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Discussione: Pedofilia nel Clero

  1. #211
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    Predefinito Rif: Canada: foto pedofile nel pc, mandato d'arresto per un vescovo

    Citazione Originariamente Scritto da Polemiko Visualizza Messaggio
    Silvano Tomasi, osservatore permanente del Vaticano all’ ONU ha segnalato che “nel clero cattolico solo tra l’ 1,5 e il 5% dei religiosi ha commesso atti di questo tipo abuso sessuale”[/I]

    "SOLO"?????.... ma scherziamo???
    Veramente il massimo esperto del Vaticano sui preti pedofili, il crd. Hummes (Prefetto della Congregazione per il clero, che si occupa degli illeciti dei preti) ha affermato che i preti pedofili sono il 4%

    VATICANO CARD HUMMES QUASI 4 PRETI SU 100 PEDOFILI CHIESA APRA OCCHI - Agenzia di stampa Asca

    26-06-09

    VATICANO: CARD. HUMMES, QUASI 4 PRETI SU 100 PEDOFILI, CHIESA APRA OCCHI


    (ASCA) - Citta' del Vaticano, 26 giu - La Chiesa ''non puo' chiudere gli occhi'' di fronte ai casi di pedofilia tra i propri preti, che in alcune diocesi arrivano a coinvolgere quattro preti su cento. Lo afferma, in un'intervista al settimanale cattolico spagnolo ''Vida Nueva' dedicata al significato dell'Anno sacerdotale aperto lo scorso venerdi' 19 giugno da papa Benedetto XVI, il prefetto della Congregazione per il clero, card. Claudio Hummes.

    La Chiesa cattolica, in genere, non dispone di statistiche sui sacerdoti coinvolti in casi di pedofilia. Il cardinale brasiliano pero', offre un indizio, affermando che ''i casi di pedofilia a volte non arrivano nemmeno al 4% dei sacerdoti''.

    Piu' difficile la situazione di quei preti che non rispettano l'obbligo del celibato: in questi casi ''la percentuale e' un po' piu' alta'', spiega Hummes. In un'intervista all'Osservatore Romano di un anno e mezzo fa, il 5 gennaio 2008, lo stesso cardinale aveva offerto dati leggermente differenti: ''Si deve sempre ricordare - aveva detto - che solo una minima parte del clero e' coinvolta in situazioni gravi. Neppure l'uno per cento ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale''. I preti cattolici di tutto il mondo, secondo i dati piu' aggiornati, sono poco piu' di 400mila.

    Nell'intervista con la rivista spagnola, il cardinale Hummes si sofferma ampiamente sulla questione della pedofilia, tornata alla ribalta dopo i risultati del ''rapporto Ryan'' in Irlanda.

    Di fronte a questi casi, il prefetto della Congregazione del clero invoca la ''linea dura', invitando la Chiesa a ''non chiudere gli occhi di fronte al fenomeno''. Le sue parole arrivano una settimana dopo che, in un'intervista sull'Osservatore Romano del 19 giugno, il numero due della sua Congregazione, mons. Mauro Piacenza, aveva denunciato ''un preciso disegno che va ben oltre il diritto di cronaca'' da parte dei media che raccontano i casi di pedofilia nella Chiesa.

    ''Ci sono dei problemi - concede anche Hummes -, come i casi di pedofilia e quelli dei sacerdoti che non rispettano il celibato, che sono stati molto pubblicizzati negli ultimi tempi''. ''La pedofilia - prosegue pero' -, senza dubbio, e' un crimine terribile, di fronte al quale la Chiesa non puo' chiudere gli occhi. Non c'e' posto nel ministero sacerdotale per le persone che hanno commesso questi crimini. La Chiesa non puo' accettare i casi di pedofilia; i colpevoli devono essere puniti tanto con le leggi civili quanto con quelle canoniche''.

