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    Predefinito RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    RAI: LEGA NORD, IN ODG CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    (AGI) - Roma, 29 set. - "Abolire il canone Rai, nonche' la relativa tassa di concessione governativa, definendo una forma alternativa di finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo secondo criteri di equita', efficacia ed appropriatezza". Questo lo scopo dell'ordine del giorno presentato oggi da Davide Caparini (Lega Nord), segretario di Presidenza in Commissione Vigilanza Rai, durante la discussone generale in Aula alla Camera dei deputati sul decreto legge correttivo al pacchetto di misure anti-crisi. Da tempo, del resto, il parlamentare del Carroccio sostiene con forza la causa della soppressione del canone Rai: "Si tratta di una tassa che non ha piu' motivo di esistere per diverse ragioni - afferma -; prima di tutto e' antiquata, perche' istituita nel 1938, quando ancora non era nata la Televisione. Inoltre e' iniqua e profondamente ingiusta, sia territorialmente che socialmente. Territorialmente perche', mentre nel Nord del Paese il mancato pagamento di questa imposta si attesta al 5 per cento, nel Meridione ha un'evasione del 30 per cento con alcuni comuni che vanno oltre il 90 per cento. E' iniqua socialmente in quanto colpisce tutte le fasce di reddito. Il maggiore pluralismo e l'avvento delle nuove tecnologie, a parere dell'esponente della Lega Nord, fanno il resto: "Con l'ingresso di nuovi editori e l'apporto delle moderne tecnologie, come DTT, DDT, DVbh, TV satellitare, ADSL, WI-FI e cavo e analogico, il mercato radiotelevisivo e' profondamente cambiato, rendendo il canone un balzello ulteriormente privo di senso".

    AGI News On - RAI: LEGA NORD, IN ODG CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE


    carlomartello

  2. #2
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    Al via la raccolta di firme per restituire la Rai alla gente

    Lo scrivevo, oltre un anno fa, l’8 maggio 2008, all’indomani della puntata di Annozero che si concludeva con le vignette di Vauro che sbeffeggiavano la tomba delle centinaia di vittime del terremoto in Abruzzo. Perché mai, chiedevamo, i soldi dei contribuenti raccolti dalla televisione pubblica con il canone devono farsi complici efiancheggiatori di questo modo incivile di fare informazione? Torno a chiederlo oggi, dopo la prima puntata della nuova stagione di Annozero: stesso fango, stesse tecniche di linciaggio, stessa demagogia. E stesse vignette: al ghigno sulle tombe dell’Abruzzo è sostituito solo quello sulle tombe dei caduti italiani in Afghanistan. Torno a ripetere oggi quello che scrivevo allora: la critica, anche la più aspra, e la controinformazione sono un bene per la democrazia ma non possono essere l’alibi di comodo per perseguire uno scopo apertamente politico attraverso la manipolazione e la falsificazione sistematica dei fatti. Rattrista come non si rifletta sulle conseguenze che si possono avere nel Paese se al modello Annozero del servizio pubblico si assegna un titolo ad honorem di legittimità morale e culturale. Che lezione esemplare per i giovani ai quali diciamo di voler insegnare la forza delle idee, certo, ma nel rispetto per gli avversari! Che esempio per i meno giovani ai quali si propone in modo ossessivo l’equazione libertà uguale licenza, confronto uguale discredito, diffamazione o perfino ingiuria! Anche il presidente della Repubblica è tornato in queste ore a mettere l’accento sui valori fondanti che l’Italia troppo spesso dimentica, e che vanno invece riportati al centro della vita politica e della società civile. Tra questi valori c’è quello di un servizio pubblico che significa, anzitutto, pluralismo, pluralismo, pluralismo. Nell’attesa che questo avvenga non possiamo più restare indifferenti e dobbiamo reagire. E siamo chiamati a farlo nel solo modo che abbiamo a disposizione: con la disobbedienza civile, col rifiuto di assolvere l’obbligo di pagare il canone Rai fintanto che la Rai non verrà restituita a tutti i cittadini. Anche su questa battaglia, noi del Movimento per l’Italia, saremo insieme alla gente con i nostri gazebo per raccogliere firme e adesioni per una Rai che sia davvero servizio pubblico, davvero al servizio di tutti. Ci sono battaglie in cui i politici non possono vincere se non hanno al fianco l’impegno costante dei cittadini. Dimostriamo che l’ora del disimpegno è finita, che non abbiamo paura di protestare, di riappropriarci del futuro nostro e dei nostri figli. I quali già sono condannati a studiare nelle scuole pubbliche spesso su libri che raccontano le false verità della sinistra sostenute da professori di sinistra. Non costringiamoli oggi a essere indottrinati dal Santoro di turno anche nel tempo, non poco, che passano davanti alla televisione. Sta a noi decidere di non subire più.
    Daniela Santanchè

