Con il termine globalizzazione si indica il forte aumento a partire dalla fine del Novecento delle interazioni politiche, economiche, sociali, tecnologiche tra gli Stati della Terra. Il fenomeno della globalizzazione è un processo inevitabile dovuto allo sviluppo sociale, tecnico e tecnologico umano, non ha senso cercare di impedirlo ma piuttosto si può scegliere solamente come gestirlo.
A tale scopo è necessario una riforma che trasformi l'ONU in un vero Stato mondiale federale. Ogni Stato federato deve rimanere autonomo e sovrano in modo largamente sostanziale, il compito dello Stato mondiale federale deve limitarsi a quello di essere un'istituzione che rappresenti la comunità umana e che si occupi di pochi e chiari obiettivi di macropolitica comune. L'umanità è una comunità composta da popoli diversi ma ciò che li unisce è molto maggiore di ciò che li divide.
Innanzitutto la federazione mondiale avrà il compito di proteggere gli Stati dai possibili danni di una globalizzazione selvaggia e sregolata, di stabilire delle regole eque di scambio commerciale e di concorrenza tra Stati che non creino zone di alta ricchezza e zone di povertà estrema. Non può esserci pace senza un minimo di giustizia e benessere in tutto il mondo. Altri due obiettivi di macropolitica mondiale comune sono la salvaguardia ambientale globale e la sicurezza globale, un osservatorio per tenere sotto controllo situazioni o Stati potenzialmente pericolosi per l'intero pianeta, considerando l'accentuata potenza che deriva dall'attuale livello tecnologico. Altri due importanti obiettivi dello Stato mondiale federale sono la moneta unica mondiale e la lingua unica mondiale. Altre competenze e poteri dello Stato mondiale federale dovranno essere definiti precisamente solo attraverso il consenso popolare: è il popolo che stabilisce se aumentare o diminuire tali compentenze.
All'anno 2010 nel mondo esistono circa 240 valute diverse. La moneta unica mondiale è una necessità: è indispensabile in un mondo sempre più globalizzato per l'interazione economica. A chiedere la moneta unica mondiale ci sono cittadini e rilevanti esponenti del panorama politico, le banche e le più importanti istituzioni finanziarie del mondo per evitare i deprezzamenti pilotati della moneta da parte di alcuni Stati – una delle più comuni forme di protezionismo per spingere sulle esportazioni. L'esistenza di numerose valute è un fattore di crisi per le economie. I lavori vanno avanti da molti anni: un prototipo di moneta è stato presentato ai partecipanti del G8 nel 2009 a l’Aquila (Italia).
L'uso di una lingua unica planetaria renderebbe immediata la possibilità di comunicare tra esseri umani di qualunque zona del pianeta. La lingua unica mondiale rimuove l’ostacolo alla perfetta libera circolazione e condivisione della ricchezza culturale, storica, morale, politica ed economica del pianeta. La lingua non è cultura ma uno strumento per comunicare cultura. All'anno 2010 sul pianeta Terra si parlano migliaia di lingue diverse. Non importa se la scelta avverrà attraverso una commissione di esperti linguisti o una consultazione popolare o entrambe: quello che importa è l’adozione di un linguaggio unico che produrrà immensi vantaggi rispetto all’irrilevante disagio della breve transizione linguistica. Inizialmente la lingua unica mondiale sarà insegnata nelle scuole assieme alla lingua locale. Questa fase è già in svolgimento da anni con l'adozione di fatto della lingua inglese come seconda lingua in molti Stati. Una soluzione ottima considerando la facilità, l'efficacia della sintassi e che l'inglese costituisce oramai il modo di comunicare più diffuso nel mondo. In questa scelta sarebbe sciocco anteporre questioni di localismo rispetto al grande vantaggio di un linguaggio comune. Con la lingua mondiale ogni libro pubblicato, ogni giornale, ogni trasmissione televisiva, ogni testo scritto nella rete di Internet e su altro mezzo, sarebbe immediatamente comprensibile da qualsiasi individuo del pianeta, piuttosto che essere comprensibile solamente da una sparuta minoranza della comunità umana. Nel lungo periodo sarà naturale ed ovvio effettuare un secondo passo, l'uso unico della lingua mondiale, perché determinerà evidenti vantaggi per tutti i cittadini, nella comunicazione, nel commercio, nel turismo, nella politica, nell'amministrazione pubblica ed in qualunque altro ambito. Questo secondo passo è un'auspicabile scelta che dovrà essere presa democraticamente dai cittadini. Una lingua unica mondiale è veramente indispensabile, cosi come altrettanto indispensabile è una istituzione che vigila sulla corretta conservazione e razionalizzazione della lingua. Per razionalizzare la lingua si intende l'opera di chiarimento dei termini equivoci e dei termini doppi. La vaghezza linguistica è un ostacolo alla piena comprensione tra gli uomini.
L'attuale situazione mondiale in cui vi è prevalentemente una scorretta globalizzazione economica contribuisce ad aggravare pericolosamente le ingiustizie sociali e minare la sicurezza. In un mercato globale lo sfruttamento dei lavoratori, privi di adeguate tutele sociali su orario di lavoro, retribuzione, condizioni di lavoro, costituisce un danno grave per quelle aziende che invece rispettano i diritti dei lavoratori: possiamo vedere come dagli ultimi anni del Novecento la Cina abbia approfittato di questo meccanismo per vincere la concorrenza commerciale. Pertanto i casi attuali di ingiustizia sociale non derivano dalla globalizzazione ma dalla mancanza di una corretta globalizzazione politica ed economica: dall'assenza di una legge salda che si impone a tutti. Gli Stati che non adotteranno gli standard minimi di diritti sociali dovranno essere sottoposti a sanzioni e dazi. In questo modo si può creare un circuito virtuoso che implementi il benessere delle nazioni con mezzi pacifici.