    ''Detto questo - prosegue -, bisogna sottolineare che la grande maggioranza del clero non ha nulla a che fare con questi problemi. E' per questa che la Chiesa deve reagire e non deve accettare che sia questa l'immagine del sacerdote cattolico, formata da un preconcetto negativo molto forte che umilia e ferisce l'immensa maggioranza dei sacerdoti. I casi di pedofilia a volte non arrivano nemmeno al 4% dei sacerdoti. Per la questione del non rispetto del celibato la percentuale e' un po' piu' alta. Ma bisogna mettere in evidenza che il resto dei sacerdoti sono uomini degni e rispettabili, che danno la loro vita completamente e senza condizioni a Gesu' Cristo e al popolo''.

    asp/sam/ss

  2. #212
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    Predefinito Rif: Canada: foto pedofile nel pc, mandato d'arresto per un vescovo

    se fosse vero... in Italia ci sarebbero circa 2000 preti pedofili... e sarebbe una delle categorie più pericolose da questo punto di vista...

  3. #213
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    Predefinito Rif: Pedofilia nel Clero

    ottimo topic, bella iniziativa

  4. #214
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    Predefinito Rif: Pedofilia nel Clero

    Il vescovo pedofilo e la Chiesa ignorante




    In Canada l’ennesimo caso di religioso pericoloso: trovate nel suo notebook immagini di bambini coinvolti in atti sessuali. E le istituzioni cattoliche lo sapevano da 20 anni.

    Raymond Lahey 69 anni, venne ordinato vescovo di St. George’s (Terranova), nel 1986 e trasferito alla Diocesi di Antigonish (Nuova Scozia) nel 2002. In agosto aveva negoziato un accordo da 13 milioni di dollari come risarcimento per le vittime degli abusi sessuali commessi da preti della diocesi nel lontano 1950. Poi aveva misteriosamente rassegnato le dimissioni il 27 settembre, adducendo ragioni personali non ben specificate, giusto poco prima di essere arrestato perché trovato in possesso di materiale pornografico infantile.

    LA CHIESA SAPEVA - Durante un controllo random, mentre sbarcava da un volo internazionale, i funzionari della dogana canadese ( che hanno facoltà per legge di controllare anche eventuali contenuti digitali dei computer portatili) gli avevano trovato nel notebook immagini di bambini coinvolti in atti sessuali. A questo punto la polizia di Ottawa aveva spiccato un mandato di cattura, ma gli aveva lasciato comunque il tempo di rassegnare le dimissioni, prima di arrestarlo il 15 settembre scorso per poi rilasciarlo su cauzione di 9000 dollari fino alla comparizione in tribunale, prevista per il 4 novembre prossimo. Ma il punto non è questo. La Chiesa sapeva da oltre 20 anni che il vescovo Raymond Lahey, era in possesso di materiale pornografico infantile. Lo ha sostenuto un sacerdote, Kevin Molloy, dicendosi scioccato del fatto che Lahey sia stato incriminato in questi giorni per possesso di immagini pedo-pornografiche, dal momento egli stesso lo aveva messo in guardia contro questo crimine già negli anni ottanta. “Se l’ho avvertito vent’anni fa di non farlo – ha dichiarato il sacerdote – perchè non ha fatto nulla in proposito? È spaventoso”.

    RECIDIVO - Secondo la stampa locale, all’epoca, anche l’arcivescovo di St. John’s, Martin Currie, era al corrente che un vescovo fosse in possesso di materiale pornografico con minori. Nel corso di un’inchiesta nell’89 per un caso di abuso in un orfanotrofio in Terranova ribattezzato «la casa degli orrori», Shane Earle, un ex-ospite dell’istituto testimoniò che quando era adolescente nel 1985, aveva visto nella casa di Lahey qualcosa che lo aveva disturbato e ne aveva parlato direttamente con Molloy. Questi si era rivolto direttamente al vescovo : “lo chiamai e gli raccontai che Shane Earle era venuto a confidarsi con me. Lahey era seriamente preoccupato per questa notizia e mi chiese di non parlarne con nessuno e di tenere contatti solo con lui. Non ho mai saputo più nulla da quel giorno”. Shane Earle era stato sessualmente abusato da bambino nell’ orfanotrofio di Mount Cashel a St. John’s.

