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  1. #1
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    Predefinito Privatizzazione dell'acqua

    Ma la lega è favorevole o contraria?

  2. #2
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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    Citazione Originariamente Scritto da sentenza53 Visualizza Messaggio
    Ma la lega è favorevole o contraria?
    Contraria, ma favorevole perché Berlusconi ci dà il federalismo.

  3. #3
    roma kaputt!
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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    Acqua pubblica: la Lega Nord è dalla parte dei cittadini

    Acqua pubblica: la Lega Nord è dalla parte dei cittadini

    Da tempo i nostri avversari diffondono tra i cittadini informazioni distorte sulle nostre posizioni. Se c’è un partito che ha a cuore le sorti dell’acqua ed è dalla parte dei cittadini e non dalla parte delle grandi aziende del settore, questo è la Lega Nord. L’acqua è un bene primario e noi vogliamo inserire nello Statuto regionale il suo riconoscimento come patrimonio universale e il diritto inviolabile alla stessa: ci deve essere la massima garanzia di accesso all’acqua, a costi ragionevoli, per tutti i cittadini.

    Per noi, il principio della proprietà pubblica delle reti e degli impianti del servizio idrico non può essere messo in discussione. Tuttavia, dobbiamo fronteggiare la normativa europea che impone la liberalizzazione della gestione dei servizi pubblici locali ed anche dei servizi idrici. Ciò favorisce le grandi multinazionali, pertanto il decreto Ronchi, dl 135/09, non poteva quindi essere rimandato. Gli attuali affidamenti in essere dovranno essere rivisti entro la fine di un periodo transitorio e la Lega Nord si sta battendo in Parlamento per mettere dei paletti a queste liberalizzazioni, affinché l’acqua non subisca ingovernabili processi di privatizzazione, con il rischio di essere ceduta in mani straniere. Anche il periodo transitorio potrebbe vedere delle proroghe.

    Mentre i nostri avversari parlano di “privatizzazione dei servizi” e si nascondono dietro a dei facili slogan, grazie alla Lega Nord, la nuova disciplina ha introdotto importanti precisazioni che sostengono gli affidamenti in house dei servizi idrici, vale a dire l’affidamento diretto a società a capitale pubblico. Il parere dell’Antitrust diventa ‘preventivo’ e non ‘vincolante’ o ‘obbligatorio’. La Lega Nord ha reso possibile l’ampliamento delle condizioni dell’affidamento in house a quasi la totalità del territorio nazionale, grazie al riferimento a peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale. L’affidamento in house diventa possibile, così come l’affidamento diretto a società miste pubblico private (Partenariato pubblico privato istituzionalizzato), dove il pubblico può arrivare al 60% della società. Vogliamo garantire ai cittadini una gestione efficiente dei servizi, economica e di qualità, permettendo dall’altra parte la crescita delle nostre imprese e rendendole competitive sul mercato.

    Recentemente un emendamento della Lega Nord alla Camera ha abolito gli Ato idrici che hanno imbrigliato l’autonomia dei singoli comuni e hanno dato vita a gare pubbliche di importi molto consistenti che potenzialmente possono attirare l’attenzione delle grandi multinazionali estere. Ciò ha fatto irritare non poco i nostri avversari, che in realtà favoriscono proprio coloro che a parole vorrebbero contrastare.

    Come sempre, di fronte ai proclami di chi è abituato da troppo tempo ad ingannare i cittadini, la Lega Nord preferisce i fatti.

    Segreteria Provinciale Lega Nord
    Massa Carrara Lunigiana

  4. #4
    roma kaputt!
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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    Acqua Pubblica: la posizione della Lega Nord

    www.leganordlandriano.org

    La questione della cosiddetta “privatizzazione” dell’acqua tiene banco in molti consigli comunali. Innanzitutto occorre ricordare che i deputati della Lega sono stati accusati di far parte di un gruppo di “Rifondazione Leghista”, tanto la nostra posizione è storicamente a difesa dell’acqua pubblica.

