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  1. #1
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    Predefinito L'affascinante storia dell'Isola Ferdinandea

    FERDINANDEA - L'ISOLA CHE NON C'E'

    Per un breve periodo della sua antichissima storia la Sicilia, già conosciuta da tutti i popoli del Mediterraneo come una “Terra di Fuoco”, ha contato tra i suoi vulcani, insieme all’Etna e alle isole Stromboli e Vulcano, anche l’isola Ferdinandea, l'ultima nata e sicuramente la più irrequieta!

    Il 28 giugno 1831 violentissime scosse di terremoto sconvolsero la costa sud-occidentale della Sicilia arrecando gravi danni e sollevando serie impressionanti di onde anomale. Esse perdurarono fino al 10 luglio e furono avvertite fino a Palermo. In quei giorni a Sciacca, una cittadina litoranea situata lungo la costa a nord-ovest di Agrigento, avvennero una serie di fenomeni straordinari: i pescatori che rientravano dalla pesca riferivano di una zona in cui il mare ribolliva con violenza e di pesci morti a galla, gli oggetti d’argento si annerivano, si percepiva un fortissimo odore di zolfo e il 13 luglio - dalla piazza centrale del paese - fu notata una netta colonna di fumo che si innalzava dalla superficie del mare. Il 17 luglio, tra boati ed esalazioni sulfuree, con la sua colonna di fumo nero emerse dal mare anche una nuova isola! Essa crebbe rapidamente in dimensioni e altezza grazie a pomici, lava e lapilli eruttate violentemente dalle due bocche del cratere che era emerso dalle profondità marine. Si trovava su quello che era chiamato dai siciliani la ”secca di mare” e dagli inglesi di Malta il ”banco di Graham”, circa 30 miglia a sud di Sciacca. Partì proprio da Sciacca la prima delegazione in perlustrazione e il comandante, Michele Fiorini, piantò sull’isola un remo in segno di primo scopritore.

    Nell’agosto 1831 le eruzioni, che fino ad allora erano state violentissime, cessarono. L’isola risultava con una circonferenza di 4800 metri, si innalzava ripida da un fondale di 200 metri fino a una altezza massima di 70 metri sul livello del mare, con due laghetti di acqua salata e acida al centro dei crateri che avevano generato l’isola stessa. Fu oggetto di studio dei più famosi scienziati francesi, inglesi ed italiani, tra cui ricordiamo il Prof. Gemellaro. Mentre, il 2 agosto, il capitano Sanhouse piantava la bandiera inglese nel punto più alto dell’isola battezzandola “Isola di Graham”, il 17 Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie, con atto regio la annesse col nome di “Isola Ferdinandea”, in onore di se stesso. Per il popolo era soltanto “l’isola di Sciacca”, mentre i francesi che la studiavano la chiamavano “Giulia” In effetti, l’isola nuova nata interessava a molti per la sua posizione: agli Inglesi perché era sulla rotta per Malta e volevano farne un eccellente avamposto a ridosso del regno borbonico, ai francesi che ritenevano di essere sbarcati per primi e a Ferdinando II che non mollava certo l’osso! L’incidente diplomatico era in agguato ma ,mentre i politici erano al lavoro, l’isola disse di nuovo la sua: iniziò a sprofondare tra le onde e, il 17 dicembre, una spedizione borbonica non trovò che acqua sulfurea e un basso fondale.

    Oggi l’isola Ferdinandea si trova a una profondità di 8 metri ed è ancora nel cuore della gente, come testimonia una lapide commemorativa posta dai subacquei sulla sua sommità.


    http://www.misteromania.it/storie/ferdinandea.htm

    Testo e immagine dal sito http://www.misteromania.it/
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 15-03-10 alle 00:30
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  2. #2
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    L'isola che non c'è se ne sta lì, nel Canale di Sicilia: 38 miglia a sud-ovest di Porto Empedocle. È da qui, e dal porto di Sciacca, che salpano spedizioni scientifiche per il recupero dei campioni di roccia dell'Isola Ferdinandea. La vetta, alta una ventina di metri, si trova appena otto metri sotto il livello del mare ed è l'unica parte solida e compatta dell'isola: al di sotto, materiali incoerenti, simili alla sabbia e alla spugna lavica. Il permanere di questi strati "fragili" spiega anche perché l'isola sia stata aggredita così facilmente dal mare.

    Gli storici parlano di almeno tre sue riemersioni. Oltre a quella del 1831, una nel 10 avanti Cristo e un'altra intorno al 1200. Solo nel 1975, però, una spedizione scientifica raggiunse il vulcano sott'acqua e solo pochissimi anni fa vennero raccolti campioni di rocce quasi alla base del vulcano sommerso, a 30 metri di profondità. Intanto, nella sacrestia di una chiesetta di periferia del XIII secolo, nell'isola di Pantelleria, il sensore del Centro Ettore Majorana di Erice riceve segnali più volte al giorno e fa immaginare, in alcuni momenti, gittate di gas e lapilli per venti metri di altezza.