    Al via la raccolta di firme per restituire la Rai alla gente - Interni - ilGiornale.it del 27-09-2009


    carlomartello

  3. #3
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    ANNOZERO: SANTANCHE', RACCOLTA FIRME CONTRO CANONE RAI

    (AGI) - Roma, 27 Set. - "Non con i nostri soldi" : sara' questo lo slogan che accompagnera' da domani la campagna di raccolta di firme contro il canone Rai del Movimento per l'Italia di Daniela Santanche'. Lo preannuncia in un comunicato l'esponente politico. "Perche' il denaro del contribuente deve farsi complice e fiancheggiatore di chi opera violando sistematicamente i principi elementari di correttezza giornalistica e di rispetto delle regole?", dichiara la Santanche'. "Per questo io chiedo di boicottare con gli strumenti che ci da la legge il canone perche' il servizio pubblico presuppone il concetto di pluralismo ed e' proprio in nome di questo pluralismo che si paga giustamente il canone..Questo oggi non avviene piu'".
    All'iniziativa del Movimento per l'Italia ha aderito Il Giornale diretto da Vittorio Feltri.

    AGI News On - ANNOZERO: SANTANCHE', RACCOLTA FIRME CONTRO CANONE RAI

    Migliaia di firme contro il canone Rai Da oggi i gazebo in piazza per aderire
    di Nicola Porro

    Per quale motivo praticamente l’universo mondo dei politici italiani è contro l’abolizione del canone? Con poche eccezioni, destra e sinistra, nord e sud, l’intero transatlantico considerano la provocazione del Giornale una boiata pazzesca. Eh sì, evidentemente rimettere nelle tasche dei cittadini più di cento euro all’anno sarebbe sciocco. Tutte le tasse sono più o meno criticabili, ma, per carità, non quella della Tv. Qualcuno potrà tirar fuori la solita storiella della libertà di stampa. Ma non fatevi ingannare.

    C’è molto di più. Partiamo dalla questione più delicata. Così da non fare gli gnorri. Se si dovesse abolire il canone televisivo, sarebbe ragionevole togliere alla Rai il tetto alla raccolta pubblicitaria (oltre che ovviamente privatizzarla). C’è chi pensa che questo possa rappresentare un problema per Mediaset. A noi ci importa poco. E comunque saremmo sconvolti nel credere che il Parlamento tutto unito consideri questa eventualità un attentato alla libertà di stampa. Si tolgano i tetti e vinca il migliore: e cioè il più apprezzato dal pubblico. La verità è che la Rai è per la politica, ciò che per gli aristocratici romani era il Circolo della Caccia: una dépendance dei propri salotti.

    Non è facile entrarci: l’ingresso a viale Mazzini non avviene con lo scrutinio di palle bianche e palle nere. Ci pensano i politici che con i loro fogliettini sono gli sponsor della «libertà di stampa». Insomma la Rai è il club, il circolo della politica. A due passi da Montecitorio, a cinque minuti da Palazzo Chigi. Si fanno le nomine, si decidono le strutture, si esercita il controllo che tiene tutti dentro. Ma qualcuno in questi giorni si è forse chiesto se sia normale che le decine di giornali e testate Rai (dai Tg ai Gr alle reti e via discorrendo) siano piene di vicedirettori? Un direttore che non abbia almeno sei vice è un panda.

    Il problema è che il club Rai, a differenza della Caccia, non lo pagano i soci: ma lo facciamo noi ogni anno con i nostri 107,50 euro. E se qualcuno si alza e dice: scusate, ma siamo proprio sicuri, che i nostri quattrini siano ben spesi, si apre un finimondo. Colpire la Rai è innanzitutto colpire questo genere di politica. Per questo il Giornale con l’iniziativa di Daniela Santanchè continua con la sua provocazione. Che escano allo scoperto i difensori del canone. Per carità abbiamo avuto un ministro dell’Economia che ci ha spiegato come le «tasse fossero belle». E dunque qualcuno affascinato dalle corvée fiscali ci sarà pure. Si accomodi. Da queste parti non passa. C’è infine un altro tema, per così dire, tecnologico.

    Oggi l’offerta televisiva si è talmente ampliata che nelle nostre case arriva di tutto: segnali video dal computer, dalla rete telefonica, dal satellite e dall’antenna, ma in forma digitale. Ecco. L’offerta si è segmentata: è sempre più vicina alla richiesta della gente. Prima era un flusso indistinto di audio e video che ci veniva proposto. Oggi siamo noi a cercare cosa vogliamo. La scelta non è più solo sui sette primi tasti del telecomando. È vastissima. È tutto da dimostrare che il servizio pubblico sia per definizione «robba» della Rai. RadioRadicale che ci trasmette processi, udienze e sedute parlamentari (il tutto rintracciabile quando ci fa più comodo sulla rete) come la consideriamo?

