Don Lelio Cantini
Lelio Cantini (Montespertoli, 28 gennaio 1923) è un sacerdote fiorentino accusato, a partire dal 2004 di «abusi sessuali pluriaggravati e continuati su minori», configurabili come pedofilia e pederastia, poiché le presunte violenze sarebbero avvenute sia nei confronti di bambini che di ragazzi di ambo i sessi. A seguito delle indagini si è configurata anche l'ipotesi di plagio[1].
Tra il 1975 ed il 1985 l'ex parroco avrebbe assicurato alle giovani presunte vittime che tramite quei rituali - tra cui rapporti completi consistenti in fellatio e deglutizione del liquido seminale[2] - «si sarebbe realizzata la più piena comunione eucaristica», proibendogli ovviamente di riferire di tali pratiche all'esterno della parrocchia. Pena, la dannazione e l'allontanamento. Una delle ragazze abusate, all'epoca dei fatti dodicenne, ha dichiarato che Lelio Cantini la rassicurava dicendole che lei «era la prescelta come la Madonna, che aveva avuto Gesù a dodici anni». Tali frasi sarebbero servite a plagiarla, impedendole di parlare, ma non le avrebbero impedito l'insorgere di veri e propri conati di vomito al solo pensiero dell'accaduto[3]. Altri plagi sarebbero avvenuti per scopi diversi, come per esempio quello di creare un potere alternativo a quello ufficiale (secondo Cantini, corrotto), indirizzando con il ricatto i ragazzini al seminario: «Quelli lassù ti hanno scelto per fare il sacerdote e se non accetti ti caccio dalla parrocchia per sempre». Per plagiare le giovani menti, l'ex parroco si sarebbe avvalso della collaborazione di colei che veniva chiamata «la Veggente», per anni perpetua della parrocchia[4].
Le presunte vittime, che avrebbero subito le molestie negli anni a partire dal 1975 fino a buona parte degli anni ottanta, hanno trovato il coraggio di scrivere quanto subito solo nel gennaio 2004, con il sacerdote ormai ultraottantenne. La lettera è stata indirizzata dapprima alla curia di Firenze e solo in seguito, dopo due anni di attesa, al Papa. All'epoca dei presunti fatti, l'età dei ragazzi e delle ragazze oscillava tra i 10 e i 17 anni[5].
A seguito di tali denunce, don Lelio Cantini viene rimosso dal suo incarico nella parrocchia Regina della pace nel settembre 2005, con motivazione ufficiale: «problemi di salute» e viene trasferito a 30 km circa, nella parrocchia di Mucciano, nel Mugello, dall'arcivescovo Ennio Antonelli[6].
Lo stesso cardinale Antonelli in una sua lettera pubblica[7], dichiara di aver agito in tal modo in quanto il reato era caduto in prescrizione anche per il diritto canonico. In seguito, anche dopo i ripensamenti del cardinale, dovuti alle evidenze cui è stato messo di fronte, la Congregazione per la Dottrina della Fede, in deroga alla prescrizione, avvia lo stesso il processo penale ecclesiastico.
Per la chiesa cattolica la questione si chiude il 17 gennaio 2007, quando rende noti, sempre tramite il cardinale Antonelli i provvedimenti adottati contro l'ottantaquattrenne sacerdote nella condanna a conclusione del processo canonico: «il priore non potrà né confessare, né celebrare messa in pubblico, né assumere incarichi ecclesiastici, e per un anno dovrà fare un'offerta caritativa e recitare ogni giorno il Salmo 51 o le litanie della Madonna»[3].
Attualmente nessuna delle presunte vittime ha sporto denuncia alle autorità competenti, preferendo rivolgersi prima alle gerarchie religiose, ma a seguito dell'epilogo annunciato dal cardinale Antonelli, hanno ritenuto non soddisfacenti i provvedimenti inflitti e quindi stanno organizzando un'azione penale nei confronti dell'ex parroco. Don Lelio Cantini, dal canto suo, ha preferito non rilasciare nessuna dichiarazione in merito.
In una lettera firmata da diciotto delle presunte vittime, inviata il 7 giugno 2007 all'arcivescovo Ennio Antonelli e, per conoscenza, anche alla Congregazione per la dottrina della fede, le vittime chiesero risposte soddisfacenti immediate, annunciando che se non fossero giunte entro un mese avrebbero richiesto il diretto intervento della Congregazione, alto organismo della Santa Sede.[8].
