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Nichi Vendola e quegli impianti targati Marcegaglia

di Tommaso Caldarelli



Il presidente di Confindustria non fa mistero delle sue preferenze in fatto di governatori: in cima alla classifica il presidente della Puglia. Perchè? Sui media locali, impazzano le critiche per le autorizzazioni addirittura “illegittime” di discariche e termovalorizzatori, tutte a favore di Emma.

Eravamo nel giugno scorso: Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, intervenendo da Vicenza, si era sprecata in elogi a favore di Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia. “E’ senza dubbio il miglior governatore del Mezzogiorno, la Puglia e’ una regione ben gestita, io ho delle aziende e conosco bene quella situazione”, sostenne, esplicita, la Marcegaglia; ”In Puglia si sono fatte cose buone, quello di Vendola e’ l’esempio marcendola Nichi Vendola e quegli impianti targati Marcegagliamigliore del Mezzogiorno“.

APPREZZAMENTI IMPORTANTI – Parole, come detto, magniloquenti ed esplicite. “Io ho delle aziende”, dice la Marcegaglia, e intende: che lavorano al sud. Parecchie aziende. Attive, soprattutto, nel settore dei rifiuti. Ma non di striscio, non alla lontana: pare, infatti, che il Marcegaglia group abbia saldamente in mano la gestione del ciclo della spazzatura nel tacco d’italia, governato dal popolarissimo esponente di Sinistra Ecologia e Libertà. In molti sono i media, locali e nazionali, che hanno dato, nel corso degli ultimi tempi, approfondita copertura ai movimenti delle aziende Marcegaglia nel sistema rifiuti pugliese. E, a leggere le storie che saltano fuori, è impossibile non notare un coinvolgimento diretto del governatore Vendola a favore del ciclo rifiuti targato Emma. A volte, si è arrivati anche davanti al giudice. “L’azienda di proprietà della famiglia del presidente della Confindustria”, scriveva tempo fa, in un esauriente dossier, Panorama, “Emma Marcegaglia, in Puglia ha un forte ruolo nel ciclo dei rifiuti. Per esempio gestisce tre dei quattro termovalorizzatori, realizzati sotto diverse insegne, sempre insieme con la Cisa. A Massafra (Taranto) brucia ecoballe (il cdr, combustibile derivato dai rifiuti) e produce energia, 12 megawatt l’ora, da quasi quattro anni l’impianto della Appia energy (presidente Albanese, amministratore delegato Roberto Garavaglia, 55 anni, manager del gruppo Marcegaglia). A Manfredonia (Foggia) è stato autorizzato lo stabilimento dell’Eta Energie tecnologie ambiente (presieduta da Garavaglia). A Modugno la Eco energia (sempre guidata dal tandem Albanese-Garavaglia, nel cda Antonio Marcegaglia, presente anche nell’Appia energy) ha costruito un termovalorizzatore che nell’ottobre 2008 è stato sequestrato dalla procura di Bari per la mancanza di alcune autorizzazioni”.

MODUGNO - Nel barese dunque il primo caso critico: il Marcegaglia group vuole costruire un impianto di smaltimento rifiuti, per la precisione un termovalorizzatore, ma i cantieri vengono fermati dalla magistratura. “Secondo l´accusa, alcune delle autorizzazione concesse erano illegittime, altre, invece, non sono mai state richieste. Secondo l´accusa, prima di avviare i lavori, la società avrebbe dovuto informare i cittadini della realizzazione di una centrale che produce energia, sfruttando i rifiuti. E invece non lo ha fatto”, raccontava Repubblica Bari. Uno degli esposti che contribuirono a fermare la costruzione dell’impianto fu presentato dal Meetup Beppe Grillo Bari 2, che, una volta ottenuto il successo cercato, gongolava con una missiva inviata al blog del leader del Movimento 5 Stelle. “In un mare di notizie ‘immondizia’ oggi ne abbiamo una positiva. La magistratura funziona. I politici no. Il 22/09/08 il dott. Francesco Bretone pm della Procura di Bari, ha sequestrato l’area di costruzione dell’inceneritore della Eco Energia Srl (gruppo Marcegaglia) a Modugno (BA) ed ha messo 4 persone sotto inchiesta; di queste una è un dirigente del settore ecologia della Regione Puglia”, scrivevano i ragazzi grillini.