    I RISARCIMENTI – Quell’ istituto che era stato aperto nel 1875 per aiutare bambini che non avevano niente e nessuno al mondo, chiuse i battenti nel 1990. Nel 2003, 81 vittime degli abusi sessuali da parte dei Fratelli Cristiani che lo amministravano, furono risarcite con 16 milioni di dollari. Fra questi, Shane Earle che all’ epoca aveva testimoniato agli inquirenti di aver visto fotografie di bambini coinvolti in atti sessuali in casa di Lahey, ma nel 1980 il possesso di quel materiale non era reato in Canada. Lo è diventato solo a partire dal 1993. Dopo il pagamento della cauzione non si sa dove sia attualmente Lahey, i media locali affermano che risiederà in attesa del processo, in un monastero nella zona di Ottawa. Una domanda è stata anche presentata al tribunale di Ottawa per cambiare tre condizioni della sua cauzione, tra cui il soggiorno obbligato e il dipartimento di polizia cui fare riferimento.E’ anche previsto l’obbligo di consegnare il passaporto, di non poter usare internet e di stare lontano dalle zone abitualmente frequentate dai bambini. Tuttavia, il sacerdote capo del monastero di Nostra Signora del Calvario, in Rogersville, dove dovrebbe soggiornare il vescovo, ha dichiarato di non averlo mai visto in questi giorni e il suo avvocato Michael Edelson si è rifiutato di dire dove si trovi attualmente. Intanto l’arcivescovo di Halifax ha affermato che la diocesi di Antigonish non pagherà le spese legali dell’ ex vescovo. In una dichiarazione rilasciata lunedi, Anthony Mancini, che sovrintende la diocesi ha detto che Lahey non ha chiesto alcun aiuto finanziario. “Se questa richiesta venisse fatta, sarebbe declinata dalla diocesi”. Marilyn Sweet, portavoce di Halifax, ha detto che la decisione è stata presa dopo che i funzionari della chiesa si erano incontrati con gli avvocati della diocesi. E pensare che Lahey aveva chiesto scusa, a nome della Chiesa cattolica, alle vittime degli abusi e ai loro familiari. “Spero di non trovarmi mai più di fronte a questi comportamenti riprovevoli”. Evidentemente doveva aver dimenticato i suoi.



    Il vescovo pedofilo e la Chiesa ignorante : Giornalettismo

  5. #215
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    Predefinito Rif: Pedofilia nel Clero

    Sgarbi: «Sono stato molestato a 12 anni da un prete in un collegio»


    ROMA (12 ottobre) - «Io a 12 anni in collegio sono stato molestato, chiamato in una stanza da un prete, non dirò di quale convento e di quale collegio, e mi ricordo perfettamente della sensazione di violenza del suo atto»: lo ha detto Vittorio Sgarbi, ieri nella prima parte di "Domenica cinque", durante il dibattito su stupri e certezza della pena.

    «Ne ho preso coscienza - ha continuato il critico d'arte -, l'ho elaborato nell'arco di non molto tempo, e non sarei disponibile a pensare che quel pedofilo di prete debba passare la sua vita in galera. Ho avuto un sentimento di pietà nella mia coscienza di adolescente. Io ho provato repulsione e pietà».

    Sgarbi: «Sono stato molestato a 12 anni da un prete in un collegio» - Il Messaggero

  6. #216
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    Predefinito Rif: Pedofilia nel Clero

    Suor Soledad. Altre 2 suore a giudizio per favoreggiamento

    pedofilia a vallo della lucania | PEDOFILIA: blog L'Inferno degli Angeli

    ABUSI A VALLO DELLA LUCANIA.
    I GIUDICI CREDONO ALLE “DRAMMATICHE TESTIMONIANZE” DEI BAMBINI.

    Rinviati a Giudizio, nella seconda tranche del processo, altri quattro imputati. Trattasi di: Aniello Labruna, muratore, abitante vicino all’asilo, perché “in concorso con Suor Soledad (la principale imputata) compiva atti sessuali con minorenni, Antonio Rinaldi, fotografo, per il reato di “”pornografia minorile”, Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola, due suore, consorelle di Suor Soledad, per reati di favoreggiamento.

    Prima udienza, segnatevelo bene, il 21 gennaio prossimo.
    Vi ricordo che il Gip aveva chiesto l’imputazione coatta perché “le dichiarazioni dei minori non erano frutto di una suggestione individuale o collettiva indotta loro dai genitori o dall’ambiente esterno”. Inoltre sempre per il Gip la stanza nella casa del muratore avrebbe ospitato incontri tra la suora e il muratore, in presenza dei bambini”.

