle elezioni.
    L'argomento potrebbe andare ancora avanti, ma penso di aver molto sinteticamente espresso il mio pensiero in merito.
    Ringrazio nuovamente Tojo per aver aperto il thread e soprattutto per aver segnalato la cosa nello spazio istituzionale del suo partito polliano PL dove io ho avuto notizia della cosa.
    Ultima modifica di benjamin_linus; 17-12-09 alle 17:16
    Figliolo, lei è un asino...
    (D.Pastorelli, cit.)


  3. #3
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    Predefinito Rif: Tavolo di discussione sul settore dei trasporti in Italia

    Grazie a te, benjamin, per aver "rotto il ghiaccio"! Ora credo che ripeterò l'annuncio, fatto sul thread di PL, anche sui vari fora che afferiscono al pensiero liberale, in primis su Libertarismo.
    Anche perché la questione-ferrovie/TPL coinvolge direttamente il pensiero liberale, nella sua variante "estrema" del libertarismo/anarcocapitalismo, e mi spiego.

    I libertari/anarcocapitalisti teorizzano che l'assenza di Stato sarebbe possibile, potenzialmente, perché ogni cosa può stare in piedi senza interventismo statale.
    Focalizzando il discorso su ferrovie e TPL, la domanda che io - da liberale e liberista vero, anche se forse non libertario - faccio è: i teorici dell'assenza "senza se e senza ma" di Stato ed intervento pubblico ritengono che sarebbe sostenibile, ad esempio, un servizio ferroviario competitivo per i pendolari e le brevi percorrenze? Dove per competitivo intendo ad un prezzo che giustifichi l'utilizzo del mezzo pubblico rispetto all'auto privata?

    La domanda è cruciale perché, in teoria, anche il trasporto pendolari/regionale potrebbe vivere senza sussidi, ma allora si dovrebbe consentire alle imprese ferroviarie di fare prezzi (e non più tariffe amministrative) di mercato, sufficienti cioè a coprire almeno tutti i costi: da un calcolo che ho fatto io, nell'ambito della famosa ricerca universitaria, necessiterebbero aumenti medi del 20/25% rispetto alle tariffe praticate oggi, per poter anche solo pensare a treni economicamente sostenibili.

    Nel mentre, linko un interessante articolo, apparso oggi sul Corriere online:

    Le Regioni: ai privati le linee soppresse - Corriere della Sera

    P.s. Devo dire che ultimamente la stampa ci sta andando giù pesante con le FS ed i loro disservizi: dovrà fare da "apripista" a qualche new entry? hefico:
    Ultima modifica di tojo; 18-12-09 alle 00:26
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  4. #4
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    Predefinito Rif: Tavolo di discussione sul settore dei trasporti in Italia

    Ci stavo pensando già da alcuni giorni, soprattutto dopo che ho dovuto svolgere per l'Università un lunghissimo lavoro di ricerca sul funzionamento del sistema ferroviario italiano; mi sono deciso definitivamente, dopo aver letto diversi articoli sui giornali ed aver visto questo topic:
    Ma non sarà ora di liberalizzare i trasporti?
    penso proprio di sì

    Apro quindi ufficialmente questo thread dedicato allo studio, all'analisi ed al commento sull'evoluzione del settore dei trasporti in Italia, con particolare attenzione al settore del c.d. Trasporto Pubblico Locale (TPL): in primis le ferrovie.

    Dò un primo spunto di discussione, invitandovi a dire la vostra sulla liberalizzazione delle ferrovie in Italia, soprattutto nel ramo del trasporto pendolari (quindi c.d. breve percorrenza).

    Attualmente la normativa prevede che possa esserci concorrenza a Trenitalia in due modi:

    1) concorrenza "per il mercato", ovvero le Regioni (depositarie della regolazione/gestione del TPL) mettono a gara o la gestione dell'intera rete ferroviaria regionale (caso Emilia Romagna), oppure solo dei lotti specifici (caso Lombardia): è il c.d. Contratto di Servizio. L'impresa aggiudicataria della gara svolge, per un tot numero di anni, il servizio ferroviario sulle tratte appaltate, operando come monopolista, dovendo però sottostare alle volontà del legislatore regionale su tariffe, numero di corse, etc. Il vantaggio indubbio, per l'impresa, è però di poter godere dei corposi sussidi regionali (la Lombardia, ad esempio, concede mediamente 8,4 €/km*treno all'anno);
    non si può parlare di liberalizzazioni, se si creano piccoli monopoli privati

    2) concorrenza "nel mercato", ovvero ciascuna impresa dotata di licenza ferroviaria può andare da RFI (Rete Ferroviaria Italiana) - concessionaria dell'infrastruttura ferroviaria - e contrattare l'acquisto di tracce orarie per far viaggiare i propri treni. Non ci sono restrizioni sul numero di corse da fare, sulle tratte e soprattutto sui prezzi: i problemi vengono però dalla saturazione della rete (hanno la precedenza i treni che viaggiano con Contratto di Servizio, sub possibilità 1) e soprattutto dalla difficoltà di far quadrare i conti senza sussidi.


