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    Arrow Un anno dalla morte di Haider


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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider

    Bossi: Haider era uno che vinceva



    "Haider? Era uno che vinceva. E quando si è capaci magari si finisce con il dare fastidio a tanta gente". Lo ha detto il segretario federale della Lega Nord, Umberto Bossi, commentatndo la prematura scomparsa del leader politico austriaco avvenuta ieri notte in un incidente automobilistico.

    Lega Nord Padania per l'Indipendenza della Padania


    carlomartello

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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider

    Addio a Joerg Haider, un vero europeo, un amico della Padania


    "Un grande europeo, uno strenuo difensore dell’Europa dei popoli dalle mire centraliste di Bruxelles. Un grande risvegliatore di popoli, come Bossi, un sincero amico della Padania, ingiustamente calunniato dai servi sciocchi del politicamente corretto e dell’antirazzismo ipocrita". Così il capodelegazione della Lega Nord al Parlamento Ue, Mario Borghezio, ha voluto ricordare Joerg Haider, morto questa notte in un tragico incidente d'auto.

    "Ci dispiace e ci rattrista la scomparsa di un protagonista della politica europea. Attaccato da molti, soprattutto dai media, era invece amato e stimato dalla sua gente, in Carinzia e non solo". Federico Bricolo, capogruppo della Lega al Senato, ricorda così la figura del politico Carinziano. "Ha dimostrato -ha aggiunto - che quando si è convinti delle proprie idee e in nome di esse si porta avanti una battaglia con coraggio senza indietreggiare di fronte agli attacchi di tutti, alla fine si è premiati dal popolo e dal territorio e si ottiene successo".

    Commozione anche fra i Giovani Padani: "Piangiamo la perdita di un amico. Joerg Haider era un patriota europeo, sempre al fianco delle nazioni che lottano per la propria sovranità. L’Europa delle massonerie si era scatenata contro di lui, ma il popolo della Carinzia e dell’Austria non aveva mai perso la stima verso Haider". Lo ha detto Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e coordinatore federale del Movimento Giovani Padani, che aggiunge: "Anni fa a Vienna una delegazione dei giovani padani ha incontrato i ragazzi dell’Fpo, il suo vecchio partito, e in quell'occasione ho avuto modo di poter parlare con lui. Oggi possiamo dire che la battaglia per difendere l'identità europea ha perso uno dei principali protagonisti".

    Per l'eurodeputato padano, Francesco Enrico Speroni, la scomparsa del Governatore della Carinzia, "E' una grande perdita perchè Haider viene a mancare subito dopo le elezioni quando si va verso la fondazione di un buovo governo in Austria”.

    Per il senatore leghista Giovanni Torri: "E' venuto a mancare un amico del popolo della Padania, un illuminato politico che ha saputo dare un senso alla identita' dei popoli. Non per nulla - ha spiegato Torri - alle ultime elezioni e' stato ancora una volta premiato, dopo un periodo di assestamento della politica austriaca interna e internazionale. Haider, non dimentichiamolo, ha sempre avuto parole di apprezzamento e vicinanza al nostro movimento e noi gliene saremo sempre grati. L'Europa, i liberi popoli, perdono un grande amico''.

    Il senatore Piergiorgio Stiffoni, ricorda invece che "La Lega Nord, il Veneto, hanno avuto modo di conoscere bene l'Haider politico, l'amico dei popoli, colui che ha saputo dare la giusta direzione ai suoi concittadini con la propria cultura, le proprie tradizioni i propri valori. Sara' una perdita per la politica di tutta Europa''.

    “Sono dispiaciuto e rattristito per la scomparsa di un politico europeo di grande spessore che, nel bene o nel male, si è comunque sempre battuto per il bene del suo popolo”, ha dichiarato il deputato milanese Claudio D'Amico, mentre il senatore friuliano Mario Pittoni, ha ricordato che si trattava di: "Un vero leader capace anche di scelte" politicamente rischiose.

    Lega Nord Padania per l'Indipendenza della Padania


    carlomartello
    Ultima modifica di carlomartello; 11-10-09 alle 12:19

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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider


    Chi era davvero Jörg Haider




    L'avanzata della destra in Austria, a leggere i giornali italiani, fa temere il peggio. In realtà il governatore della Carinzia, già alleato di democristiani e socialisti, è un accorto amministratore che unisce modernità e valori tradizionali.