    La Lega infatti vuole una normativa che salvaguardi il ruolo dei nostri comuni e la pubblica proprietà delle reti e, pur promuovendo l’iniziativa privata come preteso dall’Europa, riduca i costi per le pubbliche amministrazioni e garantisca la migliore qualità dei servizi. Nell’attuazione delle direttive europee la Lega inoltre vuole che l’amministrazione pubblica – qui si è concentrata buona parte dei nostri sforzi – possa continuare ad optare per la gestione diretta (in house). Il Governo, incaricato dal Parlamento di redigere il Regolamento sulla disciplina dei servizi pubblici locali (previsto dall’art. 23-bis del Decreto-legge 112/2008) ha chiesto al Parlamento un ulteriore intervento chiarificatore per meglio tutelare quegli Enti locali che vogliono continuare a gestire l’acqua in proprio, ovvero con le proprie società municipalizzate (in house vale a dire affidamento diretto a società a capitale pubblico controllata dal pubblico).

    Fermo restando che l’Europa chiede la messa in gara dei servizi pubblici locali perché con la concorrenza i servizi ai cittadini dovrebbero migliorare di qualità e diminuire nei costi. In base alle indicazioni europee, il ricorso all’affidamento in house può essere ammesso solo “qualora ricorrano obiettive ragioni tecniche od economiche”. La difficoltà incontrata nell’ultimo decennio ad oggi è tutta qui: è infatti difficile definire quali siano queste ragioni tecniche o economiche per evitare di incorrere nelle sanzioni. Il risultato ottenuto dalla Lega è che il Parlamento ha ribadito, per l’ennesima volta, che le reti, il patrimonio pubblico, erano, sono e resteranno dei cittadini.

    Le norme comunitarie impongono la tutela e la garanzia della libera concorrenza nella gestione dei servizi pubblici locali: siamo riusciti però a mettere dei paletti ben precisi alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, proprio per salvaguardare la proprietà pubblica delle reti ed evitare di consegnare la gestione dei pubblici servizi nelle mani di oligopoli o multinazionali straniere. Pertanto sono stati esclusi tutti quei settori già disciplinati come la distribuzione di energia elettrica, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali, e ultimi in ordine cronologico, i servizi di distribuzione del gas.

    Inoltre, sono stati introdotti e ribaditi alcuni principi fondamentali sulla proprietà pubblica delle risorse idriche, facendo salvo il principio della autonomia gestionale del soggetto gestore del servizio idrico integrato. La norma precisa che il governo del servizio idrico integrato spetta esclusivamente alle istituzioni pubbliche, in particolare in ordine alla qualità e al prezzo del servizio, e deve essere esercitato garantendo il diritto alla universalità ed accessibilità del servizio.

    Un altro punto fondamentale sul quale è intervenuta la Lega Nord è quello della definizione del periodo transitorio. Sono stati definiti nel testo i termini entro i quali devono cessare le gestioni in essere, secondo le varie tipologie di gestione, come, ad esempio, affidamenti diretti senza gare o gestioni pubbliche che non hanno i requisiti richiesti dalla UE per le gestioni in house, consci tuttavia che tali termini potrebbero essere anche prorogati in caso di necessità territoriali.

    In sostanza, al di fuori del periodo transitorio, la nuova disciplina non modifica le modalità di gestione dei servizi pubblici locali rispetto a quelle definite nel 2008 ma le chiarisce, attenuando ulteriormente la portata negativa delle norme comunitarie sul sistema delle società municipalizzate che funzionano.

    Le modalità di gestione dei servizi non sono altre che quelle imposte dalle norme comunitarie. In particolare, conformemente alla giurisprudenza comunitaria, è stata riconosciuta quale modalità ordinaria di affidamento della gestione dei servizi pubblici locali, alla pari della gara pubblica, l’affidamento diretto a società “miste” (Partenariato Pubblico Privato Istituzionalizzato), a condizione che il socio privato venga selezionato attraverso procedure pubbliche e che con la stessa gara si attribuiscano anche i compiti operativi connessi alla gestione del servizio. L’inserimento di un limite alla partecipazione privata nella società, non inferiore al 40 per cento, intende, da una parte garantire il controllo pubblico delle società “miste” e dall’altra rendere stimolante la partecipazione da parte dei soggetti privati.

