STORIA E INDIRIZZI DEL CONSERVATORISMO POLITICO
SECONDO LA DOTTRINA DEI PARTITI DI STAHL
di Giovanni Bonacina
Rivista Storica Italiana, a. CXV, 2003, II
Non mi scaglio contro l'entusiasmo, al mondo non c'è troppo entusiasmo,
bensì troppo poco e troppa freddezza del cuore.
Se cerco di distruggere i falsi ideali non è in favore di una torbida rassegnazione,
ma per mettere al loro posto il vero ideale.
Il fuoco di paglia scintillante di una falsa ispirazione dovrà ritirarsi,
prima che il calore permanente di un'ispirazione autentica possa guadagnare terreno.
Le parole della follia dovranno essere lasciate, affinché le parole della fede mettano radici.
Friedrich Julius Stahl, Die gegenwàrtigen Parteien in Staat und Kirche, p. 70
1. A Berlino fra politica e filosofìa dopo il 1848
Friedrich Julius Stahl (1802-1861) tenne lezione sui partiti politici ed ecclesiastici, presso la facoltà di giurisprudenza dell'università di Berlino, per cinque volte fra il semestre invernale 1850/51 e il semestre invernale 1856/57. Il manoscritto destinato alle lezioni, pubblicato postumo nel 1863, poi di nuovo nel 1868, costituisce insieme ai capitoli aggiuntivi della terza edizione della Filosofia del diritto (1854-56) e alle raccolte dei discorsi parlamentari (1850, 1856, 1862) il prodotto più originale della riflessione dell'autore dopo il 1848 (1). Quei corsi sono alla base delle sue opere nell'ultimo decennio, rappresentano il massimo suo sforzo di applicare alle mutate condizioni tedesche ed europee la dottrina giuridica e politica maturata in lui durante la Restaurazione. Stahl era all'apice della carriera, deputato alla Prima Camera prussiana (poi Herrenhaus), capo riconosciuto della frazione conservatrice e membro del sinodo della Chiesa evangelica. Professore venuto dalla Baviera, di origine israelitica, stimato da Federico Guglielmo IV, ma a lungo guardato con sospetto nei circoli politici dell'aristocrazia, molto era cambiato nella sua vita rispetto ai primi anni berlinesi; ormai lontano, in università, il ricordo dell'autunno 1840, la contestazione da parte degli studenti hegeliani, le prime lezioni sulla cattedra del defunto Eduard Gans disturbate da schiamazzi (2). Un uditorio numeroso e altolocato pendeva ora dalle sue labbra, avvinto dalla sua eloquenza, da quell'afflato quasi profetico che sembrava venirgli dagli antenati del suo popolo (3).
Il fascino stava però nella materia, incandescente e attualissima. Stahl la svolgeva con competenza e lucidità fin lì senza pari. Prima di lui, in area tedesca, ne avevano trattato Carl von Rotteck da un punto di vista liberale, in una voce del celebre Staatslexikon, poi Friedrich Rohmer da un punto di vista più conservatore, in un'opera intitolata Die Vier Parteien (1844), apparsa non per caso a Zurigo, laboratorio dell'imminente sconquasso europeo (4). Ma i due avevano proceduto secondo criteri astratti, superati dopo il 1848. Solo due grandi partiti, partito del movimento e partito della resistenza, per Rotteck. Quattro grandi partiti, in corrispondenza di altrettante età dell'uomo, per Rohmen radicalismo, liberalismo, conservatorismo e assolutismo, associati rispettivamente a infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia (5). Al contrario, in Stahl, lo schematismo della classificazione è corretto da una maggiore profondità di analisi storica e dottrinale. L'opposizione fondamentale, rivoluzione contro legittimità, si articola in una varietà di posizioni distinte con cura. Liberalismo, democrazia e socialismo crescono via via l'uno dall'altro con segreta coerenza, ma nessuno può dirsi soppiantato: ciascuno custodisce una verità e un'istanza giustificate, a dispetto del comune principio rivoluzionario (6). A sua volta la legittimità conosce differenti sfumature in base a epoche e nazioni, deve fare concessioni allo spirito del tempo, nonostante la superiore verità e antichità del suo principio. Sullo sfondo è anche il legame fra politica e religione, l'idea che quei partiti affondino radici nella storia della Chiesa, addirittura che la loro antitesi sia di ordine teologico: fede contro incredulità. Si tratta di verificare la corrispondenza tra riforma religiosa e rivoluzione politica, tra costituzioni statali e costituzioni ecclesiastiche.
