"Se diventerà sindaco Pisapia alzerà le tasse" recita l'ultimo mantra del Pdl. La verità è che l'aumento è già previsto. E lo ha deciso proprio la giunta del primo cittadino uscente
Il bilancio pluriennale alla voce imposte per il 2012 prevede 383,3 milioni di euro e alla voce tasse 283,9. In pratica un aumento rispetto all’anno corrente di 8 milioni di euro (tasse) cioè il 2% e di 50 milioni (imposte) in percentuale il 17,6% in più. E l’anno successivo arriveranno altri tre milioni di aumento. Tra 2008 e nel 2013 il conto della “buona gestione” della cosa pubblica è salatissimo, è una vera e proprio indigestione di tasse e imposte, rispettivamente per 22,2 e 53,2 milioni di euro in più. Sommando gli aumenti si può calcolare che l’era Moratti è costata alla città 75,4 milioni di euro di aumenti. Alcuni già incassati, altri previsti nero su bianco.
Che siano veri e propri aumenti lo dicono gli stessi documenti del comune: a margine della tabella si legge nero su bianco ad esempio l’aumento della Tarsu: «Per gli anni successivi al 2011, è previsto un aumento delle entrate per far fronte agli incrementati costi di smaltimento dei rifiuti dovuti al mancato rinnovo degli incentivi Cip6 per la produzione di energia con impianti alimentati da fonti rinnovabili». La verità quindi è che Letizia Moratti ha messo le mani in tasca ai cittadini eccome, solo non lo ha detto, posticipando il salasso al dopo elezioni. È banale, lo fanno i commercialisti e gli amministratori di tutta Italia. Il sindaco Moratti non è da meno.
Moratti, tasse rimandate al dopo elezioni | Thomas Mackinson | Il Fatto Quotidiano
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Un anno fa il Pdl ha votato in Comune un emendamento che ha introdotto nel Piano di governo del territorio luoghi di culto per tutte le religioni
“Garanzia di luoghi di culto per tutte le religioni rappresentate in città, di ogni culto”. L’impegno non è estrapolato dal programma di Giuliano Pisapia, che secondo la Lega in spolvero celodurista vorrebbe riempire Milano di minareti, ma dal Pgt firmato Letizia Moratti e approvato dalla maggioranza in Comune. Che, con due emendamenti approvati dalla maggioranza nel giugno 2010, prevede la realizzazione delle moschee e anche “le aree di sosta per i nomadi”. Il consigliere del Carroccio, Matteo Salvini, era assente alla votazione perché impegnato nel suo incarico di europarlamentare. Gli sarà sfuggito il Pgt voluto dalla maggioranza di cui ha fatto parte per cinque anni, tanto da essersi guadagnato la poltrona di vicesindaco in caso di vittoria della Moratti. Va detto: Salvini ha spesso criticato le decisioni della giunta, come su Ecopass. Per poi però allinearsi allegramente. “Ma ero da solo”, ripete. “Se ora vincessimo il ballottaggio la Lega passerebbe da uno a sette consiglieri, capito? La musica cambierà”, promette. In realtà al momento l’unico confermato sarebbe ancora Salvini, con le 8913 preferenze, gli altri sei consiglieri di cui parla gli sono stati garantiti da Moratti: in caso di vittoria il premio di maggioranza sarà spartito anche con il Carroccio.
Ignorando però che a Milano di moschee ce ne sono già dieci, abusive e non. Tutte sorte in questi anni in cui il comune è stato guidato proprio dal centrodestra. Da viale Jenner a via Padova, poi Cascina Gobba, via Quaranta, via Stadera, via Meda e altre. Luoghi di culto. Indispensabili in una città che aspira a tornare a essere una metropoli europea, tanto che la giunta di Letizia Moratti ha dovuto far fronte al problema e ha inserito nel Pgt la “garanzia di costruire luoghi di culto per tutte le religioni rappresentate in città”. Approvato dal consiglio. Così come approvati dalla maggioranza due emendamenti al testo che hanno specificato come la garanzia è “per ogni culto”. Così a Milano oggi è riconosciuto il diritto per tutte le religioni di richiedere aree dove poter realizzare i propri luoghi di culto. Un Pgt fortemente voluto da Carlo Masseroli, assessore ciellino della giunta morattiana. In pieno accordo con il sindaco e con la maggioranza. Eppure i manifesti della Lega recitano “Milano zingaropoli con Pisapia, più campi nomadi e la più grande moschea d’Europa”. Il candidato del centrosinistra ovviamente smentisce e smaschera per primo il giochino della maggioranza: “Mi accusano di voler prevedere una struttura multiculturale e multietnica dicendo che comporterebbe decine di moschee, la zingaropoli; ma dovrebbero considerare quanta credibilità ha questa affermazione. Bossi e tanti elettori della Lega non sanno che il centro multiculturale è già previsto dal piano di governo del territorio approvato dal centrodestra”.
Moschee e aree di sosta per i Rom a Milano? Il Pdl le ha approvate nel Pgt 2010 | Franz Baraggino | Il Fatto Quotidiano
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vi prendono per il sedere