Originariamente Scritto da
Carla
Permettimi, ma non sono d'accordo. Tu dici: le masse sono completamente inaffidabili. Ma quando un popolo è unito dagli stessi desideri, dagli stessi sogni, dalla stessa rabbia, il popolo ha una voce sola, e tutti insieme si può fare tanto.
Tu dici: con la ribellione di una minoranza attiva si possono cambiare le cose. Ma mettiamola così: se una minoranza attiva si ribellasse, prendesse il posto della classe politica precedente e governasse, chi ci garantisce che quella minoranza attiva (che magari all'inizio aveva il proposito di tutelare gli operai, gli anziani, i disabili, i pensionati, e comunque le classi più deboli) in realtà, una volta al potere, non si comporti in modo totalmente diverso? Pensa ai politici di qualunque grado, di qualunque livello e di qualunque orientamento politico, di oggi. Tutti quanti, specie prima delle elezioni, promettono, promettono e promettono... ma alla fine fanno ben poco per cambiare il comune, la provincia, la regione o il Paese. Se c'è qualcosa di cui ho timore, è proprio una persona o un gruppo ristretto di persone che fanno il bello e il cattivo tempo come pare a loro, senza rispecchiare minimamente il volere della nazione.
Tu dici: non credo che si possano cambiare le cose su larga scala utilizzando solo il momento elettorale. Hai ragione, i cambiamenti vanno fatti quotidianamente. Ogni giorno bisogna lanciare messaggi positivi alla gente, dar loro l'esempio. Basta poco: un sorriso, una profonda riflessione personale ad alta voce, la buona educazione, la solidarietà attiva (che non si limiti al fare l'elemosina), eccetera. Però, appunto perché il consenso al cambiamento deve essere largo, sono favorevole alla raccolta di quanto più possibili voti per scacciare via il governo, ormai svuotato in credibilità e reputazione.