"L'Arte Occidentale della Guerra" - Di Victor Davis Hanson.
Se qualcuno ha letto questo libro, corregga l'analisi che faccio della tesi di Victor D. Hanson, dato che io non ho letto il libro (se non qualche passaggio su internet).
Praticamente da quello che ho capito io, Hanson fa un'analisi di quella che sarebbe la concezione della guerra secondo gli occidentali, e inventa una costruzione ideologica alquanto singolare. Una trasposizione moderna dell'oplitismo.
Praticamente assimila il codice d'onore e di etica oplitico ad un presunto codice d'onore moderno 'occidentale' (ci metto le virgolette perchè il signore in questione quando parla di 'occidente' fa riferimento anche e soprattutto agli Stati Uniti), sfruttando la gloriosa storia degli opliti greci per giustificare le guerre americane, le quali sarebbero 'oplitiche', 'campali', 'occidentali', 'umane', 'corrette', 'dirette', guerre lampo decisive, combattute senza sotterfugi.
In questo senso l'uomo americano rappresenterebbe questo nuovo oplita, un self-made man (gli opliti dovevano procurarsi a proprie spese l'equipaggiamento), che come l'oplita è un cittadino benestante proprietario terriero (gli opliti erano per lo più contadini), che scende in battaglia per difendere la propria proprietà, ma che lo fa apertamente e con lealtà (mentre il nemico lotta con il terrorismo, con la guerriglia, con il sotterfugio).
Inutile dire che a me questo 'modo occidentale di fare la guerra' non convince affatto. Trattasi di una costruzione fantasiosa e sovversiva che infanga le radici della vera Civiltà Occidentale per fini strumentali.
Il parallelo tra oplita della grecia classica e l'americano moderno poi è quanto di più vomitevole si potesse concepire. Per non parlare del fatto che a livello storico-politico è veramente insensato. L'oplita, il guerriero per eccellenza da una parte (espressione di una serie di valori ispirati ad una concezione aristocratica e tradizionale della vita), e il borghese, l'uomo economico dall'altra.
Voi che ne dite?