Mi sembrano dati molto realistici e sensati , sia su Zaia capace di attirare molti più voti del semplice elettorato leghista che della crisi pidiellina , compensata in Padania dalla Lega ma al sud da niente.
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PATRIMONIALE PROGRESSIVA SU IMMOBILI, DEPOSITI, PRODOTTI FINANZIARI, RENDITE E SUCCESSIONI!
Giusto, intendiamoci su cosa si intende per istituto serio e capace.
Curioso come l'istituto usato da Repubblica sia il peggiore.
http://www.termometropolitico.it/ind...opee-2009.html
Ultima modifica di Juv; 09-10-09 alle 13:06
"Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"
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Candidature, Galan a Roma per l’ufficio di presidenza del partito
I vertici Pdl: sicure solo Lombardia e Calabria
Fini sdogana la Lega, decisione entro il mese
I vertici Pdl: sicure solo Lombardia e Calabria - Corriere del Veneto
VENEZIA - Tutte le strade si incrociano a Roma, giusto per chi pensa ancora che certe cose le decidano i veneti in Veneto. Nella Capitale, ieri, si è recato il governa*tore Giancarlo Galan, per partecipare all’uf*ficio di presidenza del Pdl (lui è uno dei 37 eletti): fin troppo facile dedurre che abbia*no parlato delle conseguenze del «fu» Lo*do Alfano ma, in origine, all’ordine del giorno c’era anche la valutazione delle can*didature pidielline per le prossime regiona*li, una questioncella che tocca Galan molto da vicino. Riferiscono da Roma che l’illu*stre consesso ha così deciso: la questione delle Regionali, essendo stata soltanto toc*cata ma non sviscerata, verrà decisa entro la fine di ottobre. Ciò non di meno, nel cor*so della riunione è emerso che il vertice berlusconiano considera sicure un paio di candidature e non di più: Roberto Formigo*ni in Lombardia (sarebbe il quarto manda*to consecutivo, lo stesso a cui aspira Ga*lan) e Giuseppe Scopelliti in Calabria. Per deduzione, le altre undici caselle ballano. Compreso il Veneto, che, nel caso specifi*co, balla verso l’alleato leghista.
Si è parlato anche della possibilità di re*cuperare l’Udc all’alleanza di centrodestra. Berlusconi sarebbe favorevole, nelle regio*ni in cui risulterà possibile, a imbarcare nuovamente i centristi. La qual cosa do*vrebbe valere a maggior ragione nel Vene*to, dove l’Udc fa già parte dell’amministra*zione regionale uscente. Però, anche in questo caso, è il fattore leghista a complica*re il quadro: il Carroccio nostrano vorreb*be liberarsi dall’abbraccio degli ex democri*stiani. E l’Udc sa bene di non essere deter*minante, sul piano strettamente numeri*co, per la vittoria del centrodestra a queste latitudini, dove Lega e Pdl superano il 55%. Sempre nella Capitale, l’altro ieri, prima che si scatenasse lo tsunami provocato dal*la decisione della Corte Costituzionale, si erano incontrati Umberto Bossi e Gianfran*co Fini, per un faccia a faccia molto atteso tra alleati spesso ruvidamente distanti. Ri*feriscono alcune cronache romane che il capo del Carroccio e il «cofondatore» del Pdl avrebbero raggiunto un’intesa di mas*sima: Fini, dopo avere individuato proprio nel Veneto conteso tra Lega e Pdl un perfet*to terreno di manovra per rientrare dalla porta principale nella trattativa per le regio*nali, sarebbe disposto a concedere il pro*prio benestare per una candidatura leghi*sta alla guida del Veneto. In cambio, l’ex leader di An otterrebbe un patto di consul*tazione permanente. La garanzia, cioè, che d’ora in avanti, quando si tratterà di discu*tere e soprattutto di decidere nel centrode*stra, lo si farà in tre: Berlusconi, Bossi e Fi*ni.
