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Discussione: Voto anticipato?

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    Predefinito Voto anticipato?

    "Il Giornale": «golpe contro il premier»

    Bossi: «Voto anticipato? Non penso, ma comunque siamo pronti»

    Il ministro: «È la mafia che se la prende con Berlusconi». L'Udc: «Elezioni? A noi non dispiacerebbe»



    MILANO - Il Pdl fa quadrato attorno a Berlusconi: dopo la sentenza sul maxi-risarcimento da 750 milioni dovuti dalla Fininvest alla Cir di De Benedetti, e alla vigilia della sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, i ministri Bondi e La Russa puntano il dito contro «l'attacco concentrico dei poteri forti» per far cadere il governo e lanciano la proposta di una «grande manifestazione di piazza» di sostengo al premier. Ma non è l'unica ipotesi ventilata negli ambienti della maggioranza. È la Lega, infatti, ad avanzare l'ipotesi del voto: «Macché cortei - afferma al Corriere della Sera il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli - si torni a votare». Un modo, spiega l'esponente leghista, «per dare una lezione ai "viscidoni" che anche all'interno del governo mantengono ambigue connivenze con i poteri forti».

    BOSSI - E Bossi? Il Senatùr sembra allontanare l'idea di un ricorso alle urne («Non penso che si andrà a votare»), ma assicura che in ogni caso «la Lega è pronta». Alla domanda se ci sia un complotto contro Berlusconi, il ministro per le Riforme replica: «È un problema di mafia. Abbiamo fatto leggi fortissime contro la mafia, quindi il rischio era che se la pigliassero con Berlusconi. Le prostitute le muove la mafia». Andrà alla manifestazione che il centrodestra vuole organizzare dopo la sentenza sul lodo Mondadori? «Non ho ancora parlato con Berlusconi» risponde Bossi.

    IL GIORNALE - Alla questione dedica ampio spazio anche il "Giornale" di Vittorio Feltri. La foto è di un premier pensieroso, di umore cupo. Il titolo è ancora più eloquente: «Questo è un golpe. Difendiamoci». L’editoriale del direttore detta la linea: «Berlusconi è stato attaccato al portafogli affinché capisca con le cattive ciò che non ha afferrato con le buone: deve abbandonare la politica». «Berlusconi ha tenuto duro su tutta la linea», sottolinea Feltri, ed ora deve versare 750 milioni di euro per la vicenda del Lodo Mondadori: «la qual cosa significa ammazzare Mondadori, Fininvest, e ferire a morte Mediaset».

    RUTELLI - Il direttore del "Giornale" fa anche riferimento alle recenti dichiarazioni di Francesco Rutelli. L'esponente centrista del Pd è tornato a parlare di «governo del presidente» nell'ipotesi di una crisi: «Per evitare prove di forza, più che un governo politico serve un governo che affronti i problemi economici e istituzionali e faccia le riforme».

    CESA - E l'Udc fa sapere che un eventuale voto anticipato non dispiacerebbe. «Che la maggioranza, invece di governare, perda tempo ad organizzare manifestazioni, equivale ad una dichiarazione di impotenza politica - scrive in una nota Lorenzo Cesa. - Questo nervosismo dei coordinatori del Pdl ed in generale della maggioranza rischia di essere le campane a morte della legislatura, il che all'Udc non dispiace».

    CAPEZZONE - Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, risponde a stretto giro di posta: «È necessario che gli italiani siano messi nella condizione di vigilare contro il tentativo, ora più che mai evidente, di rovesciare il responso delle urne attraverso torbide operazioni di salotto, di tribunale e di Palazzo. Silvio Berlusconi, il governo e il Pdl hanno un rapporto saldo con i cittadini: e una larghissima maggioranza di elettori non consentirà che il proprio voto sia umiliato e sovvertito».


    05 ottobre 2009

    Bossi: «Voto anticipato? Non penso, ma comunque siamo pronti» - Corriere della Sera
    Ultima modifica di Florian; 05-10-09 alle 13:38
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  2. #2
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    Predefinito Rif: Voto anticipato?

