Monsignor Law avrà l'onore di celebrare le messe funebri per il Papa
Dopo i casi di pedofilia, era stato costretto alle dimissioni da arcivescovo di Boston

Promosso il cardinale dello scandalo
Polemiche Usa sulle scelte vaticane
Il caso sollevato da un articolo del New York Times: "Riaperte vecchie ferite"


ROMA - Dall'onta delle dimissioni sulla scia dello scandalo per i casi di pedofilia nella diocesi di Boston all'onore di essere uno dei nove cardinali che avranno l'onore di celebrare le messe funebri per Giovanni Paolo II. E' la sorte di Bernard Law, ex arcivescovo di Boston e attuale arciprete di Santa Maria Maggiore a Roma, una delle quattro basiliche patriarcali.

Sorte che in molti in America, dove nel 2002 la vicenda degli abusi sessuali da parte di diversi sacerdoti ebbe un eco enorme, non hanno apprezzato affatto. Così il New York Times si è fatto interprete di questi sentimenti stigmatizzando la scelta della Santa Sede.

"E' un altro esempio del gap tra come vede le cose il Vaticano e come le vede la Chiesa americana", ha commentato al quotidiano Usa il gesuita Keith Pecklers, docente all'Università Gregoriana a Roma. "Una scelta - ha aggiunto - che può riaprire ferite che avevano appena cominciato a rimarginarsi".

Il NYT non si limita a sottolineare la discutibile parabola di monsignor Law, ma ricorda come una volta arrivato a Roma dopo il fango piovutogli addosso in America, il Vaticano lo ha accolto a braccia aperte, concedendogli anche una sontuosa residenza, oltre che un incarico di prestigio per quanto onorifico.

Del resto Law, sottolinea il quotidiano, agli occhi della Santa Sede prima ancora che un cardinale accusato di aver tollerato la presenza di sacerdoti pedofili nella sua diocesi, è un potente kingmaker negli equilibri interni della Chiesa e il Vaticano in passato lo ha sempre accontentato nelle sue richieste.

Law, scrive ancora il New York Times, pronuncerà un'omelia che molti osservatori vaticani esamineranno per avere indicazioni sul pensiero dei cardinali sul successore di Giovanni Paolo II. Inoltre, fa notare ancora polemicamente il giornale, l'aver messo Law sotto la luce dei riflettori è stato da parte dei cardinali un modo di ricordare ai cattolici americani che l'ultimo doloroso capitolo della loro storia "in Vaticano è stato appena registrato".

Un portavoce dell'associazione delle vittime dei preti pedofili di Boston ha fatto anche appello a Law perché rifiuti l'invito, ma per il momento da parte vaticana si è fatto semplicemente notare che per tradizione la Santa Sede non aveva alternative alla scelta di Law. E' infatti costume che gli arcipreti delle tre basiliche patriarcali di Roma oltre San Pietro (San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore) celebrino le messe dei novendialia.

(9 aprile 2005)

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... ricordiamo che:

Diario a luci rosse del prete pedofilo

Repubblica — 27 aprile 2002 pagina 21 sezione: CRONACA
NEW YORK - Bernard Law, il cardinale di Boston finito al centro dello scandalo dei preti pedofili, sarà trasferito a Roma nei prossimi mesi, con un lavoro al Vaticano che lo metterà al riparo dalle proteste dei cattolici americani, dalle richieste di dimissioni e dalle cause giudiziarie. La notizia del trasferimento è stata anticipata ieri dal "Boston Herald", che ha pubblicato anche alcuni stralci del diario a luci rosse di Paul Shanley, uno dei sacerdoti sporcaccioni della diocesi di Boston, di cui il cardinale Law conosceva la doppia vita, senza però denunciarlo o neutralizzarlo. Dal diario, che fa parte dei documenti messi a disposizione degli avvocati delle vittime della pedofilia religiosa, si scopre che Stanley non solo era apertamente gay e che teorizzava i rapporti tra uomini e bambini, ma che era anche affetto da malattie veneree e che non si faceva scrupoli ad incoraggiare l' uso della eroina. «Dio mio, ho persino aiutato i ragazzi a farsi le iniezioni come si deve», si legge in una delle pagine del diario. In quegli anni - la fine dei Sessanta - Shanley era un prete operaio. Vestito con i bluejeans, viveva per strada, a contatto con barboni, ragazzi di strada, poveracci: e ne approfittava per soddisfare i suoi istinti. Venuto a conoscenza della situazione, il cardinale Law, invece di denunciarlo, lo trasferì in altre parrocchie dove il sacerdote continuò a molestare bambini, prima di essere spretato e di far perdere ogni traccia. Il cardinale di Boston si comportò nello stesso modo con John Geoghan, che ora è in carcere per comportamenti osceni nei confronti di un ragazzino di 11 anni. Dopo lo scoppio dello scandalo bostoniano, Law andò in viaggio segreto in Vaticano, poco prima del summit del Papa con tutti i cardinali americani: ed è in quella occasione, probabilmente, che Giovanni Paolo II lo ha convinto a lasciare Boston per trasferirsi a Roma. Ieri sera, intanto, Law era Filadelfia, assieme ad altri cinque cardinali, per una cena di beneficenza (mille euro a coperto) a favore della Catholic university of America. Alcuni gruppi di cattolici e di associazioni contro il celibato ecclesiastico si preparavano a protestare. «La chiesa ha bisogno di una riforma profonda», spiegava Eileen Di Franco, una militante della Women' s ordination conference. Negli Stati Uniti continuano, intanto, le polemiche sulle conclusioni del summit romano sulla pedofilia. Mentre le parole dure di Giovanni Paolo II sono state apprezzate da tutti, permangono molte riserve sui documenti dei cardinali Usa, che non appaiono schierarsi con convinzione e decisione per la strada della "tolleranza zero". Certo, alcuni settori della società americana stanno approfittando di questa situazione confusa per indebolire la chiesa cattolica, che resta la più forte e la più ricca degli Stati Uniti, con 64 milioni di fedeli e una presenza capillare in ospedali, scuole, centri sociali. Un tentativo - questo - che è stato castigato ieri dal "Wall Street Journal": il quotidiano, che non è mai stato tenero con alcune posizioni della chiesa, specie quelle sul solidarismo sociale, ha promesso che "non si unirà ai gruppi il cui solo obiettivo è di schiacciare e umiliare la chiesa". Intanto si apprende che non c' è, per il momento, nel programma del viaggio che il presidente Usa Bush farà in Italia il 28 maggio prossimo un incontro con il Papa. Lo ha affermato ieri un portavoce della Casa Bianca. Ma il programma del viaggio di Bush deve essere ancora ultimato, ha precisato il portavoce. -
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ARTURO ZAMPAGLIONE

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