Qui non sarà possibile seguire Stahl nello svolgimento di tutta questa materia, che lo affaticò per l'intero arco della vita e mai giunse a una sistemazione definitiva, soprattutto per la parte attinente all'ordinamento della Chiesa. Sintesi di quest'attività sono le lezioni berlinesi sui partiti. I motivi centrali della sua riflessione, risalenti alla giovinezza, sono illustrati con acume insuperato nella biografia a lui dedicata nel 1930 da Gerhard Masur, allievo di Meinecke, come Stahl un ebreo convertito e di orientamento politico conservatore, interessato a illustrare in quella vita un esempio di riuscita integrazione ebraica nell'esistenza nazionale tedesca (7). Significativamente il secondo volume dell'opera, già preannunciato, non vide mai la luce: il racconto si ferma sul più bello, al momento della chiamata di Stahl a Berlino. Di lì a poco, nel 1936, Masur sarà esule in Colombia, mentre in Germania il giurista nazista Carl Schmitt proferirà contro il giurista ebreo Stahl-Jolsen un'odiosa damnatio memoriae. In anni a noi più vicini l'opera migliore su Stahl si deve a Wilhelm Fussl, capace di proseguire il lavoro di Masur sui manoscritti fino alla rivoluzione del 1848 e oltre (9). Si tratta di un'opera dedicata a Stahl come uomo politico, ricca di spunti circa le grandi idee direttive della sua azione, ma che non completa l'indagine avviata da Masur attraverso le opere, ispirate a motivi non solo politici, ma anche religiosi e filosofici.
Lavoro rimane perciò ancora da svolgere, soprattutto nel senso della disamina cronologica degli scritti. Ciò vale anche per la dottrina dei partiti, in particolare per la dottrina e gli autori del conservatorismo politico, o partito della legittimità, com'è chiamato nelle lezioni berlinesi, oggetto di studi preparatori fin dalla prima edizione della Filosofìa del diritto (1830-37) (10). Se Stahl è l'ultimo esponente della filosofia politica della Restaurazione, come di solito si assume, sarà attraverso di lui che si potrà misurare il massimo di autoconsapevolezza che quella filosofia raggiunse prima di piegarsi sotto l'avanzare di una nuova epoca (11).
Note al Capitolo 1:
(1) EJ. Stahl, Die gegenwortigen Parteien in Staat und Kirche. Neunundzwanzig akademische Vorlesungen, Berlin, Hertz, 1863. Titolo originale del corso: De doctrina et indole partium, quae nunc in repubhca et ecclesia exstant.
(2) Sulla vivace contestazione studentesca (ne scrissero anche i giornali) danno notizia una lettera di Julie Stahl, con le parole indirizzate dal marito agli studenti e con un'aggiunta autografa di lui (9 dicembre 1840, a Frau Pfeiffer), e una lettera di Stahl (1° gennaio 1841, a Rudolph Wagner), rinfrancato, ma che parla di un «significativo odio» incontrato a Berlino, cfr. O.K.F. Koglin, Die Briefe Friedrich Julius Stahls, Kiel, Inaugural-Dissertation, 1975, pp. 235-43 (tuttora la raccolta più completa dell'epistolario).