    Quando la destra avanza a valanga fa paura. Retaggi del passato, cattiva informazione, incapacità di comprendere i mutamenti delle società sempre più globali e sempre meno tranquille. Leggendo molti quotidiani italiani di ieri, ad andare in Austria di questi tempi ci sarebbe da aver paura. Crollano i partiti “buoni”, socialisti e democristiani; cresce la destra, votata oramai da un austriaco su tre. Soprattutto dai giovani, moltissimo dalle donne. E se la destra nell’Europa continentale lascia sempre un certo timore, quando parla tedesco può diventare addirittura “un incubo”.

    E per dare allo spettro della destra pericolosa un volto, cosa c’è di meglio che utilizzare quello noto di Jörg Haider, l’unico politico europeo democraticamente eletto contro cui l’Unione nell’ormai lontano 2000 decise di imporre sanzioni che si rivelarono una assurda ed inconcepibile macchinazione in stile totalitario. Che però lasciarono in eredità all’Austria e al mondo l’icona dell’uomo nero mitteleuropeo una costruzione politico-mediatica utile a molti partiti socialisti europei, in quegli anni al potere in mezza Europa (e alla Commissione europea) per impedire a vari e non comparabili movimenti di destra di andare al governo in vari paesi d’Europa. Un progetto che partiva dall’Austria ma che serviva in buona parte per correre in soccorso dei socialisti francesi e del centro sinistra italiano arginando le rispettive destre: Le Pen in Francia, Berlusconi, Bossi e Fini in Italia. Un piano folle, che oggi nessuno avrebbe il coraggio di riproporre e che, in piccola parte, è stata una delle cause del declino nella fiducia nelle istituzioni europee in molti paesi dell’Unione.

    Nel frattempo Jörg Haider è sopravvissuto alle sanzioni e ha fatto parecchia strada. I tre saggi cui l’Unione europea affidò il compito di monitorare la democrazia in Austria dopo la vittoria di Haider del 1999 furono costretti a concludere che sulle rive del Danubio blu non esistevano partiti non democratici, che la democrazia non era in pericolo e che le sanzioni andavano rimosse. Un'incredibile retromarcia per uscire dallo stallo senza compromettere la reputazione dell'Unione Europea: Bruxelles e Vienna, per salvare la faccia, chiesero a Jörg Haider di fare un passo indietro, non entrando personalmente nel governo. Il suo partito l’FPO, poté così formare il governo a Vienna assieme ai democristiani, governando per quattro anni senza che vi fosse alcunché di preoccupante per la democrazia austriaca.

    Anzi, Haider colse l’occasione di aver portato la destra austriaca per la prima volta al governo per tentare una resa dei conti con l’ala nazionalista del suo partito con cui aveva dovuto tenere faticose mediazioni e che non era favorevole all’alleanza con i democristiani.

    na resa dei conti che lo vide perdente e lo costrinse nel 2005 ad abbandonare l’FPO ricominciando politicamente da zero, fondando un nuovo partito: il BZO, conservatore e laico, liberale in economia, attento al sociale e soprattutto all’identità territoriale. Con questo partito ha governato la Carinzia per due mandati consecutivi arrivando al 40% dei consensi ed alleandosi a più riprese e senza scandali, con il partito socialista. Nonostante le etichette è andato al governo con i democristiani a Vienna e con i socialisti in Carinzia, mentre non ha coltivato rapporti con i vari partitini e gruppuscoli di estrema destra presenti in Europa, che pure lo inseguivano confusi dal caos creato dai media internazionali che indicava Haider come il papà di tutti i nazionalisti.

    In realtà il politico austriaco è pacifista e antimilitarista, contrario a che l’Austria abbandoni la neutralità, rafforzi l’esercito ed aderisca alla NATO. Nel 2003 girava con la bandierina arcobaleno della pace al bavero per protestare contro la guerra in Iraq. E’ stato l’unico governatore carinziano che dal 1945 ad oggi è riuscito a mettere all’ordine del giorno i problemi posti dalla minoranza slovena, circa il 2% della popolazione della Carinzia, a cui neanche i governatori socialisti precedenti all’ascesa di Haider al potere in regione avevano osato dare risposte. Negli anni Settanta il governatore socialista Sima si dovette dimettere per le proteste del suo elettorato in quanto non riusciva a far applicare una legge che imponeva l’uso di cartelli stradali bilingui tedesco-sloveno.