Uno scenario del genere sposta l’ago del*la bilancia verso il piatto leghista, sia in Ve*neto (favorito Luca Zaia, sebbene non sia da sottovalutare la candidatura alternativa del segretario nazionale Gian Paolo Gob*bo) che in Piemonte (Roberto Cota). An*che se alcuni attenti osservatori delle cose nordiste, come l’udc Bruno Tabacci, dopo la bocciatura del Lodo Alfano vedono un Berlusconi talmente bisognoso di tutto il sostegno leghista da essere disposto a ri*mettere in gioco la posta più alta: la Regio*ne Lombardia, nonostante la sicurezza ma*nifestata nel riproporre il nome di Roberto Formigoni. La situazione, dopo l’infausto 7 ottobre di Silvio Berlusconi, è in totale movimen*to. E non è detto che questo sia un vantag*gio per Galan.
Alessandro Zuin
09 ottobre 2009
Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)
Regione - Il ministro favorito secondo la rilevazione Corriere-Panel Data. Il leader del Carroccio: «Noi abbiamo la squadra»
«Vinciamo noi». Ma Gobbo frena sul nome
Sondaggio, la Lega: Zaia? Presto per la scelta. E Galan manda a dire: la pancia del Pdl non ci sta
«Vinciamo noi». Ma Gobbo frena sul nome - Corriere del Veneto
VENEZIA — «E che, non lo sa*pevamo noi leghisti di andare for*te? ». Nessuna sorpresa per Gian Paolo Gobbo, decennale condot*tiero del Carroccio veneto, alla let*tura del sondaggio Panel Data per il Corriere del Veneto. Nessuna sor*presa perché la netta affermazio*ne di Luca Zaia, ministro leghista dell’Agricoltura, nel confronto di*retto con Giancarlo Galan, gover*natore uscente della Regione (49,3% contro 41,2% nel gradi*mento presso un campione di 600 elettori veneti del centrode*stra, in vista delle prossime elezio*ni regionali), è letta dal capo dei leghisti veneti co*me la conferma di una percezione mol*to netta: «La squa*dra è forte e il son*daggio ne è la dimo*strazione. Fa piace*re a tutti i leghisti vedere uno di noi davanti nel gradi*mento degli elettori, a prescinde*re dal nome. Lo ripeto, per me questo risultato non è una sorpre*sa».
Nessun trionfalismo, sia chia*ro. E, soprattutto, nessuna tenta*zione di considerare la partita per la Regione già chiusa o definitiva*mente indirizzata: «Ci sono anco*ra un sacco di condizioni - sottoli*nea Gobbo - che devono essere verificate. La mia esperienza, e so*no in politica dal 1980, mi sugge*risce che ci vorrà ancora del tem*po ». Tra le condizioni, natural*mente, c’è anche quella del nome da lanciare alla conquista di palaz*zo Balbi: sondaggio per sondag*gio, tempo fa ne uscì uno sulla Vi*ta del Popolo, il settimanale dioce*sano di Treviso, in cui risultava che il candidato governatore pri*vilegiato dagli intervistati era pro*prio Gian Paolo Gobbo, più di Za*ia e di Galan.
Il quale Galan era a Roma per presidia*re la riunione dell’ufficio di presi*denza del Pdl. Il che non gli ha im*pedito di farsi rappresentare dal portavoce, Franco Miracco, nel commento dei risultati del son*daggio di Panel Data: «I sondaggi fanno piacere quando sei davanti ma, nel caso di Galan, ci sono con*fortanti precedenti anche in caso contrario, a cominciare dalla fa*mosa contesa con Cacciari alle re*gionali del 2000: c’erano rilevazio*ni davano Cacciari in vantaggio di molti punti ma, a conti fatti, vinse Galan con grande distacco. Per non dire delle recenti elezioni regionali in Friuli: Illy era dato per favorito e, invece, Tondo lo ha mandato a casa».
