Uolter ... il buon Uolter ..... sapeva bene come sarebbe finita la "sceneggiata" messa su dai quattro moschettieri scafessi : Bersani, Fini, Casini e Di Pietro ...ed ora che tutto è finito ... come doveva finire , ne chiede pegno .hefico:
Il 23 dicembre processo a Bersani. Veltroni è pronto a riprendersi il Pd
La direzione del Partito Democratico è stata convocata per giovedì 23 dicembre. Uno scarno comunicato poco dopo le 16 del day-after la sconfitta della sfiducia al governo riassume tutta la tensione che sta attraversando la principale forza di opposizione. Walter Veltroni contestarà al segretario la strategia delle ultime settimane. Una strategia che si è appiattita troppo sull'Udc e soprattutto su Gianfranco Fini. In sostanza Pierluigi Bersani era convinto di poter dare la spallata a Silvio Berlusconi affidandosi al leader di Futuro e Libertà. Una catastrofe. Certificata dai numeri di Montecitorio
Mercoledí 15.12.2010 16:44
La direzione del Partito Democratico è stata convocata per giovedì 23 dicembre. Uno scarno comunicato poco dopo le 16 del day-after la sconfitta della sfiducia al governo riassume tutta la tensione che sta attraversando la principale forza di opposizione. Walter Veltroni contestarà al segretario la strategia delle ultime settimane. Una strategia che si è appiattita troppo sull'Udc e soprattutto su Gianfranco Fini. In sostanza Pierluigi Bersani era convinto di poter dare la spallata a Silvio Berlusconi affidandosi al leader di Futuro e Libertà. Una catastrofe. Certificata dai numeri di Montecitorio.
Addirittura Rosy Bindi si era spinta a ipotizzare un'alleanza con i finiani alle elezioni (imminenti?). Una strada che ha portato il Pd all'isolamento, con Pierferdinando Casini sempre più vicino al premier e al Pdl e Nichi Vendola che gli ruba consensi un giorno sì e l'altro pure. Insomma, quella dell'anti-vigilia di Natale sarà una direzione infuocata, anche perché Bersani e la maggioranza del Pd (ex?) sono pronti a contestare a Veltroni la scelta di candidare Massimo Calearo, deputato che ha 'tradito' la sinistra e ha contribuito a salvare il Cavaliere.
PD, D'ALEMA: "MENTECATTO" CHI CRITICA BERSANI, SCOPPIA LA POLEMICA
Nel day-after del Pd, non regge la tregua chiesta a tutto il gruppo dirigente dal segretario Bersani nel corso della riunione del "caminetto" che si e' tenuta ieri sera. A muovere le acque, gia' agitate dalle critiche fatte ieri da alcuni deputati firmatari, a loro tempo, del documento di Walter Veltroni, e di altri legati all'esperienza prodiana, un'intervista concessa da Massimo D'alema a Repubblica, in cui il presidente del Copasir, con un tono tranchant, bolla come "cretini" quanti pongono il problema del cambio della linea politica seguita fin qui dal segretario. Secondo D'Alema (che non ha risparmiato giudizi sprezzanti su Idv) "la prospettiva di un'alleanza con Fini e Casini resta in piedi, il voto a Montecitorio non la esclude. Il Pd - aggiunge D'Alema non e' in un angolo. E non e' vero che ora dovremo lavorare in una cornice di alleanze che va da Vendola a Di Pietro e basta. Le altre porte restano aperte per noi'. Concetti che non mancano di suscitare una rapida irritazione nelle componenti critiche del partito. Il prodiano Barbi replica direttamente a D'Alema con una nota, e assieme ad altri chiede una smentita sui termini usati: "A dare retta a 'Repubblica' di oggi - dice - Massimo D'Alema avrebbe definito 'cretini' e 'mentecatti' coloro che nel Pd non condividono la linea del partito e chiedono un cambiamento di rotta. Mi ero proposto di non commentare a caldo il risultato della mozione di sfiducia, ma la provocazione di D'Alema ha scosso il mio proposito e mi induce a iscrivermi orgogliosamente alla lista di coloro che non sono d'accordo con lui. Spiace che D'Alema usi termini cosi' poco rispettosi per designare posizioni politiche diverse dalla sua. E spiace anche che faccia una caricatura di posizioni che nel Pd esistono, ancorche' ignorate o dette sottovoce. Se essere bipolaristi e maggioritari e presidenzialisti - conclude Barbi - significa essere 'cretini' e 'mentecatti', beh lo confesso: io lo sono".
Sulla stessa lunghezza d'onda e' la deputata Sandra Zampa: "Non penso - dice - sia utile dare del cretino a chi, nel Partito democratico, si interroga sullo stato delle cose dopo la giornata vissuta ieri in aula (e alla quale faceva da sfondo uno scenario drammatico nelle strade di Roma e di altre citta' italiane) e immagino che D'Alema chiarira' che l'aggettivazione riportata da un quotidiano non corrisponde al suo pensiero. Occorre il coraggio - ha proseguito - di comprendere quali errori sono stati fatti e se la strada che abbiamo imboccato e' quella giusta per chiudere in modo vincente la stagione berlusconiana. Non credo che dandosi del cretino si vada piu' lontano del punto al quale siamo arrivati oggi". E Arturo Parisi, interpellato sulle parole di D'Alema, ribadisce le sue crtiche alla linea, e manifesta insofferenza per la martrice politica inattuale che, a suo avviso, la ha generata: "D'Alema - afferma Parisi - dal suo punto di vista, fa bene a intestare al partito una linea che e' personale. Il problema e' che la linea che sta adottando il partito e' inconciliabile con la democrazia competitiva nella quale l'Italia e' immersa. Si continuano a professare formule che sanno molto di 'solidarieta' nazionale', retaggi di un'impostazione ormai inadeguata al quadro odierno. E' innegabile che anche Bersani risenta di questo, per la formazione e la storia politica che ha avuto. Il 'caminetto' va bene, ma come si vede ne usciamo tutti ufficialmente d'accordo, salvo poi scoprire ben presto che le cose non stanno cosi'. Per quello che mi riguarda - conclude - continuero' a manifestare il mio dissenso a questa linea, cercando di portarla all'unico dibattito per ora possibile, e cioe' quello di fronte della pubblica opinione".
Sul versante dei firmatari del documento veltroniano, dopo Simonetta Rubinato, oggi si fa vivo Gero Grassi che sottolinea la necessita' di una "profonda riflessione" all'interno del partito per comprendere quale strategia puo' facilitare il percorso di recupero della fiducia da parte degli italiani. "La fiducia - sostiene Grassi - non si ottiene presentando gli eventuali 'compagni' di strada. La fiducia si ottiene illustrando un progetto credibile, capace di dare speranza ai cittadini". Anche Beppe Fioroni, che nei giorni scorsi ha dato vita a una fondazione che raccoglie gli esponenti del Pd di provenienza democristiana, manifesta la propria irritazione per l'esternazione d'alemiana: "Io e altri abbiamo una storia politica nella quale ha sempre prevalso il contatto col territorio, col paese reale, e nella quale non ha mai prevalso la chiusura nel Palazzo. Se e' vero che solo i cretini non cambiano idea, io posso dire di non essere mai stato un cretino, e spero che non lo siano nemmeno altri, anche perche' in alcuni casi la linea si giudica dai risultati".
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