    Solo per fare l’esempio più illuminante. Vorremmo che fosse ribaltato il luogo comune che mezzo mondo ci sta vomitando addosso: e cioè la Rai e dunque il canone non si toccano perché si tratta di servizio pubblico. Guardiamola diversamente: cosa è servizio pubblico? Facciamoci un bell’esame di coscienza e difficilmente riconosceremmo oggi alla Rai questo suo primato. Si faccia pagare, dunque. Ma da chi ritiene che sia davvero tale. Fantasie? Probabilmente sì. Scardinare il canone sarà difficilissimo. Per il momento accontentiamoci di aver svelato questa passionaccia di gran parte dei politici per il proprio club di riferimento.

    P.S. A proposito di Annozero e di Santoro. Il conduttore ha più volte detto che il suo programma porta quattrini alla Rai. Le pubblicità che lo interrompono generano più euro di quanto il programma costi. Bene. Una tale delizia (e chi scrive non fa certo parte di coloro che ne vorrebbero la chiusura) si può permettere di esistere e prosperare anche senza il canone. Vive di sola pubblicità. Se tutto ciò è vero, chiedere l’abolizione del canone non vuol dire, de iure, chiedere la chiusura di Annozero. Anzi Annozero è uno di quei programmi che potrebbe ben vivere autonomamente.

    Migliaia di firme contro il canone Rai Da oggi i gazebo in piazza per aderire - Interni - ilGiornale.it del 29-09-2009


    carlomartello

  4. #4
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    «Chi non paga il canone Rai
    è un evasore fiscale»



    Chi non paga il canone Rai va considerato evasore. Lo ha precisato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, rispondendo ai giornalisti che, a proposito della campagna lanciata dai quotidiani Libero e Il Giornale, in polemica con la trasmissione Annozero di Michele Santoro. Un'iniziativa peraltro criticata dagli stessi esponenti del Governo. Come Paolo Romani, viceministro dello Sviluppo economico, con delega alle comunicazioni, che nei giorni scorsi ha annunciato un'istruttoria contro Annozero. L'accusa è quella di violare il contratto di servizio tra la Rai e il Ministero. Giovedì i vertici della Rai si incontreranno con il ministro Scajola per discutere della questione.

    «Chi non paga il canone Rai è un evasore fiscale» - Il Sole 24 ORE

    Il canone tiene banco. Ma gli italiani sembrano maldigerire questa tassa. Stando a una mappatura degli abbonamenti Rai nel nostro Paese al mese di dicembre, una famiglia "soggetta a canone" su quattro non paga quanto dovuto (con un tasso di evasione di circa il 26%). La maglia nera va alla regione Campania: qui le famiglie che non pagano sono il 49,1% con un picco del tasso di evasione del 56,4 per cento a Napoli. Il Lazio ha il 22,2% di famiglie che non pagano e va meglio della Lombardia che ha il 28,7 per cento di non paganti. Così come Roma va meglio di Milano: la percentuale di famiglie che paga il canone è pari al 70% mentre sotto la Madonnina si fermano al 60. E se il Sud fa peggio del Nord ci sono due eccezioni virtuose: in Sardegna pagano il 68,3%, in Basilicata si tocca il 70%. Matera addirittura vince la palma d'oro quanto a provincia più virtuosa: l'86% delle famiglie paga quanto dovuto.

    Rai, governo in campo a difesa del canone - Il Sole 24 ORE


    carlomartello

  5. #5
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    Castelli: "Battaglia giusta, lo diciamo da 20 anni"


    Milano - Si considera una generazione avanti: «Il Giornale propone la disdetta del canone Rai. Modestamente, noi della Lega predicammo lo sciopero del canone nell’indifferenza generale quasi vent’anni fa. Finalmente».

    Vuol dire che l’onorevole Castelli non versa il canone?
    Roberto Castelli, ex Guardasigilli e oggi viceministro per le Infrastrutture, medita bene prima di rispondere: «Diciamo che non l’ho pagato negli anni Novanta».

    Perché?
    «All’inizio degli anni Novanta la Lega non era ingombrante com’è oggi».

    Dunque?
    «Dunque ci rovesciavano addosso, attraverso il servizio pubblico, tonnellate di falsità».

    Lo stesso problema di oggi?
    «Lo stesso drammatico problema. Irrisolto. Pensi che alla vigilia delle elezioni un Tg sparò una notizia incredibile».

    Quale?
    «Disse che alcuni militanti leghisti avevano preso un ragazzo e gli avevano messo al collo un cartello con la scritta: “terrone”. Ovviamente, quel Tg si era inventato una notizia che non c’era e non stava da nessuna parte».