Come dire: ai sondaggi si crede quando fa comodo. Però il porta*voce del governatore riconosce: «È innegabile che ci sia una for*tissima presenza mediatica del ministro Zaia sul territorio. E che la Lega abbia una solida organizzazione di partito, su cui i singoli esponenti possono contare».
Detto questo, nello staff del governatore si pongo*no due questioni: «Se mai Lega e Pdl dovessero corre*re separati, ipotesi che il sondaggio naturalmente non prende in considerazio*ne, cosa succederebbe? Il risulta*to potrebbe essere molto diverso. E ancora: se davvero il candidato del centrodestra fosse un leghi*sta, come si comporterebbe il grande serbatoio del Veneto mo*derato, la 'pancia' degli elettori del Pdl? A quel punto, potrebbe non essere affatto indifferente il candidato messo in campo dal Pd».
A.Z.
09 ottobre 2009
Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)
Il Carroccio gioca al rialzo: «Vicepresidenza alla Lega»
di Sabrina Cottone
La Lega vuole blindare il vicepresidente della Regione e andare al voto con il ticket. Non sono ancora chiuse le trattative nazionali sui governatori e manca ancora il via libera ufficiale a Roberto Formigoni. Ma in consiglio regionale il partito di Bossi è più che operativo per avere certezze sul futuro della giunta Formigoni. La richiesta del Carroccio è di legare la figura del numero due in Regione al “blindato”, ovvero il listino bloccato collegato al presidente. Il numero due del listino, secondo la proposta della Lega, diventerebbe automaticamente il vicepresidente della Regione.
Insomma, la Lega alza la posta. Oltre al presidente del consiglio regionale, al tavolo della trattativa chiede sei assessorati su sedici, con l’obiettivo di ottenerne quattro o cinque. Al momento gli assessori leghisti sono tre, insediati in ruoli pesanti come l’Urbanistica (Davide Boni), la Sanità (Luciano Bresciani), la Cultura (Massimo Zanello). A questi incarichi si aggiunge il ruolo di presidente del consiglio regionale per Giulio De Capitani. La speranza della Lega è però di poter ritarare vice e assessorati sulla base delle politiche 2008, quando i lumbard hanno ottenuto risultati molto migliori che alle regionali 2005.
Bloccare il vice, come desidera la Lega, significa mettere mano alla legge elettorale. Le diplomazie della maggioranza sono al lavoro, anche perché il “vice blindato” non è l’unico obiettivo delle segreterie. Tra le questioni aperte c’è la quota di sbarramento al 4 per cento per i partiti minori, in discussione a livello nazionale. Alla Regione toccherà poi recepirla e la Lega ha proposto di alzare lo sbarramento all’8 per cento per i partiti che si presenteranno fuori da una coalizione. «Il progetto trova sostegno sia nella maggioranza che nell’opposizione, anche perché comporta una forte riduzione dei costi di gestione del consiglio» commenta il capodelegazione azzurro, Massimo Buscemi.
Inoltre, si discute di portare al numero fisso di sedici i candidati collegati al presidente, ovvero i consiglieri che saranno certi di essere eletti (al momento la legge prevede che i consiglieri blindati siano otto se il risultato della coalizione vincente è superiore al 61 per cento, sedici soltanto se il risultato elettorale è inferiore). I nomi che circolano come sicuri sono Roberto Alboni (di An), Sveva Dalmasso (da sempre in quota Francesco Cossiga) e un esponente del Movimento per l’Italia di Daniela Santanché.
Ci sono poi coloro che invece desiderano misurarsi con il territorio e quindi candidarsi senza il paracadute del listino. In prima fila i consiglieri comunali Manfredi Palmeri e Giulio Gallera, ma anche i membri del consiglio regionale (e della giunta) uscenti. E tra i dirigenti della maggioranza c’è chi ritiene poco prudente aprire il dibattito sulla legge elettorale a così poco tempo dal voto. Gli imprevisti e i colpi di testa dell’aula non si possono escludere.
