L’INSEGNAMENTO DI BETTINO CRAXI: SIGONELLA E IL RAPPORTO CON IL PCI
Da: da La Stampa
Data: 1/19/2002
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SEMBRA un paradosso, ma sta di fatto che uno dei rari momenti di distensione nell´interminabile duello a sinistra tra il Pci e il Psi di Bettino Craxi ha coinciso con un atto di politica estera: la tempestosa «notte di Sigonella». Fu allora, nel 1986, che il braccio di ferro promosso dal governo Craxi nei confronti degli Stati Uniti Reagan con la mancata consegna agli americani di Abu Abbas, responsabile del dirottamento dell´«Achille Lauro» e dell´assassinio del passeggero Leon Klinghoffer, venne salutato dai comunisti come la manifestazione coraggiosa di un atto di autonomia e di insubordinazione al prepotere statunitense. Ma la damnatio memoriae che ha colpito Craxi all´indomani della bufera di Tangentopoli ha impedito di rileggere con pacatezza le pagine del Craxi statista e del Craxi protagonista della politica estera italiana. Il convegno di due giorni dedicato alla «politica estera italiana», e organizzato dall´Ispi (Istituto di politica internazionale) presieduto da Boris Biancheri in collaborazione con la Fondazione Turati, ha permesso di colmare una voragine politica e storiografica sulla figura del leader socialista e anche sul (sinora negletto in sede storica) lavorio compiuto per oltre un decennio dalla classe politica della «Prima Repubblica» per portare a compimento il percorso di Maastricht. Valutazioni politiche e giudizi storici si sono inevitabilmente intrecciati in un convegno che, fortemente sollecitato da un uomo che fu molto vicino a Craxi come Gennaro Acquaviva, ha visto tra le altre la presenza di un protagonista assoluto della politica italiana come Giulio Andreotti, dell´ex ambasciatore americano in Italia Maxwell Rabb, dell´ex ambasciatore italiano negli Stati Uniti Rinaldo Petrignani, dell´ex ministro degli Esteri socialista Gianni De Michelis e di numerosi storici. Sono stati affrontati nodi cruciali della strategia italiana, a cominciare dai rapporti tra Craxi e Yasser Arafat, il leader dell´Olp su cui il leader socialista esercitò una fortse opera di persuasione per convincerlo ad accettare la risoluzione 242 dell´Onu (pace in cambio di territori). Oppure l´azione di Craxi e Andreotti per convincere il Consiglio europeo a modificare i Trattati che avrebbero portato negli anni successivi al patto di Maastricht. O ancora i rapporti con la Polonia scossa dalle agitazioni promosse da Solidarnosc. In questo senso ha assunto un notevole valore la testimonianza di Antonio Badini, al tempo collaboratore molto stretto del presidente del Consiglio socialista e oggi direttore generale della Farnesina per i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, che ha ricordato la «speciale alchimia» tra Craxi e Reagan, almeno fino alla crisi dei rapporti tra Italia e Stati Uniti dopo la tensione del caso Sigonella. Anche la presenza di Giorgio Napolitano ha contribuito a svelenire almeno sul piano della ricostruzione storica i rapporti tra ex comunisti ed ex socialisti. Un passo ulteriore per risonsegnare pienamente alla storia italiana momenti e figure cancellate dalla memoria collettiva.
Pierluigi Battista
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