    È l’uso politico del servizio pubblico?
    «E la falsificazione spudorata della realtà. Con un’aggravante: il pagare per essere insultati, offesi, trattati con disprezzo. Io non ci sto».

    E allora?
    «Un attimo. Le racconto un episodio per capire. I Tg continuavano ad ignorare la Lega. Così una minidelegazione comprendente il sottoscritto fu ricevuta dall’allora presidente della Rai, Roberto Zaccaria».

    Risultato?
    «Alle nostre osservazioni, lui rispose prendendoci per i fondelli. Disse che assicurava un terzo del palinsesto alla maggioranza, un terzo all’opposizione e un terzo al governo».

    Lei?
    «Gli risposi più o meno così: “Scusi, ma se non sbaglio maggioranza e governo appartengono alla stessa area politica. Sono la stessa cosa”. Lui ci congedò invitandoci a rivolgere le nostre eventuali doglianze alla Commissione di Vigilanza, dove la sinistra, tanto per cambiare, era in maggioranza. Capisce, la Rai è stata guidata da personaggi come Zaccaria che, un minuto dopo aver lasciato la poltrona, ha cominciato ad attaccare con toni barricaderi Berlusconi».

    Come se ne esce?
    «La nostra battaglia negli anni Novanta fu particolarmente dura. Un militante leghista finì addirittura in cella. In cella, dopo essersi rifiutato di pagare il canone. Per fortuna, quei tempi eroici sono finiti, o almeno lo spero, ma il problema è intatto. Apprezzo il vostro sciopero del canone se ciò servirà da stimolo per risolvere questa situazione una volta per tutte. Semmai, siete in ritardo».

    Lei oggi è un uomo di governo.
    «Una soluzione potrebbe essere quella di privatizzare la Rai. Così non ci sarebbe più il servizio pubblico, nessuno pagherebbe più il canone, il pluralismo sarebbe garantito dal mercato».

    Si farà?
    «Non credo».

    Alternative?
    «Ci sarebbe una soluzione che mi diverte».

    Quale?
    «Importare il modello Hyde Park. Creare un angolo dove chiunque può dire la sua».

    Sta scherzando?
    «Mi piacerebbe molto. Ma temo non sia fattibile. Chi stabilirebbe i tempi e la successione degli interventi? La mia è un’utopia».

    La realtà fa infuriare migliaia di italiani.
    «Certo, tenga presente che la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai è di sinistra. È un dato culturale che diventa un problema politico. Così, a parte Santoro che mi sta pure simpatico, c’è tutto un treno di trasmissioni che lasciano il telespettatore a bocca aperta. Perché deformano, dicono le cose a metà, disinformano. In una parola, fanno propaganda politica e non informazione. E poi, come se non bastasse, ti chiedono anche i soldi».

    Finirà questa storia?
    «Non lo so. Ma il Giornale fa bene a richiamare con forza l’attenzione generale su questo problema. In tv scorrono troppi programmi che sono solo comizi, di una faziosità e di una partigianeria senza limiti. E qualche ammaccatura addosso te la lasciano: noi della Lega siamo cresciuti nonostante le televisioni, ma non è stato facile. All’inizio una parte dell’opinione pubblica ci giudicava male, per quello che non eravamo, perché ci conosceva solo attraverso le televisioni».

    Castelli: "Battaglia giusta, lo diciamo da 20 anni" - Interni - ilGiornale.it del 28-09-2009


    carlomartello
    Ultima modifica di carlomartello; 29-09-09 alle 21:10

  6. #6
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    io farei diventare la rai una semplice tv a pagamento, se poi lo vogliono chiamare canone liberissimi di farlo
    e chi vuol guardarsela è altrettanto libero di farlo

  7. #7
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    Se i beoti padani disdicessero in massa il canone rai, l'eliminazione del medesimo verrebbe da sé.
    Ma, si sa, la nostra gente è quello che è.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #8
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    Speremo, saria ora, lo paga mezza Italia

  9. #9
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    Poi chi lo dice a Silvio che se l'utente non paga il canone la Rai sblocca il blocco pubblicitario.
    20 anni che la lega predica contro il canone, pero dopo 10 anni di governo "! quasi" non ha ancora
    fatto nulla a favore di una legge che lo abolisca. A meno che non si trovi una forma alternativa di finanziamento pubbico per la tv di stato.

  10. #10
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    Predefinito Rif: RAI: LEGA NORD CHIEDE ABOLIZIONE DEL CANONE

    E' una buonissima iniziativa.
    Io attualmente lo pago, in quanto ho una parabola sul tetto e non voglio avere grane, ma se la tassa venisse abolita, sarebbe per me una cosa positiva.
    Ultima modifica di Radimiro; 04-10-09 alle 10:34

 

 
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