  7. #217
    repubblicano perciò di Sx
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    Predefinito Rif: Pedofilia nel Clero

    Citazione Originariamente Scritto da ConteMax Visualizza Messaggio
    Suor Soledad. Altre 2 suore a giudizio per favoreggiamento

    pedofilia a vallo della lucania | PEDOFILIA: blog L'Inferno degli Angeli

    ABUSI A VALLO DELLA LUCANIA.
    I GIUDICI CREDONO ALLE “DRAMMATICHE TESTIMONIANZE” DEI BAMBINI.

    ”. Inoltre sempre per il Gip la stanza nella casa del muratore avrebbe ospitato incontri tra la suora e il muratore, in presenza dei bambini”.


    ma quella suora non sapeva che i muratori .....sono tutti scomunicati?


    .
    Ultima modifica di edera rossa; 16-10-09 alle 18:28
    "E' decretato che ogni uomo il quale s'accosta alla setta dei moderati debba smarrire a un tratto senso morale e dignità di coscienza?" G. Mazzini

    http://www.novefebbraio.it/

  8. #218
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    Predefinito Rif: Pedofilia nel Clero

    Violenza all’asilo di Vallo della Lucania: Al via il processo a suor Soledad Wildgreta, il blog

    Processo alla suora. Vallo torna a dividersi
    Violenze all’asilo: cinque imputati in due filoni di indagine

    Saranno processati anche il fotografo, il muratore e due suore per violenza sessuale in danno di minori. La prima udienza è prevista per il 21 gennaio prossimo. Ieri pomeriggio il rinvio a giudizio del gip per il muratore Aniello Labruna, il fotografo Antonio Rinaldi e due consorelle di suor Soledad. Il gip aveva rigettato la richiesta di archiviazione proposta dalla procura per il secondo filone di indagine sui presunti abusi sessuali nell’asilo (l’opposizione era stata presentata dalle parti civili Marchetti, Sansone, Oricchio e Del Gaudio). A giudizio vanno Aniello Labruna, il muratore che abita a confine con l’istituto religioso dove aveva sede l’asilo perchè «in concorso con Maria Soledad Bazan, (la suora) compiva atti sessuali con minorenni», cioè i bimbi dell’asilo, e nei confronti di Antonio Rinaldi per il reato di pornografia minorile. A giudizio anche Agnese Cafasso e Giuseppina De Paola, due consorelle di suor Soledad, per il reato di favoreggiamento (avrebbero tentato di deviare le indagini in corso a carico della suora). Il secondo filone delle indagini era scaturito sempre dal racconto dei bambini sulla «casa» poco distante dall’asilo dove la suora avrebbe condotto i bambini. La presunta casa dei mostri fu oggetto anche di un sopralluogo dei Ris, è la casa del muratore ora finito sotto processo. Il gip chiese le imputazioni coatte perchè «le dichiarazioni dei minori non erano frutto di una suggestione individuale o collettiva indotta loro dai genitori o dall’ambiente esterno». Per il gip, la stanza nella casa del muratore avrebbe ospitato incontri tra la suora e il muratore, in presenza dei bambini che hanno perfino raccontato particolari, ed anche la registrazione filmata delle violenze sui bambini stessi che sarebbero contenute in quattro cd «rinvenuti nella stanza del figlio dell’imputato recanti la dicitura ”amplesso” e quella ancor più inquietante ”abusi”».