    La Lega Nord ribadisce il proprio sì alla gestione pubblica, preferendo la gestione in house (società a capitale pubblico controllata dal pubblico) al monopolio dei privati o delle multinazionali europee e vuole altresì garantire ai cittadini una gestione efficiente dei servizi, economica e di qualità, consentendo la crescita delle nostre imprese al fine di renderle competitive sul mercato europeo e internazionale.

    Nella necessaria mediazione con le altre componenti del Governo, la Lega ha saputo imporre la sua visione per cui quando la gestione pubblica è economica ed efficiente non è distorsiva della concorrenza ed è quindi vantaggiosa per gli utenti. Infatti, per il cittadino, quello che conta è il costo e la qualità del servizio idrico o degli altri sevizi pubblici locali, molto meno quale sia il soggetto che lo eroga. Anche perché non è detto che la gestione pubblica sia sempre in grado di garantire qualità e tariffe più competitive.

    L’affidamento in house è sicuramente residuale rispetto alle procedure competitive ad evidenza pubblica (gara o PPPI), ma riveste un particolare interesse per i piccoli comuni o quelli in montagna. Per essi, le maglie che consentono la gestione in house sono così larghe da abbracciare la quasi totalità del territorio nazionale, pur facendo riferimento a peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale. La nuova disciplina, soprattutto grazie all’intervento della Lega Nord, introduce importanti quanto necessarie precisazioni a favore e sostegno degli affidamenti cosiddetti in house, con particolare riferimento ai servizi idrici. Innanzitutto, il parere che l’Antitrust è chiamato a dare sull’esistenza delle condizioni per l’affidamento in house, contrariamente a quanto accadeva in passato, diventa un parere sì “preventivo” ma non “vincolante” o “obbligatorio” come precedentemente previsto con la maturazione di un “silenzio-assenso in senso favorevole” decorsi sessanta giorni. Inoltre, anche in considerazione del fatto che fino ad oggi l’Antitrust – applicando i precedenti criteri molto più rigidi – ha sempre negato la costituzione delle “in house”, al Regolamento (e quindi al Governo) sarà affidato il compito di individuare le soglie minime al di sotto delle quali non è necessario il parere dell’Antitrust. In tal modo, la definizione dei casi di gestione pubblica dei servizi pubblici locali, con particolare riferimento ai servizi idrici, non sarà più ad esclusivo appannaggio dell’organo che, per sua natura, ha sempre e solo privilegiato il mercato. Sarà il Governo, in sede di approvazione del Regolamento, a consentire la gestione in house, senza il parere dell’Antitrust, per le realtà locali o per gli enti che si sono mostrati virtuosi, e lo farà definendo i parametri che dimostrano l’efficienza del servizio, come i bilanci in utile e il reinvestimento nel servizio di almeno l’80 per cento degli utili per l’intera durata dell’affidamento o l’applicazione di una tariffa media inferiore alla media, oppure il raggiungimento di costi operativi medi annui con un’incidenza sulla tariffa che si mantenga al di sotto della media.

    E’ innegabile che senza la Lega Nord i servizi pubblici locali (acqua, gas, trasporti, ecc.) sarebbero gestiti dalle multinazionali francesi da oltre dieci anni, e la presenza al Governo della Lega Nord ha contribuito a rafforzare i ruolo del pubblico e ad evitare la privatizzazione delle reti.

  5. #5
    roma kaputt!
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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    Citazione Originariamente Scritto da murphy Visualizza Messaggio
    Contraria, ma favorevole perché Berlusconi ci dà il federalismo.
    Privatizzazione dell’acqua? Macchè! Tutte le bufale sul decreto Ronchi!