    Nonostante la sua figura mediatica si presti come bersaglio ideale per i nazionalisti sloveni e per gli attivisti della minoranza, il governatore della Carinzia ha provato a sviluppare una politica regionale di tutela culturale e linguistica per quelli che, nel suo stile, chiama “i miei sloveni”, venendo parzialmente incontro alle richieste - in continuo aumento - della minoranza. Seppur a fatica (e contro la volontà della popolazione, memore dei tentativi del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni prima e della Jugoslavia poi di annettere la Carinzia dopo la fine delle due guerre mondiali) è riuscito a far registrare qualche passo in avanti in tale senso. Con oltre trent’anni di ritardo è stata l’unico governatore a completare l’applicazione dei cartelli bilingui previsti in una legge statale del 1976 disattesa fino al 2006.

    A livello internazionale ha sviluppato qualche rapporto politico di un certo spessore in Italia con la Lega e Forza Italia, ma anche con la sinistra quando Illy governava il Friuli-Venezia Giulia. Più che al colore politico di tali relazioni ha dato molta importanza, pragmaticamente, alla collaborazione transfrontaliera in un ottica di Euroregione. Ha sviluppato buoni rapporti con la Croazia e in particolare con i regionalisti istriani della Dieta, un partito di area social-democratica.

    Alle ultime elezioni, nonostante lo scontro interno alla destra austriaca e l’ascesa della vecchia FPO alla sua destra, il BZO ha triplicato i suoi consensi, sfondando al centro tra gli elettorati di popolari e socialisti raggiungendo l’11%. Una parte dei media austriaci, tutti storicamente contrari ad Haider, da qualche tempo ha moderato i toni verso di lui riconoscendogli esperienza e maturità politica. E’ un peccato che i media italiani commentando le elezioni austriache non abbiano colto queste evoluzioni.

    Si poteva fare uno sforzo in più, come qualche anno fa fece il bravo giornalista di Liberazione Fabio Giovannini che, in un libro del 2000 sul leader della destra austriaca, sostenne che Haider non è un nostalgico del passato e del nazismo, bensì il primo di una nuova schiera di politici di destra post-ideologica, capace di unire posizioni liberal–conservatrici con una destra moderna, abile con i media, proiettata nel futuro, interclassista e con una spiccata vocazione sociale. Bastava rileggere le interviste di Simon Wiesenthal del ’97, il famoso ebreo di origine austriaca cacciatore di nazisti, che già allora suggeriva ai media internazionali di non demonizzare la figura di Haider in quanto non è né un neo-nazista né si è mai abbandonato ad espressioni anti-semite o anti-israeliane.

    Domenica scorsa Haider ha vinto per questo: non ha guardato al passato ma ha saputo conciliare liberismo e tutela della famiglia; identità, tradizione e modernità. Scrivere oggi articoli su Haider da Vienna o da Berlino – come hanno fatto molti quotidiani italiani - è un po come fare un reportage sulla Lega da Palermo o da Madrid. E soprattutto continuare ad etichettare il nuovo movimento di Haider come destra radicale è un’operazione politicamente scorretta e scientificamente inesatta. Gli studiosi più attenti già un decennio fa avevano dovuto inventare nuove categorie politiche per tentare di spiegare l’ascesa di nuovi fenomeni politici e sociali per i quali le vecchie etichette non bastavano più.

    La più interessante di esse è indubbiamente quella di “populismo alpino” una categoria che accomunerebbe il movimento di Haider con i cristiano-sociali bavaresi di Stoiber, la Lega Nord italiana e l’Unione Democratica di Centro dello Svizzero Christoph Blocher. Teoria affascinante ma piuttosto ardita. Sia come sia, il fenomeno Haider resta tuttora qualcosa di difficile definizione, spesso in mutazione e soprattutto di difficile comparabilità. Nella descrizione degli andamenti politici del BZO sarebbe allora più opportuno aderire ai fatti concreti per raccontare l’azione politica del movimento, che ha lasciato importanti e visibili tracce di governo democratico in due mandati consecutivi di Presidenza della Regione Carinzia.