Il Carroccio gioca al rialzo: «Vicepresidenza alla Lega» - Milano - ilGiornale.it del 10-10-2009
carlomartello
Regionali/ Intesa Berlusconi-Fini-Bossi,Presidenza Veneto a Lega
Ipotesi 'staffetta' Galan-Zaia. Ma Pdl veneto è in fibrillazione
Roma, 15 ott. (Apcom) - Il candidato del centrodestra in Veneto sarà con ogni probabilità un esponente della Lega Nord. Sembra ormai questo l'orientamento raggiunto durante l'incontro di ieri sera fra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, nel corso del quale ci sono stati anche contatti con il presidente della Camera Gianfranco Fini. Nel precedente incontro avuto con il Cavaliere, Fini aveva espresso perplessità sull'assegnare alla Lega il Veneto, ma già nel faccia a faccia con Bossi della scorsa settimana, il presidente della Camera aveva riconosciuto la legittimità della richiesta leghista. Disponibilità ribadita anche oggi nel faccia a faccia tra Fini e Berlusconi a Montecitorio, anche se fonti vicine ai due entourage precisano che oggi non si è parlato di Regionali e che è stata compiuta una rapida 'panoramica' sulla delicata materia della giustizia. Se il candidato della Lega dovesse essere Luca Zaia, attualmente ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan potrebbe prendere il suo posto nel Governo. Di questa soluzione si sarebbe parlato ieri nel faccia a faccia tra il premier e il governatore in carica, a palazzo Grazioli un'ora prima della cena tra Berlusconi e i leghisti. Resistenze però sembrano arrivare dalla 'base' veneta del Pdl: nel partito c'è ancora chi ricorda che alle Europee la 'conta' tra il partito del premier e il Carroccio fu vinta proprio dal Pdl. Tom/Rea
APCom - Regionali/ Intesa Berlusconi-Fini-Bossi,Presidenza Veneto a Lega
Ultima modifica di Juv; 15-10-09 alle 19:26
"Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"
I sondaggi di GPG: L'Italia senza il PDL (1)
Cosa voterebbero gli elettori del PDL in assenza di questo?
I sondaggi di GPG: L'Italia senza il PDL (1)
ITALIA
LEGA NORD: 34,8%
UNIONE DI CENTRO: 19,7%
LA DESTRA, F.TRIC, F.NUOVA: 15,9%
MPA: 8,1%
PARTITO DEMOCRATICO: 2,6%
RADICALI: 2,0%
ITALIA DEI VALORI: 0,5%
SIN. E LIB.: 0,5%
ALTRI: 3,3%
NON VOTO: 12,6%
NORD (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia)
LEGA NORD: 64%
UNIONE DI CENTRO: 11%
LA DESTRA, F.TRIC, F.NUOVA: 7%
RADICALI: 3%
ALTRI: 3%
PARTITO DEMOCRATICO: 1%
NON VOTO: 11%
ZONE ROSSE (Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria)
LEGA NORD: 51%
UNIONE DI CENTRO: 18%
LA DESTRA, F.TRIC, F.NUOVA: 12%
RADICALI: 3%
PARTITO DEMOCRATICO: 2%
ALTRI: 2%
NON VOTO: 12%
CENTRO-SUD (dal Lazio incluso in giù)
UNIONE DI CENTRO: 27%
LA DESTRA, F.TRIC, F.NUOVA: 24%
MPA: 17%
LEGA NORD: 7%
PARTITO DEMOCRATICO: 4%
RADICALI: 1%
ITALIA DEI VALORI: 1%
SIN. E LIB.: 1%
ALTRI: 4%
NON VOTO: 14%
Il commento: Questi numeri evidenziano un grande legame, ovviamente al nord, tra il PDL e la Lega che raccoglierebbe oltre 1/3 dei tantissimi voti PDL; da notare che ne prenderebbe i 2/3 al nord e la metà al centro. UDC e La Destra si dividerebbero quasi equamente il restante, facendo entrambe bottino consistente al Centro-Sud. Pochissimi voti andrebbero invece nell'altro schieramento, circa un 5%, quasi tutto equamente suddiviso tra PD e Radicali. Oltre un elettore su dieci smetterebbe di votare.
Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)
E' quello che dico sempre.
Gli elettori del PDL, anche quelli più scaxxati, in quasi nessun caso voterebbero a sinsitra. In questa fase storica, la Lega sta raccogliendo (penso grazie alla sua concretezza), tanti voti ex PDL. L'obbiettivo dovrebbe essere quello di diventare la SVP, la CIU o la CDU della Padania. Il grande collettore dei voti moderati padani. Mettersi a flirtrare con la sinsitra è una perdita di tempo.
"Insomma se è in gamba, ti porta l'aereo così basso.. ehehehe...
Lei dovrebbe vederlo, è uno spettacolo: un gigante come il B-52.... BHOOAAAMMM!!!!.. con i gas di scarico t'arrostisce le oche vive!!"
I sondaggi di GPG: L'Italia senza il PDL (2)
I sondaggi di GPG: L'Italia senza il PDL (2)
ITALIA
PARTITO DEMOCRATICO: 30,4%
LEGA NORD: 24,9%
UNIONE DI CENTRO: 13,7%
LA DESTRA, F.TRIC, F.NUOVA: 7,3%
ITALIA DEI VALORI: 6,9%
MPA: 4,6%
SIN. E LIB.: 2,8%
COMUNISTI (RC, PDCI): 2,7%
RADICALI: 2,1%
MLN (o M5S): 1,5%
ALTRI: 3,1%
NORD (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia)
LEGA NORD: 45,8%
PARTITO DEMOCRATICO: 24,9%
UNIONE DI CENTRO: 9,0%
ITALIA DEI VALORI: 5,8%
LA DESTRA, F.TRIC, F.NUOVA: 3,3%
RADICALI: 2,5%
COMUNISTI (RC, PDCI): 2,1%
MLN (o M5S): 1,8%
SIN. E LIB.: 1,4%
ALTRI: 3,4%
ZONE ROSSE (Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria)
PARTITO DEMOCRATICO: 40,1%
LEGA NORD: 26,7%
UNIONE DI CENTRO: 11,0%
ITALIA DEI VALORI: 5,6%
LA DESTRA, F.TRIC, F.NUOVA: 5,1%
COMUNISTI (RC, PDCI): 3,4%
SIN. E LIB.: 2,6%
RADICALI: 2,3%
MLN (o M5S): 1,5%
ALTRI: 1,8%
CENTRO-SUD (dal Lazio incluso in giù)
PARTITO DEMOCRATICO: 31,5%
UNIONE DI CENTRO: 19,7%
LA DESTRA, F.TRIC, F.NUOVA: 12,2%
MPA: 11,0%
ITALIA DEI VALORI: 8,7%
SIN. E LIB.: 4,1%
LEGA NORD: 3,7%
COMUNISTI (RC, PDCI): 2,7%
RADICALI: 1,6%
MLN (o M5S): 1,3%
ALTRI: 3,3%
Il commento: Ed ecco la seconda parte, il dettaglio del voto nazionale, senza PDL, ci consegna un PD primo partito, incalzato dalla Lega Nord, che dilaga al nord, avvicinandosi al 50%, e bene figura al centro attestandosi ad un importante 26,7%. In uno scenario così, l'UDC col suo 13,7% sarebbe assolutamente determinante per qualsiasi ipotesi di governo, in quanto, anche ipotizzando una coalizione tra le forze di destra, Lega Nord e MPA, queste, non andrebbero oltre il 40%, su valori leggermente inferiori a quelli del CSX.
Ultima modifica di Bèrghem; 16-10-09 alle 17:56
Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)