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Discussione: John Wayne

  1. #11
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    Predefinito Rif: HEROES / John Wayne



    McLintock (1963) - Il gran finale


    Spassosissimo gran finale con protagonisti John Wayne e Maureen O'Hara. Da vedere!!!
    SADNESS IS REBELLION

  2. #12
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    Predefinito Rif: John Wayne

    John Wayne

    1907-1979


    Curiosità


    Il suo vero nome era Marion Michael (all'anagrafe, Robert) Morrison.

    Studi e formazione: 'Union High School' di Glendale - 'University of Southern California' di Los Angeles.

    E' il monumento di Hollywood; assoluto dominatore del film western americano, autentica leggenda e più ancora emblema del cinema mondiale d'ogni tempo. Personaggio leggendario, ha rappresentato, nella folta filmografia ricca di oltre 170 titoli, tutti i generi cinematografici, esprimendosi sempre ai più alti livelli interpretativi, divenendo così il simbolo dei valori americani attraverso prove dove ha manifestato equità nei meriti della giustizia, amor di patria, rettitudine etica e giusta materialità d'azione necessitata dagli eventi. Di lui si ricorda lo sguardo sottile, il sorriso tagliente che diceva tutto, l'inimitabile modo di tenere il calcio del fucile corto appoggiato all'addome, il riconoscibile uso del fazzoletto rosa (in alcuni casi giallo) allacciato alla gola e, soprattutto, l'identico modo di saltare sia in sella ad un cavallo che su una jeep o un cingolato.

    Dopo gli studi, ancora giovanissimo attratto dal cinema, nel 1926 entra alla Fox prima come attrezzista, poi da controfigura ed infine come macchinista di ripresa. Stringe amicizia con John Ford (i due formeranno un lungo binomio per oltre 30 anni), che lo fa esordire con fugaci apparizioni in diversi western minori. Ma è con il regista Raoul Walsh che raggiunge i primi ruoli significativi e con Il grande sentiero del 1929, cambia il nome in John Wayne e ottiene il ruolo da protagonista.

    Nel periodo è attivissimo; firma contratti brevi per western b-movie con la Warner, Universal, Monogram, Republic e soprattutto con la Columbia, ma nel 1939 arriva il momento della celebrità. John Ford lo vuole protagonista in Ombre rosse, western da antologia che fece il giro del mondo e fu ripresentato per almeno 20 anni con successive riedizioni, senza contare gli innumerevoli passaggi televisivi negli anni '50 e '60, soprattutto nella tv pubblica italiana e sempre in prima serata.

    Pur continuando ad essere il mattatore assoluto del cinema della frontiera, Wayne, negli anni '40, si presta ad ogni genere di film sempre tendenti in uno spirito avventuroso e nel war-movie (I sacrificati di Bataan del 1945 e Iwo Jima, deserto di fuoco del 1949) è identificato come eroe dello spirito patriottico americano. Nel periodo si fa apprezzare anche nella commedia con La taverna dei sette peccati e, in seguito, in Un uomo tranquillo, ma il western è sempre la prima scelta, sia per l'attore che per i registi che lo dirigono. E' così, che a cavallo di due soli anni è protagonista della trilogia militare-cavalleresca di John Ford con Il massacro di Fort Apache (1948), I cavalieri del Nord-Ovest (1949) e Rio Bravo (1950).

    Nel biennio 1942-1943 si fa apprezzare nel radio-series 'Three Sheets to the Wind', mandato in onda dall'emittente NBC. L'anno seguente è tra i fondatori, assieme a Walt Disney, Leo McCarey e Sam Wood, della Motion Picture Alliance for the Preservation of American Ideals, cui aderiranno attori celebri come Clark Gable, Ward Bond, Gary Cooper, Charles Coburn, Robert Taylor e moltissimi altri.