    Limes - rivista italiana di geopolitica Chi è davvero Jörg Haider


    carlomartello

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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider



    INTERVISTA
    Jörg Haider contro la “dittatura dell’Unione Europea”



    Jörg Haider è il leader del piccolo partito “Alleanza per il futuro dell’Austria”, di estrema destra. In Europa il governatore della Carinzia è noto dal 2000: l’arrivo al governo del suo partito xenofobo, che allora si chiamava FPö scatenò una grave crisi: l’Unione europea isolò l’Austria a livello diplomatico. Quest’anno, con le elezioni anticipate di fine settembre, Haider spera di tornare al governo. Socialdemocratici e conservatori si preparano ad avere meno di un terzo dei voti secondo i sondaggi. Dunque i piccoli partiti, come quello di Haider, avranno il loro peso nell’orientamento politico del paese. Ma qual è l’impatto per l’Europa?

    euronews: La mia prima domanda riguarda il vostro programma elettorale. Dite di essere “contro la dittatura dell’Unione Europea”. Che cosa vuol dire?

    Jörg Haider: Durante gli ultimi anni ci sono molte cose che prima eranodi nostra competenza, come Stato, e che ora spettano invece a Brussels. E questo porta chiaramente a reazioni non proprio positive tra i cittadini. Ad esempio, secondo il trattato che riforma l’Unione eropea, materie come la giustizia e il diritto d’asilo sono di competenza di Bruxelles e questo non ci piace proprio.

    euronews : Volete un referendum sul trattato europeo?

    Jörg Haider: Vogliamo una consultazione popolare, perchè crediamo che cambiamenti radicali nei rapporti tra Bruxelles o l’Unione europea da una parte e gli stati nazionali dall’altra necessitino di una consultazione popolare.

    euronews: Lei crede in Dio?

    Jörg Haider: Certo!

    euronews: Crede davvero che Dio sarebbe contento di vedere, che nessun luogo di culto con minareti venga costruito?

    Jörg Haider: Credo non si perda nulla, vietando di costruire luoghi di culto che verrebbero poi sfruttati come spazio d’espressione per idee fondamentaliste, che con la religione hanno poco a che fare. E poi, sono contrario al fondamentalismo islamico, tanto più ora che sta prendendo sempre più piede in Europa. Il primo ministro turco ha detto “I nostri minareti sono le nostre bajonette, le nostre cupole sono i nostri elmi, le nostre moschee sono le nostre caserme e i nostri fedeli sono i nostri soldati”. Mi chiedo cosa abbia a che fare con la religione e con la pace. Credo siano principi sbagliati. Non ho bisogno dei simboli di un pensiero forte fondamentalista, islamico. Per questo ho deciso: nella mia Carinzia ci sarà una legge, che vieta i minareti.

    euronews: Tuttavia la grande maggioranza dei fedeli musulmani vogliono l’integrazione. Non è un comportamento offensivo il suo, per queste persone?

    Jörg Haider: Ci sono molte di queste persone che hanno lasciato i loro paesi proprio per sfuggire al fondamentalismo. Per questo possono trovare in Europa, in Austria, la possibilità di praticare il loro credo. Avranno qui i loro luoghi di culto, le moschee, come le chiamano loro. Ma non servono i minareti.

    euronews: La Turchia ha un posto nell’Unione Europea?

    Jörg Haider: Credo che la Turchia sia a metà tra uno stato europeo e uno asiatico, dunque bisogna trovare un cammino speciale per la Turchia. La Turchia per noi è sicuramente un partner importante per gettare dei ponti, soprattutto in materia di energia. Ciò significa che dal Caucaso, dall’Asia possono arrivare rifornimenti di gas e petrolio, in modo da renderci meno dipendenti dalla Russia.

    euronews: Quello che mi irrita, quando leggo il suo programma elettorale, la sua campagna diffamatoria nei confronti dei richiedenti asilo. Non lo capisco.

