Pare proprio di sì.
Non come il vecchio Sud delle piantagioni di cotone stile profonda Georgia,Nord Carolina o Alabama,ma come Sud nuovo.

Non si contano ormai sia le delocalizzazioni intra ed extra USA di aziende che si spostano dal Nord sindacalizzato ed alto costo, al Sud dove c'è una manodopera di buon livello,i costi sono minori e soprattutto non sindacalizzata.
E non stiamo parlando di aziendine che producono cianfrusaglia,ma produzioni ad alto valore aggiunto.

La BMW ad esempio ha aperto a Spartanburg la sua prima filiale produttiva per il mercato USA,ma attenzione,produrrà anche in loco auto destinate all'intero mercato mondiale.
Moltissime altre aziende di auto,soprattutto straniere,hanno aperto in Mississipi,Alabama,Tennessee e nell'intero Sud,fabbriche d'auto ex novo,mentre nel Nord del Paese (Michigan) le aziende automobilistiche chiudono sotto il peso delle pretese delle maestranze ultrasindacalizzate che richiedendo stipendi e bonus estremamente elevati,buttano fuori dal mercato queste aziende nei confronti sia delle concorrenti estere che di quelle interne del Sud degli USA.
Tyssen ad esempio ha aperto una mega acciaieria in Alabama.
E fidatevi che non è facile vedere aprire da zero un'acciaieria in un Paese industrializzato.
Boeing ha spostato gran parte della sua produzione di aerei da Seattle ad un luogo sperduto del Nord Carolina.
In Louisiana è nata ex novo una fabbrica d'auto che si propone di costruire auto elettriche eco friend.

E potrei andare avanti con altri casi.

La lezione?
La lezione è chiara sia per l'Europa socialista che per il Nord degli USA ultra sindacalizzato.
Non è vero che le aziende delocalizzano solo in India,Cina o nei Paesi a basso costo,perchè spesso e volentieri in molte produzioni altri fattori oltre il mero costo del lavoro contano.
Sta gli Stati cercare di attirare gli investimenti dall'estero e facilitare la creazione di nuove imprese tramite un ambiente economico favorevole.

Pena il deserto industriale.
E per favore che non si frigni dando la colpa ai cinesi.