    Nel 1947, fonda, assieme al produttore Robert Fellows, lo studios indipendente Batjac Productions, che nel tempo, in associazione con la Warner Bros, Republic e United Artists, sarà artefice di leggendarie produzioni come Hondo, La battaglia di Alamo, Berretti Verdi, Il grande Jack.

    Dopo l'indimenticabile Il fiume rosso di Howard Hawsk (1948), negli anni '50 e nei primi '60 è ancora una volta il western a consolidare il suo prestigio. E' straordinario nel maturo Sentieri selvaggi (1956), dove spoglia il personaggio della propria solitudine e della cattiva coscienza derivata da ideologismi razzisti. Successivamente è da ammirare in Soldati a cavallo, poi in Un dollaro d'onore e Rio Lobo (entrambi dall'identica trama), nel kolossal La battaglia di Alamo (qui anche regista e produttore), e in seguito ne I comancheros e L'uomo che uccise Liberty Wallace.

    Richiesto per il ruolo principale in Quella sporca dozzina (1967), deve rinunciare suo malgrado (il personaggio da interpretare gli piaceva moltissimo) perché impegnato nella produzione di I Berretti Verdi. La parte andò a Lee Marvin.

    Nel 1968 è ancora regista e produttore, oltre che interprete, nel discusso film di guerra sul Vietnam, Berretti Verdi, dove riceve più critiche che consensi; non per il valore del film in se stesso ma per l'audace impostazione atta a difendere a tutti i costi, una "guerra giusta".

    Negli anni '70, quando il genere principe americano sta cambiando forme, anche John Wayne si rimette in gioco adeguandosi attraverso il western beffardo. Con la maiuscola interpretazione del vecchio cowboy ubriacone in Il grinta (1968) vince il solo Oscar della sua lunga carriera, ma nel periodo è ottimo anche in I due invincibili, I cowboys e Il grande Jack).

    Sul termine della carriera - affrontata come pochi altri nelle quattro fasi (muto, Golden Age, Silver Age, contemporaneo) - si presta anche in polizieschi di poco conto (E' una sporca faccenda, tenente Parker! e Ispettore Brannigan, la morte segue la tua ombra), prima di concludere la sua avventura cinematografica alla stessa maniera di come l'aveva iniziata, vale a dire con un western, nel crepuscolare Il pistolero (1976).

    Nel finale della carriera ha sempre rifiutato proposte per film TV e serial televisivi, poiché riteneva proprio la televisione causa maggiore del declino cinematografico.

    Sul personaggio, scritti un numero incredibile di libri; tra questi, in lingua italiana, un ottima biografia illustrata di Anton Giulio Mancino. Tra le tante informazioni, l''aneddoto più rilevante è riconducibile al suo rapporto con la vita quotidiana, praticamente uguale a come appariva sugli schermi; dolce e sentimentale, soprattutto sincero, ma all'occorenza anche irascibile e aggressivo (spaccò una sedia in testa a una guardia del corpo di Frank Sinatra, con il quale non aveva certo grande amicizia), come ebbero a testimoniare le sue tre mogli e le donne con le quali strinse relazioni extraconiugali.

    Tra i soprannomi più noti emerge quello di 'The Duke' (il duca), in omaggio alla sua grandezza di attore e in ricordo del primo accredito ottenuto nella carriera attraverso il film del 1929 Words and Music, dove compare nei titoli con il nome di Duke Morrison.

    A lui dedicata la celebre serie a fumetti 'The Greatest Cowboy Star of All Time' e il primo giornalino, uscito nel 1949, era intitolato 'John Wayne Adventure Comics'.

    Malgrado il successo internazionale dell'epico La battaglia di Alamo (1960), Wayne, attore, regista e produttore, in rosso di 250 mila dollari è costretto a vedere una sua casa a Hollywood. Rientra di tale somma (con lauti interessi) nel breve giro di due film; inizialmente dopo due anni, pagato alla stessa cifra per solo quattro giorni di riprese dell'interminabile war-movie Il giorno più lungo (1962) e poi, tre anni dopo, ottiene la stessa cifra per 21 secondi di apparizione nel kolossal religioso La più grande storia mai raccontata (1965).