    Jörg Haider: Non è una campagna diffamatoria. Credo che un politico responsabile che si preoccupa della sicurezza dei cittadini, non fa nessuna campagna diffamatoria. Si sentono aggrediti, quelli che sono chiamati in causa direttamente. Ma un richiedente asilo che in Austria cerca protezione, deve comportarsi bene, come un ospite – e allora è solo una questione di tempo. Ma quando un ospite non sa comportarsi bene, io gli faccio tanti auguri e lo mando via! E’ semplice. Questo vale per i richiedenti asilo che sono incorsi in una pena. Devono andarsene.

    euronews: Nel 2000 la politica europea stabiliva che dal ’45 in poi non si sarebbero più tollerati partiti di estrema destra al governo dei paesi dell’Unione. Lei come definisce il suo partito?

    Jörg Haider: In nessun caso ci definirei un partito di estrema destra. Siamo piuttosto un movimento politico che dal ’48/‘49, con nomi magari diversi, siede in Parlamento e occupa una posizione di centro destra.

    euronews: Nel 2000, per mesi, nessun politico di punta in Europa voleva più stringere la mano agli esponenti del governo austriaco perchè lei faceva parte dell’esecutivo. Ora, nel 2008, cosa è cambiato: lei o l’Europa?

    Jörg Haider: L’Unione europea ha preso coscienza del fatto che le elezioni democratiche non si possono influenzare dall’esterno. Altrimenti ci sarebbero volute sanzioni contro l’Italia, dove sono al potere Berlusconi e la Lega Nord, o come si chiamano, che alla fine hanno un programma molto simile al nostro. Ci sarebbero volute delle sanzioni contro la Danimarca, che si è sdoganata dall’Europa in materia di stranieri e immigrazione, e si è spinta molto in là in questo senso. Eppure non si è fatto nulla e ciò dimostra che si voleva fare dell’Austria un esempio per spaventare gli altri paesi.

    euronews: Tra poco si vota in Austria, lei con chi si alleerebbe volentieri? E se sceglie come alleato il Partito popolare austriaco, come concilia il loro profilo nettamente europeista con la vostra linea contraria all’integrazione?

    Jörg Haider: Il Partito popolare è cambiato molto nel corso degli anni, riguardo alla sicurezza, alla politica nei confronti degli stranieri e degli immigrati, dell’abuso delle richieste d’asilo. Hanno imparato molto e proprio in questa campagna elettorale hanno posto un accento particolare su questi problemi, tanto da diventare compatibili con il nostro programma. E’ un segno dell’importanza e della giustizia della nostra esistenza come partito.

    Copyright © 2009 euronews

    Jörg Haider contro la “dittatura dell’Unione Europea” - Austria : notizie, intervista | euronews




    INTERVISTA
    Haider: "Come Lazzaro risorto per governare"



    Si presenta con una battuta sarcastica dedicata ai suoi avversari: «Dopo quella di Lazzaro, credo che la mia sia la risurrezione più clamorosa nella storia». Jörg Haider ride di gusto, immaginando la rabbia dei molti nemici che se lo ritrovano al centro della scena politica austriaca.

    Tutti dicevano che lei era un cadavere politico.
    «Il mio partito ha triplicato i suoi consensi, la destra nel suo complesso è intorno al 30 per cento. Un risultato storico».

    Che cosa è accaduto in Austria?
    «Gli elettori hanno punito i socialdemocratici e i popolari che insieme hanno governato male; quella coalizione è rimasta immobile davanti ai problemi, ora ci vuole un’altra soluzione».

    Quale?
    «Io vedo due possibilità».

    La prima?
    «Un governo in cui entrino i popolari, noi e la destra radicale di Strache».

    In alternativa?
    Un’altra coalizione con i socialisti, i verdi e il sottoscritto».

    Non ha problemi a formare un governo con la sinistra?
    «No, veramente il problema è loro». E Haider, in auto fra Vienna e Klagenfurt, consegna al telefono un’altra risata. «Prima delle elezioni i socialisti hanno spiegato che mai e poi mai avrebbero governato con noi».

    Oggi?
    «Oggi credo che debbano cambiare idea. Noi siamo pronti».

    Ma il suo non è un partito xenofobo?
    «Ripetono sempre le stesse accuse per eliminarci dalla scena politica».

    La sua formazione è vicina al Fronte Nazionale di Le Pen?
    «No, noi siamo moderati, di centrodestra. Semmai, siamo, per certi aspetti, l’equivalente della Lega».