    DALL’INVIATO ANTONIO MANZO

    Vallo della Lucania. Di tutto, di più: presunte violenze sessuali su ventisette bambini dell’asilo, foto e filmati delle violenze, drammatiche testimonianze dei bimbi, una presunta casa degli orrori dove una suora avrebbe fatto l’amore insieme ad un muratore e in presenza dei bambini. C’è tutto questo nel processo a suor Soledad, che inizia in mattinata e che nel pomeriggio si irrobustirà con il rinvio a giudizio di altri quattro imputati. Ci sarà ancora di più nel processo che farà contare, dal ventuno gennaio prossimo, cinque quattro imputati per le presunte violenze nell’asilo Paolo VI. Una sola imputata, la suora, in mattinata, altri quattro imputati che arrivano nel pomeriggio dal secondo filone dell’indagine che spacca Vallo della Lucania, la fa a fette tra innocentisti e colpevolisti. Suor Soledad, accusata di aver violentato ventisette bambini dell’asilo Paolo VI, non sarà sola sul banco degli imputati. Il meccanismo procedurale porterà ad unificare i due filoni di indagine in un solo processo. Insieme alla suora ora sono imputati anche il muratore che avrebbe avuto rapporti sessuali con lei in presenza dei bambini, e nella presunta casa dei mostri proprio come la chiamavano i bimbi, un giovane fotografo che avrebbe ripreso e fotografato atti sessuali e due consorelle della suore che avrebbero testimoniato per deviare le indaginie portare la consorella peruviana fuori dal fuoco delle accuse. La drammatica svolta del processo a suor Soledad è del tardo pomeriggio. La cronaca della giornata inizia poco dopo le dieci quando il presidente Tringali, con i giudici Bove e Di Filippo, «chiama» il processo a porte chiuse. L’imputata non c’è. Le presunte vittime, sì. La suora, arrestata prima e poi rinviata a giudizio con l’accusa di aver violentato ventisette bambini ha preferito rimanere a Roma. I genitori dei bambini che hanno denunciato le violenze sono qui, al secondo piano del palazzo di giustizia. La suora non c’è. Ma ci sono, naturalmente i suoi avvocati, Gullotta e Cannavacciuolo. Le presunte vittime sì, anche loro con gli avvocati, un lungo elenco. Al bar centrale del paese continuano a sparare contro «l’isteria delle mammine» pronte a raccontare le fantasie dei bambini e scaricarle contro la «povera» suora. Pronte, quelle mammine a creare un «contagio», con un virus peggio della febbre suina, Racconti dei bimbi proprio su quella «suora con la faccia color cocciolato», come ce l’ha suor Soledad. «Ci hanno fatto le foto in una casa, c’era anche la suora che sembrava un pò uomo e un pò donna» disse uno dei bambini nel corso dell’udienza dell’incidente probatorio che «cristallizzò» l’accusa contro la religiosa. A Vallo si oscilla in piazza tra giustizialismi preconcetti ma anche ipocrisie ad oltranza, una realtà della provincia italiana improvvisamente schiaffeggiata da una storia di ordinaria violenza sui minori. In piazza, ieri sera, la notizia del rinvio a giudizio del fotografo, figlio di un noto artigiano del paese ben voluto e stimato, è stata come l’ennesima raffica di vento gelido che non riesce, però, ancora a spazzare via gli ultimi «giapponesi» rimasti a fare la guerra per difendere il cosiddetto onore del paese. E per i quali non sono altro che fantasie quei verbali relativi all’audizione di ventisette bambini, tutti di 3,4 e 5 anni, con le drammatiche testimonianze. «Suor Soledad ci portava al bagno dove ci faceva giocare al lupo. Una volta mi ha anche fatto male il mio ditino. Il gioco del lupo non mi piaceva perché era brutto. Non voglio raccontare cosa mi faceva. Se suor Soledad torna a scuola io non ci voglio più andare.» La seconda: «Suor Soledad è cattiva e dà botte ai bambini. Li picchia sul… Ci accompagna in bagno e mi tocca…con il dito (la bambina, scrivono i consulenti nel verbale, fa segno con la mano destra passandosi la mano sulle parti intime). Poi ci fa giocare al lupo mangia frutta che ci mangia.» La terza: «Vado all’asilo. La mia suora si chiama Agnese. Poi c’è anche suor Soledad che è molto cattiva. Lei mi faceva fare un gioco molto brutto perchè mi toccava e mi faceva il solletichino (la bambina fa il segno con la mano sinistra passandosela sulle parti intime). Suor Soledad ci faceva fare anche il gioco del lupo e mi diceva che doveva essere un segreto.». La quarta: «Vado all’asilo da suor Agnese. Poi c’è anche suor Soledad che mi accompagna in bagno per fare la pipì. Lei quando andiamo al bagno mi fa male… Infila il dito». «Sono suggestionabili i bambini testimoni a quell’età» continua a ripetere il professor Gullotta. Ma per i genitori il processo è solo l’inizio della scoperta di altre verità sconvolgenti.

    il mattino 16 ottobre

  9. #219
    senza dio, senza patria
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    Predefinito Rif: Pedofilia nel Clero