    Leggere.
    Ultima modifica di Leghista; 01-06-11 alle 09:28

  6. #6
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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    mentre oggi i comuni, le regioni o le province scelgono autonomamente come gestire i servizi idrici, col decreto Ronchi si prospetta invece l’obbligo di battere dei bandi pubblici,

    I comuni, le province e le regioni perdono l'autonomia gestionale sui servizi idrici, a favore probabilmente di imprese multinazionali o francesi, o cinesi. Quando sono entrato in Lega io, si lavorava per l'obiettivo opposto.
    E non più di due anni fa Maroni diceva lo stesso: i servizi idrici non si toccano. Se a Palermo buttano via tre quarti dell'acqua non è cosa che mi riguardi, finiamola di ragionare in termini italiani.

    Inoltre, perdonami ma quando mi si dice che si pagherà di più il servizio idrico ma poi si abbasseranno le tasse credo sicuramente alla prima parte, non alla seconda. Esperienza...

  7. #7
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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    Quindi la lega dovrebbe votare si al referendum .
    Però " Magari sarà un fatto del tutto personale" Luca Zaia ieri sera a Ballarò a dichiarato che non andrà a votare.
    Comunque non si può pretendere di appellarsi alle normative Europee
    quando fa comodo e disattenersi quando la situazione volge al contrario.
    Mi torna alla mente qualche settimana fa quando Bossi dichiarava in un intervista che non gli interessavano appunto le normative Comunitarie
    perchè noi "Siamo padroni a casa nostra" Questo salvo il vero era in materia di immigrazione. Dico io "Magari vivesse ancora l'ideale del padroni a casa nostra" Come una volta.

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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    Da Murphi

    Inoltre, perdonami ma quando mi si dice che si pagherà di più il servizio idrico ma poi si abbasseranno le tasse credo sicuramente alla prima parte, non alla seconda. Esperienza



    Esattamente come la dichiarazione di Brunetta : Abbasseremo le tasse e aumenteremo l'ICI . Invertendo l'ordine dei fattori il risultato non cambia
    A pagare sarà sempre il povero balla l'ultimo della serie. Pantalone.
    Ultima modifica di sentenza53; 01-06-11 alle 15:07

  9. #9
    roma kaputt!
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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    Citazione Originariamente Scritto da sentenza53 Visualizza Messaggio
    Quindi la lega dovrebbe votare si al referendum
    Niente affatto.............: il decreto Ronchi, contro cui si va a votare, costituisce il recepimento di una direttiva europea che ci impone di liberalizzare, e mette dei paletti alle privatizzazioni circa le quali la lega é CONTRARIA.

    A privatizzare/svendere (ad "amici" e "benefattori".....) è sempre stata la sinistra, non noi. Grazie a noi quel processo é stato fermato!!:giagia:
    Ultima modifica di Leghista; 01-06-11 alle 15:25

  10. #10
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    Predefinito Rif: Privatizzazione dell'acqua

    Citazione Originariamente Scritto da sentenza53 Visualizza Messaggio
    Quindi la lega dovrebbe votare si al referendum .
    Però " Magari sarà un fatto del tutto personale" Luca Zaia ieri sera a Ballarò a dichiarato che non andrà a votare.
    Comunque non si può pretendere di appellarsi alle normative Europee
    quando fa comodo e disattenersi quando la situazione volge al contrario.
    Mi torna alla mente qualche settimana fa quando Bossi dichiarava in un intervista che non gli interessavano appunto le normative Comunitarie
    perchè noi "Siamo padroni a casa nostra" Questo salvo il vero era in materia di immigrazione. Dico io "Magari vivesse ancora l'ideale del padroni a casa nostra" Come una volta.
    Io andrò a votare Sì, Zaia faccia quel che vuole.
    Sulle normative europee d'accordissimo: l'unica cosa che si deve fare di fronte a una bella pensata degli euromassonici è fregarsene in lungo e in largo, come fanno tutti i paesi europei con un po' di spina dorsale.
    Volevamo liberarci dal padrone romano, non averne due. Di come si eroga l'acqua a Pavia o a Sondrio si occupano Pavia e Sondrio. Tutti gli altri si facciano un giro.
    Ultima modifica di murphy; 01-06-11 alle 15:46

 

 
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