    Siete contro gli immigrati?
    «No, calma. Siamo contro i clandestini», e Haider scandisce perfettamente in italiano: clan-de-stini. «Anzi, le dirò di più: ci hanno votato molti immigrati, turchi soprattutto, che lavorano tanto, pagano le tasse e hanno i figli che ormai parlano tedesco. Hanno un buon reddito e godono del nostro welfare. Loro sono con noi».

    E voi non volete ricacciarli da dove sono venuti?
    «Al contrario. In Carinzia, la regione di cui sono Governatore, gli stranieri rappresentano il 3 per cento della popolazione e sono perfettamente integrati. Noi invece non vogliamo i clandestini: ne arrivano a centinaia dall’Italia e dai Paesi dell’Est».

    Che cosa propone per fermarli?
    «Ci vuole una politica seria. La Grande coalizione che ha governato l’Austria dal 2006 ad oggi, invece, non ha fatto nulla. Per quel che riguarda gli stranieri ci vogliono soluzioni innovative».

    Ad esempio?
    «Prenda il tema della criminalità. Con la caduta delle frontiere la criminalità che importiamo è aumentata. In Austria ci sono almeno 6mila stranieri detenuti e già condannati in tribunale. Noi chiediamo che questi signori siano rispediti nei loro Paesi a scontare la pena. Qua non li vogliamo, ma finora Vienna non ci ha ascoltato».

    Ora vi dovranno ascoltare?
    «Noi vogliamo andare al governo per cambiare la situazione. Spero che ci diano il ministero della Giustizia, così modificheremo il sistema giudiziario per risolvere anche questo problema».

    Ma lei vuole ripristinare le frontiere?
    «No, non si può. Però noi in Carinzia abbiamo creato una polizia regionale che controlla molto bene i confini. Questo modello dev’essere esteso a tutta l’Austria: dall’Est arriva di tutto».

    Anche i musulmani.
    «Nessun problema. Anzi, come le dicevo, ci hanno votato a migliaia. Ma noi non vogliamo rinunciare alle nostre tradizioni e alla nostra storia».

    In concreto?
    In Carinzia abbiamo introdotto una legge molto chiara: sì alle moschee, no ai minareti. Spero che tutto il Paese ci segua».

    In realtà alla sua destra c’è un altro partito, quello di Heinz Christian Strache che ha avuto un risultato anche migliore del suo.
    «Dovrà dividere il successo con noi».

    Che differenza c’è fra lei e Strache?
    «Io sono moderato, lui è alla mia destra».

    Le due formazioni potrebbero fondersi?
    «Lo escludo. Però possiamo cooperare, abbiamo molte idee in comune».

    L’accusano di aver condiviso o quantomeno sottovalutato il nazismo.
    «Non ho niente a che fare col nazismo».

    L’avanzata della destra è un fenomeno solo austriaco?
    «No, penso che l’Austria sia in linea con l’Europa. È un vento che soffia un po’ dappertutto. La gente pensa in modo diverso rispetto a qualche anno fa: c’è una richiesta diffusa di ordine, si esige il rispetto della religione, la legalità, lo stop ai clandestini». E ancora una volta il Governatore della Carinzia ripete il vocabolo in italiano.

    Lei andrà a Vienna se la sua formazione entrerà nel governo?
    «No. Io sto bene qua, a Klagenfurt. In Carinzia il mio partito, la Bzö, ha il 40 per cento dei consensi. Io sono il re della Carinzia».
    Nuova risata. «Ma i nostri uomini andranno a Vienna. Vogliamo il ministero della Giustizia, poi puntiamo anche all’Economia e all’Educazione. Vogliamo promuovere le riforme, la gente è con noi, il popolo sa che, quando siamo stati al potere, fra il 2000 e il 2004, abbiamo governato bene».

    E i giovani?
    «In Carinzia siamo stati i primi a introdurre il voto ai sedicenni, ora i ragazzi hanno votato in tutta l’Austria».

    I sedicenni alle urne. Una scelta azzardata?
    «Perché? Sono interessati ala politica. E anche fra di loro il mio partito ha pescato molti voti».