    Per I Comancheros, western del 1961, ulrima regia di Michael Curtiz, fu lui a dirigere praticamente due terzi del film in quanto il regista era malato di cancro. Al termine della lavorazione, chiese e ottenne che il suo nome non comparisse tra gli accrediti alla regia, che così restò titolata a Curtiz. Analoga situazione si verifica nel 1971 per Il grande Jack, quando il regista suo vecchio amico George Sherman, gravemente malato, non riesce a portare a termine tutte le riprese; anche in questo caso, rifiuta di apparire tra gli accrediti per la regia, che resta a Sherman malgrado il film sia stato quasi interamente diretto da Wayne.

    Durante la visita alle truppe USA impegnate in Vietnam e per meglio preparare il suo Berretti Verdi, nel 1966, scampa miracolosamente alla morte. Un cecchino lo inquadra e tira mentre Wayne, nel preciso istante del colpo, scivola dalla bicicletta; il proiettile lo colpisce alla gamba. Nessun media diede grande risalto alla notizia che, nella maggior parte dei casi, fu soltanto annunciata a fondo pagina.

    Cattolico e repubblicano convinto, nel 1966 rifiuta dalla convenzione nazionale del partito la candidatura a Governatore dell'Alabama appoggiando Richard Nixon e nel 1969 alla carica di Presidente degli Stati Uniti. Sostiene energicamente la campagna elettorale di Ronald Reagan, due volte per il governatorato della California e poi, nel 1976, per quella presidenziale.

    Nel 1968 riceve la Medaglia di Valore al Congresso, per le opere artistiche prestate in funzione della validità del pensiero americano. E nel 1970 riceve la Legion d'onore.

    Le riprese di I due invincibili (1969) furono per John Wayne un vero calvario. Infatti, durante le prove, cadendo da cavallo, si frattura tre costole e si procura uno strappo ai legamenti della spalla. Malgrado gli infortuni continua a girare per "non deludere i suoi fans".

    Conservatore ai massimi livelli per ciò che riguarda l'impostazione del western, ma anche per altri generi, nel 1973 risponde sdegnato a Clint Eastwood, che lo voleva nel film Lo straniero senza nome, accusandolo di aver infangato il genere più sacro della cinematografia americana attraverso proposizioni basate solo sulla violenza delle immagini. Alla stessa maniera, si scaglia contro il regista Sam Peckinpah e, seguendo la propria ideologia, due anni prima rifiuta il ruolo di Harry Callahan in una serie di film polizieschi poi interpretati dallo stesso Eastwood. Famoso anche il rifiuto a Robert Rossen per Tutti gli uomini del re (1949), con precisa accusa verso il regista per aver fatto un film che ha gettato acido e fango sulla "stile di vita americano". Inoltre, si è manifestato dichiaratamente contrario a film come Improvvisamente l'estate scorsa (1959), Easy Rider (1969) e Un uomo da marciapiede (1969), per il loro sunto omosessuale, sgradevole, violento e trattato, a suo dire, come una virtù.

    Nel 1981, a Birthplace (città natale di Wayne) nello Iowa, è stato eretto un museo dedicato alla sua persona.

    E' stato più volte in testa alla classifica annuale del box-office nordamericano come attore più richiesto dal pubblico; l'ultima nel 1971 per l'interpretazione in Il grande Jack. E per ben 25 anni è risultato nei primi 10 posti; nessuno come lui anche nel contemporaneo.

    E' l'attore americano che più di tutti, in proporzione al numero di film interpretati, è stato protagonista: 153 volte contro le 11 da caratterista e 7 cammei.

    Ha più volte dichiarato che gli interessi primari della sua vita erano soltanto tre e in ordine ben preciso: 1) la famiglia 2) la carriera 3) la devozione assoluta al Partito Repubblicano.