    Fatte queste premesse generali, aspetto le vostre riflessioni sull'argomento!
    in Italia? aspetta e spera :sofico:

  5. #5
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    Predefinito Rif: Tavolo di discussione sul settore dei trasporti in Italia

    e per quel che rigurada i treni pendolari interregionali?

  6. #6
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    Predefinito Rif: Tavolo di discussione sul settore dei trasporti in Italia

    Riapro la discussione su questo topic che, nonostante abbia pochissime risposte, risulta comunque uno dei più letti di Liberalismo, segno che l'argomento interessa.

    Oggi vi propongo un interessante articolo, tratto dall'ottimo sito clickmobility.it, a proposito di una singolare e promettente (in termini di contrasto al "monopolio straccione" di Trenitalia) iniziativa della Provincia di Biella.
    Ricordo, ad onor di cronaca, che sempre in Piemonte è in atto un duro "braccio di ferro" tra Mercedes Bresso e Moretti (AD FS), in merito al rinnovo del Contratto regionale di servizio tra Trenitalia e la Regione: contrasto che ha portato la Regione a rompere le trattative con Trenitalia stessa e bandire gare internazionali per l'aggiudicazione del Servizio ferroviario regionale (e dei relativi sussidi).
    A voi l'articolo, ora!

    I treni diretti per Milano e Torino sempre più vicini. Una risposta concreta a quanti viaggiano quotidianamente verso le metropoli per lavoro e studio

    Biella punta all'uscita dal sistema ferroviario regionale e va alla ricerca di un’ azienda privata

    La novità ha già un nome: Arenaways, società di Alessandria che ha presentato la sua offerta economica per l’attuazione del servizio. Il prossimo passo - spiegano in Provincia - sarà il coinvolgimento e la presentazione della società alle istituzioni per giungere ad un accordo che permetta di far fronte alla richiesta economica

    In mancanza di un serio progetto della Regione Piemonte, che detiene la competenza del trasporto ferroviario, la Provincia di Biella ipotizza di muoversi autonomamente “alla ricerca di un’affidabile azienda privata che fornisca un efficiente servizio di trasporto che unisca in modo diretto ed in breve tempo Biella ai due principali capoluoghi del Nord, Milano e Torino.
    Il nostro territorio - spiegano in Provincia - non può permettersi di stare a guardare ed attendere, pertanto abbiamo deciso di muoverci autonomamente”.

    Ieri mattina il presidente Roberto Simonetti, insieme all’assessore ai Trasporti Luca Castagnetti ed all’assessore al Bilancio Pier Giorgio Fava, ha tenuto una conferenza stampa sul tema fondamentale del trasporto ferroviario biellese.
    Il presidente ha aperto manifestando la profonda volontà dell’amministrazione provinciale di far uscire il territorio biellese dall’attuale stato di “felice isolamento” e dare una risposta concreta a tutti coloro che sono costretti a viaggiare quotidianamente verso le metropoli per raggiungere il posto di lavoro.

    La novità ha un nome ben preciso, la ricerca dell’azienda privata risponde alla realtà di Arenaways, società di Alessandria che ha già presentato la sua offerta economica per l’attuazione del servizio.

    “L’offerta pervenuta da Arenaways – spiega Castagnetti - riguarda la copertura delle tratte da Biella a Milano e da Biella a Torino, e voglio sottolineare che in poco più di un’ora, esattamente in un’ora e 12 minuti si raggiunge la stazione di Rho, che è a poco più di dieci minuti di metropolitana dal centro di Milano. Un punto di forza di questa proposta è la frequenza dei collegamenti diretti, ne sono infatti previsti ventidue ogni giorno, undici da Biella a Milano e undici da Milano a Biella, coprendo un arco orario che va dalle 6 alle 23. Sono invece dodici i collegamenti con il capoluogo piemontese”.

    Illustrando i termini dell’offerta il presidente ha spiegato la necessità di un coinvolgimento di tutto il “Sistema Biella” per far fronte alle richieste economiche dell’azienda, che si aggira tra i 500 ed i 600mila euro annui. La società alessandrina ha previsto di coprire circa la metà dell’investimento con i proventi della biglietteria ed accollandosi il restante a titolo di rischio di impresa.

    “Auspico – ha proseguito il presidente – che le istituzioni locali partecipino alla realizzazione di questo progetto, che potrà spiccare il volo già da giugno 2010. Voglio ancora epidenziare che non sarà un vantaggio solo per i biellesi ma avrà anche un notevole valore attrattivo nei confronti di chi oggi vive e lavora a Milano, che potrebbe decidere di trasferirsi nel biellese, con costi immobiliari e di vita inferiori rispetto alla metropoli lombarda e con una qualità della vita decisamente superiore”.

    Il prossimo passo sarà dunque il coinvolgimento e la presentazione di Arenaways alle istituzioni per giungere ad un accordo che permetta di far fronte alla richiesta economica.

    “Spero – ha concluso Castagnetti - di dover convocare una nuova conferenza stampa nei prossimi giorni per annunciare la conclusione dell’accordo e quindi la partenza dei collegamenti da giugno 2010”.

    (19 gennaio 2010)
    Manu Mich. - clickmobility.it
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