Originariamente Scritto da
Eliodoro
" Meditazione" è infatti uno di quei termini ( come succede anche al termine "Alchimia", che però attiene ad una sfera diversa
e ben precisa...) maggiormente mal utilizzati in Occidente, un po' per il significato che normalmente diamo al " meditare", un po'
perchè la cattiva abitudine semplificante di troppi sedicenti " addetti ai lavori" ha contribuito a caricare il termine di aspetti
ad esso estranei.
Si tratta di " metodi" o "prassi" ( termini, anche questi, inadatti ) che presuppongono, ad ogni latitudine e a qualsiasi Tradizione
si faccia riferimento, un atteggiamento di osservatore distaccato e disinteressato : la "meditazione " deve divenire un " qualcosa"
di spontaneo e privo di sforzo .
Non bisogna porsi in contrapposizione col pensiero, nel tentativo di inscatolarlo o bloccarlo : occorre solo seguire quella naturale
coscienza osservante che non si identifica con nulla e che non fa nulla.
In passato ho incontrato qualche Maestro della Tradizione Dzogchen Bonpo Tibetana che su questo punto del " non fare nulla " ha fatto
convergere il suo insegnamento ( che è quello della Sua straordinaria Tradizione ) : è proprio quando hanno cessato tutte le fluttuazioni dell'ego e dei pensieri ( che appartengono al dominio del "fare " ) che si entra davvero in questo misterioso " far nulla "...che porta ad uno stato di coscienza non-duale, altresì definito Rigpa , ovvero la base primordiale dell'Essere, " vacua e luminosa" ( termini "tecnici" che noi occidentali strapazziamo non poco ).
Su questo stesso punto, ho ascoltato anche un Maestro cinese legato alla corrente Taoista ( e il senso è sempre quello ) : quando cessa "l'aspettativa" o il coinvolgimento egoico, si manifesta il Tao, la Legge Universale. Si discuteva, più precisamente, di una fase del Nei Dan taoista : l'accensione del "fuoco" nel Dan Tian inferiore. Fin quando è la volontà ordinaria che " vuole " questo, non potrà accadere mai nulla : siamo nell'ambito di quello che i taoisti chiamano " Cielo Posteriore" o " Post-natale ".
Nel momento in cui cessa questo desiderio, così come cessano tutte le ordinarie attività dell'" afferrare" ( tipiche dell'ego ) , ovvero di forzare e cercare di "appropriarsi " di un'esperienza, scatta qualcosa di nuovo, di completamente diverso, che è sempre rimasto presso di noi ma di cui non siamo mai coscienti : la nostra dimensione non-duale . E tale dimensione, presso i Taoisti, era identificata anche col termine " Cielo Anteriore " o " Pre-natale ": qualcosa che precede la nostra nascita, quindi, perchè non
appartiene al tempo o allo spazio. Quindi , sosteneva questo maestro e professore di Pechino, occorre la " volontà" del Cielo Anteriore,
non quella ordinaria del Cielo Posteriore, affinchè accada qualcosa.
Anche nella Tradizione Chan abbiamo riferimenti simili : spontaneità osservante. Su ciò è stato brillante, in tempi moderni, Sheng-Yen.
Come si può vedere, questo punto rincorre molte Tradizioni ( e qui ho toccato solo pochissimi casi ), non solo in Oriente.
E' importante, tuttavia, quando si approcciano queste tematiche, non essere troppo " fai-da-te", come vuole la new-age contemporanea, vera caricatura delle Tradizioni. Occorre sicuramente un serio studio ed approfondimento...ed è molto utile il contatto con rappresentati legittimi di queste Vie : l'utilità di questo contatto è importante perchè , soprattutto in Oriente ( ma non solo ) ,
esistono Dottrine Sapienziali millennarie che hanno sviluppato una vera e propria " scienza del Risveglio ", un corpus sterminato di insegnamenti la cui esatta interpretazione o chiave è, in alcuni casi, rimasta tramandata ininterrottamente.
Poi , ovviamente, una volta che ti indica come agitare "le ali" qualcuno che lo fa da millenni, puoi comiciare con le prime " lezioni di volo ".
Attenzione : non si tratta di seguire "fideismi ciechi ", ma solo di ricevere le istruzioni giuste. Si chiama " Trasmissione" ed ha una valenza ben più ampia di quanto i superficiali non siano disposti a capire.
Aggiungo : è un bel segnale che una certa " Fisica Quantistica" cerchi altre modalità di approccio alla realtà, sempre più simili ad
Antiche Dottrine orientali o occidentali. La differenza è che queste ultime lo fanno da millenni e con maggiore precisione.
I vari Bohm, Pennrose, Hameroff e il nostro bravissimo Teodorani sono bravissimi nel cercare queste connessioni tra scienza e " altro"
...ma anche estremamente goffi e limitati quando sfiorano concetti spirituali che certe Dottrine esprimono con efficacia impareggiabile,
da sempre.
La vera meditazione è, paradossalmente, un fatto " non-duale " e che prescinde dalle richieste e dai tentativi del nostro " duale ".
Una vera " grazia", anche se questo termine è facilmente fraintendibile. Noi dobbiamo solo metterci nelle migliori condizioni affinchè "
quel Qualcosa" accada. E' così presso tutte le grandi tradizioni esoteriche, nella loro essenza.