Originariamente Scritto da
FalcoConservatore
Imperdonabile, assurda, agghiacciante. Non ci sono altre parole per definire la netta chiusura del Presidente della Camera Fini nei confronti della richiesta, venuta da ampi settori del Popolo della Libertà e Lega Nord, di inserire nell’agenda del Parlamento una indagine conoscitiva sulla recente decisione dell’Agenzia del Farmaco di introdurre in Italia l’uso della RU486, la famigerata pillola della morte. Nonostante le richieste di importantissimi esponenti del centrodestra, fra i quali ex-dirigenti di Alleanza Nazionale come Maurizio Gasparri e Alfredo Mantovano, Fini non ne vuol sapere.
Le Camere possono discutere di campi ormeggi attrezzati, di etichettatura di prodotti alimentari, di codicilli comunitari (questi, a titolo esemplificativo, i punti all’OdG di Senato e Camera alla ripresa dei lavori dopo le vacanze estive), e di tante altre sciocchezze e minuzie, ma non di politiche e decisioni che riguardano la vita stessa, la dignità della persona umana, la salute della donna. E’ un paradosso incredibile e scioccante, con una sensazione di sgomento in più che deriva dall’atteggiamento indifferente se con censorio di colui un tempo si definiva “uomo di destra”.
Ebbene, Gianfranco Fini ha tutto il diritto di cambiare idea e strategia politica: in tema di immigrazione, di rapporti con la fede cattolica e la Chiesa, di libertà individuali. Ma, francamente, di fronte ad un tema così delicato e sensibile, sentito profondamente dalla grande maggioranza dell’elettorato moderato, cattolico, di centrodestra, e se vogliamo dirla tutta anneino, le parole di Fini suonano come una sconfessione di una intera storia personale, di convinzioni professate per decenni, e soprattutto di un programma politico sostenuto convintamente, apprezzato e votato da milioni di persone.
Il Presidente della Camera, inoltre, non può permettersi di bocciare a viso aperto una proposta di indagine che può (e deve, a questo punto) essere approvata e portata avanti, fino in fondo, dai parlamentari. Non solo di maggioranza: molti esponenti dell’UdC e dello stesso PD appoggiano l’iniziativa. Il Parlamento ha il diritto-dovere di capire se la RU486 rispetta la Legge 194, se davvero tutela la salute della donna, se può essere politicamente conciliabile con il programma di governo votato, democraticamente, dalla maggioranza degli italiani. Una indagine conoscitiva, non una legge di immediato divieto di distribuzione della pillola, non può impedirla nessuno. Neppure Gianfranco Fini, che una volta di più colpisce per il suo allontanamento dai valori e dai sentimenti comuni alla gran parte del centrodestra.
Fini censura l’indagine del Parlamento sulla RU486: decisione imperdonabile per un Presidente della Camera e per un uomo di destra