Il 13 Ottobre 2008 l'ex "prete" è stato ritenuto colpevole dei delitti sessuali di cui era accusato da parte della Congregazione per la dottrina della fede, e per intervento del Pontefice è stato dimesso dallo stato clericale. [9]
1. ^ Sacerdote allontanato per presunte violenze e plagi, la procura di Firenze apre un'inchiesta Toscana TV, 10 aprile 2007
2. ^ Quindici anni sulle ginocchia di don Cantini, di Beatrice Borromeo, Il Fatto Quotidiano, 6 maggio 2010.
3. ^ a b I peccati della Chiesa Aprileonline.info, 10 aprile 2007
4. ^ Firenze, sesso dietro l'altare RaiNews24, 8 aprile 2007
5. ^ Abusi in parrocchia, inchiesta a Firenze Corriere.it, 10 aprile 2007
6. ^ Don Lelio, il prete accusato non dice la sua verità L'Espresso, 10 aprile 2007
7. ^ Lettera pubblica del cardinale Antonelli Sette Religioni e Spiritualità, 14 aprile 2007
8. ^ Le vittime di don Cantini "Per lui un processo penale" L'Espresso, 18 giugno 2007
9. ^ Don Cantini "spretato" su ordine di Benedetto XVI - cronaca - Repubblica.it
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QUINDICI ANNI SULLE GINOCCHIA DI DON CANTINI
Parla la vittima di un prete pedofilo protetto dalla Chiesa
“Diceva che era tutto normale, che anche la Madonna aveva partorito Gesù a dodici anni: don Cantini mi ha violentata per quindici anni e poi la Diocesi di Firenze ha provato a insabbiare tutto, nonostante le denunce”. Oggi Mariangela Accordi ha 48 anni, è un’insegnante. È sposata. Ma quando ne aveva 10, don Lelio Cantini, il prete della parrocchia fiorentina che frequentava, ha cominciato ad abusare sessualmente di lei. Nel 2005, Mariangela ha denunciato tutto al vescovo ausiliario di Firenze, monsignor Maniago. Non successe nulla. E nella Giornata mondiale contro la pedofilia, Mariangela e le altre vittime si scontrano con monsignor Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, che non le ha mai ricevute e che ha confermato Maniago come suo vice.
Mariangela, l’arcivescovo Betori dice che voi vittime non l’avete mai cercato.
È una risposta ignominiosa. Hanno riscritto il Vangelo: le pecore devono andare dal buon pastore, tirargli la camicia e dirgli: “Oh, ci siamo, perfavore!”.Se vogliono sapere come sono andati i fatti, devono incontrare le vittime, non evitarle.
Perché secondo lei non vi incontra?
Ha paura che gli chiediamo: perché ha riconfermato Maniago, perché non andate fino in fondo?
Ieri era la Giornata mondiale contro la pedofilia.
E proprio ieri la Chiesa avrebbe dovuto pensare a noi. Quel poco che è stato fatto, è solo grazie alla nostra volontà di andare avanti. Fosse per la curia fiorentina, si sarebbe insabbiato tutto.
Su quali basi lo dice?
Andai insieme con mio padre e mia sorella dal cardinale di Firenze, Ennio Antonelli, dopo che don Cantini era stato trasferito a Mucciano. Mi disse: “Io cosa ci posso fare?”.
Perché don Cantini è stato trasferito?
L’hanno mandato a Mucciano, con la scusa di un prepensionamento, dopo le nostre prime denunce. Gli hanno anche fatto una festa di addio quando si è ritirato! È andato a rimettere a posto la parrocchia del luogo, in più d’estate si occupava dei bambini. E nessuno ha avvertito le famiglie di Mucciano del motivo per cui era stato trasferito. Lì agiva ancora più indisturbato di prima.
E quando lo avete saputo, come avete reagito?
Ero incredula. Sono andata a denunciare tutto a monsignor Maniago, che era già vescovo ausiliario di Firenze: “È tutto qui quello che riuscite a fare?” gli ho chiesto. Sono andata dandogli fiducia, sperando che trovandosi davanti una persona che aveva subìto abusi per quindici anni, avrebbe capito.
Cos’ha risposto?
Che non bisogna essere vendicativi.
Il peccatore che viene perdonato.
Gli ho detto: “Guarda che per me è stato faticoso non credere più a tutto quello che mi aveva insegnato don Cantini. Io davanti agli occhi ho gli abusi, tu no, caro Maniago. Te lo sto dicendo in faccia che queste cose sono successe”. Io ho dovuto ricominciare la mia vita. L’avevo improntata tutta sugli insegnamenti di don Cantini. A volte viene veramente la voglia di aprire la finestra e buttarmi giù.