    Chi sarà il nuovo cancelliere?
    «In questo momento è impossibile dirlo. Il terremoto è ancora in corso, il leader dei popolari Wilhelm Molterer si è appena dimesso. Ma io sono molto contento. Ciao». E Haider saluta in italiano.

    Haider: "Come Lazzaro risorto per governare" - Esteri - ilGiornale.it del 30-09-2008


    carlomartello

  6. #6
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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider



    Nella terra natale del suo defunto leader, il Bzoe guadagna oltre tre punti percentuali
    I socialdemocratici perdono il 10%. Disfatta per la sinistra anche a Salisburgo

    Carinzia, vince il ricordo di Haider

    Il suo Bzoe ottiene il 45% e due seggi in più al parlamento regionale a pochi mesi dalla scomparsa del leader


    VIENNA - Schiacciante vittoria del Bzoe il partito del defunto governatore Jörg Haider, alle elezioni regionali in Carinzia. La Bzoe ha ottenuto il 45,6%, con due seggi in più in parlamento regionale (17). I socialdemocratici della Spoe, al governo a Vienna con il cancelliere Werner Faymann, perdono invece dieci punti e scendolo al 28,8% con tre seggi in meno (11). I cristiano popolari (Oevp) migliorano il risultato rispetto alle regionali del 2004 conquistando il 15,8% e sei seggi (+2). Lievi perdite anche per i Verdi (5,6%) che però difendono i loro due seggi. L'Fpoe, l'ex partito fondato da Haider che poi se era andato formando il Bzoe, è precipitata al 3,5% contro il 42,4% del 2004 prima della scissione e rischia quindi non riuscire a superare lo sbarramento del 4%.

    SALISBURGO - In Austria domenica si votava anche nel Salisburghese. Secondo le proiezioni, il Partito socialdemocratico ha confermato il primo posto pur con perdite. L'Spoe ha infatti conquistato il 40%-41% (contro il 45,4% nel 2004). L'Oevp, alleati al governo con la Spoe, hanno ottenuto il 36%-37% confermando il loro risultato delle regionali cinque anni fa (38%). La poltrona della governatrice Spoe, Gabi Burgstaller, dovrebbe essere salva.

    Carinzia, vince il ricordo di Haider - Corriere della Sera


    carlomartello

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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider

    Citazione Originariamente Scritto da carlomartello Visualizza Messaggio

    euronews: Nel 2000, per mesi, nessun politico di punta in Europa voleva più stringere la mano agli esponenti del governo austriaco perchè lei faceva parte dell’esecutivo. Ora, nel 2008, cosa è cambiato: lei o l’Europa?

    Jörg Haider: L’Unione europea ha preso coscienza del fatto che le elezioni democratiche non si possono influenzare dall’esterno. Altrimenti ci sarebbero volute sanzioni contro l’Italia, dove sono al potere Berlusconi e la Lega Nord, o come si chiamano, che alla fine hanno un programma molto simile al nostro. Ci sarebbero volute delle sanzioni contro la Danimarca, che si è sdoganata dall’Europa in materia di stranieri e immigrazione, e si è spinta molto in là in questo senso. Eppure non si è fatto nulla e ciò dimostra che si voleva fare dell’Austria un esempio per spaventare gli altri paesi.
    pensiamoci, non sta succedendo lo stesso al nostro governo con la Lega molto più presente?

  8. #8
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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider


  9. #9
    Blut und Boden
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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider

    Memoria imperitura al grande Jörg.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #10
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    Predefinito Rif: Un anno dalla morte di Haider

    Un ottimo e giusto tributo ad un Uomo che è riuscito a far ri- nascere l'Idea di una vera Europa delle Patrie. Un'Europa non più schiava dei poteri forti e di tutte le lobbies economico-politiche che vedono nell'omologazione l'idea forte per dominare il mondo. Haider fu lasciato solo,ciò nonostante riuscì a rendere la Carinzia come punto di riferimento per coloro che si riconoscono nei valori tradizionali e nell'Identità di Popolo. Il governatore carinziano è tutt'oggi un modello, un esempio da seguire senza il timore di essere additati come xenofobi e razzisti; orgogliosi di essere i Nuovi Patrioti di una Nuova Europa dei Popoli.
    NON VOTO NEL REALE,NON VOTO NEL VIRTUALE....GRAZIE!

 

 
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