CONIGLIANO D’OTRANTO – Come abbiamo visto, la pubblica amministrazione pugliese, guidata dal governatore Vendola, in questo primo caso è coinvolta solo collateralmente. Molto più incisivo è apparso essere il suo ruolo nei due casi di Corigliano d’Otranto e Paglia, nel primo caso una discarica, nel secondo un inceneritore. In mezzo, sempre le aziende del Marcegaglia group. Come nel comune della Grecìa salentina, perla del tacco d’Italia, Corigliano appunto, la pubblica amministrazione ha “autorizzato, per vent’anni, una discarica per rifiuti urbani di 550 mila metri cubi. La sta realizzando il consorzio Cogeam (impresa capofila, gruppo Marcegaglia) proprio sopra (cioè in linea perpendicolare) al più grande serbatoio naturale di acqua potabile della Puglia. Un grande lago d’acqua dolce a cento metri di profondità che con 700 litri d’ acqua al secondo disseta 78 comuni, garantendo da cinquant’ anni l’ 80 per cento del fabbisogno idrico del Salento. Quest’opera, che già negli anni Ottanta venne bocciata dai tecnici dello stesso Acquedotto pugliese (la definirono «una pazzia», «un errore irreparabile»), oggi scatena la rabbia della popolazione di Corigliano d’ Otranto e delle migliaia di persone delle ben cinquanta associazioni salentine riunite in un solo «Coordinamento civico per la tutela del territorio e della salute”, come raccontava, sul Corriere della Sera, Carlo Vulpio, giornalista poi eletto a Strasburgo nelle liste di IdV. Il Coordinamento in questione ha anche poi portato il caso davanti al giudice, per tentare di bloccare tutto: proprio a un giorno dalla sentenza, l’amministrazione regionale, nella persona del presidente Vendola Nicola, si è costituita in giudizio, avendo l’effetto immediato di rimandare una seduta che già si avviava alla sua conclusione; e sottolineando una presa di posizione sufficientemente decisa, a favore del mantenimento del progetto intrapreso. “Una parentesi enorme e pericolosa”, raccontavano i media locali, “aperta dal Governo regionale di Raffaele Fitto e mantenuta aperta, con tutti gli atti del caso, da leader di inceneritore Nichi Vendola e quegli impianti targati MarcegagliaSinistra Ecologia e Libertà”, che ha anche fornito motivazioni puntuali, per il suo impegno giudiziario a favore della discarica: “Perchè il Tar non è competente in materia; per difendere la legittimità del Piano di Tutela delle acque; per difendere la legittimità della complessiva istruttoria definita con il rilascio dell’autorizzazione per la realizzazione della discarica”. Sotto accusa da parte degli ambientalisti un punto in particolare: nella complessiva istruttoria, che la Puglia di Vendola ha intenzione di difendere, appare anche il “piano idrogeologico”, che sembra essere stato definito appunto da Cogem, la società del Marcegaglia group.

PAGLIA – L’amministrazione Vendola si è schierata a muso duro anche per la costruzione dell’inceneritore di Paglia, provincia di Foggia. “In molti hanno creduto e forse sperato che l’inceneritore Marcegaglia in provincia di Foggia (località Paglia) non si facesse più ma la realtà è ben diversa”, scriveva, in occasione del via ai lavori, Italia Terra Nostra; “la sentenza ufficiale è stata emessa senza diritto di appello: l’impianto “s’ha da fare” e basta. Pazienza se l’ iter autorizzativo è palesemente illegale e se l’ impianto sputerà nell’aria di Capitanata senza interruzione, e per tutto l’ anno, diossine cancerogene e veleni chimici a valanga. L’assessorato all’ ecologia della regione Puglia ha offerto il beneplacito alla costruzione”. Iter illegale, sostengono le associazioni, perchè alle conferenze dei servizi, istituti centrali nel procedimento amministrativo in cui la PA è obbligata ad ascoltare tutti i soggetti che dimostrino di avere un’interesse effettivo a mettere bocca sulla produzione di un provvedimento di qualsiasi tipo, non sono state ammesse associazioni rappresentative dei movimenti dei cittadini anti-inceneritore; forse vi querelo, risponde Vendola, una volta letto l’articolo: “Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola sta valutando la possibilità di adire le vie legali a causa della totale infondatezza delle notizie pubblicate. L’impianto, funzionale alla chiusura del ciclo dei rifiuti, nasce nel 2003 (contratto di programma tra Comune e Regione). L’iter per l’autorizzazione è stato caratterizzato dalla più ampia trasparenza ed è stato consentito l’accesso alle conferenze dei servizi a tutti i soggetti che hanno manifestato interesse (ivi compresa l’associazione di giovani che, pur essendo stata invitata, non ha partecipato ai lavori)”. Pare, inoltre, che dopo il primo articolo, Vendola si sia sempre rifiutato di rispondere alle domande del direttore di Italia Terra Nostra, Gianni Lannes: ” Il divo Nichi non risponde al cellulare e si nega sempre quando l’interlocutore è Lannes. Lo smemorato di Terlizzi teme il dialogo e si rifugia nei salotti televisivi dove abbondano i giornalisti addomesticati venduti ai potenti di turno”, è il giudizio, niente affatto lusinghiero, dei gruppi ambientalisti. Quello della Marcegaglia, lo abbiamo visto, ha toni ben diversi.