Fini difende stranieri Stronzo chi pensa siano diversi
"Chi li considera diversi merita la parolaccia
ROMA - Non usa mezzi termini Gianfranco Fini per definire chi usa "qualche parola di troppo" nei confronti degli immigrati, che il presidente della Camera non esista a definire degli "stronzi".
Nel corso di un incontro nel centro 'Semina' con i ragazzini, per la maggioranza stranieri tra gli 8 e i 18 anni di età, della associazione 'Nessun luogo e' lontanò, Fini ha fatto diverse domande ai ragazzini presenti: "Qualche volta vi pesa essere qui? C'é qualcuno che ve lo fa pesare? O qualche volta c'é qualche stronzo che dice qualche parola di troppo?".
I ragazzini ridono e il presidente della Camera prosegue: "Uso questa parola perché se qualcuno dice che siete diversi la parolaccia se la merita: voi la pensate io la dico".
LA 'BOSSI-FINI'LA RIFAREI, MA CON RITOCCHI - Gianfranco Fini difende la legge sull'immigrazione che porta il suo nome accanto a quello del leader della Lega Umberto Bossi, la cosiddetta 'Bossi-Fini', il cui impianto è tuttora "giusto", anche se, per il presidente della Camera, un paio di modifiche sarebbero ora necessarie. "Sostanzialmente condivido oggi come allora la filosofia della legge", ha risposto Fini nel corso di un incontro con i giovani di una associazione che lavora per l'integrazione degli stranieri in Italia, dal nome 'Nessun luogo e' lontanò, tenutasi oggi nel centro 'Semina', situato nei locali di una ex scuola media di Roma. "La regola di quella legge è che se hai un contratto di lavoro puoi stare in Italia ed è una regola che trovo giusta " anche perché è un provvedimento che ha "funzionato bene", ha spiegato l'ex leader di An. "Oggi - ha tuttavia aggiunto - farei un paio di modifiche: allungherei ad un anno il periodo per trovare lavoro nel caso in cui si interrompa il rapporto lavorativo vista la crisi che stiamo vivendo". L'altra modifica, ha proseguito, è relativa alle "modalità per il rinnovo del permesso di soggiorno" per le quali si dovrebbero sveltire le pratiche burocratiche consentendo ai consolati di svolgerle ed evitando così il ritorno nei paesi di origine che "non ha senso".
FINI BACCHETTA LA STAMPA - Gianfranco Fini bacchetta la stampa e i media per i continui "riferimenti etnici" nei reati che possono indurre i cittadini a credere "nell'equazione: straniero uguale delinquente". "E' un modo superficiale di informare", ha detto il presidente della Camera, rispondendo ad una domanda di un giovane nel corso di un incontro dell'Associazione 'Nessun paese e' lontanò che lavora per l'integrazione degli stranieri in Italia. "Se un romeno - ha aggiunto l'ex leader di An - o un eritreo scippa una signora italiana il titolo è 'Romeno scippa...'. E' un modo scorretto, superfluo e impreciso di informare: ci sono stranieri delinquenti così come ci sono italiani delinquenti, ma gli uomini sono tutti uguali e devono essere trattati nello stesso modo dalla legge, dalla stampa e dalla politica". Ecco perché, ha concluso, "sarebbe bello se l'informazione non titolasse con riferimenti etnici perché altrimenti si può diffondere tra i cittadini l'equazione: straniero uguale delinquente".
CALDEROLI: STRONZO ANCHE CHI ILLUDE IMMIGRATI - "Fini ha perfettamente ragione a dire che è stronzo chi dice che lo straniero è diverso. Ma è altrettanto stronzo chi illude gli immigrati": lo ha detto all' ANSA il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, interpellato sulle affermazioni del presidente della Camera. "E' infatti una stronzata, per usare il linguaggio di Fini - spiega Calderoli -, illudere gli extracomunitari che il nostro é il Paese di 'Bengodi' e che c'é lavoro per tutti, visto che il lavoro manca in primo luogo ai nostri cittadini. Fare questo é pura demagogia e allora si spalancano le porte a migliaia di persone destinate a finire nella rete delle illegalità, della criminalità o dello sfruttamento". "E non è dando il voto - aggiunge - che si risolvono i problemi dell' integrazione". "Uguali sì - conclude Calderoli - lo sono tutti gli uomini quando nascono, ma l' integrazione e l' accoglienza prevedono non delle belle frasi ma degli atti concreti e molta intelligenza nel sapere costruire. E, per finire, l'uguaglianza d'origine prevede che ci sia anche un cammino di civiltà condivisa, senza la quale si crea solo lo scontro tra popoli e tra culture".
ANSA.it