    Virgilio Ricerca. Risultato di Ricerca News per prete


    Prete pedofilo Minacce a pm e parti civili: aperta l’inchiesta

    Inchiesta in merito alle minacce ricevute nei giorni scorsi dal pm Francesco Scavo, dall’associazione «La Caramella Buona», dal componente della direzione dei Radicali Italiani Mario Staderini, nonché verso gli accusatori di don Ruggero C., sacerdote sotto processo perché accusato di aver abusato di alcuni giovani parrocchiani della chiesa della Natività di Santa Maria Santissima in via di Selva Candida. In particolare il pm Scavo è il titolare del procedimento in questione, mentre sia l’associazione che Staderini, sono costituiti parte civile nel processo. Il procedimento è stato aperto dal pm Giancarlo Amato e sarà trasferito alla procura di Perugia per competenza. Spetta infatti alla magistratura perugina svolgere indagini che coinvolgono in qualsiasi veste magistrati della capitale. Intanto, stando a quanto si è appreso, la prossima udienza del processo nei confronti del sacerdote, prevista per il 27 ottobre, potrebbe svolgersi a porte chiuse. Ciò anche in relazione a queste minacce e considerato che in quell’occasione è prevista l’audizione di tre ragazzi, persone offese nel procedimento.

  10. #220
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    Predefinito Rif: Pedofilia nel Clero

    Foto pedopornografiche in canonica<br />finisce nei guai parroco della Granda - Local | L'espresso

    Operazione della polizia postale sulla rete: in manette tre insospettabili, tra loro anche uno psicologo

    Foto pedopornografiche in canonica
    finisce nei guai parroco della Granda



    Federica Cravero

    Il sacerdote ha tentato di impedire agli agenti di entrare e ne ha ferito uno chiudendo la porta



    Anche un sacerdote del Cuneese è rimasto impigliato nella rete della maxioperazione contro la pedopornografia online coordinata dalla polizia postale del compartimento Piemonte e Valle d´Aosta e dalla procura di Torino, che in tutta Italia ha portato a 23 denunce e tre arresti: uno psicologo milanese che lavorava nelle scuole e che insegnava educazione fisica per conto di un´associazione di genitori e due studenti di medicina di Roma, uno dei quali già tirocinante in ospedale. Tra gli indagati alcuni avevano precedenti per gli stessi reati e uno, in particolare, era stato arrestato in Sri Lanka per turismo sessuale.
    Due le perquisizioni in Piemonte. Nei giorni scorsi i poliziotti hanno fatto irruzione in una parrocchia della Granda: il prete ha tentato di impedire l´ingresso degli agenti, chiudendo la porta della canonica, ma un poliziotto è riuscito a infilare il piede, rimanendo ferito, e ad aprire un varco. Nella casa parrocchiale la squadra informatica della polizia postale ha trovato il computer in cui il sacerdote, che è stato denunciato a piede libero, conservava foto e filmati, che scaricava e scambiava su Internet.
    Quella appena conclusa è la seconda tranche di un´inchiesta, iniziata tre anni fa dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dal sostituto procuratore Stefano Demontis, che già nel 2008 aveva portato a una sessantina di perquisizioni in tutta la penisola. Tutto era iniziato, ha spiegato il procuratore capo Giancarlo Caselli, quando la polizia tedesca si era infiltrata in un sito web in cui i pedofili si scambiavano video e fotografie che ritraevano bambini e bambine anche piccolissimi in atteggiamenti osceni e scene di abusi e violenze. Un sito piuttosto esclusivo, se così si può dire, per accedere al quale occorreva dimostrare, come biglietto da visita, di avere nel proprio hard disk un vasto materiale da scambiare. Meglio se inedito nel mondo della pedofilia online e autoprodotto, ovvero frutto di filmini casalinghi in cui spesso le vittime sono figli o amici di famiglia. E c´era anche un agghiacciante forum di discussione, in cui gli utenti chattavano in inglese tra di loro commentando la qualità delle immagini e stilando una sorta di classifica delle perversioni. «È inquietante che le persone che hanno questo genere di "interesse" spesso abbiano a che fare anche per lavoro con minorenni», spiega Pietro Forno.
    In sette giorni di attività di investigatori tedeschi avevano individuato un milione di indirizzi ip, fornendo alle autorità italiane quelli rintracciabili nel nostro territorio. L´inchiesta era stata affidata alla polizia postale di corso Tazzoli, che ha scremato tra quella moltitudine di persone chi aveva fatto un accesso casuale al sito e chi invece era un utilizzatore abituale di quel materiale, affidando poi alle diverse procure le deleghe per le perquisizioni nelle altre città.
    (22 ottobre 2009)

 

 
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