    L'interesse maggiore oggi è rivolto a comprendere se il fenomeno vulcanico sia in quiescenza o in fase di evoluzione. Questa è una zona molto ricca di faglie, scaturite dall'attrito tra la placca africana e quella europea, e sono queste a liberare il materiale di origine vulcanica che ha generato l'isola Ferdinandea, così come Pantelleria e Linosa. Non è improbabile che il fenomeno sia ancora in corso e che la pressione del magma dalle regioni più sotterranee possa portare ad una nuova emersione: è l'Africa che "spinge" l'Europa, e l'isola sommersa si trova proprio al confine tra le due croste.

    Intanto, nel silenzio degli abissi, Ferdinandea è un paradiso di biologia marina.



  3. #3
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    Predefinito Rif: L'affascinante storia dell'Isola Ferdinandea

    L'Isola Ferdinandea

    di Paola Presciuttini

    L'Isola Ferdinandea

    Dal sito Sullacrestadellonda
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 15-03-10 alle 00:33
    "Tante aurore devono ancora splendere" (Ṛgveda)

  4. #4
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    Predefinito Rif: L'affascinante storia dell'Isola Ferdinandea

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Nell’agosto 1831 le eruzioni, che fino ad allora erano state violentissime, cessarono. L’isola risultava con una circonferenza di 4800 metri, si innalzava ripida da un fondale di 200 metri fino a una altezza massima di 70 metri sul livello del mare, con due laghetti di acqua salata e acida al centro dei crateri che avevano generato l’isola stessa. Fu oggetto di studio dei più famosi scienziati francesi, inglesi ed italiani, tra cui ricordiamo il Prof. Gemellaro. Mentre, il 2 agosto, il capitano Sanhouse piantava la bandiera inglese nel punto più alto dell’isola battezzandola “Isola di Graham”, il 17 Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie, con atto regio la annesse col nome di “Isola Ferdinandea”, in onore di se stesso. Per il popolo era soltanto “l’isola di Sciacca”, mentre i francesi che la studiavano la chiamavano “Giulia” In effetti, l’isola nuova nata interessava a molti per la sua posizione: agli Inglesi perché era sulla rotta per Malta e volevano farne un eccellente avamposto a ridosso del regno borbonico, ai francesi che ritenevano di essere sbarcati per primi e a Ferdinando II che non mollava certo l’osso!
    In quel periodo fu un susseguirsi di "scoperte" e "colonizzazioni": chi giungeva all'isola si arrogava il diritto di proprietà. Nel giro di un mese l'isola cambio ben sette nomi: oltre a Ferdinandea e Giulia, venne battezzata Sciacca, Nertita, Corrao, Hotham, Graham.

    Ma, mentre crescevano pretese e supposti diritti, l'isola diminuiva rapidamente. E mentre gli uomini continuavano a discutere, la natura seguiva il suo corso: nel 1835, dove prima si trovava la Ferdinandea, si poteva vedere solo un piccolo rilievo subacqueo la cui cima era a tre metri dalla superficie del mare.

  5. #5
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    Predefinito Rif: L'affascinante storia dell'Isola Ferdinandea




    I disegni sono tratti dalla "Relazione sui fenomeni del nuovo vulcano" (Catania, 1831, Atti Ac. Gioenia Sc. Nat., VIII), scritta da Carlo Gemmellaro, uno fra i primi a recarsi sul tratto di mare dove, fra esplosioni e colonne di fumo, stava nascendo la nuova isola.

  6. #6
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    Predefinito

    Ecco come Andrea Camilleri, nel romanzo Un filo di fumo, descrive la nascita di questa isola con tanti nomi e reclamata da almeno tre Paesi...

    Sentirono prima un boato lungo e lento, che proprio se la pigliava comoda, poi videro l'acqua che cominciava a bollire e mentre gli scafi prendevano a tremare come per la terzana, un'altissima colonna di fumo e faville si alzò a picco, facendo voci di raggia e rumori proprio come una persona viva. Mentre il sole diventava grìgio, e una cenere spessa e densa entrava nei polmoni, e i marinai, morti di scanto, cadevano in ginocchio pregando la Madonna e tutti ì santi, Currao e Trifiletti, ammammaloccuti, si resero conto che stavano assistendo ad un fenomeno mai visto prima: un'isola vulcanica nasceva sotto ai loro occhi.
    Ultima modifica di Silvia; 15-03-10 alle 23:03

 

 

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