    Anacronisticamente ai suoi ideali di destra, guerrafondai in difesa di patria, libertà e democrazia, a 34 anni si fa esentare dal servizio militare e non parte al fronte della Seconda Guerra Mondiale; questo in base a una legge americana che esentava dal servizio padri di famiglia con 4 figli. In realtà, non partì per non compromettere una carriera lanciata ormai verso le vette più alte.

    Secondo alcune stime, complessivamente, tutti i film da lui interpretati hanno incassato, nel mondo, oltre un miliardo di dollari.

    Insieme a Humphrey Bogart è considerato il più grande fumatore tra gli attori di Hollywood di ogni tempo con cinque pacchetti senza filtro al giorno. Quando nel 1964 fu colpito da cancro ai polmoni, rinuncia alle segarette ma inizia fumare i sigari.

    Mai eccessivamente considerato dai membri dell'Academy Awards e di altre associazioni. L'Oscar arrivò soltanto nel 1968 per Il grinta, 141esimo film interpretato. Anche le nomination sono vacanti malgrado interpretazioni memorabili in almeno 30 film.

    E' al primo posto nel National Cowboy and Western Heritage Museum di Oklahoma City, massima sede di rappresentanza per il cinema western, con padiglioni dedicati ad altri suoi illustri colleghi del periodo impegnati in famosi film sulla frontiera.

    Muore di cancro nel 1979, contratto nel deserto dell'Utah (zona ad alto rischio radiazioni per i continui esperimenti nucleari) durante le riprese di Il conquistatore (1955) - tra l'altro, del suo lungo score, una delle rarissime peggiori interpretazioni - e che vide la morte in successione e per identico male di quasi tutto il cast tecnico e artistico presente nel luogo. Funerale privato. L'ubicazione della sua tomba, in una fossa anonima al Pacific View Memorial Park di Newport Beach, fu tenuta nascosta per 20 anni, fino al 1999; questo, per paura che attivisti contrari alla guerra del Vietnam potessero profanarla.

    Sposato tre volte; la prima con Josephine Alicia Saenz (quattro figli, Michael produttore, Patrick, Melinda e Tony tutti attori), poi dopo il divorzio sposa l'attrice Esperanza Baur, dalla quale si divide per unirsi in matrimonio con l'attrice peruviana Pilar Palette (tre figli, Aissa, Ethan e Marisa, tutti attori).

    Ha detto: - "Ho sempre recitato me stesso e cioè John Wayne, senza mai preoccuparmi del personaggio; e credo di aver fatto bene".

    Hanno detto di lui: - "Wayne non si poteva dirigere. Leggeva il copione e poi iniziava. E' una star rarissima se non unica, il solo conosciuto nato attore." (Henry Hathaway).


    John Wayne - Attori & Attrici
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  3. #13
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    Predefinito Rif: John Wayne

    Meta (political) comics: per la sinistra al sushi, Nicolas Sarkozy e John Wayne pari sono...