Sulla solitudine politica di Stahl fino alla rivoluzione, cfr. EJ. Stahl, Die gegenwàrtigen Parteien in Staat und Kirche, cit, p. 330: «Prima del 1848 me ne stavo piuttosto isolato con la mia veduta [...]. Ora si può ben dire che essa sia il programma della destra parlamentare in Prussia». Più eloquente il ricordo personale di Leopold von Gerlach, membro dell'aristocrazia, vicinissimo al re: «Nel 1847 i deputati della destra, come già allora si chiamava, si radunavano spesso da Vofi [Karl Otto von Vofi-Buch, deputato alla dieta prussiana di quell'anno]. Quando la situazione si fece difficile, Thadden portò un giorno Stahl in mezzo a questo consesso, ma la cosa parve a Vofi inopportuna; così preminente era a quell'epoca l'elemento standisch. Poi vennero le Camere e il medesimo Stahl divenne il deputato di maggior spicco», cfr. Denkwiirdigkeiten aus dem Leben Leopold von Gerlachs Generals der Infanterie und General-Adjutanten Kónig Friedrich Wilhelms IV. Nach seinen Aufzeichnungen herausgegeben von seiner Tochter, Berlin, Hertz, 1891-92, II, p. 15 (nota del 27 febbraio 1853). Il mutamento di forze interno alla destra impressionava anche gli avversari politici: «Stahl lo odiamo, è un nemico pericoloso; Gerlach [Ludwig von Gerlach, fratello minore di Leopold, pubblicista e politico conservatore] è barocco, ci diverte», ibidem.
(3) J. Rodenberg, Erinnerungen aus der Jugendzeit, Berlin, Paetel, 1899, I, pp. 11718: «Si scorgeva in lui al primo sguardo l'origine semitica - piccolo, nero, infuocato, gli occhi ardenti, la mimica facciale in perenne movimento. Faceva lezione nell'auditorio massimo, alle ore serali del sabato, un'assemblea ragguardevole sedeva ai suoi piedi . Accanto ai giovani anche uomini dai capelli grigi, giuristi e teologi, alti funzionari statali, giudici; mischiate in questa massa, spalline di ufficiali di ogni grado. Il tema di quelle pubbliche lezioni suonava: 'Sui partiti odierni nello Stato e nella Chiesa'. Vi era in lui qualcosa di un profeta dell'Antico Testamento, il fuoco che sembrava divorarlo scaturiva senza pause in espressioni colme di passione».
(4) C. Von Rotteck, Bewegungs-Partei und Widerstands- oder Stillstands-Partei, in Staatslexikon oder Eneydopàdie der Staatswissenschaften, Altona, Hammerich, 1834, I, pp. 558-65. L'articolo fu riprodotto con aggiunte, dopo la morte di Rotteck, anche nelle successive edizioni dello Staatslexikon, insieme a due nuove voci intitolate semplicemente Parteien (di Gottlieb Christian Abt nella seconda edizione, 1848, X, pp. 479-96; firmata G. nella terza edizione, 1864, XI, pp. 311-27, con numerosi prestiti da Stahl pur criticato).
F. Rohmer, Lehre von den Politischen Parteien. Erster Theil Die Vier Parteien. Durch Theodor Rohmer, Zùrich-Frauenfeld, Peyel, 1844.
(5) Rohmer mirava a un'alleanza fra conservatori e liberali contro il prevalere delle ali estreme, infantile e senile; sullo sfondo era l'esperimento di governo liberal-conservatore a Zurigo (1839-45), nato dalle agitazioni clericali contro il temuto arrivo di David Friedrich Straufi alla locale facoltà di teologia. Curiose le classificazioni: radicali sarebbero Lafayette e Rotteck; liberali Burke, il riformatore prussiano Stein e il tribuno irlandese O' Connell; conservatori Justus Mòser e lord Canning; assolutisti Carlo X e Polignac, cfr. E Rohmer, Lehre von den Politischen Parteien, cit., pp. 46, 129-30, 138, 201, 264, 315.
Le idee di Rohmer saranno riprese dall'altro zurighese Johann Caspar Bluntschli alla voce Parteien, politische del suo lessico, pubblicato insieme a Karl Braten Deutsches Staats-Wórterbuch, Stuttgart-Leipzig, Expedition des Staats-Wòrterbuch, 1862, VII, pp. 717-47. Uno studio storico dei paruti politici, antichi e moderni, sarà tentato anche da Wilhelm Wachsmuth, Geschichte der politischen Parteiungen alter und neuer Zeit, Braunschweig, Schwetschke, 1853-56.
(6) Sulle dottrine socialiste la principale fonte di Stahl è L. Von Stein, Der Soaalismi und Communismus des heutigen Frankreichs. Ein Beitrag zur Zeitgeschichte, Leipzig, Wigand, 1842 (cfr. EJ. Stahl, Die gegenwàrtigen Parteien in Staat und fórche, cit., p. 216n.).