E monsignor Maniago?
Lui volle convincermi che tutto quello che ci aveva insegnato don Cantini era giusto. Mi disse: “Don Cantini è un mistero”. Disse di mettere da parte gli abusi e di concentrarsi sul fatto che ci aveva mostrato come pregare, cos’è la Bibbia, come sentire la parola di Gesù. Per lui quella era la verità, e il resto era una semplice debolezza. Don Cantini è stato accusato pure di dominio delle coscienze. Ma Maniago diceva che era comunque un grande uomo.
Insomma, nessuna azione contro don Cantini. Mi sono congelata. Tutto quello che ero riuscita a tirare fuori, monsignor Maniagocercavadi ributtarlo dentro. Cercò di dissuaderla dal denunciare pubblicamente tutto? Disse : “Attenzione, se parli, se scandalizzi chi crede nella Chiesa, sei colpevole quanto il pedofilo”. Poi aggiunse: “Ti conviene davvero perdere la faccia? L’opinione pubblica non ti capirà”. Per reazione ho deciso di andare ad Annozero.
Le cose hanno incominciato a cambiare solo quando la stampa nazionale le ha portate alla luce.
E meno male che un’enciclica dice: “La verità vi renderà liberi”. Non è vero. Loro la verità non la vogliono. Hanno la cultura del silenzio. Sono terrorizzati dal fatto che l’opinione pubblica sappia.
Ora che la Chiesa sta cercando di ricostruirsi un’immagine, perché Betori riconferma monsignor Maniago a vescovo ausiliario di Firenze nonostante il suo comportamento omertoso?
Glielo chiedo anch io: perché? Dicono di voler ripulire la chiesa, ma perché non a Firenze? Perché la Chiesa dice ai vescovi di denunciare i pedofili e poi si tiene stretta una persona come Maniago che si è comportata nel modo opposto?
Don Cantini abusava solo di lei?
Sono convinta che ci siano passate tutte le altre bambine del catechismo, anche quelle che non l’hanno detto pubblicamente. Ricordo le loro facce davanti a me, quando si era in fila e si aspettava.
Quando si aspettava cosa?
Di entrare a colloquio con don Cantini. Mi ricordo quanto tempo stavano e soprattutto le loro facce quando uscivano. Come la mia.
Abusava di voi in questi colloqui?
Sì, nel suo studio. Quel maledetto studio dove il prete ci violentava. Ora lo usa il nuovo parroco. Ma come si può continuare a lavorare in un posto simile?
Quanti anni aveva lei quando gli abusi sono iniziati?
Dopo la comunione: avevo nove, dieci anni.
Come ha fatto don Cantini a convincervi a non raccontare tutto ai vostri genitori?
È stato un lavoro lungo, con noi e anche con le nostre famiglie: si è prima guadagnato la stima dei nostri genitori. Con me faceva così: mi chiamava per darmi lezioni private di catechismo dicendo che ero speciale. Per me e per altre ragazze questo era un onore. Poi ci dava ruoli sempre più importanti, per esempio mi aveva nominata primacoristainchiesa. Nell’ufficio hac ominciato a prendermi sulle ginocchia, poi a chiedermi un bacio sulla guancia. È stata una cosa graduale. Poi ha cominciato a chiuderelaportaachiave. Mi diceva che la Madonna ha partorito Gesù a dodici anni, che faceva tutto quello che il Signore le chiedeva.
Quindi non era fisicamente violento?
Lui non ha usato violenza, o almeno io non l’ho riconosciuta come violenza per tanti anni. È ben diverso da uno stupro: è cuocere la tua preda lentissimamente, prenderne via via un pezzetto. Quando mi faceva bere il suo seme, nei rapporti orali completi, diceva che era un atto di comunione incredibile, di quelli che avvenivano solo nel giardino dell’Eden. Era la vera eucarestia, un modo per essere in comunione perfetta con lui.
Come ha fatto a ribellarsi?
Mi sono sposata, non l’ho più visto. Da quel momento non faccio più niente se non sono sicura che sia una mia scelta, solo mia.
Il Papa ha ricevuto alcune delle vittime dei preti pedofili a Malta, vorrebbe incontrarlo ?
Sì, glielo chiedo qui, ora. M’incontri, mi ascolti, conosca la verità. Sua Santità, faccia chiarezza perché lei si sta dando da fare, ma altri uomini importanti, dentro la sua Chiesa, chiudono gli occhi.
di Beatrice Borromeo