    di Carlo Gambescia


    C’è di che rimanerci secchi… Uno apre il Manifesto, per dare un’occhiata al supplemento settimanale del sabato, Alias (quello di sabato 19 maggio) e chi scopre in copertina a tutta pagina? Il grande John Wayne, con la supercolt d’ordinanza, spianata. Ma come non era fascista? Boh… La didascalia, a fianco della foto, presenta le celebrazioni “wayniane” di questi giorni a Cannes, come un “omaggio al reazionario e guerrafondaio più amato del mondo”… Più amato, sul Manifesto… Gatta ci cova. Infatti, superato il primo choc, se ne prepara subito un altro. A pagina tre, Roberto Silvestri, riferisce di lui, citando, e dunque condividendo, il positivo giudizio sul di lui di Mark Rydell, regista liberal : “Uomo di profonda cultura, non solo bellica, anche letteraria, maniaco di poesia inglese del Settecento”. E ancora più sotto, il colpo grazia di buonista: si celebra il comportamento “egualitario e non sessista”, in “Ombre Rosse", di Wayne-Ringo verso la bella Dallas, donna dai costumi non proprio irreprensibili: “Signora, so quel che basta sapere”… Dopo di che si sposano.
    Tutto vero. Wayne era un gentiluomo al cinema come nella vita. Ma non per i nonni e i padri, con le famose tre narici, di quelli che oggi scrivono sul Manifesto. Per i quali era un “fascista, punto e basta”: in senso antropologico, neppure ideologico… E oggi, invece, i nipotini, più acculturati, o presunti tali, vanno alla ricerca dei “lati nascosti del Duke”. E si inventano, citiamo sempre dall’articolo di Silvestri, una sinistra Wayne, da una “destra Wayne”, quella di “De Marsanich (?) o Fini”… Senza poi specificare, questa sinistra e questa destra, in che cosa realmente consistano… E soprattutto, chiudono un occhio sui film più tosti, e francamente più beceri, di John Wayne. E non parliamo di “Berretti verdi”, che tutto sommato era tecnicamente un bel film, che aveva, all’epoca, le sue ragioni politiche. Ma del John Wayne degli ultimi fuochi. Interprete di ispettori e tenenti di polizia, un po’ sfiatati e tromboni persino nei nomi: Parker, Brannigan.

    E qui va fatta una osservazione politica.
    La cultura post-post-post-marxista che ruota intorno al Manifesto è alla frutta (loro preferirebbero al sushi…). Praticamente, per usare il gergo da distretto di polizia del tenente Wayne-Parker, “stanno raschiando il fondo della botte, ragazzi…”. Perciò ne vedremo delle belle. Chi scrive, si aspetta, prima o poi (anche perché era veramente bravo), il recupero del regista Gualtiero Jacopetti. Regolarmente massacrato, per anni, dai critici di sinistra. Magari, inventandosi, che i suoi erano film dove si intrecciava “la cifra colonial con quella post-colonial…”… E trasformandolo così in terzomondista di complemento. Potremmo, insomma, vederne delle belle.
    Del resto, basta seguire il dopo Sarkzoy. Veltroni ha dichiarato che apprezza il suo modello politico, perché ha promosso ministro degli Esteri il socialista Bernard Kouchner, già fondatore di “Medici senza Frontiere”. Un modello, quello di Sarkozy, dice il sindaco di Roma, segnato dal “bipolarismo a prescindere dagli schieramenti”. Un po’ come fanno i bipolaristi del Manifesto, che presentano John Wayne, come un medico senza frontiere del Far West, che gli indiani invece di ammazzarli li curava… Contenti loro. Probabilmente Sarkozy punta più sulle capacità politiche della singole intelligenze, da utilizzare all’interno di uno schieramento preciso, quello della destra francese. Piuttosto che sulle ammucchiate buoniste, sognate da Veltroni. Questa, però, è un’altra storia.
    Ma tant’è: per certa sinistra al sushi, pardon alla frutta , Nicolas Sarkozy e John Wayne, pari sono. Tramonto dell'Occidente? No, tramonto dell'ideologie. Anche di quella hollywoodiana? Assolutamente no. Rivolgersi a Veltroni e alla redazione di Alias.

    carlogambesciametapolitics: Meta (political) comics: per la sinistra al sushi, Nicolas Sarkozy e John Wayne pari sono...
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  4. #14
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    Predefinito Rif: John Wayne

    questa poi me la ero persa...i sinistri che cercano di mettere cappello su John Wayne è da incorniciare....

  5. #15
    Veritas liberabit vos
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    Thumbs up Rif: Riferimento: HEROES / John Wayne

    Citazione Originariamente Scritto da Juv Visualizza Messaggio
    Per colpa sua FIni è entrato in politica.


    Cmq grande John
    L'avesse saputo, avrebbe bruciato tuti i suoi films

    Inimitabile John
    IO REGNERO' malgrado satana e i suoi satelliti

    http://vandeano2005.splinder.com/

 

 
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