(7) G. Masur, Friedrich Julius Stahl Geschichte seines Lebens. Aufstieg und Entfaltung 1802-1840, Berlin, Mittler, 1930. Il senso di partecipazione personale dell'autore è descritto nella postuma autobiografia, istruttiva e gradevole: Gerhard Masur, Dos ungewisse Herz. Berichte aus Berlin - iiber die Suche nach dem Freien. Mit einem Wegweiser von Wilmont Haacke, Holyoke, Massachusetts, Blenheim Publishing House, 1978. «Che cosa mi condusse a Stahl? Il fatto della sua origine ebraica, insieme alla sua capacità di farsi capo dei conservatori prussiani nonostante questo handicap. Mi sembrava che Stahl fosse una delle grandi figure nel movimento di assimilazione dell'ebraismo tedesco. Le sue debolezze non mi erano così chiare allora come oggi, ma per me era evidente che avevo a che fare qui con una materia che mi toccava di persona», ivi, p. 104.
(8) Schluflwort des Reichsgruppenwalters Staatsrat Prof. Dr. Carl Schmitt, in Dos Judentum in der Rechtswissenschaft Ansprachen, Vortràge und Ergebnisse der Tagung der Reichsgruppe Hochschullehrer des NSRB. am 3. und 4. Oktober 1936. 1. Die deutsche Rechtswissenschaft im Kampf gegen den jiidischen Geist, Berlin, im Deutschen RechtsVerlag, 1936, pp. 32-33: «Bisogna inoltre riconoscere che diverso è stato il comportamento degli ebrei nei diversi stadi della storia. [...] Non è ammissibile mettere sullo stesso piano la loro condotta del 1830 con quella del 1930. Di nuovo incontriamo qui l'ebreo Stahl-Jolsen, che ancora oggi esercita il suo effetto sull'opposizione confessionale ecclesiastica contro lo Stato nazionalsocialista. È del tutto falso volerlo opporre come modello di ebreo conservatore ad altri ebrei successivi, che purtroppo non lo sarebbero più stati. Vi è qui il pericoloso misconoscimento di una veduta essenziale: a ogni mutamento della situazione generale, in concomitanza con ogni nuova cesura storica, anche sopravviene, a velocità tale da lasciarsi afferrare solo con la massima attenzione, un mutamento del contegno generale ebraico, un cambio di maschera operato in demoniaca segretezza, di fronte al quale la questione della buona fede soggettiva del singolo individuo ebraico coinvolto è del tutto priva d'interesse. La grande capacità di adattamento dell'ebreo si è accresciuta a dismisura attraverso la sua storia più che millenaria sulla base di precise attitudini razziali, la virtuosità nel mimetismo è progredita con il lungo esercizio».
(9) W. Fussl, Professor in der Politik Friedrich Julius Stahl (1802-1861). Dos monarchische Prinzip und seine Umsetzung in die parlamentarische Praxis, Gòttingen, Vandenhoeck und Ruprecht, 1988. Pochi anni prima era apparso, utile, ma piuttosto scolastico, lo studio d'insieme di C. Wiegand, Uber Friedrich Julius Stahl (1801-1862 [sic!]). Recht, Staat, Kirche, Paderborn-Mùnchen-Wien-Zùrich, Schòningh, 1981.
(10) EJ. Stahl, Die Philosophie des Rechts nach geschkhtlicher Ansicht, Heidelberg, Mohr, 1830-37. D'ora in poi questa prima edizione sarà indicata con il titolo completo, per distinguerla dalle edizioni successive, intitolate semplicemente: Die Philosophie des Rechts. Per queste ultime farà fede la ristampa anastatica della quinta edizione (1878), a sua volta riproduzione immodificata della terza: EJ. Stahl, Die Philosophie des Rechts, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1963.
(11) Una pregevole rassegna del pensiero politico della Restaurazione è nell'antologia a cura di L. Marino, La filosofia della Restaurazione, Torino, Loescher, 1979, che allarga il suo spettro fino a includere Stahl, Rosmini e Donoso Cortes.
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