Ricetta dei soliti noti: più immigrati per combattere la disoccupazione negli USA
Si chiama
Partnership for a New American Economy la nuova lobby, composta da alti dirigenti e sindaci di importanti città degli USA, che vede in prima fila
Rupert Murdoch e
Michael Bloomberg, primo cittadino di New York.
Scopo dichiarato della lobby è permettere la regolarizzazione di massa di clandestini e irregolari, così come l'arrivo di nuovi immigrati. Il tutto, secondo le "illuminate" parole dello stesso Bloomberg, perché quando "arriva la marea, la barca di ciascuno può salpare". Probabilmente l'immagine vuole richiamare quella tipica dell'ideologia liberale, con le briciole che, dalla torta dei ricchi, cascano ai più svantaggiati. E, come quella immagine, non vuol dire una cippa.
Robert Iger, a capo della Disney, blattera ancora di "American Dream" da costruire assieme. Verrebbe da dire patetici, se non fosse che si tratta di canaglie. Far credere che le regolarizzazioni o, peggio, l'arrivo di nuovi stranieri permettano l'ingrandirsi della "torta" o l'alzarsi della "marea", a beneficio di tutti, è una scemenza clamorosa, quando l'unica cosa che contraddistingue gli USA di questi due ultimi anni è stata la continua chiusura di banche locali, mentre quelle nazionali venivano aiutate dal Governo, ossia briciole regolarmente rastrellate a vantaggio dei gruppi più potenti. Non parliamo poi, in tempi di devastante inquinamento, inizialmente nascosto, delle acque del Golfo del Messico, del riferimento alla "marea". Una nera marea maleodorante.
Attualmente
la disoccupazione negli USA è quasi al 10%, con una crescita costante dai primi mesi del 2007. Prima, quindi, dell'esplodere dell'attuale crisi economica, la quale è stata ed è un'ottima scusa per concentrare capitali e sfiancare ulteriormente la classe media. L'immigrazione di massa è solo un altro tassello in quest'opera di distruzione.
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