    La sentenza sul Lodo Alfano determinerà il corso della Legislatura: analisi e prospettive


    Ci siamo, il momento della verità è finalmente giunto. Domani, a meno di rinvii a sorpresa dettati da clamorose spaccature interne, la Corte Costituzionale emetterà il suo verdetto sul discusso “Lodo Alfano”, denominazione impropria per una legge che si limita a salvaguardare la serenità e l’onorabilità delle più alte cariche istituzionali nei confini del loro mandato, sospendendo - senza effetti sui termini di prescrizione - i processi penali a carico di Presidente della Repubblica, Presidente di Senato e Camera, e Presidente del Consiglio. Le previsioni della vigilia sono contrastanti; nessuno può sapere con certezza se la Corte si esprimerà per l’incostituzionalità della legge, di una parte di essa, o per l’assoluta validità della norma. In verità, prevalgono i vaticini negativi, e scure nubi si addensano sui destini del Premier Berlusconi e sul proseguio della XVI Legislatura repubblicana.

    Se la Corte casserà il Lodo Alfano, il Cavaliere non potrà più giovarsi dell’ immunità in sede processuale, e sarà di nuovo oggetto delle persecuzioni giudiziarie portate avanti da ben noti tribunali, pronti a fare la “festa” al Premier e distruggerlo definitivamente sul piano personale. La condanna in sede civile della Fininvest, costretta al pagamento di una maxi-multa (pari alla straordinaria cifra di 750 milioni di Euro!), in favore della Cir di Carlo De Benedetti, non è altro che il primo, puntuale, inquietante segnale di quanto accadrà nel prossimo futuro. La vicenda del ”Lodo Mondadori” è intimamente intrecciata con quella del Lodo Alfano, e con le note polemiche che da mesi stanno letteralmente stracciando la reputazione del Presidente del Consiglio.

    Senza protezione alcuna, Berlusconi potrebbe subire un vortice infinito e defatigante di accuse, inchieste, processi, fino a determinarne l’inevitabile estinzione politica. Il verdetto dei giudici in questo senso è determinante per le sorti del Governo, della legislatura e del Popolo della Libertà, tutte collegate direttamente con quelle del Cavaliere, per troppo tempo padrone assoluto ed insostituibile del centrodestra italiano. Si parla già da qualche tempo di una mossa a sorpresa di Berlusconi per scompaginare ancora una volta i piani delle toghe rosse e della sinistra, e gettare all’aria gli attuali equilibri interni alla coalizione. Si dice - ma siamo nel campo della mera ipotesi - che in caso di bocciatura del Lodo si andrà dritti dritti alle urne in primavera, magari in concomitanza con le elezioni regionali.

    Un modo per rilanciare la figura logora del Cavaliere, per rafforzare la sua leadership anche nei confronti degli avversari interni come Gianfranco Fini, e soprattutto per richiamare in armi un popolo di centrodestra inferocito a causa del tentato “colpo di stato” giudiziario della sinistra, facendo poi leva sull’assoluta inesistenza di una candidatura forte e credibile nello schieramento politico opposto, con un Bersani segretario solo da pochissimi mesi, un PD in preda alle faide interne, un centrosinistra ancora liquefatto.

    Tale scenario, non così irreale, va tuttavia preso con le pinze. Le dichiarazioni odierne di Fini (”se cade il governo, si torna alle urne”) tendono a rafforzare l’attuale esecutivo, che non avrebbe quindi nulla da temere dal Presidente della Camera, indicato da alcuni come il capofila di una nuova maggioranza “presidenziale” o tecnica per traghettare il paese nel dopo-Berlusconi senza il passaggio alle urne. Anche in caso di stroncatura del Lodo, il Premier secondo Fini dovrebbe andare avanti senza preoccuparsi di inesistenti tradimenti e progetti di sostituzione in corso di legislatura. Il “grido di battaglia” dei leghisti è comunque sfumato dalle ragionevoli considerazioni di Bossi, che tende ad escludere cambiamenti radicali dello scenario politico e imminenti elezioni anticipate. E’ facile immaginare, semmai, uno scontro all’ultimo sangue fra Berlusconi e magistratura politicizzata, con una approvazione in serie dei progetti di legge su intercettazioni telefoniche, disarticolazione delle correnti del Csm, e riforma del processo penale. Se così fosse la legislatura sarebbe salva, ma certamente assai agitata dai torbidi e da battaglie apocalittiche fra politica e magistratura.

    La sentenza sul Lodo Alfano determinerà il corso della Legislatura: analisi e prospettive

 

 

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